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Autore: Dark Lord    14/06/2013    0 recensioni
Dopo anni dalla scomparsa di suo nonno, la giovane Lucille Barthelar parte per un lungo viaggio col solo scopo di ritrovarlo ma molti più interessi sono in gioco e il futuro della Terra di Altrove sta per essere minacciato nuovamente da un potere antico e terribile.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

 

Era quasi mezzodì quando un uomo estremamente agitato corse a bussare alla porta dell'ambulatorio di Dushaiga. L'uomo picchio la porta con forza quasi volesse abbatterla. Poi secondi dopo la porta venne aperta rivelando dall'altro lato una ragazza con lunghi capelli ramati e due profondi occhi verdi, che fissavano incuriositi l'aspirante ariete umano. La ragazza non fece in tempo ad aprire la bocca che l'uomo rovesciò un fiume in piena di parole; << Presto! Presto, Lucille avverti il Dottore che ce stato un incidente, c'è una persona in grave pericolo! Presto!>>.

<> rispose Lucille Barthelar senza scomporsi>>.

L'uomo sembrò non sentire e divenne più agitato; <>.

<< Ho capito ma se non mi dici cosa è successo rischiamo di venire a soccorrere una persona senza i materiali adatti e quella, sarebbe una perdita di tempo, quindi: respira e dimmi che succede.>>

L'uomo colpito dalla risolutezza della ragazza ritrovò il lume della ragione, cerco si calmarsi e iniziò a descrivere la situazione. Un contadino del villaggio era salito su un olivo per bacchiare i rami più alti, impegnato nel suo lavoro non si era accorto di aver cercato appoggio su un ramo marcio che si è rotto sotto il peso dello sfortunato facendolo cadere al suolo da un altezza di qualche metro. Lucille disse all'uomo di attendere un attimo poi corse dentro per avvertire il Dottor Krem, il medico di Dushaiga. Il Dottore stava visitando un paziente che da tanti anni ormai aveva perso l'uso delle gambe in un brutto incidente nei boschi. Lucille fece irruzione nello studio senza bussare, cosa che irritava molto il medico.

<< Ma dico ti sembra il modo di entrare nel mio studio?>> disse Krem accigliato << Sono con un paziente! Perdona la ragazza Samuel è giovane, sai come sono i giovani...>>.

<< Salve signor Stout, perdonate la mia irruenza, ma Dottore abbiamo un emergenza!>> disse la ragazza.

<< E perchè non l'hai detto subito! Scusa Samuel devo andare, mi spiace doverti fare aspettare>> si scusò il Dottore.

<< Non c'è problema Taddeus è giusto così, sai che farei lo stesso!>>; il medico annuì col capo e infilò la porta.

Il Dottor Krem e la sua giovane assistente presero l'occorrente per il soccorso e guidati dall'uomo abbatti-porte si diressero verso il luogo dell'incidente.

Ci volle parecchio tempo per raggiungere il luogo dell'incidente, si doveva prima percorrere un sentiero sterrato che conduceva ad alcune fasce coltivate sostenuta da vecchi ma solidi muri a secco. Arrivarono infine su una grande fascia dove crescevano centinaia di maestosi olivi secolari carichi di preziose olive da cui era ricavato un pregiato olio. C'era un gran vociare intorno alla zona dove contadino era caduto, una folla di paesani si era raccolta attorno all'infortunato; vedendo arrivare il dottore e la sua assistente iniziarono a produrre una confusa varietà di gesti per segnalare la loro posizione. Il dottore non sopportava il pubblico, durante il suo lavoro e sbuffò vendendo la folla, arrivò a pochi metri dall'incidente e si fermò a osservare la situazione; Lucille fece lo stesso. L'uomo che era la loro giuda non comprese perché i due soccorritori si fossero fermati senza apparente motivo e disse bruscamente; <>.

Il dottor Krem, molto scocciato, lanciò un occhiata gelida alla loro guida, che lasciò impietrita la guida. Lucille che in questi casi era molto più diplomatica spiegò all'uomo che quando si soccorre una persona in difficoltà la prima cosa da verificare è la sicurezza della scena, per evitare di divenire a loro volta vittima; sconsigliabile visto che il medico più vicino si trovava a ore di distanza. L'uomo non capì esattamente quella che gli aveva spiegato la ragazza ma gli parve ragionevole. Krem vedendo che non c'erano pericoli imminenti si avvicinò al contadino, facendo segno di allontanarsi al gruppo di astanti; Lucille lo seguì. I due si fecero strada tra le persone che si accalcavano sulla scena, le loro voci si erano fatte silenziose come un rumore di fondo, l'aria era carica di tensione, tutti confidavano nei due soccorritori. Cominciò il soccorso, Krem si mise alla testa dell'infortunato fermandola saldamente con le mani, fece al malcapitato alcune domande per verificare se aveva riportato danni al cervello nella caduta, l'uomo rispose confusamente lamentandosi del dolore; il medico osservava con perizia l'uomo senza far trapelare nessuna emozione. Intanto Lucille aveva tirato fuori una specie di collare in cuoio molto rigido e con estrema cautela, coadiuvata dal Dottore lo avvolse intorno al collo del contadino; questa manovra aveva lo scopo di immobilizzare le vertebre del collo e impedire lesioni midollari; la manovra necessitava abilità e precisione un errore poteva avere gravi conseguenze, la giovane lo sapeva e infilò il collare con estrema calma e un po' di apprensione. Sul corpo dell'uomo c'erano diverse escoriazioni e abrasioni visibili attraverso gli abiti strappati, Lucille prese un paio di forbici e tagliò quello che restava degli abiti. Una protuberanza violacea era apparsa a livello della tibia, la ragazza si mise subito a steccare la gamba con due aste di legno e della benda. Una volta finita la valutazione e il primo soccorso non restava che trasportare l'uomo fino allo studio di Krem, avevano bisogno di una barella. Fortuna volle che li vicino era stata lasciata una spessa tavola di legno pitturata di un giallo pallido sporca e consumata abbastanza lunga e solida per sostenere il ferito. Aiutati da alcuni volenterosi astanti il medico e la sua assistente caricarono l'infortunato sulla tavola e con grande fatica lo trasportarono fino ad un carro e da lì fino all'ambulatorio. Mentre si allontanavano uno scroscio di applausi esplose alla loro spalle, lo spettacolo era piaciuto ma era molto probabile che il pubblico averebbe rinunciato ad una replica sopratutto l'attore protagonista. Arrivati all'ambulatorio Krem si occupo del malato mentre Lucille tranquillizzava la moglie della vittima accorsa subito dopo aver appreso la notizia. Krem si occupò di ridurre la frattura, suturare le ferite e preparare un impiastro da applicare sulle lesioni perchè non si infettassero; prese poi alcune garze pulite e le mise a bollire, intanto preparò a parte un intruglio fatto con un polvere che conservava in un barattolo di vetro e l'acqua. Finito di bollire le garze e impastare polvere acqua, inzuppo le garze nella poltiglia biancastra e le modello intorno alla gamba dell'infortunato, creando una specie di stivale che lasciò ad asciugare. Dopo alcune ore lo stivale si era solidificato, proteggendo l'arto lesionato da ulteriori traumi fino alla completa guarigione; l'unico inconveniente, spiegò il dottore all'uomo, era che poteva dare parecchio prurito. Il dottore detestava avere persone attorno a se mentre lavorava, in effetti sopportava con difficoltà la maggior parte delle persone, soprattutto se si trattava di mogli preoccupate e sull'orlo di una crisi di nervi; quindi ordinò a Lucille di non fare entrare nessuno nel suo studio fino a che non avesse finito. Krem lavorò per più di un ora sentendo i rumori di un accesa conversazione tra donne che il Dottore ebbe la saggezza di non interrompere, ogni tanto il marito della donna imbarazzato dal baccano si scusava col medico ma questi gli strizzava l'occhio e faceva spallucce. Al termine dell'operazione Krem chiamò Lucille dentro il suo studio. Un attimo dopo la moglie del contadino oltre passava la soglia dello studio di Krem gettandosi sul marito e riversando un torrente in piena di parole e qualche affettuoso schiaffo. Verso sera tutto ebbe fine, il paziente fu mandato a casa con la moglie e a Lucille toccò rimettere tutto a posto mentre il Dottore si riposava dalle fatiche del giorno. Il Dottore era un ottimo medico competente e capace, inoltre amava il suo lavoro ma aveva un grosso difetto era la personificazione del disordine; tutte le volte che aveva finito un intervento lasciava il suo studio nelle stesse condizioni in cui lo avrebbe lasciato una tribù di barbari del Nord. Lucille d'altro canto era ordinata e metodica, un posto per ogni cosa ogni cosa al suo posto era il suo motto e forse era il motivo principale che aveva spinto Krem a prenderla con se. Lucille amava il suo lavoro, aiutare gli altri era il suo modo di dare un senso alla sua esistenza ma era anche un modo per tenere vivo in lei il ricordo si suo nonno; lui era stato un avventuriero, aveva visto il mondo e aiutato molte persone. Lucille invece soddisfava i bisogni di salute di una piccola comunità montana ma il risultato era lo stesso. Non fu facile per la piccola Lucille capire perché il suo nonno era sparito così, da un giorno all'altro senza salutare, i suoi genitori non le avevano mai detto l'inquietante verità: Ornest Barthelar era stato rapito da qualcuno e nessuno ne aveva mai saputo nulla. Lucille era cresciuta sapendo solo che suo nonno era dovuto partire per un viaggio e non sapeva quando sarebbe tornato. Lucille attese per anni il ritorno del nonno ma non tornò mai, si sentì molto triste e pianse fiumi di lacrime; passò il tempo e il ricordo del nonno si fece più sbiadito e tristezza lasciò la piccola bambina che intanto cresceva, curiosa e vivace, a volte ricordando il nonno svanito nel nella portando con se il finale della storia che gli stava raccontando la notte della sua scomparsa. Lucille aveva sempre voluto sapere come finiva la storia, ma voleva che fosse Ornest a raccontargliela e fece di tutto per evitare di sapere il finale della storia della Magia, un piccolo capriccio scaramantico che nascondeva il desiderio di rivedere un giorno il nonno. Persa tra i suoi pensieri, la ragazza finì di sistemare il piccolo uragano creato dal Dottor Krem. Restò un attimo ferma nel mezzo della stanza compiacendosi dell'ottimo lavoro di pulizia appena ultimato, tutto era in ordine e un silenzio armonioso regnava nell'abitazione del Dottore. Si era fatta sera decise che era ora di tornare a casa, stava per uscire dalla studio per andare a salutare il Dottore quando si accorse che l'accurato lavoro di pulizia e riordino era drammaticamente incompleto. Con l'attenzione ai piccoli dettagli tipica delle donne scrutò un libro che era finito sotto un mobile, probabilmente spinto dal Dottore mentre lavorava. Lucille raccolse il tomo da sotto il mobile e e lo esaminò, era un vecchio tomo di medicina di quando Krem era studente, la copertina era rossa sgualcita ai bordi e leggermente strappata, le pagine del libro era ingiallite; il libro era anche curiosamente ricoperto di polvere, doveva essere lì da un po' di giorni. Lucille incuriosita aprì delicatamente la copertina, una scritta sbiadita presentava il libro come “Elementi di Semeiotica Clinica”. La pagina successiva conservava una dedica scritta a penna con una calligrafia elegante e ricercata “L'arte è lunga la vita breve, l'esperienza è la fallace e il giudizio è difficile, ti auguro di essere eccellente medico e un grande uomo, con affetto, tuo padre Ikran Nefarius Krem”. Lucille leggendo quelle parole non comprese perchè il Dottore teneva un libro che doveva essere importante per lui in quel modo; continuò a sfogliare il libro. Arrivata a metà libro, dove iniziava un lungo capitolo sull'esame dell'apparato digerente, la ragazza trovo un foglio di carta. Era un pezzo di carta spiegazzato senza appunti o disegni, la ragazza lo prese e lo voltò sull'altra faccia; era un ritratto. Raffigurate su quel foglio c'erano cinque persone, tre uomini, una gnoma e un elfo. Il disegno era curato nei dettagli e fatto da una mano esperta. Lucille fissò per un po' quel disegno intrigata dal suo significato, incuriosita dal perchè un ritratto che raffgura cinque avventurieri era dentro un libro polveroso finito sotto il mobile nello studio di un medico. Si accorse poi di conoscere uno di quei misteriosi personaggi; era molto più giovane, avvolto in un grande mantello, una spada spuntava da dietro la schiena e con i suoi occhi di inchiostro nero fissava la ragazza che riconobbe suo nonno, Ornest Barthelar. Lasciò cadere il libro che finì a terra con un tonfo sordo e strinse con le due mani il disegno rapita da quell'apparizione. Continuò a fissare l'immagine e si accorse che l'altro uomo a fianco di suo nonno era identico al Dottor Krem solo più alto e muscoloso. Gli altri personaggi gli erano completamente sconosciuti, ma una cosa era certa quelli erano i compagni di avventure si suo nonno. Rimase ancora qualche minuto in contemplazione quando sentì il passo pesante del Dottore avvicinarsi. Di scatto raccolse il libro e rimise il disegno nel mezzo, aveva ancora il libro in mano quando il Dottore, in vestaglia, entrò nello studio.

Il Dottore si era appisolato sulla poltrona della sua camera da letto, aveva l sonno leggero e bastava poco a farlo svegliare; un libro che cadeva a terra era sufficiente. Era sicuro che la sua assistente fosse andata via e quel rumore inatteso lo aveva messo in allarme. Saltò in piedi e si mosse rapido verso la fonte del rumore. Camminò risoluto fino allo studio e spalancò la porta pronto ad affrontare qualsiasi intruso. La sua determinazione sfumò appena riconobbe Lucille.

<< Lucy! Che ci fai ancora qui? Mi hai fatto prendere un colpo!>>

<< Scusi Doc non volevo spaventarla mi sono attardata a rimettere a posto! Non è colpa mia se lei è così disordinato!>>

<< Non sono disordinato io! Si tratta di ordine caotico, il mondo stesso tende al caos, è scienza!>> rispose impettito il dottore.

<< Certo come no, dicono tutti così! Beh a dire il vero solo lei!>> rispose al ragazza sorridendo.

<< Suvvia, suvvia! Non c'era bisogno che ti trattenessi così tanto, grazie senza di te sarei perso. Ma cosa hai lì in mano?>> vedendo il libro libro che aveva tra le mani Lucille, il Dottore si irrigidì un po' ma cercò di mostrare il suo disagio alla ragazza.

Lucille tese il libro al medico che lo prese delicatamente. Senza togliere gli occhi dal libro il Dottore iniziò a parlare.

<< Questo è un regalo di mio padre, il mio primo libro di medicina, l'ho letto tante volte che quasi lo conosco a memoria>> la sua voce era malinconica e tremava appena.

<< Non ho mai conosciuto vostro padre Doc>>

<< Certo che non l'hai conosciuto e morto molto tempo fa, lontano da qui e l'ultima volta che lo vidi mi regalò questo libro.>>

<< Mi spiace molto Dottore non lo sapevo.>>

<< Non preoccuparti Lucy, ormai è passato tanto tempo; ora se non ti spiace vorrei restare la solo. Buonanotte a domani>>

<< Certo Dottore. Buonanotte.>>

Senza aggiungere altro la ragazza prese le sue cose e usci dallo studio, mentre si allontanava gli parve di sentire dei singhiozzi provenire dallo studio. Uscì dalla porta che si richiuse facendo scattare la serratura. Lucille si incamminò verso casa, fato qualche passo si voltò e scrutò la casa del dottore avvolta nell'ombra della notte, una fioca luce di candela brillava nello studio. Lucille tornò vero casa ripensando a quello che aveva scoperto, suo nonno e il padre di Krem si conoscevano, avevano combattuto assieme, girato il mondo. C'era qualcosa di strano in tutto questo, prima di quella sera non aveva mai saputo nulla di compagni di suo nonno e tanto meno del padre del Dottore. Era decisa ad andare fino in fondo a questa storia. Dopo un brave tratto a piedi arrivò; a casa. La giornata era finita erano successe tanto cose e domande attendevano ansiose risposte vecchie di dieci anni.

  
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