Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    15/06/2013    2 recensioni
Si preannuncia un anno movimentato per gli studenti di Hogwarts. Messaggi inquietanti che turbano la quiete delle vite degli allievi del sesto e settimo anno; segreti svelati e una caccia all’uomo nel tentativo di scoprire chi è che li conosce così bene e, soprattutto, come fa a sapere ciò che sa. Quando poi ci scappa anche il morto… bè, diventa evidente che il gioco è ben più pericoloso di quanto pensassero. 'Cause two can keep a secret If one of them is dead.
N.B. Liberamente ispirato a Pretty Little Liars.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier, I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Moments later 1x01

 

 

 

- Tu che ne pensi, Celeste? Ehy, mi stai ascoltando? –

La diretta interessata, una ragazza dai boccoli castano scuri e gli occhi color cioccolato, scosse la testa.

- Scusami, Eris, stavi dicendo? –

- Ti ho chiesto se avevi qualche idea su chi possa aver fatto questo. – replicò, sventolandole sotto il naso il foglio di pergamena che era stato misteriosamente recapitato al loro tavolo.

- Questo cosa? –

Eris alzò gli occhi al cielo, sbuffando esasperata. Non c’era niente da fare, sembrava che la sua amica quella sera fosse completamente immersa nel “fantastico mondo di Celeste Zabini”.

- Il biglietto anonimo su Mary. Vuoi almeno voltarti a guardarlo? – esclamò stizzita, notando che la ragazza sembrava non degnarla della minima considerazione. E, se c’era una cosa che Eris Greengrass proprio non tollerava, era non essere calcolata.

- Che biglietto? –

Ah, basta! Ora ne aveva decisamente abbastanza.

- Questo. –

Gli mise la pergamena sotto gli occhi, costringendola a tirarsi indietro per non incrociarli.

- Ma sei impazzita? – protestò debolmente Celeste, afferrandolo e leggendolo velocemente.

- Merda… chi può essere stato? –

- È esattamente quello che ti ho chiesto trenta secondi fa, quando fissavi il vuoto con aria molto stupida. –

- Non stavo fissando il vuoto, ero solo sovrappensiero. – protestò, trattenendosi dal correggerla dicendo che la sua attenzione era tutta rivolta al tavolo dei professori. Quell’anno la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure era stata assegnata a Marcel Bouvier, un giovane mago francese incredibilmente affascinante che lei aveva conosciuto durante la sua estate passata a casa dei nonni materni, nell’assolata Nizza. Ok, forse dire che l’aveva conosciuto era un po’ riduttivo; erano usciti insieme per tutta l’estate, la loro era stata intesa al primo sguardo e ancora adesso faticava ad entrare nell’ordine d’idee che lui era un suo professore… e soprattutto doveva continuare ad essere solo questo, indipendentemente dai loro trascorsi.

- D’accordo, come dici tu. Pensi di riuscire a tornare abbastanza lucida per andare a raggiungere Mary e darle il nostro sostegno, o è chiederti troppo? –

Storse leggermente il naso; l’ironia e il sarcasmo di Eris erano divertenti, soprattutto quando li rivolgeva su Rico, ma se era lei la vittima le cose cambiavano.

- Certo che posso farcela, ma il sarcasmo risparmialo per Wilkes, ok? –

Incurante della replica dell’amica, si alzò e raggiunse Mary, circondata da Lily e Dorcas che erano già entrate in modalità di amiche iper protettive. Passando davanti al tavolo dei professori non potè fare a meno d’incrociare lo sguardo di Marcel, che le rivolse un sorriso sghembo. Lo liquidò con un’occhiata ammonitrice: insomma, era stato proprio lui a dire che la loro storia doveva essere chiusa ed ora si metteva a sorriderle davanti a tutta la scuola? Lo vide aggrottare la fronte, perplesso, e si limitò a sillabargli: “Ti spiego poi”, poi tornò a rivolgere la sua attenzione a Mary.

- Tesoro, stai bene? – le chiese, stringendola in uno dei suoi famosi abbracci stritolatori e facendola ridacchiare: - Diciamo che sono ancora viva, ma se continui a stringere non lo rimarrò per molto. –

- Hai idea di chi possa essere questa stronza? – le chiese Eris, fissando con uno sguardo assassino il foglio di pergamena, come se la colpa di ciò che vi era scritto fosse solo ed esclusivamente di quel piccolo pezzo di carta.

- Chiunque, ma è strano, non mi è sembrato di vedere nessuno quando sono uscita. – replicò Mary, preparandosi mentalmente alla domanda che sarebbe inevitabilmente seguita.

E infatti…

- E lui… chi è lui? – volle sapere Dorcas.

- È… è uno del nostro anno. –

- Stai tergiversando… in che Casa è? –

Il silenzio di Mary fu una replica sufficiente.

- Santo Godric, Mary, dimmi che non è un Serpeverde! – esclamò Lily, venendo fermata all’istante dall’amica.

- Non farmi la paternale, Lils, ti ricordo che fino a un anno fa eri la migliore amica di uno di loro. –

La rossa annuì con espressione rammaricata: - Già, e guarda come è andata a finire. Non ci si può fidare di loro, Mary. –

- Sono d’accordo con Lily, cosa ti fa pensare che non sia stato proprio lui a mettere in giro la voce? - - Perché, Celeste, se lo avesse fatto avrebbe corso il rischio di essere smascherato… Insomma, era palese che si sarebbe trattato di lui. –

Le quattro ragazze annuirono davanti alla sua logica stringente.

- Perché non ci siamo arrivate prima noi, siamo Corvonero, dovremmo essere noi quelle intelligenti. – commentò tra sé e sé Celeste, venendo fulminata da un’occhiataccia di Lily. L’argomento intelligenza, così come le valutazioni scolastiche, era off limits tra loro, ne andava della salute mentale di tutte, visto che una sfida tra Celeste e Lily le avrebbe inevitabilmente portate ad un’isteria collettiva.

 - Allora, sappiamo che lui non può essere stato… ma qualche sua amica? –

- Lo escludo, so che non lo direbbe a nessuno, si rovinerebbe la reputazione se si sapesse in giro. –

- E tu stai con un tipo come questo, uno che si vergogna di te? – esclamò indignata Lily.

- Non ci sto insieme, Lils, è solo qualche incontro di divertimento. –

- In sostanza solo sano sesso. – le venne incontro Eris, con l’aria di chi la capiva alla perfezione.

Mary annuì, grata per l’inaspettato aiuto.

- Continuo a non capire come tu possa farlo. –

- Lo so, ma ora concentriamoci su qualcosa di più importante… dobbiamo sapere chi è questa stronza. – intervenne Dorcas.

- Perché siete convinte che sia una ragazza? –

- Perché bisogna essere maledettamente scaltre e abituate a fiutare un buon pettegolezzo per fare una cosa del genere, quindi sono certa che sia una ragazza. – replicò la bionda, mentre Eris annuiva confermando il suo brillante ragionamento.

- D’accordo… è una ragazza, ma chi? –

Un tossicchiare discreto interruppe la loro conversazione. Si trattava di un bambinetto che doveva essere al primo, massimo secondo, anno.

- Scusate, chi di voi è Celeste Zabini? – domandò incerto.

- Sono io, cosa vuoi? –

- Il professor Bouvier dice che vuole parlarti del tuo programma di studi, ti aspetta nel suo ufficio. –

Celeste lanciò un’occhiata al tavolo dei professori: ma come, se n’era andato senza che se ne accorgesse?

- D’accordo… ragazze, riprendiamo la conversazione domani mattina, va bene? –

- Certo, vai pure a sentire cosa vuole il sexy prof. – replicò maliziosamente Mary, facendola ridacchiare.

Uscì dalla Sala Grande in tutta fretta, imponendosi di darsi una calmata e percorrere la strada che la separava dall’ufficio con calma; non voleva mica arrivare con il fiatone e l’aria stravolta, né tantomeno desiderava dare l’impressione della diciassettenne che corre non appena il bel tenebroso fa un fischio.

Arrivò a destinazione dieci minuti più tardi, si prese un paio di secondi  per prepararsi mentalmente e risistemarsi i capelli e bussò lievemente.

- Vieni pure, Celeste, ti stavo aspettando. –

Sorrise sentendolo pronunciare il suo nome in modo così professionale. Tuttavia, una volta che si fu chiusa la porta alle spalle, il suo atteggiamento cambiò completamente. La spinse addosso al muro, arpionandole i fianchi e schiacciandola contro di lui, prese d’assalto le sue labbra: baciandole, leccandole e mordendole finchè non furono entrambi a corto di fiato.

- Ciao. – le sussurrò a fior di labbra.

- Ciao. – rise.

- Bella la trovata del programma scolastico, ingegnosa. –

- Sei una Corvonero, ho immaginato che apprezzassi quello che per voi è un “dono grato”. – replicò ironicamente, citando il loro motto.

- Sì, ho decisamente apprezzato. – ammise, cingendogli il collo con le braccia e baciandolo con passione.

Andarono avanti per mezz’ora finchè, ormai visibilmente accaldati, si separarono.

- Credo sia il caso di andarci piano. – mormorò controvoglia Marcel, accarezzandole una guancia e sorridendole teneramente.

- Già. Bè, sarà meglio che torni in dormitorio, Eris mi starà cercando. – replicò, dicendo a se stessa che se non fosse uscita di lì immediatamente avrebbe rischiato di saltargli addosso e strappargli via i vestiti.

- Sì, è meglio non attirare troppo l’attenzione. –

Si salutarono con l’ennesimo lungo e appassionato bacio, poi entrambi tornarono verso le rispettive stanze.

Celeste entrò nel dormitorio cercando di fare meno rumore possibile e rimase sorpresa dall’assenza di Eris, che aveva lasciato il letto intatto e la borsa ancora da disfare.

Stava per infilarsi sotto il copriletto blu quando notò un pezzetto di pergamena, della stessa dimensione di quello che era arrivato a cena, poggiato sul suo comodino. Lo aprì con mano tremante, dicendosi che magari si trattava di un messaggio per qualcun’altra delle sue compagne di stanza, o che poteva essere un semplice foglio bianco.

“Quando i professori baciano le studentesse iniziano i guai.”

Dannazione, quella stronza adesso si metteva a spiare anche lei? Nascose il biglietto nella tasca del pigiama e affondò la testa nel cuscino; era difficile, ma doveva cercare di mettersi a dormire, non poteva certo andare in giro con delle occhiaie stile zombie l’indomani.

 

 

 

 

***************

 

 

Tutto sommato Eris era profondamente grata al professor Bouvier; non fosse stato per lui non avrebbe saputo che scusa trovare per non andare in camera con Celeste. Per quanto le scocciasse l’idea di dover stare attenta ad ogni suo movimento, non aveva la minima intenzione di lasciar trapelare qualche informazione sul rapporto che aveva con quel ragazzo; specialmente perché lui non era solo un Serpeverde, ma IL Serpeverde: astuto, manipolatore e cinico. Insomma, il perfetto principe machiavelliano. Tutte caratteristiche che non avrebbero certo contribuito a farlo piacere alle sue amiche; dannazione, lei stessa, più spesso di quanto non avvenisse il contrario, faticava non poco a sopportarlo. Però doveva ammetterlo: era probabilmente il ragazzo più bello e sexy su cui avesse mai posato gli occhi.

- Sei in ritardo. – l’accolse la familiare voce roca, che suo malgrado le causò un brivido lungo la schiena.

- Lo so. – replicò incurante, prendendo posto sulla sedia che era comparsa in quel preciso istante. Doveva ammettere che quella Stanza delle Necessità era proprio una trovata geniale.

- Perché oltre a sapere non provi anche a regolarti di conseguenza? – le domandò ironico, versandosi un bicchiere di quello che, a giudicare dall’odore, tutto era fuorchè succo di zucca.

Rico alzò il calice in una sorta di brindisi al suo indirizzo e lo sorseggiò distrattamente, seguendo con gli occhi color ghiaccio lo sguardo della ragazza, che accarezzava il suo corpo partendo dalle gambe fino ad arrivare al petto, parzialmente visibile grazie alla camicia lasciata mezz’aperta.

Eris si sforzò di non guardarlo troppo palesemente; non le piaceva l’espressione compiaciuta che compariva sul volto dai tratti cesellati quando la beccava a fissarlo, c’era troppo compiacimento in quella sua aria di altezzosa arroganza. Del resto era un Wilkes, arroganza era il suo secondo nome.

- Sembrerebbe che ti piaccia ciò che vedi. – commentò, rendendo la voce volutamente più roca ed insinuante.

- Non sarei qui altrimenti, ti pare? – replicò a tono, decisa a non lasciarsi mettere in imbarazzo.

- Maledettamente giusto. –

Vuotò il bicchiere tutto d’un sorso.

- E a te piace ciò che vedi? – domandò maliziosamente.

Le si avvicinò con una velocità che la colse di sorpresa, chinandosi sul suo collo a sussurrarle: - Sei troppo coperta per i miei gusti, come faccio a dire se mi piace se non vedo nulla? –

Si ritrovò ad arrossire, rimproverandosi per quel momento di debolezza. Dannazione, perché doveva fare la figura della ragazzina timida e impacciata?

- Bè, a questo si può porre facilmente rimedio. – balbettò, sfilandosi il maglione della divisa e cominciando a sbottonare i polsini della camicia.

Rico si portò alle sue spalle, bloccandole le braccia lungo i fianchi e mordicchiandole alternativamente lobo e collo. Le sfuggì un sospiro.

- Lo sai che mi piace spogliarti, tu lo fai troppo in fretta. – la redarguì, con il tono che avrebbe usato un insegnante con un’alunna indisciplinata. Ed in effetti per lei era stato un po’ quello: il suo primo amante, ovviamente escludendo le relazioni che aveva avuto prima come quella con Fabian Prewett, che aveva contribuito alla sua formazione in quel campo insegnandole una moltitudine di giochini interessanti.

Sentì le sue mani che le sbottonavano la camicia, un bottone alla volta, sfiorandole di tanto in tanto la pelle candida e accendendo sempre più il suo desiderio. In nome di Rowena, la stava facendo impazzire. Cercò di aiutarlo nello spogliarla, ottenendo in risposta un lieve brontolio: non doveva disturbarlo.

Finalmente, dopo un’attesa che le parve interminabile, la camicia cadde a terra; avvertì il fresco della sera sulla pelle nuda, notando solo in quel momento che oltre all’indumento aveva tolto anche il reggiseno. La reazione che le venne istintiva fu quella di portarsi le mani sul seno, coprendolo come meglio poteva, malgrado sapesse che era sciocco essere tanto pudica dopo aver diviso il letto con lui in innumerevoli occasioni.

La prese per i fianchi, sollevandola di peso e spingendola ad allacciare le braccia intorno alla sua vita. Lo aiutò a sfilarsi maglione e camicia, afferrandolo per la cravatta e attirandolo verso la sua bocca; le loro labbra si presero immediatamente d’assalto, in una specie di lotta per la supremazia e, mentre le loro lingue giocavano a rincorrersi, ormai completamente dimentica di essere mezza nuda, sentì le mani calde del ragazzo che si chiudevano a coppa sul suo seno. Chiuse gli occhi, godendosi la sensazione di quel tocco possente e al tempo stesso delicato e soffocando un gemito sulle labbra del ragazzo.

La portò fino al letto, lasciandola cadere sul materasso e liberandosi dei pantaloni della divisa, che ormai non era altro che uno scomodo intralcio. Tornò a baciarla, mentre le sue mani trovavano la zip della gonna e la lasciavano cadere a terra insieme alle mutandine. Si fermò un attimo, godendosi lo spettacolo che aveva davanti: non aveva mai visto una ragazza così assolutamente perfetta, in quei momenti riusciva quasi a dimenticarsi del modo in cui si erano trattati in tutti quegli anni.

Prese a cospargere di baci e delicati morsi il petto di Eris, scendendo fino all’ombelico e risalendo; con la mano scese ad accarezzarle l’interno coscia, prendendosi il tempo di sentirla sospirare un paio di volte prima di affondare in lei. Affondò da prima con delicatezza, poi sempre più velocemente, finchè la ragazza non cominciò a gemere in modo inequivocabile; un affondo più forte degli altri la spinse mordersi il labbro per impedirsi d’urlare.

- Salazar, che espressione. – brontolò, la voce cupa come un ringhio a causa dell’eccitazione.

- Quale espressione? –

- Questa. –

Affondò nuovamente con forza, strappandole un gridolino di piacere e facendole chiudere gli occhi. Invertì le posizioni, facendola sedere su di sé e sostituendo le mani con la sua eccitazione.

- Muoviti per me. – brontolò, accarezzandole i fianchi e chiudendo gli occhi quando la sentì cominciare ad ondeggiare su di lui.

Un’ora più tardi Eris riuscì a sgattaiolare dalla presa del ragazzo, stando attenta a non svegliarlo, e cominciò la ricerca dei suoi vestiti.

- Che stai facendo? – mormorò Wilkes, la voce impastata dal sonno.

- Mi rivesto e torno in dormitorio. – replicò con tono di constatazione; non avevano mai dormito insieme, quella era una cosa da coppie e loro non lo erano.

- La camicia è lì, vicino alla poltrona. – la informò, osservandone i movimenti con attenzione. C’era un che di armonioso nel suo modo di muoversi, anche quando faceva qualcosa di tanto semplice come vestirsi.

- Che hai da guardare? –

- Non posso? Ti ricordo che ho visto e toccato abbondantemente ogni centimetro del tuo corpo, non c’è bisogno che tu faccia la virtuosa Corvonero… non con me. –

Riecco quell’insopportabile sorriso soddisfatto.

- Non esserne così compiaciuto, potrei anche decidere di non tornare più qui. –

Rico inarcò un sopracciglio con aria beffarda e allargò le braccia: - Bè, allora ti concedo un’ultima occhiata a tutto questo. –

Sbruffone… dannato sbruffone. Credeva davvero che non sarebbe riuscita a stare lontana da quel suo corpo così muscoloso, caldo e perfetto? Oh, dannazione, doveva mantenere il punto, non perdersi ad ammirare il modo in cui i bicipiti si contraevano o quanto fossero larghe e solide le sue spalle.

- Va a farti fottere, Wilkes. –

- Cos’è, una richiesta di bis? – sogghignò, facendola arrossire.

S’impose di non cedere e quella sfrontataggine le diede lo stimolo che le serviva per tenere il punto.

- Non credo proprio. – replicò tagliente, indossando la camicia e chiudendosi dietro la porta. Che accidenti era quella cosa a terra?

“A quanto pare l’algida Eris Greengrass segue il detto: tieni gli amici vicini e i nemici ancora più vicini.”

- Vaffanculo, stronza. – ringhiò, strappandolo in mille pezzi e gettandolo nel cestino più vicino.

 

 

 

Spazio autrice:

 

Ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate (anche dicendo semplicemente che vi fa schifo). Al prossimo.

Baci baci,

                   Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt