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Autore: Ink_    15/06/2013    1 recensioni
[Sequel di What have you lost, career?]
A volte l'inizio è il principio della fine, talvolta invece, è la fine ad essere l'inizio
Mi sorrise: «Ti serve una mano?» chiese innocentemente lanciando in aria un coltello e riprendendolo con grazia per il manicomi; tese una mano, mentre con l’altra rinfoderava la lama nella cintura, l’afferrai: era calda questa volta
{Cato/Clove ♥}
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'After!verse'
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Disclamer: i personaggi citati sono di proprietà della Lionsgate e di Suzanne Collins

Avvertimenti: violenza

Note: per una migliore comprensione del testo, è meglio che vi leggiate questa shottina, aka, l’inizio della storia x

 

What do you need, career?

 
La ragazza del dodicesimo distretto scoccò la freccia, incurante delle mie minacce e colpì la mia mano destra.

Persi la presa sul collo del ragazzo innamorato e quello immediatamente mi colpì, persi l’equilibrio e caddi dalla Cornucopia.

 Atterrai con un tonfo sull’erba umida, sopra di me la volta scura del cielo.

Nero, senza stelle. Non c’erano stelle nell’Arena, c’e n’era stata una, ma si era spenta ormai ed ora ero lì, al buio, senza stelle ad illuminare i miei ultimi attimi , perché lo sapevo, quelli che stavo a fatica emettendo erano i miei ultimi respiri.

Udii il suono di qualcosa che ringhiava e lacerava nell’oscurità che mi circondava: le bestie che ci avevano attaccato si avvicinarono lentamente, senza fretta, perché, per quanto stupide potessero essere quegli ibridi controllati da Capital City, anche loro avevano capito che non c’era bisogno di avere fretta, non potevo muovermi, non volevo muovermi da lì, avrei solo posticipato di pochi attimi l’inevitabile.
L’insistente mugolio che proveniva dalle loro gole assetate del mio sangue, si trasformò in un ruggito di trionfo e mi saltarono addosso. Udii lo scricchiolio delle mie ossa frantumarsi sotto il loro peso e l’odore pungente del sangue mi fu quasi famigliare. Quell’odore agrodolce e ferroso che mi si era impresso addosso da quando ero entrato nell’Arena, impregnando i miei abiti e i miei pensieri. Ne avevo visto scorrere a fiumi, sugli alberi, sulle rocce, ovunque, con la consapevolezza che nella maggior parte dei casi, quelle macchie scarlatte sui corpi pallidi ed irrigiditi dei tributi, erano opera mia. Forse era per quello che le bestie continuavano ad azzannarmi ovunque le loro mandibole riuscissero ad arrivare, affondando i denti in profondità, mordendo e lacerando, ma senza infliggermi ferite troppo serie, come se il loro unico scopo fosse quello di farmi sanguinare il più possibile.

Vendetta, la semplice vendetta di tutti quei ragazzini morti per mano mia. Me lo meritavo, non avevo nessun diritto di implorare misericordia, si prende quel che si da ed io, di pietà, non ne avevo mai data. Eppure per quanto possa essere forte lo spirito di un guerriero, la carne è debole e fragile ed il mio corpo non poteva trattenersi dal gridare aiuto a quel cielo senza stelle e, per quanto ingiusto fosse, le mie preghiere vennero esaudite.

Le creature artigliavano e mordevano il mio corpo, spezzando le ossa con i denti come se fossero rami secchi, i musi sporchi del mio sangue affondavano nella mia carne, strappando e smembrando ciò che rimaneva di me eppure il mio cuore batteva come se fino a quel momento avesse solo finto, batteva furiosamente, pompando quel poco di sangue che mi era rimasto in tutto il corpo: percepivo con chiarezza ogni fibra del mio corpo, ogni goccia di sangue, era tutto così nitido in quella soffocante oscurità. Non mi ero mai sentito così vivo come in quel momento, risi amaramente, senza allegria: ironia della sorte, ti senti vivo solo quando stai morendo.

Tum-tum-tum

La ragazza prese una freccia  …

Tum-tumtumtum-tum

… tese l’arco incoccandola …

Tumtumtumtum

e scoccò.

Tum-tum-tum

Tum-tum

Tum.

Tum.

Silenzio.

Un colpo secco, mirato, deciso, mortale.

Silenzio.

Era tutto finito.

Aprii gli occhi e la vidi.

Percepivo chiaramente l’erba umida sotto di me, le bestie erano sparite, quelli del Distretto 12, anche il sangue e le ferite, il mio corpo era perfettamente intatto.

Mi sorrise: «Ti serve una mano?» chiese innocentemente lanciando in aria un coltello e riprendendolo con grazia per il manico. La sua voce, dopo tutto quello che era successo, suonava come la più dolce delle melodie alle mie orecchie.

Sorrise di nuovo nel vedermi così stupito «Sono morto?» chiesi cautamente

«Ti senti morto?» m domandò, liquidando la mia domanda con un’alzata di spalle come se non avesse importanza. No, non mi sentivo affatto morto, anzi, mi sentivo bene, felice, vivo. Saltò giù dalla Cornucopia su cui era seduta, atterrando con grazia sul prato, assorbendo l’impatto con la punta dei piedi

«Di che cosa hai bisogno, favorito?» chiese fissandomi intensamente negli occhi, mi tese una mano, mentre con l’altra rinfoderava il coltello nella cintura, l’afferrai: era calda questa volta. Mi strinse forte, come se temesse che me ne andassi, perché poi?

«Andiamo?» mi chiese gentilmente, indicando con un cenno del capo la Cornucopia che in quel momento si era riempita di una candida e abbagliante luce. Anche lei brillava in quel modo, ma non di quella luce surreale che inondava la radura, Clove splendeva di luce propria, come una stella, la mia stella, l’unica in quel cielo scuro.

E di nuovo, con disarmante semplicità, la risposta mi venne spontanea, ma non glielo dissi, mi limitai ad annuire e a seguirla mano nella mano verso la luce.

Non sapevo cosa mi aspettasse dall’altra parte, ma sapevo con chi l’avrei affrontato.

Te pensai col cuore ricolmo per la prima volta di gioia ho bisogno di te.

Entrammo nella Cornucopia e un vento leggero scompigliò i capelli sciolti di Clove.

 

TO BE CONTINUED …

 
________
*entra trionfante*  Rieccomi!!!!
*guarda Darky e si va a nascondere*
Sono un po’ indecisa sul rating,a dir la verità,la morte di Cato è particolareggiata,ma non  mi sembrava così violenta da richiedere il rating rosso,non so,ditemi voi.
Ora che sono morti entrambi i nostri cari tributi,la domanda (dovrebbe essere) è: “Che cosa faranno?”
Il soprannaturale è la mia quinta essenza e non potevo non mettere qualcosa oltre la loro (ingiusta) morte. Visto che carini? Si sono ritrovati :3 e Cato è cotto perso di Clove,peccato che non lo capisca -.- Maschi …
La terza parte è già pronta (l’ho finita proprio oggi ^^) ed è una roba che non finisce più! No,seriamente,ad un certo punto ho chiesto alla mia compagna di banco (santa ragazza!) di spaccarmi il polso,così la piantavo di scrivere! Però è davvero uno spettacolo :3
Ora vi lascio (e voi lasciate una recensione a me magari)!
Ah,se a qualcuno quando ho detto che Clove brillava è venuto in mente Twilight: Nagini,la cena è servita >_<
Un bascio.
 

 
   
 
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