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Autore: MartaJonas    15/06/2013    3 recensioni
Nessuno dei due ragazzi sapeva che era appena cominciato a piovere e due piccole gocce d’acqua erano cadute nell’oceano.
Quanto poteva essere grande l’Oceano Atlantico? Quello stesso oceano che li separava dalla terra in cui si sarebbero trovati neanche un mese dopo.
Eppure quelle gocce erano cadute vicine, e i cerchi formatosi al contatto con l’acqua agitata si stavano allargando, e si sarebbero incontrati.
A cosa portano due cerchi d’acqua che si scontrano? che si incontrano? A tanto, a poco e a tutto. Tutto ciò può portare a nulla, e a tutto nello stesso momento.
Si tratta di incontri, si tratta di scontri, si tratta di impatti.
Quanto può compromettere uno scontro, o un’incontro in una vita? Quanto due mesi possono cambiarla?E se ci fossero tanti incontri in una volta soltanto? Se il significato di “vita” venisse messo in discussione? Se tutto quello che si pensava fosse fondamentale, non assumesse più significato?E se tutto, da un momento all’altro, a causa di due gocce cadute fin troppo vicine, cambiasse?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 28

 
I love her
 


 
Septermber 2014
 
Era il primo giorno di lavoro al Cedars-Sinai Medical Center di Claire e non poteva esserne più emozionata e terrorizzata allo stesso momento. Il mese precedente aveva davvero messo in dubbio la sua unica certezza che aveva fin da quando era una bambina: la volontà di voler fare il medico. Era stato il dottor Smith che, quando le aveva consegnato l’attestato di tirocinio, vedendo i suoi dubbi sul voler davvero proseguire su quella strada, l’aveva davvero convinta ad andare avanti e non a mandare tutto all’aria. Era stato lui a inviare il suo curriculum senza che lei sapesse nulla al centro medico in cui lui stesso era stato primario per più anni, per poi ritirarsi, per propria scelta, a fare il professore all’università. Insieme al suo curriculum aveva inviato anche una lettera in cui lodava il suo importantissimo impegno nel suo coraggioso tirocinio. Una settimana dopo Claire aveva già ricevuto una chiamata in cui le veniva detto di presentarsi sul posto per un colloquio proprio il giorno dopo. Così in meno di due settimane dall’invio del curriculum Claire si ritrovava ad entrare nel Cedars-Sinai Medical Center come medico e non come paziente.
Almeno per i primi giorni, doveva soltanto assistere il medico incaricato durante i parti della giornata e niente di più, quindi ripetendosi che non doveva essere poi così difficile era entrata nella struttura e si era già presentata a tutto il personale con cui doveva lavorare.
L’uomo, anzi il neanche trentenne, con cui doveva lavorare quel giorno era molto simpatico e sorridente. Era riuscita subito ad entrare in sintonia con lui, e di sicuro questo era un punto a suo favore.
Arrivò a pranzo e aveva già aiutato a far nascere due bei bimbi, e si disse che no, non c’era cosa più bella di quella emozione che provava ogni volta che vedeva una nuova vita venire al mondo.
Nel pomeriggio non c’erano state madri che erano corse all’ospedale allarmate perché di erano rotto loro le acque, almeno questo non accadde fino alle 17, quando la porta del pronto soccorso si spalancò e una ragazzina, che avrà avuto si e no 16 anni entrò su una sedia a rotelle bianca in viso e con un gran pancione pronta a partorire. Appena la vide il dottor Richer, l’uomo con cui doveva lavorare Claire, sbiancò. Mentre lo seguiva nella sala parto, Claire gli chiese se ci fosse qualcosa che non andava.
-Rachel ha avuto un distacco della placenta un paio di settimane fa ed è solo alla 24esiama settimana , troppo presto per un parto naturale. Quindi dovremo fare un parto cesareo, verificando prima se il bimbo è ancora vivo. – spiegò velocemente il dottore.
Mentre la ragazza di dimenava sul lettino, agitata e presa dai dolori, il dottor Richer avvicinò l’ecografo al lettino e controllò il bimbo.
Rimase in silenzio. I secondi passavano, e lui non voleva crederci. La sua espressione mutò in peggio in meno di un secondo.
Rachel afferrò il braccio del dottore e lo scosse chiedendogli cosa stesse accadendo, e successivamente che cosa avesse il bambino. L’uomo si girò verso la ragazza già in lacrime e scosse la testa.
-Non ce l’ha fatta. – disse quasi in un sussurro, e la ragazza che sarebbe dovuta diventare una mamma scoppiò a piangere.
In quel momento, in quel solo istante tutto quel che Claire aveva tentato di sopprimere nei mesi precedenti, si era ripresentato come una valanga su di lei, dentro di lei. I suoi occhi cominciarono a velarsi di lacrime, quel peso allo stomaco si fece più greve, e vide nel viso di quella Rachel, la sua Asabi ma anche se stessa. Provava al meglio di dividere il lavoro da tutto il resto, ma in quel momento, in quel momento in ci era riuscita. Si mise una mano sul viso e scomparve dalla stanza, uscendo dall’intero edificio.
Non pioveva, ma avrebbe cominciato presto visto che lì fuori il cielo era plumbeo, nero, così tanto oscuro da perdercisi dentro.
 
*
 
Un tuono squarciò il silenzio nella mente di Joseph che trasferì il suo sguardo stanco dal mixer dello studio di registrazione in cui i Jonas Brothers stavano registrando alla grande finestra che si affacciava su una piovosa Los Angeles.
Osservò come le gocce d’acqua battevano sul vetro sottile di quella finestra, e come quelle gocce attaccate al vetro continuavano a rincorrersi. Alcune riuscivano a unirsi, a trovarsi, altre non si sarebbero mai trovate. Ma una volta che si trovavano, quelle gocce, ance se volevano non riuscivano più a staccarsi l’una dall’altra.
Forse era per questo che da quell’ultima telefonata non aveva fatto che pensare a Claire. Forse era per questo che non aveva neanche più voglia di uscire la sera per una birra con gli amici, o per un salto in discoteca. Il suo spirito da festaiolo si era andato dissuadendo sempre di più, fino alla sua completa scomparsa.
A tutti sembrava ormai un’altra persona, e veniva ormai definito come “cambiato” con un solo aggettivo dalle persone dopo che avevano parlato con lui o che erano soltanto stati alla sua presenza.
Indubbiamente era diverso da come si mostrava prima di quel viaggio. Tornato dall’Africa non si faceva vedere più come la pop-star Joe Jonas, ma solo come Joseph, il vero Joseph. Era come se in quel momento dell’opinione degli altri non gliene importasse nulla, non voleva più essere chi non era davvero.
Maun l’aveva cambiato, di nuovo. Claire l’aveva cambiato. Voleva quella ragazza ancora affianco a lui, ma non sapeva né come fare né con chi sfogarsi, perché nessuno avrebbe capito.
-JOE! – disse per l’ennesima volta Kevin che era ormai la decima volta che chiamava il fratello che continuava a non rispondere.
-Sì? – rispose girandosi con la sedia girevole verso i fratelli.
Kevin scosse la testa.
-Sul serio Joe, si può sapere cosa ti prende? È da quando sei tornato che sei distratto, stanco, sei … completamente cambiato! – disse Kevin sconvolto, e Joe non poté evitare di sorridere quasi amareggiato per aver di nuovo sentito quella parola. Cambiato. Continuavano a non capire.
-Niente Kevin, ti ho già detto, non ho nulla. – rispose il ragazzo, ormai come faceva con tutti.
Nicholas si alzò e sospirò, avvicinandosi al fratello. Si poggiò alla finestra e incrociò le gambe dopo essersi messo a braccia conserte.
-Dai su, come si chiama? La ragazza dico. – disse Nicholas a Joe che alzò lo sguardo all’improvviso e come un ragazzino di tredici anni alla sua prima cotta arrossì.
-Andiamo, solo una ragazza può ridurti in questo stato Joseph, lo sappiamo entrambi. – lo guardò sorridendo il fratello. – Dopo 22 anni che ti sopporto, riesco a intuire qualunque cosa anche se tu non me la dici, fratellone. Dovresti saperlo ormai. Hai lasciato Megan, il che significa che hai lasciato una gran bella ragazza, sei tra le nuvole da quando ti ho rivisto, mangi poco niente, e non hai neanche fatto le tue solite battutine su quanto sia da vecchio il golfino che addosso oggi. Le cose sono due: o sei gravemente malato, oppure c’è di mezzo una ragazza. Io opto per la seconda.
Joseph si chiese se dovesse dirglielo davvero o meno. Subito dopo si rispose chiedendosi chi l’avrebbe dovuto sapere se non i suoi fratelli.
-Non si tratta solo di Claire … - cominciò, ma prima che potesse finire al frase venne interrotto da Kevin.
-Aaaah, ma allora se c’è una ragazza di mezzo è un’altra storia – disse il maggiore dei tre alzandosi dalla sua sedia e avvicinandosi a Joe. – Dai racconta, racconta!
Joseph, che finalmente si sentì di nuoco a casa, cominciò a raccontare. Non tralasciò nulla, raccontò nei dettagli dal primo incontro all’ultima chiamata. I suoi occhi brillavano ogni volta che ripeteva il suo nome, e il suo sorriso si faceva spazio sul suo viso ogni volta che spiegava tratti del suo carattere o i momenti speciali che avevano passato insieme.
-Non l’ho mai detto per nessun’altra, ma lei è diversa. Quando sono con lei sono davvero io, sono il vero Joseph. Quindi sì, posso assolutamente dire che … la amo. La amo, ma l’ho persa. – disse il ragazzo provocando il sorriso spontaneo dei fratelli.
Prima che nessuno dei tre potesse dire nulla il cellulare di Joseph squillò. Sentì il cuore battergli in gola non appena vide il nome della ragazza apparire sullo schermo del suo iPhone.
-Pronto. – disse tra il sorpreso e l’incredulo Joseph. -Sì, sono io – rispose il giovane. -Come sta? – chiese allarmato - Arrivo subito.
Così dicendo chiuse la chiamata e si alzò dalla sedia andando verso al porta.
-Chi era? – chiese Kevin.
-L’ospedale. Claire la avuto un incidente. – così dicendo con voce tremante e passo veloce uscì dalla stanza.








Buonasera gente!
Se ve lo savate chiedendo: no non sono morta o scomparsa nel nulla, e né mi hanno rapito gli alieni (?)
Sono solo stata molto, molto impegnata. Ma sono tornata, e tranquilli, finirò questa fan fiction ahahaha
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a elggere fin qui, e che ancora mi seguono!
Dovete perdonarmi per questo enorme ritardo però!
Se non l'avete intuito siamo arrivati allo stesso giorno del prologo! 
Continuerò al più presto, questa volta davvero! 
Un bacione <3

 






 
  
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