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Autore: Luthien_13    17/06/2013    3 recensioni
Nella grande metropoli londinese, Alicia, ragazza universitaria vispa e senza peli sulla lingua, si ritroverà a condividere l'appartamento con l'arrogante amico d'infanzia, Nathan.
Fra litigi e aspre discussioni, la convivenza sarà tutt'altro che semplice e, contro ogni previsione, una discussione più accesa delle altre sfocerà in una reazione decisamente diversa dalle precedenti.
Passione ed attrazione sconvolgeranno irrimediabilmente la normale routine dei protagonisti che, alla fine, cederanno alle tentazioni, credendo di riuscire a gestire la situazione.
Ma se qualcosa andasse storto?
Dal prologo:
[...] Quindi, se quel pezzo di stoffa non era mio ma, si trovava nella mia cucina, poteva esserci una sola spiegazione: -Nathan!- strillai furiosa e il mio grido risuonò nel silenzio spettrale in cui era avvolta la casa. [...]
[...] - Ci si vede in giro Sarah! - ribatté lui con voce roca.
Vidi la ragazza cambiare espressione in un solo istante; afferrò la giacca che lui le stava porgendo e se la infilò con fare irritato.
- Mi chiamo Julie, idiota! - sibilò prima di uscire a passo di marcia e lanciarsi di corsa giù per le scale. [...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
(Enjoy the silence – Depeche Mode)(1)
 
Aprii gli occhi desiderando di potermi crogiolare ancora un poco nel caldo delle coperte. Con un gesto secco spensi la sveglia e mugolando strofinai la guancia sul cuscino.
Frustrata scostai le coperte esponendo il corpo al freddo mattutino di Londra e mi guardai intorno in cerca delle ciabatte.
Lasciai scorrere lo sguardo per tutta la stanza dove il disordine regnava sovrano ma, vani furono i tentativi di scorgerle. Molto probabilmente erano sommerse sotto mucchi di vestiti, scarpe e fogli di vario genere.

Rassegnata mi avviai a piedi nudi verso la cucina. Passando dinanzi allo specchio del corridoio, mi accorsi delle condizioni in cui erano i capelli e portai subito una mano a districarli.
Cercai di renderli presentabili e tirai la maglia lungo le gambe così da coprirmi il più possibile. Sbadigliai e, nel momento in cui socchiusi gli occhi, urtai sbadatamente contro lo stipite della porta e il dolore mi strappò una mera imprecazione.
Massaggiando la parte lesa, mi avvicinai al bancone della cucina e misi frettolosamente un pentolino a bollire.

Mentre preparavo l’occorrente per fare il tè, ripassai con la mente tutto quello che avrei dovuto fare in giornata: c’era da fare la spesa, sistemare la casa e dovevo anche andare al colloquio di lavoro presso una famiglia in centro.
Per riuscire a fare tutto, sarei dovuta uscire in casa prima delle dieci altrimenti, avrei dovuto fare tutto di corsa e come al solito, avrei combinato qualche pasticcio.

Controllando il pentolino capii che l’acqua stava bollendo e mi affrettai subito a prendere una mug(2) per poi versarci dentro il contenuto e inserirvi la mia bustina di tè preferita.
Facendo attenzione a non scottarmi, afferrai anche la scatola dei biscotti e mi  accomodai nell’isolotto al centro della cucina decisa a fare una lauta colazione.
Afferrai una tovaglietta nel cassetto e la posizionai al disotto della mug per non sporcare il ripiano e afferrai il cestino della frutta per cercare una banana.
Dopo tutti i preparativi,  mi accomodai intingendo i biscotti nel tè e nel frattempo, sfogliai una rivista dimenticata sul tavolo la sera prima.

Un colpo di vento fece spalancare la finestra alle mie spalle e avvertii subito un colpo d’aria fredda investirmi. Di corsa mi alzai per chiuderla e gettai uno sguardo al paesaggio.
La finestra dava sul parco dove, sebbene fosse molto presto, già c’era qualcuno che portava a passeggio il proprio cane per i bisognini mattutini.
Il cielo era coperto da qualche nuvola ma quella non era di certo una novità, gli alberi avevano assunto delle tonalità che davano sull’arancione e il marroncino e si apprestavano a perdere le prime foglie.
Sorrisi in direzione della mia amata città e ritornai alla mia occupazione.

Mentre sorseggiavo la bevanda ancora calda, una chiazza di colore mi distrasse. Probabilmente prima a causa del sonno, nemmeno ci avevo fatto caso ma, impigliato tra gli strumenti della cucina, c’era un pezzo di stoffa.
Incuriosita mi avvicinai per vedere cosa fosse e mi ritrovai a stringere tra le mani un perizoma di pizzo nero.
Me lo rigirai più volte tra le mani, constatando che di certo non apparteneva a me a giudicare dalla trasparenza nella parte davanti che, a mio avviso, era alquanto volgare.
Quindi, se quel pezzo di stoffa non era mio ma, si trovava nella mia cucina, poteva esserci una sola spiegazione: -Nathan!- strillai furiosa e il mio grido risuonò nel silenzio spettrale in cui era avvolta la casa.

Marciai verso la camera di quel decerebrato del mio coinquilino portandomi dietro la prova con cui avrei potuto accusarlo.
Spalancai la porta della sua camera senza preavviso pronta a dirgliene di tutti i colori ma, la scena che mi ritrovai davanti mi portò a tentennare.
Una ragazza bassina, con i capelli tutti arruffati e ancora il segno del cuscino, se ne stava dritta davanti a me, con solo il reggiseno a coprire il suo corpo.
Per il resto era tutta completamente nuda.

Mi guardò senza scomporsi mentre io sgranai gli occhi e imbarazzata cercai di posare lo sguardo su una qualunque cosa che non fosse lei. Si portò una mano alla testa come se fosse confusa e poi la vidi avanzare verso di me.
-Grazie! Le hai trovate.- disse tranquillamente sfilandomi dalle mani il perizoma che, a quel punto, apparteneva a lei. E sempre con molta tranquillità se le infilò davanti a me lasciandomi allibita.
Sentii qualcuno ridacchiare in sottofondo e spostai lo sguardo sul letto dove, tra l’ammasso di coperte, troneggiava la figura di Nathan avvolta in un lenzuolo.
Lo fulminai con un’ occhiataccia e lui mascherò la risata con un colpo di tosse. Fece per alzarsi dal letto ed io, onde evitare visioni di altre parti intime, lasciai la stanza permettendo loro di prepararsi senza disturbo.


********


Dopo circa una decina di  minuti, sentii le loro voci irrompere nel corridoio e alzai lo sguardo dal lavabo giusto in tempo per vederli passare davanti alla porta della cucina.
Lei, finalmente vestita del tutto, alzò una mano come a volermi salutare ed io le feci un gesto con il capo imbarazzata ma Nathan, insoddisfatto, senza farsi vedere da lei mi fece il gesto di avvicinarmi e così, fui costretta a raggiungerli.
Mi asciugai in fretta con lo strofinaccio e presi la mano che la ragazza mi porse in segno di saluto.
-Scusami per la scena di prima!- disse sorridente .
-Non preoccuparti. È colpa mia, avrei dovuto bussare e non irrompere nella stanza in quel modo!- replicai arrossendo fino alla punta dei capelli.

Nathan divertito da quella situazione dovette dapprima reprimere nuovamente una risata e poi posò una mano dietro la schiena della ragazza sospingendola verso la porta. Questa lo seguì e lui sorprende domi le aprì anche la porta di casa.
-Ciao, Nate! Sono stata bene stanotte!- disse con fare sensuale avvicinandosi a Nathan, o meglio “Nate”, per lasciargli un bacio a fior di labbra.
Lui le sorrise sghembo e si addossò alla porta.
-Ci si vede in giro Sarah!- ribatté lui con voce roca.
Vidi la ragazza cambiare espressione in un solo istante; afferrò la giacca che lui le stava porgendo e se la infilò con fare irritato.
-Mi chiamo Julie, idiota!- sibilò prima di uscire a passo di marcia e lanciarsi di corsa giù per le scale.

Portai una mano davanti alla bocca ridacchiando sommessamente. Nathan chiuse la porta e si girò lentamente rimanendo sorpreso di trovarmi lì come spettatrice.
Ci guardammo in silenzio e poi lui con fare annoiato mi superò entrando in cucina.
-Non. Una. Parola.- mi intimò dinanzi alla mia espressione divertita ma, invece di costringermi al silenzio, mi istigò ancora di più a lasciarmi andare ad una risata.  
 

 
(1)Enjoy the silence – Depeche Mode: “Le parole amano la violenza/rompono il silenzio/arrivano schiantandosi/nel mio piccolo mondo”
(2)Mug: tipica tazza inglese favorita dai britannici per la consumazione del tè

 

SPAZIO AUTRICE
Salve a tutti! ^-^
Innanzitutto ci presentiamo: siamo Ashwini e MeliIiIi, due autrici che scrivono sul sito di EFP e che, poco tempo fa, hanno deciso di scrivere, insieme, una storia a quattro mani, quale è questa, di cui avete appena letto il prologo.
Speriamo vivamente che vi sia piaciuto ed aspettiamo con trepidazione i vostri giudizi, siano essi positivi o critici, non fatevi problemi, ogni recensione è ben accetta.
Questo prologo è soltanto l'inizio di una storia che è nata per stupire.
Con l'andare avanti dei capitoli, infatti, le sorprese ed i colpi di scena non mancheranno. Speriamo solo di riuscire, col vostro aiuto ed il vostro sostegno, nel nostro intento.

Detto questo, vi salutiamo calorosamente.


Per eventuali domande, aggiungeteci su facebook dove abbiamo creato un gruppo interamente dedicato a questa storia. (Cliccate sulla parola in rosso!:D)
Questi, sono i nostri contatti:

MeliIiIi

Aswhini

Baci,
Luthien_13 
   
 
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