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Autore: MrDarkFlame    19/06/2013    3 recensioni
Original Fiction con tantissimi misteri, particolarità di vario genere, non su temi classici, quali: "angeli e demoni", "vampiri" e via discorrendo. Presente anche un'impronta mistica ma non strettamente religiosa. La trama non può essere riassunta in due parole, ma ecco a voi alcune delle domande che vi porrete imbattendovi in Yemixty:
Perché un ragazzo normale dovrebbe odiare a morte suo fratello senza che esso gli abbia mai fatto nulla? Chi è in realtà Vincent?
Come fa Todd a sapere che "tutto accade per una ragione" e che forse suo fratello è maligno?
E molto altro ancora.
IMPORTANTE: è probabile che nelle varie "pages" potrebbe sembrare che ci siano errori/dimenticanze/spazi vuoti... ma non è così, è tutto voluto, e capirete il perché con un po di pazienza, è una delle particolarità che voglio provare ad aggiungere a questa fiction.
Buona lettura!
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PAGE I
 
Vincent era un ragazzo che aveva tutto: biondo, occhi azzurri, un fisico molto invidiabile, piacente, un'altezza sopra la media, simpatico a tutti, popolare, ricco, soprattutto giovane e senza grilli per la testa. Anche quel 19 giugno 2013, dopo esser tornato dalla palestra ed aver trascorso un po di tempo con la sua ragazza, Amy, con cui era fidanzato da ben tre anni, tornava a casa e si dedicava alla lettura di qualche buon libro, in questo caso leggeva Metzengerstein di Edgar Allan Poe. L'unica persona a cui non andava a genio, era suo fratello Todd, di diciotto anni, che gli rammentava sempre che, nonostante fosse due anni più grande di lui, non aveva il diritto di dare ordini a nessuno, forse nemmeno di vivere, a detta sua.
 
<< Per quanti sforzi tu possa fare, non sarai mai degno di essere considerato più che un verme da schiacciare. Non dovresti essere a questo mondo, caro Vincent. >> Gli ripeteva puntualmente Todd, ogni qualvolta i loro sguardi si incrociassero.
<< Todd... davvero non riesco a capire perché tu mi odi così tanto... è da quando sei un bambino che mi odi. La tua invidia verso di me è la tua unica ragione di vita? >> Gli rispondeva con uno sguardo stupito ogni qualvolta che suo fratello gli rivolgesse quelle, strazianti, parole.
 
Puntualmente, Todd non rispondeva mai, e tendeva ad allontanarsi dal fratello, augurandogli le peggiori cose sottovoce, senza mai farsi sentire. Todd non aveva mai parlato a nessuno del perché lui odi così tanto suo fratello, nemmeno Vincent lo sapeva... ma tutti sapevano che c'era questa problematica nel rapporto fra i due, qualunque persona conoscesse anche solo di vista entrambi. I loro genitori, soprattutto suo padre che cercava in tutti i modi di far cessare questo comportamento (senza riuscirci), soffrivano per questa situazione: insomma, i loro figli erano dei perfetti nemici che condividevano lo stesso tetto, e tutte le volte che parlavano fra di loro, la conversazione, più o meno, era la medesima.
 
Nemmeno lo psicologo Frank Jordan riuscì a capire quale fosse la ragione di quest'odio/rivalità, era semplicemente un'antipatia non necessariamente motivata da terze parti, a detta sua. Quel Todd con dei capelli scuri "a caschetto", un fisico medio, intelligente quasi quanto suo fratello (diplomato in lingue), e piuttosto ben voluto dalla maggior parte dei conoscenti, era la persona più testarda che la famiglia conoscesse... la cosa più bizzarra è che non c'era proprio modo di capire la causa di questo odio, nonostante più e più volte svariate persone (dalla sua famiglia ai suoi amici più stretti, e persino la sua ragazza, tale da 6 anni, con un legame davvero speciale) tentarono in tutti i modi di convincerlo a parlarne, lui rifiutava sempre categoricamente la possibilità di spiegare il perché del suo comportamento.
 
Todd Billford non era affatto un ragazzo chiuso, era però sincero e sensibile (quanto basta), un po come il suo miglior amico, Jack Evans, occhi e capelli castani, taglio alla moda, fisico abbastanza atletico ed alto 1.75, e con un viso che non ispirava simpatia a tutti, come se nascondesse qualcosa, ma comunque una persona benvoluta, single al momento. Egli era residente anch'esso nella città di Miami, ma a differenza dei Billford, la loro famiglia arrivava a fine mese senza alcun risparmio da parte, viveva insieme alla sua famiglia in una casa di medio-piccola grandezza, pagavano l'affitto, tuttavia, all'età di 19 anni non era ancora riuscito a trovare lavoro, ed era suo padre, Francis, l'unico a dover provvedere a Cindy, madre di Jack e sua moglie, la loro figlia "piccola" di 16 anni, Jennifer, è una ragazza dai lunghi capelli castani che le arrivano fino al collo, con gli occhi verdi, un seno abbastanza prosperoso, molto piacente ed è una ragazza molto timida e sensibile, è stata fidanzata una sola volta, nonostante abbia tantissimi ammiratori, perché segretamente innamorata di Vincent sin dall'età di 8 anni.
 
In quel 19 giugno 2013, Jack e Todd si incontrarono come sempre intorno alle 20.
 
<< Ehi, Todd. Come va? Come prosegue la tua vita da milionario? >>
<< Uhm... ciao a te, Jack. Sai... la solita situazione. Vincent esiste ancora... non starò mai bene finché lui sarà in questo mondo. >>
<< Todd... io davvero... fatico a capire. Perché tutto questo accanimento verso di lui? >>
<< Per favore, Jack. Non comportarti come tutti gli altri... tu e Jennifer siete speciali, non riducetevi a queste domande. Riguardo a lui devi solo fidarti di me... ogni qualvolta sia necessario. Insomma, mi conosci... sai di poterti fidare. >>
<< Se tu fossi nei miei panni, non ti faresti delle domande? E Jennifer... >>
<< BASTA, ti prego. Ascolta, ricordi quel libro che hai trovato l'altro giorno? Quello con quel simbolo, quel... >>
<< Sì, me lo ricordo... perché? >>
<< Lo hai ancora, vero? >>
<< Sì, perché me lo chiedi? Vuoi forse che te lo presti? >>
<< No. Devi darmi quel libro. >>
<< Ma... perché tutto questo accanimento per quel libro? Insomma, Jennifer voleva leggerlo... >>
<< No. Devi darmelo, subito! Sono disposto a pagarti qualunque cifra! >>
<< Perché?! >>
<< E' importante... e l'ho cercato dappertutto, non riesco a reperirne una copia. Ne sono state stampate soltanto 25 in tutto il mondo, ti rendi conto di quanto sia raro?! Se l'hai trovato, un motivo c'è. >>
<< Per... darlo a te? >>
<< Assolutamente no. E' il destino che l'ha accompagnato alle tue mani. Adesso, però, io voglio comprarlo. >>
<< Ma non... >>
<< 15,000 dollari in contanti... subito. >>
<< Che diavolo... >>
<< 20,000! >>
<< Vado a prendertelo... >>
 
Jack salì al piano superiore. Dopo una decina di minuti, egli scese nuovamente al piano inferiore, dalla sua stanzetta, con l'impolverato libro di cui parlavano tra le mani di Jack. Egli glielo consegnò, e Todd gli diede subito 20,000 dollari in contanti.
 
<< Non capisco davvero cosa ti ha spinto a pagare così tanto per quel libro... posso prestartelo gratis... siamo grandi amici, dai, stai scherzando? Non è normale... >>
<< La mia famiglia è milionaria... non me ne faccio nulla di 20,000 dollari, è la mia paghetta settimanale, capisci? A te, alla tua famiglia... a voi servono. >>
<< Ma ti ho detto mille volte che io non voglio i tuoi soldi... >>
<< Questi non sono i miei soldi... ricordi? I numeri per la lotteria me li hai suggeriti tu, quindi è giusto che ci dividiamo la vincita, no?! Oh, buona sera, signora Evans! Come va?! >>
 
Jack fu sorpreso del fatto che da dietro di lui sbucò sua madre, e che non se ne fosse accorto.
 
<< Oh, bene, noi stiamo benissimo. A te come va, invece? >>
<< Tutto a gonfie vele, suo figlio ha il destino dalla sua parte! Grazie a lui abbiamo vinto 40,000 dollari alla lotteria, ed aveva pure previsto che coi numeri che mi disse avremmo vinto questa cifra! Ma come fai?! >>
<< E'... solo... fortuna... >>
<< Wow, davvero? Non me ne hai parlato! >>
<< Oh, beh, non credevo avremmo davvero vinto, mamma! >>
<< Beh, credo sia ora che io vada, ci vediamo! Buona serata, signora Evans! E ciao anche a te, Jack! >>
 
Così si salutarono reciprocamente, e Todd ritornò a casa sua, mentre Jack confermò la storiella della vincita a sua madre, che anche se all'inizio era un po scettica, si fece convincere facilmente del fatto che non era una bugia e che non fossero soldi che venivano da chissà quale losca attività, ma da una legalissima vincita. In fondo, erano entrambi maggiorenni.
 
Todd, tornato a casa, si chiuse nella sua stanza, aprì il il libro e cominciò a sfogliarlo, sorrise, e poco dopo si mise in piedi e pre
 
 
 
rché doveva farlo, evidentemente. A quel pun
 
 ndo ne valeva la pena per proteggerla.
 
Intanto, a casa Evans, mentre Francis era appena tornato a casa dal lavoro, e Cindy stava cucinando, arrivò una telefonata sul telefono fisso di casa loro. Jack rispose al telefono che squillava insistentemente, a parlare era un amico di Jennifer, e si trovava all'ospedale, con lei.
 
<< Cosa CAZZO vuol dire un incidente?! No, Jennifer? Com'è successo?! >>
<< Non lo so, non ero con lei. L'ho trovata sdraiata per terra, ho chiamato il 911 e l'hanno portata in ospedale... >>
<< Perché mi stai chiamando tu?! Perché non l'hanno già fatto... loro? >>
<< Stanno per farlo... li ho preceduti. >>
<< Cos'ha? >>
<< Un medico mi ha detto che ha una costola rotta... un altro pensa che abbia avuto un infarto. Siamo appena arrivati, non hanno ancora avuto modo di capire in che stato sia... è viva, questo è certo, ma non si sa ancora perché non sia in sensi... né quale sia la causa, ovviamente... >>
<< Dimmi subito in che ospedale vi trovate, noi arriviamo subito... >>
 
Jack corse subito ad avvisare i genitori dell'accaduto, che bloccarono tutto ciò che stavano facendo, e si precipitarono con dei panini verso l'automobile del padre, per raggiungere subito l'ospedale. Jack era visibilmente il più turbato, il suo cervello compieva i viaggi più incredibili, e fremeva dalla necessità di sapere cosa fosse successo a sua sorella. Il traffico li bloccava, e Jack era pronto a fare una strage, poi si accorse che in strada c'era qualcosa che decisamente non andava...
  
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