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Autore: JackPortiero    19/06/2013    1 recensioni
By JackPortiero, l'autore della teoria Tobi=Hinata. Beh... che dire... Naruto e Hinata si sono lasciati al primo giorno del 3° anno di Accademia, proprio al termine della saga precedente! :''-( ... E ora!? E ora si riprende esattamente da lì, vedendo un po' come si comporteranno i nostri beniamini da qui a poco prima dell'inizio del vero manga di Kishimoto. Certo che ne incontreranno di gente, in questa missing moment, a partire proprio da "COLUI" che era intervenuto a proteggerli da quei tre odiosi bulletti: SASUKE-KUN, l'idolo delle ragazze! E anche se siamo sembre sotto l'illusione di Tobi/Hinata, quando c'è di mezzo il clan Uchiha, i colpi di scena sono reali e garantiti! ;-)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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HANABI e KABUTO (...se non hai qualità...)


Le disperate lettere di Hinata alla sorella, decriptate* (don't worry, saltare subito a piè pari le parti barrate, a favore del grassettato)

 
(1)
 
...PERCHE' TI STO DICENDO QUESTE COSE, HANABI!? Per capire... se sono in grado di essere un ninja.
Uno shinobi, infatti, deve sopprimere qualsiasi genere di sentimento. E' così che funziona, alla Foglia.
Per cui... lo sto facendo, sto rompendo con te; sto testando fin dove posso arrivare. Mi sembra una ragione valida.

Il nostro, è sempre stato un clan dove la principale se ne lava le mani, del sangue della cadetta, pur di mantenere intatto il suo onore!
Mandiamo al massacro i pezzi migliori, per proteggere il Byakugan, e releghiamo nella cadetta i fratelli, per trasmettere occhi purissimi.
E anche tu... dal momento in cui nata in questa famiglia dopo di me, sei stata incatenata a questo destino di schiavitù!

Ma io, invece, ti sigillerò, e sarò al di sopra della maledizione di questo clan!... Conoscerò i suoi segreti, scoprirò il vero potere di questi occhi.
E sarò libera da ogni vincolo, e potrò finalmente volare. Il sacrificio di una di noi, sarà la salvezza dell'altra!
Io... non mi sono mai realmente affezionata, a te. Sei la mia nemica. E' solo questo, il legame che c'è tra di noi.

Ma non penso valga neanche la pena, di sigillarti subito... stupida sorellina! tanto... quei tuoi occhi non ti servono a nulla!
Sarebbe... uno spreco; nel caso dovesse succedere qualcosa ai miei. Tu... sei pur sempre il mio possibile PEZZO DI RICAMBIO!
Papa'... secondo me sarebbe d'accordo. Sono io, la sua preferita. Tu... sei solamente "un errore"...

Se poi hai intenzione di punirmi, provaci. Colpiscimi. E soprattutto, ODIAMI... Allenati, aggrappati a questa flebile speranza.
Allenati, allenati, non fare altro che questo. Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken.
Così, quando infine ti avrò marchiata, dovrai fare quello che dico. E non sarà stato, invano, l'aver rimandato.
PERCHE' COSI', NEL FRATTEMPO, SARAI DIVENTATA PIU' FORTE. Sarai un ottimo strumento da mandare avanti al mio posto...


(2)


Sciocca sorella, ho notato che ultimamente colpisci meno forte, e ti sei messa in testa strane idee...
Ma è inutile, che continui a spiarmi con insistenza di nascosto. Non ce davvero nulla, da comprendere.
Otterrai soltanto una cosa: lo scoprire che mi fai pena, il vedere che ho legami infinitamente migliori,
e il capire che ci vado così piano con te, fino a farti vincere, solo per compiacere nostro padre.

E' che lui, continua a rimandare l'inevitabile, e non ha il coraggio di dirti la verità...
Ma in questi giorni, gli ho detto subito che "comprometti" così la tua vista, e finalmente, è rimasto fortemente deluso.
LA VERITA', è questa: che io non ho mai corso alcun rischio, e tu sei ingiustamente cresciuta
nella convinzione che se ti fossi allenata così duramente, sarebbe cambiato infine qualcosa.


OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, CAPISCI COSA PROVO REALMENTE? sono così eccitata, in teoria non dovresti saperlo...
Ma non ho resistito... Ho saputo che tra sei mesi, se sarò genin, potrei persino smettere di allenarmi, e fare quello che mi pare.
Infatti, LA REGOLA è semplice: non importa davvero nulla, del divario che potrà mai esserci tra noi;
non importa, quante volte vinci. Se io diventerò un GENIN, sarò l'erede della casata, e tu verrai sigillata.

TI E' CHIARO, ADESSO, COME MI SENTO?... Ahah, a quel punto, LE NOSTRE STRADE SI SEPARERANNO, avrò raggiunto il mio traguardo!
Le regole, sono regole, mia cara, e per proteggere e tramandare il Byakugan, il Souke deve semplicemente astenersi
dal combattere, e dal rischiare la vita così stupidamente, mandando abilmente avanti la casata cadetta.

Anzi... probabilmente è proprio perché tu sei "un errore", il motivo per cui sarai mandata al massacro per prima...

Mi dispiace, Hanabi, ma la verità, qualcuno doveva pur dirtela... Tu sei nata per essere "il mio strumento". Nient'altro che questo.
Non so proprio, cosa farci... So solo, che finalmente proverai sul serio ad uccidermi, e io avrò il permesso di fare lo stesso.
Scegli, di usare le tua arma migliore... Io, ho già deciso; stavolta vincerò. Ci sarà TUTTO IL CLAN, a vedere il nostro incontro. E' una cosa seria.
Così, finalmente, scoprirai di che pasta sono fatta, e avrò la mia rivalsa. Li farò zittire tutti, e dirò che utilizzo farò di te, e di tutti loro...



*****



In quel lasso di tempo, dal momento che Hanabi zigzagava fra flemmatici e insistiti pensieri, risultando alquanto umana ed emotiva, indole che NON doveva in nessun caso emergere al giudizio dell'odierna platea, ci fu l'occasione per Kabuto di escogitare qualcosa di inconsueto, nel tentativo di evitare un accidente simile.

"Che tramate, sensei?" - interloquì la piccola Hyuga, con voce già più vivace, e ristabilendosi così un attimo, decisamente incuriosita dal fatto che il ragazzo si fosse armato di un oggetto scrivente, da adoperare di solerte iniziativa per apporre qualche modifica, forse troppo arbitraria, o piuttosto alquanto azzeccata, alle non-più-perfide lettere di Hinata.

"Ecco, tenete..." - sancì con briosa solennità il Yakushi - "...ho calcato più forte i soli passaggi che ritenevo importanti, e tracciato una lieve riga su tutto il resto, in modo che possiate leggere fra le righe." - delineò alla sua sottoposta, senza aggiungere altro, e restituendole in quel momento un foglietto, e poi il seguente, in modo che Hanabi elaborasse in maniera del tutto autonoma le sue valutazioni.

Passo qualche secondo...

"CHE... che SIGNIFICA questo!?" - strepitò incerta la fanciulla, ad un tratto, con mano assai malferma nella lettura, e occhi straspalancati - "...Così, in questo modo, pare..." - rallentò, con notevole affanno;
"...Un lamento disperato?" - pervenne a soluzione il maestro, dal momento che alla moretta, presa così alla sprovvista, difettava un po' il fiato - "Non ne sono del tutto certo, ma è comunque una possibilità. Dovreste cercare di capirlo entro oggi." - affermò, tra il vago e il propositivo. Ma la Hyuga, in maniera del tutto comprensibile, non voleva rischiare di illudersi a torto con sì facili miraggi, anzi con aria corrucciata prese subito la palla al balzo, da furbetta che era, e mettendo in men che non si dica alle corde il sensei, a caccia della verità lo interrogò se stesse osando celarle qualcosa, o quali indizi tenesse mai a convalida della sua tesi.

"Insomma, non prendetemi in giro con un giochino!" - si imbronciò buffa Hanabi, a lui rivolgendosi - "Come fate a fare simili ipotesi!? Se sapete qualcosa me lo dovete dire! Altrimenti..." - lo sovrastò in maniera fintamente truce, trovando così il pretesto per mostrargli un nuovo jutsu, per il quale non era vincolante l'utilizzo il byakugan, e simulando per ischerzo di saltargli addosso, con gli apprezzabili risultati del duro allenamento.
"Io?? Niente. Chi la conosce vostra sorella!?" - indietreggiò terrificato Kabuto, di fronte ai Leoni Gemelli - "Ve l'ho detto. E' solo una supposizione..." - tergiversò lui, stando con partecipazione al gioco, con una mano dietro la nuca, e scuotendo l'altra in segno di diniego, sottoposto al farsesco terzo grado da parte della bambina, per nulla convinta mentre falliva il controllo sulla tecnica.

"Mh... sarà come dite, ma non pretenderete che vi creda." - incrociò con una certa scontentezza le braccia, non avendo cavato un ragno dal buco, e voltandosi un po' di lato col viso, più che altro insoddisfatta dal risultato della sua performance, e facendo quasi finta di non esser stravolta, e di aver dismesso il jutsu volutamente, per risparmiare il sensei da una figuraccia.


"Dannazione, un altro fallimento... Se non avessi in giro quel Kage Bunshin a consumarmi il chakra, stavolta ci sarei riuscita!..."

"Eheh!... Non avete ancora, una quantità di chakra tale per stabilizzare una tecnica così dispendiosa." - non poté fare a meno di schernirla Kabuto - "Solo... che NON mi risultava in alcun modo la sua ESISTENZA, e la sola attivazione dovrebbe essere al di fuori dalla vostra portata. Mi domando... come abbiate fatto a IDEARLA!" - si tenne per lui solo, per non inorgoglire troppo l'allieva nei suoi progressi.

"Ad ogni modo, quello di cui sono all'oscuro e che stavo cercando di dirvi..." - fece il ragazzo mascherato, ricomponendosi serio - "...è che in una situazione del genere, non esistono chissà quali vie di mezzo." - sostenne sicuro, spiegandole - "Vostra sorella, per i suoi sogni e la sua egoistica tranquillità, potrebbe sul serio aver fatto di voi una nemica, OPPURE..." - calcò robusto il timbro di voce, attirando l'attenzione Hanabi - "...sta semplicemente seguendo le direttive di vostro padre, e nel portare avanti questa farsa state combattendo assieme un nemico più grande, ossia il Sistema che stabilisce che una di voi si debba sacrificare."

Hanabi, si accigliò di tetra angoscia, era la maledizione d'Odio del clan degli Hyuga, che nel suo piccolo stava già sperimentando. Non la follia della casata principale nell'assoggettare la cadetta, ma l'abominevole coercizione del Paese del Fuoco nei confronti del clan tutto, a preventiva garanzia di impotenza e non-belligeranza, per l'armonia dei popolani e la stabilità del Villaggio...
"In altri termini..." - riformulò Kabuto, più semplicemente - "...per via delle missioni, è facile non distinguere più la verità. Forzando così tanto voi stesse nell'odiarvi, c'è il rischio che vi odiate davvero." - considerò, non scartando nulla - "Ma c'è anche la possibilità che il vostro Legame sia troppo speciale, per perdersi così, e che Hinata-sama stia soffrendo tanto quanto voi, al solo pensiero che voi non possiate mai perdonarla..." - concluse, arrivando al punto essenziale della questione, ossia che entrambe si ritrovavano nella medesima imbarcazione, e che la Volontà del Fuoco esigeva il sacrificio dei sentimenti, persino quelli dei bambini.

"Perché mi dite queste cose, sensei?..." - domandò stranita la ragazzina - "...non siete mai stato così informale come oggi." - osservò titubante, ma senza più sotterfugi, in attesa di una risposta. E Kabuto ci pensò su un momento, sembrava quasi che la piccola gli stesse chiedendo se per lui rappresentasse qualcosa...
"Non fraintendete, quelle che sono le mie mansioni..." - le rispose lui, con tono neutro - "...dovete sapere che non mi sto prendendo alcun genere di licenza, nei vostri confronti. Poiché non fate altro che allenarvi, e non uscite quasi mai e non conoscete praticamente nessuno, il tipo di rapporto confidenziale che intrattengo con voi, è proprio ciò che vostro padre mi ha prescritto, affinché superaste la rottura con vostra sorella e teneste sempre presente che non vi stare allenando per odio nei suoi confronti, o per essere uno strumento di morte privo di sentimenti..." - terminò di enunciarle, dicendole in soldoni il suo modus operandi non doveva attribuirsi a qualche genere di affezione nei suoi confronti, ma alla stessa missione, appunto, giusto per tornare al discorso precedente. La delusione conseguente a una siffatta spiegazione, fu in Hanabi evidente.

"Per lo stesso motivo..." - verté leggermente discorso il ragazzo mascherato - "...il mio compito è anche quello di mostrarvi tutte le possibilità. Ad esempio è supponibile che vostra sorella vi voglia bene davvero, e voi dovreste cercare di capire se sostenendo il contrario, stia semplicemente portando avanti il compito che vi è stato affidato." - ribadì, stavolta convincendola che una così radiosa eventualità, sussisteva sul serio.

"Ca-capisco... Forse, è tutta colpa di questa situazione..." - ragionò un po' abbacchiata, la moretta - "...certe informazioni su mia sorella, le davo per certe, e invece devo ancora ottenerle." - concepì razionalmente.
Ma che la verità fosse stata rimessa in discussione, non significava ancora che si sarebbe risolta in quella sperata, però perlomeno le fu chiaro che il significato del "giochino" di Kabuto, come anche la buona fede e i progetti del padre, e questo rappresentava un gran balzo avanti verso la riappacificazione tra le due figlie, che a sua volta passava attraverso ciò il sensei evidenziato in maniera così particolare, cancellando il resto.


(( "Hababi... OGGI, sarà l'ultima volta che ci affronteremo, capisci cosa provo realmente?" ))
 
"QUELLA, è la parte fondamentale della lettera; conta solo quella..." - decifrò tra sé e sé, fievole, la bruna - "...per prima cosa, devo capire se ciò che prova si trova realmente in quella lettera, o è un falso!" - stabilì.

"Fate in ogni caso attenzione..." - dovette avvertirla ad ogni modo Kabuto - "SO, che come al solito vorreste aspettare l'attacco di vostra sorella, e agire per seconda..." - comprese senza difficoltà, seguitando con le acute osservazioni - "...ma tenete ben presente, il rischio che correte stavolta. Io, potrei anche aver preso un clamoroso abbaglio, e Hinata-sama... potrebbe gettare infine la maschera, oppure cambiare intenti per la sua sopravvivenza, e scagliarsi contro di voi mostrando un livello che non ha mai voluto rivelare prima..." - si lanciò azzardoso, in ipotesi.

(( Ma sappi... che non ti mostrerò mai, il mio vero livello, e alla fine, ti umilierò con il Juken. Io, ho già deciso; alla fine vincerò. ))

 
"Mah... non vedo davvero il motivo per cui dovrebbe tacere la sua vera forza, e parere una fallita. Dubito, che quella imbranata si sia sempre trattenuta, senza darlo a vedere a nessuno." - tentò di convincersi la Hyuga, parecchio angustiata dal significato di un risvolto simile - "Sarà anche brava a recitare, ma non è capace, di bluff del genere." - sentenziò poi, pur intuendo, nelle profondità del suo inconscio, di errare di molto.
"Lo credo anch'io..." - l'assecondò il ragazzo mascherato, spiegandole - "...fingere di non avere alcuna qualità, e non disporre della propria forza, espone di certo a un'enorme pressione psicologica, tipiche del grado di chunin, e nel lungo periodo richiede una capacità di anticipo e simulazione elitari, di gran lunga superiori a quelle di un jonin..." - rimarcò nel dettaglio, in maniera assai consistente.
"TUTTO QUESTO..." - aggiunse in ultimo, indicando la cagione - "...perché nel mondo ninja, se non hai alcun talento, persino la tua esistenza viene totalmente negata." (cit. necessaria tratta dal manga, capitolo 579)

"Dunque, io che non ho alcuna abilità, per essere nata al Villaggio della Foglia sono spacciata?..." - chiese rabbuiata la piccola Hanabi, con un terribile nodo alla gola, freddata da un affermazione simile.

"NO..." - fu completato il passaggio - "...se una persona non ha alcun talento, è sufficiente che ne inventi uno nuovo, e lo faccia proprio!" - le assicurò Kabuto, dicendole - "Voi, col vostro impegno, mi avete fatto capire questo, per me ne siete la dimostrazione." - la rincuorò, con un tono davvero dolce, potenzialmente nelle sue corde, seppur di ben altri tempi...

"Ma ad ogni modo..." - aggiunse poco dopo il sensei - "...un principio fondamentale in ogni genere di scontro, consiste nel non credersi invincibili, o sottovalutare mai l'avversario. Altrimenti finirite col fallire proprio per questo motivo. Non dimenticatelo." - ammonì preventivo, prodigandosi in consigli destinati al dimenticatoio, che sull'orlo della follia avrebbe disimparato ad applicare a se stesso.
"Lo so." - rispose al contrario lei - "Ma davvero stavolta mi consigliare di attaccare e colpire subito per prima, dato che anche mia sorella non sa di cosa sono capace!?" - questionò stupita, dissimulando le sue vere e riconciliatorie intenzioni nei confronti di Hinata.

 "Vi batterete in tal modo, senza esclusioni di colpi, solo se vi considerate sul serio nemiche, e solo se tua sorella, prima dell'incontro, dichiarerà di voler far utilizzo del byakugan..." - venne infine, in tempo utile, precisato meglio - "Ma questo, lo stabilirete ancora prima di iniziare, di comune accordo. Diciamo... che avrete ancora un'ora di lotta psicologica, nella quale però, non sarete obbligate fingere. E' lì, che deciderete i termini dello scontro." - informò vago il sottoposto di Hiashi, di Danzo, di Orochimaru...

"Avremo un'ora per parlare liberamente e scegliere cosa fare!?" - spalancò bene gli occhi, ormai asciutti e vivaci, la ragazzina, non si capiva se più ansiosa o fremente per la notizia.
"Esatto, sarete voi..." - le confermò subito l'albino - "Anche perché l'utilizzo del Juken stavolta sarà consentito, ma non è obbligatorio... Non te l'ha detto tua sorella questo!?" - la prese un po' in giro, abbozzando un simpatico e divertito sorrisino, ma che purtroppo Hanabi non poteva vedere, per via di quella spersonalizzante maschera da anbu, che il sensei non si era mai levato neanche un momento.

"Che razza... di commediante..." - borbottò dapprima, stizzita, Hanabi - "...non so più, che fare, cosa pensare..." - trascinò basse le parole, con visibile melanconia.

"Dovete semplicemente... fare del vostro meglio." - suggerì la soluzione Kabuto - "Oggi, non verrà marchiata nessuna. Vostro padre... sta ancora cercando di evitarlo, prendendo più tempo possibile." - fu notificato.
"Q-quindi, è così..." - sospirò lei mogia, ma decisamente più serena - "...ero semplicemente terrorizzata, all'idea..." - articolò piano, con candore - "...di dover lasciare casa stasera stessa." - spiegò senza riserve.

"Non avevo dubbi, che fosse questo..." - ebbe facile conferma Kabuto - "Così come Hinata-sama è terrorizza all'idea di dover essere lei, a marchiarvi, e spezzare per sempre il vostro legame." - gli risultava in maniera attendibile, sebbene non conoscesse ancora la corvina di presenza.
"Comunque, rimane il fatto che l'intera casata cadetta ha preteso di assistere, per constatare il carisma di entrambe, e vostro padre non ha potuto rifiutarsi per la terza volta..." - precisò serio, alla sua protetta - "E dato che presenzierà l'intero clan, questo incontro potrebbe pesare molto sulla decisione finale, se per la prima volta, contro la tradizione, avverrà per suffragio. Per cui, se fossi in entrambe..." - rallentò, dandole quasi la parola.

"Ho capito, sensei..." - afferrò pacata, rivolgendosi con rispetto e devozione - "...io, mi batterò al massimo, senza intenti omicidi. E se Hinata utilizzerà il Juken, farò lo stesso, ma evitando di colpire al cuore."

Il Yakushi, sorrise compiaciuto. Su Hinata, ancora non poteva esprimersi, ma Hanabi era di certo una bambina molto obbediente...
"Al contrario, se non vi odiate per via di questo destino, sarà il caso che ve lo diciate oggi. Vostro padre, tornerà a Konoha in mattinata, e vi darà le istruzioni per farlo sembrare vero, ed evitare che vi facciate male..." - concluse, con un rassicurante punto fermo, ma facendo due passi indietro, e dando come l'impressione di essere terribilmente ritardo, e di doversi al più presto congedare.
"Bene..." - si chinò infatti di fronte alla piccola Hyuga, causandole una certa costernazione - "Fate conto che ogni parola uscita dalla mia bocca, ve l'abbia detta vostro padre. In realtà... ora purtroppo devo andare per un altro incarico, ero venuto soltanto per consegnarvi queste informazioni." - si accomiatò, mantenendo un tono di voce tranquillo, del tutto composto e naturale, ma allarmandola, nonostante ciò, in maniera definitiva.

"Ma come!?... che succede!?" - domandò con notevole stupore la piccola, al sensei - "...che significa che oggi non ci alleniamo?" - lo assillò, cercando di capirci qualcosa, e incominciando a intravedere il peggio.
Kabuto, stette allora per qualche secondo in silenzio, e ancor prima che potesse provare a raggirarla, Hanabi articolò qualcosa, decisamente tetra in volto.

"Quindi, il tuo lavoro può ritenersi concluso, e ora hai intenzione di sparire da dietro una maschera, senza avermi mai detto il tuo nome?..." - sibilò rabbuiata, dandogli del tu con voce assai persa, e cercando di mantenersi a stento composta, mentre il Yakushi si biasimava per aver fallito nelle sue direttive, che gli imponevano, per il successo del proprio incarico, di evitare il travaglio di un addio doloroso.

Proprio... come aveva fatto la "Ragazza che cammina", la Madre, rompendo il Legame col figlio, fingendo di non riconoscerlo... Simulando, in altri termini, di essere caduta nel tranello di Danzo, poiché proprio questo, era l'imperativo finale della missione di Danzo, evitare un addio doloroso. Altrimenti... in Kabuto sarebbero sorto il senso di colpa e il desiderio di vendetta, sarebbero sopravvissuti in lui dei sentimenti e un'identità, e non sarebbe mai stato una spia così brava, un perfetto strumento nelle mani di Orochimaru, col quale Danzo manteneva i contatti (proprio grazie a Kabuto), e portava avanti accordi precisi, per quanto valessero meno di zero.

Così, la Madre aveva rotto con lucidità quel Legame in punto di morte, per non far ricadere l'onta di questo peccato su suo figlio, reo di averla uccisa. Infatti, sapendola madre, lui non avrebbe mai superato un simile peso, doveva credere di aver ucciso un'estranea, mentre lei non aveva avuto davvero altra scelta, in questo, era stata ricatta con la minaccia dell'uccisione materiale del ragazzo, fu l'unico modo per salvarlo.
La Radice, l'Organizzazione che meglio interpretava la vera natura della Volontà del Fuoco, aveva fatto ancora una volta terra bruciata. Il trucco di Danzo aveva funzionato, sì, ma non sulla Madre, piuttosto su Kabuto.

"Esatto, con oggi è finita. Come hai fatto, a capire questo?" - interrogò dopo una decina di secondi, duro e un po' distaccato, il sottoposto di Hiashi, a riguardo delle apprensioni di Hanabi sulla sua imminente dipartita, recuperando, nel rivolgersi a lei, una postura eretta e più tesa, volendosi almeno avvedere su che genere di reprensibile errore avesse commesso.
"P-perché io... ormai vi capisco, sensei. L'avevo capito fin dall'inizio, che finiva così." - rivelò la bimba - "E poi, di solito dite: per oggi abbiamo finito, ci vediamo domani, non che ora purtroppo te ne devi andare."

Dunque, la Hyuga aveva imparato così in fretta a leggere tra righe, cogliendo i passaggi importanti, e anticipando chi aveva di fronte. Forse... proprio a causa degli insegnamenti odierni!? Possibile...
"Quella maschera, sarebbe dovuta servire a ritenervi un estraneo, e a non riconoscervi mai..." - osservò in seguito Hanabi, come in fiume in piena - "Peccato, però, che potendomi concentrare solo sulla vostra voce, è successo l'esatto il contrario..." - non ebbe problemi ad affermare, con affettuoso e gentile estro, misto a un lieve cenno di precoce sarcasmo nei confronti dell'assurdità di questo futile tentativo.

E con questo, il ragazzo ci rimase. Hanabi, porgeva ora lo sguardo basso, l'incontro di oggi era passato in secondo piano, nella sua mente. E questa, era in assoluto la cosa peggiore che potesse verificarsi.

"A quanto dite, era impossibile evitarlo, ne attendavate semplicemente la conferma..." - rivalutò Kabuto - "...inoltre, non ritenete di aver compreso la cosa in particolare, ma di comprendermi così a fondo. Pazzesco..." - si irritò alquanto, senza darlo a vedere. Lui... era lì per adescare HINATA per conto di Orochimaru, ecco cosa, byakugan e demone Kyuubi in un colpo solo, quando ancora Sasuke non teneva lo straccio di uno sharingan. Questa, era la sua missione: Hinata. Ciò che aveva fatto in quei tre anni con Hanabi, in teoria non era servito ad altro che a guadagnarsi la fiducia incondizionata della principale, provando a ingannare niente meno che Hiashi, azzardando tanto.

O forse, egli era realmente la spia del clan Hyuga, o magari stava dalla parte della Radice, e stava tradendo sia il Souke che Orochimaru, in fondo ora era tornato sotto "la tutela" di Danzo, chi poteva dirlo...

Quanto a Hiashi-sama, era al corrente fin dal principio, da dove venisse il ragazzo, quali fossero le sue origini, eppure l'aveva ingaggiato ugualmente, forse proprio per questo, e stava correndo un rischio del genere perché con quel jutsu medico, a fronte dell'irreperibilità e attuale disinteresse della principessa Tsunade, Kabuto era l'unica persona in grado di salvare l'adorata figlia minore dall'ignominia.
Infine, se si fosse rivelato dalla loro parte, in questo modo sarebbe potuto venire a conoscenza delle mosse di Danzo e Orochimaru, dei loro piani per mettere le mani sulla Volpe e il vero potenziale del byakugan.

Hiashi Hyuga, e Kabuto Yakushi. Chi dei due, stava sfruttando l'altro!? Stavano realmente così, le cose? O forse, sussistevano ulteriori elementi!?...

Chi o cosa, poteva garantire sulla fedeltà o saldezza mentale di un giovane che, messo in mezzo tre fuochi, poteva esso stesso dubitare da che parte propendere, o che avrebbe potuto mantenersi dalla parte di colui che più fra tutti temeva, o ancora, volgere improvvisamente sponda di fronte al pericolo, alle contingenze particolari, e dunque, in definitiva, a seconda di ciò che sarebbe convenuto per la propria personale incolumità!?

Una cosa, era certa. La posizione di Kabuto, non era affatto invidiabile, né condannabile. Egli, era soltanto un ninja senza qualità, specialista della cura e dello spionaggio per non vedere negata la sua esistenza.

Era come... una bruciante maledizione. Che avrebbe finito con incenerirgli il cuore, facendogli credere di non aver avuto mai niente. Né una Madre, né una Sorellina, anziché sottoposta, né un Amore...

Will of Fire non aveva mai fatto niente, per lui, a parte inculcargli di non aver mai vissuto questi Legami, e solo la morte, forse, l'avrebbe liberato da questo Inferno, mostrando realmente chi era.


*****




Naruto, se io mi sia sempre finta debole, oppure lo fossi, non è poi così rilevante...
 
Tuttavia, se vuoi davvero sapere il perché...
...se vuoi sapere IL PERCHE' dopo la tua morte abbia scatenato tutto questo...

Il vero motivo: è perché ho lasciato che Kabuto cadesse sotto gli occhi di Hanabi. (lui, è morto per proteggerla, è morto invocando il MIO NOME)

Padre... io non dimenticherò MAI quali erano i suoi sentimenti, anche se adesso lui stesso ha finito col rifiutarli!
Non accetterò MAI, di perderlo, e che mia sorella debba vivere in uno schifo del genere!

E se voi pensate che abbia scatenato questa guerra soltanto per Naruto
o per il sigillo che ho in fronte, sappiate che vi state sbagliando di grosso!!






(Anche qualora tutti ti abbandonassero, Lei non ti abbandonerà... Anche se tutti si dimenticassero della tua esistenza, sarà proprio Lei, a ricordarsi di te.

Non sarà, la Morte, a liberarti dall'Incubo nel quale combatti. Un Angelo, coi suoi occhi, verrà a risvegliarti da questo tuo torpore.
E se nessuno, poi, sarà disposto a perdonarti, sarà sempre Lei, a giustificarti. A redimere le tue colpe; a mostrare a tutti chi eri davvero.
 
Se tu... soltanto avessi compreso che questa guerra si combatte finanche per te, se soltanto immaginassi quanto sei amato, non saresti stato così geloso da chiedere in cambio Sasuke.)
  
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