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Autore: Castleofsand    20/06/2013    6 recensioni
Decisa, iniziai a staccare prima la benda dell’occhio sinistro, poi quella del destro. Gli occhi erano ancora chiusi. Ormai non li aprivo da un mese e quasi faticavo a ricordare come si facesse. Poi lo feci.
Buio.
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-“Perchè?”, mi chiese.
All’inizio non capii.
-“Perché non potrei?”, insistette.
Poi tutto si fece chiaro.
-“Anche io ho finito i cerotti..ne fui ricoperta il giorno che persi la vista. Ginocchio, spalla, braccio, viso. Ma nessuno riesce a guarire il mio cuore e la mia mente, Loui”.
-“Spiegami com’è accaduto per favore”, chiese con aria supplicante.
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Perderti e starti lontano è stato difficile- disse irrigidendosi un po’ – ma, quando ti ho ritrovata, allora non ho più tentato di prenderti.. perché non ce n’era bisogno; ora mi basta osservarti per essere felice, non voglio averti, possederti.. perché allora non brilleresti più. Prenderti sarebbe come perderti ed è l’ultima cosa che voglio”, disse sospirando.
Una piccola lacrima scese silenziosa lungo il mio volto mentre sorrisi.
Ti amo”, sussurrò cingendomi con le braccia.
-“Ti amo”, dissi alzando il capo per immergermi nei suoi occhi cristallini.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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A me 
che ho imparato a credere in me stessa 



Cinque anni dopo

Ripercorro mentalmente tutto ciò che ho infilato nel borsone, accompagnando tutto con un gesto delle dita per tenerlo a mente: pannolini puliti ci sono, il ricambio (nel caso quella peste dovesse sporcarsi) c’è pure , il ciuccio è al sicuro nella piccola custodia blu a prova di germi e batteri. Sorrido soddisfatta chiudendo la zip e inizio a cercare i miei tacchi, sparsi chissà dove. Dall’altra stanza sento delle risate familiari e, incuriosita, accantono per un attimo la mia ricerca. Ed eccoli lì, gli uomini della mia vita, seduti insieme sul divano mentre, divertiti, guardano un cartone animato.
-“Mamma guadda guadda!”, urla mio figlio appena mi scorge osservarli appoggiata allo stipite della porta.
-“Cosa c’è amore?”, dico avvicinandomi a Jason e Louis con un’espressione incuriosita.
-“Caduto!”, mi suggerisce indicandomi con il ditino lo schermo della televisione per trillare poi in un’altra risata e portarsi le manine sul viso.
Guardo mio marito sorridermi e scompigliare i capelli rossicci di nostro figlio.
-“Ma guarda com’è tardi Jason!!”, esclama all’improvviso Louis facendolo sobbalzare.
-“Già..zia Adrianne e zio Harry ci staranno aspettando su!”, aggiungo alzandomi e riprendendo la mia ricerca della scarpe perdute.
-“Tesoro hai visto i miei sandali?”, urlo a Louis mentre mi dirigo in bagno e poi passo in rassegna la camera dei giochi di Jason.
-“Hai provato nella scarpiera?”, urla di rimando.
Ovviamente no.
Alzo gli occhi al cielo quando le trovo esattamente dove dovrebbero essere, ma non dico niente a Louis per non dargli questa soddisfazione.
-“Sei bellissima”, lo sento all’improvviso affermare alle mie spalle, con un tono di voce che conoscevo ormai.
Mi giro e mi sorprendo nel vederlo con il piccolo in braccio; sono due gocce d’acqua. Mi avvicino e lascio un tenero bacio sulla labbra di Louis.
-“Sempre il solito bugiardo”, dico soprattutto alludendo ai chili che ho preso durante la gravidanza e che ancora fatico a perdere.
-“Mamma bellittima”, conferma il mio piccolo Peter Pan, assumendo la stessa espressione del padre. Gli lascio un bacio sulla guancia e lui si abbandona totalmente tra le mie braccia allacciando le mani dietro al mio collo. Louis me lo lascia e lo vedo, con la coda dell’occhio, scattarci una fotografia mentre mi perdo ad annusare il collo del mio bambino.
-“Questa la incorniciamo”, dice sorridendoci.
-“Nah..metti l’autoscatto e facciamone una tutti insieme”, gli suggerisco contrariata.
Naturalmente non riusciamo a tener fermo Jason che inizia a dimenarsi tra le mie braccia. Ha un’avversione per la macchina fotografica che non riusciamo a fargli passare.
-“Lou hai una faccia buffissima!”, lo prendo in giro indicandogli lo schermo della macchina fotografica mentre lui cerca di tener fermo nostro figlio.
-“Almeno siamo venuti con gli occhi aperti”, mi dice caricandosi sulle spalle Jason.     -“Meglio portare la pesta in macchina! Al borsone ci penso io, tu prendi i regali”, aggiunge poi.
Lo vedo scomparire con il piccolo ancora sulle spalle mentre finge di essere un cavallo al trotto per placare i suoi capricci. Osservo un ultima volta quella foto e applico lo zoom sul volto di mio figlio e mi perdo, come facevo oramai ogni volta, nei suoi occhioni azzurri, così simili a quelli di Louis, ma che avevano una sfumatura decisamente più chiara. Sorrido e infilo la fotocamera nella mia borsa.
 
Suono  il campanello di casa Styles e ad accoglierci c’è Harry che cogliamo nel tentativo di gonfiare un palloncino azzurro.
-“Dove sono i miei tre nipotini preferiti?!”, chiedo entusiasta entrando in casa.
-“Adrianne è in cucina”, mi suggerisce il riccio gettando il palloncino in aria con una finta schiacciata. –“Ehy campione!”, dice poi rivolgendosi a mio figlio.
Jason è completamente rapito da Harry tanto che si lascia prendere in braccio e inizia a giocare con i suoi ricci.
-“Zio dove sono i bimbi?”, chiede alludendo ai suoi cuginetti.
-“Vieni con la mamma”, suggerisco mentre Harry lo poggia per terra.
Prendo per mano mio figlio e mentre andiamo verso la cucina vedo Niall uscire dal bagno con Karl.
-“Ma allora ci siete anche voi!”, esclamo salutando i due biondi.
Sbaciucchio il piccolo che, contrariato, si dimena e poi lo lascio giocare con Jason mentre inizio a chiacchierare del più e del meno con Niall.
-“Karl ha fatto i bisognini”, mi spiega sorridendo.
-“Che fine ha fatto tua moglie?!”, chiedo riferendomi a Quenn.
-“è nella camera da letto di Adrianne ed Harry; questa è l’ora della poppata di Celine”, mi ricorda.
Celine, al contrario di Karl che è tutto sua madre, è identica a Niall. Gli stessi occhietti azzurri, la stessa carnagione pallida e la stessa forma del viso. È una vera e propria bambolina..e poi il modo in cui Quenn la veste! I fiocchetti attaccati ai capelli che evidenziano ancora di più le sue guance piene, i vestitini con i personaggi Disney, le converse per bambini ai piedi. Verrà una piccola viziata, penso sorridendo.
-“Le salsicce sono quasi pronte!”, sento urlare qualcuno dal giardino.
-“Zio Limmi, zio Limmi”, esclama Jason entusiasta di aver sentito la voce di Liam.
Prendo Jason e Karl per mano e ci dirigiamo in giardino dal quale proviene un odore di arrosto alquanto invitante.
-“Ottimo lavoro chef”, esclamo sinceramente compiaciuta mentre lo vedo armeggiare alla griglia ben concentrato.
-“Oh grazie Rossa!”, dice sorridendo mentre chiude il fuoco. –“Ehy miei piccoli ometti, date un abbraccio allo zio!”, esclama abbassandosi all’altezza dei bambini mentre Jason e Karl gli saltano praticamente addosso, facendolo cadere.
-“Qualcuno è ingrassato qui, vero Karl?!”, chiede iniziando a mordicchiargli la pancia mentre mio figlio cerca di difendere il cugino.
-“Posso lasciarteli giusto il tempo di salutare Adrianne?”, gli chiedo mentre osservo rapita la scena che decido di immortalare con una fotografia.
-“Certo, fai pure! A questi marmocchi ci penso io.. chi vuole giocare a guardia ladri??!!”, esclama poi suscitando l’ilarità dei due maschietti.
Mentre vado in cucina, non posso fare altro che sorridere della pazienza che Liam ha con i bambini. Sarà un papà favoloso, penso; deve solo incontrare quella giusta. Varcata la porta , quasi scoppio a ridere quando mi ritrovo Adrianne in preda al panico. La piccola Sam grida nel seggiolone lanciando quello che penso sia la sua pappetta , Alex gattona per terra facendo roteare il suo biberon e sporcando il pavimento di latte che viene, ovviamente,  leccato da terra dal piccolo Justin che segue a ruota suo fratello.
-“Una mano Roxanne! Non startene lì impalata!!”, mi grida allargando le braccia e dando maggior enfasi alle sue parole.
-“Piacere di rivedere anche te!”, esclamo fiondandomi nella cucina per prendere in braccio Sam che inizia a giocare con la mia collana completamente rapita dal suo luccichio. Adrianne si occupa degli altri due gemelli, afferrando prima Alex e poi Justin.
-“Harry!!!!”, urla richiamando suo marito.
Vedo il riccio entrare con un’espressione di chi ha appena ricevuto una scossa elettrica.
-“Prendi i tuoi figli e falli calmare!!”, urla ancora Adrianne mentre Harry sembra essere entrato nel panico. Ecco chi è che porta i pantaloni in questa casa, penso e rido tra me e me. Quando segue le istruzioni della moglie, mi accorgo di quanto quelle pesti somiglino al padre. Justin e Sam, in particolare, hanno gli stessi ricci ribelli castani, gli stessi occhi così tremendamente verdi e limpidi mentre la carnagione è molto simile a quella più scura della madre. Alex è un misto più equo: i capelli e gli occhi della madre, la forma del viso e la carnagione di Harry. È uno spettacolo solo vederli.
-“Avete fatto arrabbiare la mamma?!”, chiede rivolgendosi a tutti e tre i gemelli.
Come risposta riceve solo alcuni schiamazzi e qualche risata.
-“Bravi ragazzi!”, sorride poi prendendo in giro Adrianne che, nel frattempo, si finge offesa.
-“La prossima volta io addobbo casa e tu ti occupi di questi tre!”, esclama lei, dando una ripulita alla cucina mentre io cerco di darle una mano dopo aver ceduto, tra le braccia di Harry, la piccola Sam.
-“Ti amo anche io tesoro”, dice lui lasciandole un bacio sul collo e uscendo dalla cucina con tutti e tre i gemelli.
-“Harry voleva cinque figli no?!”, mi chiede furiosa Adrianne mentre pulisce convulsamente il seggiolone della figlia.
-“Mi sembra di si..”, confermo confusa finendo di asciugare il latte da terra.
-“Beh ne ho sfornati tre in una volta, quindi bastano e avanzano!”, esclama scoppiando a ridere.
-“Hai dei figli stupendi!”, le dico sincera.
Io e Adrianne, mentre diamo una sistemata alla cucina, intavoliamo una conversazione vecchio stile: iniziamo speculazioni e progetti per le vacanze, prendiamo in giro le manie di Quenn, ci complimentiamo a vicenda per i nostri figli, commentiamo l’assurdità del fatto che Harry le fece la proposta di matrimonio inginocchiato a terra il giorno del suo compleanno, ricordiamo il matrimonio mio e di Louis e di come scoprii casualmente di essere in stato interessante.

-“E se fossi incinta?”, aveva chiesto terrorizzata Gwen con uno sguardo perso nel vuoto, seduta sul letto della camera da letto sua e di Zayn (convivevano ormai da qualche mese). Sapevamo tutte quanto profonda fosse la sua avversione nei confronti della gravidanza. Le parole tabù erano: sala parto, smagliature e pancione. Non che non amasse i bambini, sia chiaro, dal momento che riempiva Karl di regali; ma lei voleva prima pensare alla sua carriera, al lavoro e voleva convincere subdolamente Zayn a inginocchiarsi e farle la proposta di matrimonio. Aveva in testa tutto un suo progetto e non avrebbe permesso a niente e nessuno di sconvolgerlo.
-“Abbiamo comprato una diecina di tester”, le disse Adrianne porgendole la busta piena di quelle scatole “infernali”, per utilizzare l’aggettivo adottato da Gwen.
-“Avanti vai in bagno”, la spronò Quenn.
Aspettammo tutte e tre per un tempo che ci sembrò interminabile. Quando la vedemmo uscire con una espressione trionfante sul volto capimmo che il test era negativo.
-“Magari fanne un altro per sicurezza”, le suggerii.
Mi fulminò e quasi mi sentii incenerita. Era ovvio che si stesse aggrappando con tutte le sue forze a quel test negativo e che temeva che, se ne avesse fatto un altro, l’esito sarebbe cambiato. Ahimè, anche quello fu negativo e tutte ci tranquillizzammo, soprattutto Gwen.
-“Cosa ci facciamo con questi?!”, chiese poi Adrianne indicando gli altri tester inutilizzati.
-“Li conserviamo?!”, proposi.
-“Usiamoli noi, ora!”, propose Quenn con la sua solita aria da cospiratrice. Quando notò le nostre facce contrariate aggiunse –“Ma divertiamoci un po’! tanto si sa che non siamo incinte!”, esclamò afferrando un tester.
Naturalmente Adrianne si rifiutò, non dando peso alla “sfida” lanciata da Quenn. Mi chiedo ancora oggi per quale motivo io invece mi fiondai in bagno con in mano quel tester.
-“Positivo”, annunciai entrando nella stanza con le gambe che a malapena mi reggevano.
-“Cosaa?!”, urlò Adrianne fiondandosi al mio fianco e strappandomi il tester dalle mani.
-“Ma com’è possibile?”, chiese Gwen portandomi a sedere sul bordo del letto.
-“Roxanne io..non..pensavo che..si..insomma..”, balbettò Quenn sentendosi quasi in colpa.
-“Fanne un altro per sicurezza!”, suggerì risoluta Gwen.
-“Già..magari questo esito  è sbagliato”, aggiunse poco convinta Adrianne.
Tutti gli altri tester furono utilizzati da me e tutti furono positivi. Bel modo di scoprire di essere incinta! Certo, ormai ero sposata con Louis da quasi tre anni, ma ancora non ne avevamo mai parlato..

Perdo il filo del discorso con Adrianne e continuo a viaggiare tra i ricordi.

Quella sera io e Louis dovevamo uscire per cena ma non volevo dargli la notizia fuori casa. Era a torso nudo e pantaloncini mentre preparava gli spaghetti e tagliuzzava i pomodorini freschi. Evitai di toccare coltelli quella sera, dal momento che le mani mi tremavano convulsamente e, perciò, persi tempo ad apparecchiare. Volevo fare le cose per bene, volevo dirglielo dopo mangiato, magari dopo aver bevuto prima qualche bicchiere di vino che, di sicuro, mi avrebbe infuso più coraggio ma, ovviamente, i miei piani andarono in fumo per colpa della mia sbadataggine. Ruppi un bicchiere, che mi sfuggì dalle mani, e andai in panico.
-“Roxanne ma che hai stasera? Tutto bene?”, chiese Louis fissandomi con i suoi occhi azzurri, quella sera più profondi del solito.
-“Veramente no..”, dissi sedendomi su una sedia mentre lui raccoglieva i pezzi di vetro da terra.
-“Che succede?”, chiese poco dopo preoccupato, inginocchiandosi e aggrappandosi ai miei fianchi.
-“Devo..devo dirti una cosa”, dissi facendomi sfuggire un sorriso nervoso. Louis avrà pensato che fossi una pazza nevrotica. Aspettò che andassi avanti  incoraggiandomi con un suo dolcissimo sguardo apprensivo. Allora gli presi le mani e le appoggiai sulla mia pancia,ancora troppo piatta.
-“Tra nove mesi non saremo più solo noi due”, sussurrai mentre una lacrima mi scorreva lungo la guancia.
Louis guardò prima le sue mani, poi osservò attentamente il mio ventre con un’espressione corrucciata e poi scrutò attento il mio volto, mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi.
-“Davvero?”, chiese con voce rotta dalla commozione. Feci solo cenno con il volto mentre lui si alzava e mi asciugava con dei baci le lacrime che, ormai, scendevano senza sosta.
-“Sono..sono..”, cercava di parlare e alzava gli occhi al cielo come per trattenere le lacrime e sbuffò cercando di riprendere il controllo della sua voce.
-“Felice?”, suggerii speranzosa.
-“No!” esclamò. –“è troppo poco felice..io..sono l’uomo più fortunato di questo mondo.. di.. di questo universo..io davvero non posso crederci Roxanne! Mi sento così appagato e innamorato e, perché no, felice”, conclude sorridendo di quell’ultima parola ,che poco prima gli avevo proposto,  lasciando un bacio sulla mia pancia e poi sulle mie labbra.
Quando scoprimmo che si trattasse di un maschietto decidemmo entrambi, emozionati e di comune accordo, di chiamare nostro figlio come il cantante di quella canzone che fece da colonna sonora al nostro amore.
-“Jason, come Jason Mraz”, annunciammo ai nostri amici e parenti che si congratularono entusiasti.

-“Tra l’altro sono arrivate anche le pizzette e i rustici quindi noi iniziamo a mangiare, Zayn e Gwen sono sempre i soliti..che fastidio!”, si lamenta Adrianne riportandomi al presente.
-“Se la staranno spassando”, le dico alludendo ironicamente al fatto che quei due ci danno dentro alla grande.
-“Sono una coppia davvero “affiatata”, aggiunge lei mimando delle virgolette sull’ultima parola facendoci scoppiare in una risata fragorosa.
-“Cosa ridete voi due?!”, chiede Quenn irrompendo nella stanza con la piccola Celine che, non me lo feci ripetere due volte, presi a cullare tra le mie braccia. La bionda ci aggiorna brevemente sugli ultimi eventi della sua vita, ci espone il programma della palestra che sta seguendo per perdere i chili che, anche lei, ha preso a causa della gravidanza e, quasi quasi, io e Adrianne ci lasciamo convincere a prendere parte a quegli allenamenti. Quando dopo ben un’ora e mezza di ritardo arrivano anche i due piccioncini, Zayn e Gwen, che si scusano per il ritardo, ci riuniamo tutti in cucina.
-“Colpa di mister Ciuffo!”, si giustifica Gwen. –“Quando deve prepararsi è peggio di una donna!”, lo prende in giro.
-“Intanto mister Ciuffo ti piace”, l’ammonisce lui facendole l’occhiolino.
-“Tu credi?”, chiede lei con aria di sfida alzando lo sguardo fiera.
Zayn sbuffa contrariato e, in segno di resa, inizia a conversare con Louis e Liam mentre io e Gwen ci congratuliamo con Harry di quanto sia stato bravo ad addobbare la stanza; palloncini blu e rosa, meticolosamente disposti, formano una sorta di arco sul tavolo dove Adrianne inizia a sistemare gli stuzzichini, le pizze e i rustici, seguita a ruota da Liam che porta il vassoio con le salsicce ed Harry con una cesta colma di panini. Un grande striscione di “tanti auguri” incornicia il tutto e le colonne sonore dei cartoni animati Disney, provenienti dallo stereo, creano un’atmosfera serena e tranquilla. Tutti e cinque i bambini stanno giocando per terra con pupazzi, costruzioni di ogni tipo, camion e macchinine di diversi modellini mentre la piccola Celine, beata, dorme nella culla poco più distante.
-“Non fate troppo chiasso o la piccola si sveglierà”, li ammonisce amabilmente Liam che non riscuote molto successo.
Ci accomodiamo tutti a tavola e io e Louis facciamo a turno per cercare di far mangiare qualcosa a nostro figlio che, talmente preso nel gioco, disdegna perfino le crocchette di patate, per le quali a casa esce pazzo. Ritrovarsi tutti insieme per il primo compleanno dei tre gemelli è davvero un evento speciale, mi ritrovo a pensare. In cinque anni ne erano cambiate di cose: il matrimonio di Quenn e Niall sulla nave da crociera, quello mio e di Louis nella chiesa barocca di San Paolo a Londra, e poi quello di Adrianne ed Harry in Italia, nello stadio di San Siro. Quello si che era stato un matrimonio davvero originale! Liam che non riesce ad avere una relazione stabile con nessuna ragazza, Gwen che si ostina a presentargli alcune sue conoscenti mentre lei, per ora, preferisce convivere con Zayn che sta letteralmente uscendo fuori di testa; il moro ha un istinto paterno davvero spiccato, noto osservandolo di tanto in tanto alzarsi da tavola per distribuire le pizzette ai bambini pulendo loro il musino sporco di sugo. Poi arrivò la mia gravidanza, del tutto inaspettata e poi, un anno fa proprio questo giorno, toccò diventare madre anche ad Adrianne e di ben tre gemelli. Fu di nuovo la volta di Quenn che incoronò il suo matrimonio con Niall: la piccola Celine arrivò solo tre mesi fa.
-“Jason ha mangiato pochissimo stasera.. magari gli faremo una tazza di latte prima di portarlo a letto”, mi suggerisce Louis alle mie spalle mentre si risiede al mio fianco. Gli faccio un segno di assenso e lui mi prende una mano portandosela al viso; la annusa e la bacia dolcemente mentre gli sorrido. Mai avrei pensato che il matrimonio avrebbe reso il nostro rapporto così speciale e solido; durante la gravidanza Louis era sempre stato molto apprensivo, prendendo spesso dei giorni di malattia per starmi vicino. Quando poi è nato nostro figlio eravamo entrambi disorientati e impreparati ma, la nostra complicità, ci sta permettendo di cavarcela discretamente bene .
-“è ora di tagliare le torte!!”, esclama poi Harry mentre chiama con sé Liam e Louis in cucina per farsi aiutare a portarle; così io, Zayn e Niall iniziamo a sparecchiare aiutando Adrianne mentre Quenn e Gwen, ovviamente, continuavano tranquillamente a chiacchierare sui benefici dello sport acquatico.
-“Le solite sfaticate!”, le schernisce Adrianne. –“La prossima volta chi non lavora non mangia!”.
-“Avanti Adrianne dacci tregua”, si lamenta Quenn prendendo a sventolarsi con un fazzoletto fingendo un’aria stanca.
-“Eh comunque io non ho fatto tardi per niente.. ho faticato molto con Zayn”, dice Gwen catturando su di sé molte occhiate allusive; Zayn, non me lo sarei mai aspettata, arrossisce fulminando la sua fidanzata con lo sguardo.
-“Perché sei stanca zia?”, chiede all’improvviso Karl alle nostre spalle.
-“No..niente tesoro”, gli risponde Gwen scompigliando i capelli del biondino, iniziando a massacrargli le guance piene.
Richiamo i bambini tutti attorno alle tre torte che sono state posizionate sulla tavola: al centro quella a forma di margherita per la piccola Sam, ai lati quelle a forma di palloncini- uno rosso e uno blu- per Justin e Alex.
-“Lou spegni la luce per favore”, dice Harry mentre con Adrianne sistema i figli in piedi sulle sedie, ognuno in corrispondenza della propria torta di compleanno. Gwen posiziona su ogni torta una candelina mentre Zayn le accende e tutti ci posizioniamo di fronte ai gemelli; Louis, accanto a me, tiene in braccio Jason che osserva attentissimo le candeline, l’unica fonte di luce della stanza, Niall accanto a mio marito ha in braccio suo figlio mentre Quenn, poco distante, culla Celine svegliatasi poco prima; aspettiamo tutti che Liam abbassi il volume dello stereo e, appena Adrianne ed Harry si sono sistemati in modo da poter sorreggere i loro figli da dietro, iniziamo a cantare la sempre attesa canzone di buon compleanno.
-“Soffiate soffiate”, incitiamo i gemelli che tentano, senza poche difficoltà, di spegnere le candeline mentre diversi flash delle fotocamere, compresa la mia, generano alcuni sprazzi di luce. Prontamente Harry e Adrianne aiutando i piccoli in quella piccola difficoltà generando il nostro applauso e gli schiamazzi di Karl e Jason che battono le manine con grande e arguta partecipazione.
Rimasti al buio, accendo prontamente la luce con l’interruttore che avevo accanto e immortalo con la macchina fotografica il taglio delle torte. A turno ogni coppia fa la propria foto con i gemellini che più volte, attirati dalla torta, tentano di mangiarla direttamente con le mani.
-“Non si fa!”, li ammonisce Quenn mentre Adrianne la fulmina.
-“Sono bambini Quenn!!”, esclama alzando gli occhi al cielo.
-“Possibile che dovete sempre battibeccare?!”, chiedo a mia volta.
Non cambierà mai niente, penso compiaciuta e con un pizzico di nostalgia, ricordando quando ancora adolescenti le dinamiche erano identiche: Adrianne e Quenn che non potevano fare a meno di discutere su tutto e, io, sempre pronta a calmare le acque.
Harry prende a distribuire le fette di torta, tre per ogni persona, essendo ognuna di un gusto diverso.
-“Avete complottato contro di me vero?!”, chiedo suscitando un’ilarità generale alludendo al fatto di non riuscire a stare a dieta per più di una settimana.
-“Smettila con questi complessi”, mi sussurra Louis da dietro ammonendomi.
Alzo gli occhi al cielo e prendo in braccio mio figlio facendogli mangiare il pezzo di torta al cioccolato mentre io mi “sacrifico” a gustare gli altri due, rispettivamente alla frutta e alla crema chantilly.
 
-“Muoviti Roxanne, mi sta venendo un crampo al piede!”, mi incita Zayn mentre cerco di mettere l’autoscatto alla macchina fotografica.
-“Fatto!!”, dico sorridendo e scappando lì dove sapevo che Louis mi aveva conservato il posto accanto a lui; lo faceva ora e, sapevo, lo avrebbe fatto per sempre.
 
 

Ci siamo tutti in questa foto: grandi e piccoli tutti uniti da affetto e ricordi, da lacrime e sorrisi, da paure e gioie. Ci siamo tutti in questa foto: grandi e piccoli uniti dalla stessa voglia di lottare sempre nella vita e di superare quelle difficoltà che ci avrebbero fortificato.
In questa foto ci Adrianne e Quenn, le mie migliori amiche, che mi erano sempre state accanto anche quando non mi era possibile osservare i loro volti per cercare di capire se la loro vita stesse almeno procedendo meglio della mia. Con loro avevo condiviso l’infanzia, l’adolescenza e, ora, sono fiera di poter condividere con loro il resto della mia vita.
In questa foto c’è Zayn, il mio migliore amico e confidente, che mi ha aiutata a crescere e a capire meglio la contorta psicologia maschile. Apparentemente sicuro di sé ma che, in fondo, cela un animo che oserei definire fragile.
In questa foto c’è Niall, un ragazzo d’oro che si è preso delle responsabilità più grandi di lui che non gli competevano; ama sua moglie e i suoi figli incondizionatamente.
In questa foto c’è Gwen, testarda e caparbia, dalla personalità difficile, è l’unica che può davvero tener testa a Zayn. Una ragazza che ha paura di tutto ciò che può derivare da una gravidanza ma che questa sera, inconsciamente , ha già in grembo una piccola vita. Il suo volto, così addolcito, e i suoi occhi, così luminosi, non mi hanno tratta in inganno.
In questa foto c’è Harry, il mio caro amico sempre pronto a coprirmi e a giustificare i miei errori, sempre disponibile e cordiale che è perdutamente innamorato della mia amica e dei loro tre pestiferi gemelli.
In questa foto c’è  Liam, la dolcezza fatta persona; un ragazzo responsabile, che vede sempre il lato positivo, che vive per i nostri bambini e ama la vita anche se non riesce a trovare nessuno cui donare il suo cuore.
In questa foto ci sono le due persone per le quali ogni mattina mi alzo dal letto con il sorriso, per le quali sono felice e soddisfatta della mia vita, per le quali ringrazio sempre di esser diventata cieca quella terribile sera, di essere stata mandata in quel centro di riabilitazione. Louis è l’amore della mia vita, l’uomo con il quale voglio fare l’amore ogni giorno e voglio ridere di ogni minima sciocchezza, con il quale voglio litigare e urlare solo per poi fare la pace nel modo più dolce che c’è; con Louis voglio avere altri bambini e trascorrere il resto dei miei giorni.

-“Ti amo Lou, nel modo più sincero che c’è”, gli sussurro mentre lascio un bacio sulla piccola testa rossiccia di nostro figlio, addormentatosi sul mio petto appena ritornati a casa.
Mi guarda: è il mio Peter Pan. Sembra sperduto, come se sentisse quelle parole per la prima volta. Prende Jason dalle mie braccia delicatamente, cercando di non svegliarlo, e inizia velocemente a spogliarlo per infilargli il pigiamino; lo mette nella culla e gli lascia anche lui un tenero bacio. Si gira verso di me e, prendendomi per mano, mi guida nella nostra camera da letto.
-“Ti amo”, mi dice accarezzandomi una guancia facendomi arrossire.
Due parole, così piccole e timide ma che, per me, significano il mondo.
La sua carezza lentamente scende fino ad accarezzarmi tutto il corpo e un brivido mi attraversa. Ci abbandoniamo al nostro amore, così affamati e mai pienamente sazi, così grati per poter contare sempre l’uno sull’altra, così innamorati come se ogni giorno fosse il primo. Mi immergo nei suoi occhi, il mio oceano, e non ne esco più.
 

 

*Il mio angolo scrittrice*

Ecco qui l'epilogo *si dispera*
Sarò di poche parole perchè sennò mi verrà l'angoscia ahahha
Ringrazio tutte coloro che hanno sostenuto me e questa storia, che l'hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate, che hanno recensito o semplicemente letto.. Grazie davvero, vi adoro tutte <3
Naturalmente fatemi sapere cosa ve ne pare di questa conclusione che, a mio parere, era la più giusta..ognuno ha trovato la sua sistemazione, i nostri ragazzi sono cresciuti ma sono ancora uniti **
Girovagando su internet mi sono imbattuta in Celine e Niall ahahah io li immagino proprio così 
http://www.bambini.eu/2013/06/17/one-direction-harry-styles-scrive-una-canzone-ma-non-lascia-la-band/945908_511726812215863_2113896671_n

 Non sono l'amooooooreeee?? ** awwwww
Okay fine dello sclero lol

Come promesso ecco il link della mia nuova FF dal titolo "Meet me in the sunshine".. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1928012&i=1
Fate un salto se vi va e, magari, lasciate una recensione **
Ancora grazie di tutto **
Con infinito affetto
Lavinia

*STAY STRONG*

 

  
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