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Autore: Black Star    05/01/2008    3 recensioni
Cedric, così freddo e triste proprio come la pioggia, verrà rischiarato da un raggio di sole caldo e luminoso che sarà in grado di cambiare per sempre la sua vita... Questa storia è dedicata alla coppia Orube x Cedric, sono ancora alle prime armi, spero vi piaccia lo stesso!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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***** Black Star *****

 

Salve tutti, è da parecchio tempo che non aggiorno questa storia, ormai avrà già le ragnatele! Chiedo umilmente perdono per aver aspettato così tanto, questo capitolo ne ha viste davvero di tutti i colori, ma alla fine è riuscito ad approdare su efp e spero tanto che sia di vostro gradimento! Ho intenzione di continuare a scrivere questa storia anche se non garantisco aggiornamenti veloci, cercate di avere pazienza se potete. Bene ho detto tutto, non mi resta che augurarvi buona lettura! ^__^

 

 

 

                          RAGGIO DI SOLE

 

 

Cap. 4  PUNTO DEBOLE

 

Il suo dolce profumo era in grado di stordirlo, di confondergli le idee beandolo di sensazioni idilliache mai provate prima, emozioni nuove, a lui sconosciute, lo stavano lentamente invadendo come il veleno di un serpente. Delicatamente le sue labbra si posarono su quelle di lei in un breve ma intenso contatto. Cosa non avrebbe dato per far si che tutto restasse così perfetto, avrebbe tanto voluto prolungare quel bacio, ma, come risvegliatosi da un sogno, si ritrovò improvvisamente nella realtà.

Cosa stava facendo, era impazzito? Come gli era venuto in mente di fare una cosa del genere?!

Istintivamente allontanò il suo viso da quello della ragazza addormentata continuando ad osservarlo in silenzio, trattenendo il respiro quando la vide appena rabbrividire. Forse si stava svegliando… forse era stato lui a svegliarla?!

 

- Ce… Cedric… -

- S… si Orube? -  chiese lui con tono agitato.

- … passami il caffè… -

 

Si tranquillizzò poco dopo rendendosi conto che la ragazza stava parlando nel sonno. Gli venne da sorridere, era incredibile come lei potesse essere così dolce e innocua quando dormiva. Allontanatosi dalla poltrona rimase a fissarla a lungo senza preoccuparsi dello scorrere del tempo sino a quando avvertì qualcosa… una voce!

Non c’erano dubbi quello era metamondese… il libro degli elementi!

Il suo sguardo si spostò istintivamente in direzione dell’antico volume incastrato alla parete, l’occhio si era spalancato improvvisamente emanando un pallido bagliore…

 

la luce, nel liquido baratro, illumina la voce delle incantatrici!

 

Pronunciata quella frase, così come si era spalancato, l’occhio si era richiuso facendo piombare la libreria nel silenzio.

 

- Finalmente il libro ti ha parlato Cedric! – al suono di quelle parole Cedric sobbalzò colto di sorpresa.

 

- Orube?! Ma… da quanto tempo sei sveglia? -

- Il tempo necessario per riuscire ad ascoltare tutta la frase pronunciata da quel libro –

- Ah… capisco… - abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarla negli occhi, una parte di lui si sentiva in colpa per quello che aveva fatto pochi attimi prima del suo risveglio.

Forse lo stare a lungo su quel pianeta aveva finito per avvelenargli il cervello, quanto avrebbe voluto scappare, allontanarsi da quelle sensazioni umane che pian piano lo stavano contagiando come una malattia, perché Orube gli faceva quello strano effetto? Quale misterioso potere aveva su di lui? Qualcosa di lei lo spaventava, ma non capiva cosa fosse, bastava solamente un suo sguardo a renderlo vulnerabile, perché?

 

- Certo che è davvero una frase strana! Tu per caso hai capito a cosa si riferiva? -

- Non ne ho idea, ciò che è certo è che ci troviamo di fronte a un enigma da risolvere… - disse con aria pensierosa.

- Già, hai perfettamente ragione, a quanto sembra non sarà affatto una passeggiata… ora è meglio che vada a chiamare le altre, può darsi che loro siano in grado di risolverlo… -

 

Stava per alzarsi dalla poltrona e andare a prendere il telefono quando improvvisamente si bloccò.

 

- Ehi Cedric! Sei sicuro di sentirti bene? Hai un’aria strana… - chiese notando il suo sguardo basso e la sua espressione indecifrabile.

 

- … mai stato meglio, non preoccuparti… - rispose accennando un sorriso.

- Se lo dici tu… -

 

Decise di non insistere anche se si era accorta che in realtà c’era qualcosa che lo turbava. Quali pensieri contorti stava macchinando la sua mente? Per quale motivo evitava di guardarla? Cosa era cambiato in lui nel giro di poco tempo?

Domande, tante domande bisognose di una semplice risposta… risposta che non sarebbe mai arrivata.

 

 

 

Pochi minuti dopo le Guardiane di Kandrakar arrivarono in libreria e la loro presenza non migliorò di certo lo stato d’animo di Cedric. Il suo odio verso di loro era spropositato, ma riusciva a reprimerlo bene anche grazie alla sua arte dell’inganno che gli permetteva di mascherare alla perfezione qualsiasi sentimento, solo che quel giorno aveva avuto parecchia difficoltà. A peggiorare il tutto c’erano gli occhi indagatori di Orube che, in certi momenti,  lo fissavano quasi con insistenza al fine di cogliere ogni minimo mutamento della sua espressione. Per la prima volta in vita sua si sentiva profondamente a disagio, le mani serrate a pugno tanto da farsi male alle nocche ne erano la prova. Doveva cercare di stare calmo dopotutto era o non era Lord Cedric, si trattava solo di aspettare, una volta riavuti i propri poteri quelle sensazioni umane sarebbero sparite per sempre, si, era soltanto questione di tempo.

 

 

Tra una cosa e l’altra la giornata era passata in fretta, il giorno aveva lasciato spazio alla notte con il suo manto scuro illuminato di stelle e ovunque regnava un silenzio assordante.

Finalmente quella notte anche Orube avrebbe potuto concedersi un meritato riposo, aveva parecchio sonno arretrato e non vedeva l’ora di stendersi sul divano per poi rilassarsi e chiudere gli occhi. Non si poteva certo dire la stessa cosa di Cedric che, dal canto suo, non sembrava molto intenzionato a cadere tra le braccia di Morfeo.

 

- E così alla fine anche la grande Orube ha ceduto alla tentazione del sonno, non ci posso credere! -

- Perché, la cosa ti sorprende tanto? Non sono mica una macchina! –

- Per fortuna, cominciavo a temerlo! Pensa è già da quattro o forse cinque giorni che non chiudi occhio, è un record! –

- Che fai, mi prendi pure in giro, lo sai che non ti conviene… -

- Oh scusa non volevo offenderti! – disse lui con una nota di ironia.

- Mi vuoi provocare? Sai che posso anche diventare cattiva quando ho carenza di sonno?! –

- Non mi permetterei mai… a proposito, questa notte hai intenzione di dormire sul divano? –

- Credo si sia capito, sempre se a te va bene, ovviamente! –

- Per me non ci sono problemi, solo… - aveva lasciato la frase in sospeso, incerto se proseguire o meno, forse era meglio non dire nulla e lasciar perdere.

- Solo cosa? – chiese lei incuriosita, incontrando i suoi profondi occhi azzurri.

- Ehm… solo… non ti andrebbe di dormire nel mio letto…?

 

Subito la ragazza strabuzzò gli occhi arrossendo vistosamente.

 

- Eh cosa?! Forse non ho capito bene… -

- Non so cos’hai capito, comunque… diciamo che se ti va io te lo cedo molto volentieri! –

 

Orube lo guardò sempre più sorpresa e la sua espressione era a dir poco comica.

 

- Ma scusa tu dove dormirai? -

- Nel divano naturalmente! –

- Ma sei proprio sicuro… insomma… faresti davvero questo per me? –

- Si, ma non ti ci abituare! –

- Come siamo gentili questa sera, è successo qualcosa che io non so? –

 

A quelle parole lo sguardo di Cedric si abbassò istintivamente.

 

- No, è solo che non mi va l’idea che tu dorma scomoda sul divano e l’indomani mattina incominci a lamentarti dicendo che hai male di qua e male di là! –

- Oh grazie per la premura! A questo punto credo che mi convenga approfittare di questa “generosa” offerta! –

Era già da diverse ore che si stava rigirando sul divano alla ricerca di una posizione più comoda, aveva dormito parecchie volte lì eppure quella notte non ci riusciva proprio. Chissà se Orube era ancora sveglia… no, probabilmente era già nel mondo dei sogni, beata lei! No era tutto inutile, la sua mente era concentrata su un solo e unico pensiero: Orube!

Guarda come si era ridotto, si faceva una gran pena, non solo provava delle sensazioni strane ma ora si preoccupava anche per lei! Dove sarebbe andato a finire di questo passo? Non poteva fare a meno di pensare a lei, ai suoi occhi così particolari… occhi che aveva scoperto essere il suo PUNTO DEBOLE.

 

 

 

  
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