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Autore: lightoftheday    18/09/2004    2 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Ultimo capitolo della settimana e bastonata tra capo e collo… leggendo capirete il perché!

Stavolta l’incasinatura, specialmente sul finire del capitolo, è voluta, mi sembrava che rendesse meglio lo stato psicologico del personaggio. Se poi ho fatto una strullata me lo direte voi con le vostre impressioni!

Volevo ringraziare, oltre che a tutti coloro che mi leggono e mi recensiscono sempre (siete veramente rassicuranti, grazie mille!), l’ultima persona che mi ha recensito, Sarish…grazie mille! Caspita, mi sento parecchio sotto esame quando qualcuno mi dice che sta leggendo anche i miei vecchi lavori, brrrr! Speriamo siano di tuo gradimento.

Buona domenica a tutti, Mandy!

 

 

Capitolo 27

Verità? No, grazie

 

La sera successiva Ethan era ancora molto arrabbiato per quello che era successo con Dominic. Fin da quando era andato a prenderla, Patricia aveva notato che era piuttosto strano e non c’era voluto molto perché lui lo ammettesse. Non avrebbe voluto discutere di quella faccenda, soprattutto con lei, di fatto però aveva anche bisogno di scaricarsi parlandone un po’. Ovviamente con Jonathan non aveva potuto farlo, con Jodie ancora meno dato che era stata lei a piangere sulla sua spalla per l’ennesima volta: alla fine tutta quell’ansia accumulata era uscita nel momento meno opportuno, e se anche Ethan aveva provato a lasciare fuori le scappatelle di Dominic da quella storia, alla fine era uscito tutto, sortendo un effetto decisamente liberatorio su di lui. Aveva finito per non risparmiarsi, facendo un resoconto abbastanza dettagliato dei normali costumi sessuali di Dominic, tanto da far capire molte cose a Patricia, la quale in ogni modo, avendo intuito già da se determinate cose, l’aveva fortemente incitato a parlargliene.

- Ecco, mi hai estorto tutto, per lo meno tutto quello d’importante che hai da sapere sulla faccenda.- le aveva detto, finendo per parlare di cose che, in fondo, con il suo malumore non avevano niente a che fare.

Patricia era in uno stato d’animo veramente strano: da una parte era piena di rabbia verso Dominic, dall’altra era così dispiaciuta per Jennifer che quasi le veniva da piangere se solo si soffermava a pensare a quanto la sua amica fosse presa da quella storia. Specialmente pensando all’ultima conversazione che aveva avuto con lei all’ora di pranzo, era stata assalita da uno sconforto pressoché totale.

Jennifer era arrivata di corsa al loro abituale appuntamento, il commercialista quel giorno doveva averle davvero rotto le scatole per averle fatto fare tanto tardi. A pranzo aveva mangiato quasi per due, Patricia l’aveva guardata un po’ stranita e l’altra, sorridendole sorniona si era giustificata dicendole:- Non ho mangiato a colazione, ho una fame terribile. E’ che proprio non ho avuto il tempo di mangiare stamattina…- il sorrisetto sornione si era trasformato in qualcosa di più malizioso, così Patricia, incuriosita, si era fatta raccontare a grandi linee cosa fosse successo.

- Non è per questo in particolare… è tutta la situazione che è fantastica. Credo che non mi sia mai successo di incontrare una persona come Dominic.- le aveva detto in conclusione con aria sognante. Improvvisamente si era fatta un po’ più seria e aveva ricominciato a parlare:- Ci sono dei punti oscuri, certo. Non è che lui parli mai molto, a dirtela tutta ci sono tante cose che vorrei sapere di lui e che non ho mai avuto occasione di chiedergli, ma penso proprio che sia il problema minore, credo che avrò sicuramente il tempo di chiedergli quello che voglio.-

Aveva taciuto di nuovo, fissando per un momento il piatto, poi verso destra in un punto imprecisato, non aveva potuto evitare di sorridere nuovamente. - Sono innamorata di lui Pat, è un sacco di tempo che non mi sento così! E’ una sensazione indescrivibile, come se in questo momento potessi affrontare tutto e tutti, mi sento forte e… bene… sì, mi sento benissimo!-

L’aveva sempre pensato di fatto, sin dalle prime volte che aveva cominciato a vederlo, ma era la prima volta che Jennifer ammetteva ad alta voce e davanti a qualcun altro che era innamorata di Dominic, e la cosa rappresentava sicuramente un passo decisivo, Patricia l’aveva intuito precisamente.

Dopo quella specie di confessione l’aveva guardata sorridente, era felice per lei. Aveva sempre avuto le sue perplessità, ma mai come in quel momento era stata convinta che si sbagliava, che doveva assolutamente essersi sbagliata.

E invece alla fine risultava che lei aveva visto giustissimo per quanto riguardava le strane sparizioni di Dominic, come allo stesso modo aveva visto bene che nel suo modo di porsi iniziale c’era qualcosa che non la convinceva.

Tutta questa situazione la metteva in una posizione decisamente scomoda. Da una parte avrebbe voluto dire tutto a Jennifer, per farle capire con che razza di persona si stava vedendo, dall’altra temeva che dirle la verità avrebbe significato incrinare la loro amicizia pesantemente. Per quanto riguardava Susan non si era stupita di sapere che stava tampinando Dominic ad ogni occasione possibile, anzi, se l’immaginava che l’avrebbe fatto dopo quella sera che Dominic era venuto a casa sua a prendere Jennifer. Aveva tuttavia deciso che avrebbe taciuto, anche se si faceva una gran violenza a farlo. Parlare con Jennifer alla fine poteva significare fare anche peggio, e non voleva che ciò accadesse. 

Quello che più la infastidiva era il modo in cui Dominic si era sempre comportato con Jennifer, sia per come ne parlava l’amica, sia per quello che lei stessa aveva visto con i suoi occhi. Indubbiamente era un tipo un po’ sopra le righe, ma con lei era stato sempre carino, gentile, premuroso, affettuoso: insomma, un concentrato delle migliori doti che un uomo possa tirare fuori con una donna.

La stava prendendo in giro, e nemmeno poco. Tutte quelle balle sul lavoro che lo impegnava, quelle foto delle Hawaii che Jennifer aveva voluto platealmente ignorare: se i suoi calcoli erano giusti, e lo erano, Dominic doveva essere andato a letto con l’amica di Ethan quella sera che aveva portato il gatto a Jennifer, si ricordava come se fossero passati nemmeno cinque minuti che al suo invito a cena lui aveva risposto no, che aveva dieci minuti e poi avrebbe dovuto correre ad un impegno di lavoro. Chissà quante volte era già successo che lui l’avesse ignorata o addirittura bidonata per scoparsi un’altra.

E quel cellulare che le aveva regalato, tutte le attenzioni che le aveva riservato per via di quell’incidente.  Tutto questo le faceva male, soprattutto perché saperlo per lei era inutile, si sentiva completamente impotente. Qualcosa però doveva pur farlo, non poteva rimanere con le mani in mano. Quella notte si addormentò tardissimo proprio nel tentativo di escogitare qualcosa, una cosa qualsiasi da fare per aprire gli occhi a Jennifer.

 

***

 

Era stato un pomeriggio impegnativo per Dominic: strano ma vero, gli pesava di più passare quattro ore in uno studio televisivo a registrare una stupida pubblicità, piuttosto che passare una giornata intera sul set di un film, probabilmente dipendeva dall’attrattiva e dall’interesse che il tipo di lavoro gli suscitava. Anche se Penny l’aveva accompagnato, non è che gli aveva potuto alleviare la cosa, anche se dell’impegno ce l’aveva messo. C’era un tipo che, mentre Dominic lavorava e lei stava lì a guardare, non aveva fatto che tampinarla. Dominic per ovvie ragioni non sentiva cosa si stessero dicendo, tuttavia immaginava perfettamente che tipo di conversazione fosse dalle loro espressioni: quella di lei era un tantino scocciata, era palese che gli stesse rispondendo a monosillabi e per educazione, lui invece continuava ad ammiccare e a sorridere. Ogni tanto, nei momenti di pausa, Dominic riusciva ad incrociare lo sguardo di Penny, che lo guardava esasperata, lui non riusciva a far altro che ridacchiare, almeno finché lei non aveva poco elegantemente alzato il suo dito medio in sua direzione e il tipo appiccicoso si era accorto. Non che Dominic avesse capito molto della situazione, non aveva potuto fare a meno di mettersi a ridere, ma era evidente che Penny aveva dovuto dare una spiegazione plausibile di quel gesto, che poteva essere rivolto anche al tipo appiccicoso.

Quando erano state quasi le sei del pomeriggio Dominic era riuscito a liberarsi. Nel suo camerino aveva scritto un messaggio di testo brevissimo a Jennifer dicendole che avrebbe fatto un po’ tardi, intanto stava bonariamente sfottendo Penny, che era entrata senza nemmeno bussare, come del resto faceva sempre, e aveva subito attaccato a parlargli male di quel tipo.

- Ma porca puttana, ma è mai possibile che certi proprio non capiscono quando devono togliersi dai coglioni?-

- Secondo me sei tu che non sai rimbalzare…-

Penny aveva riso. - Comunque, brutto pezzo di merda che non sei altro, ce l’ho anche con te che te la ridevi delle mie disgrazie, ma tanto mi sono vendicata!-

Dominic l’aveva guardata perplesso.

- Si hai capito bene… dato che il tipo non afferrava gli ho detto che dovevo fare una cosa, allora lui puoi immaginare che mi ha chiesto il numero prima di lasciarmi andare via, e indovina un po’ Penny il numero di chi gli ha dato?-

L’altro l’aveva guardata stupito:- No, dai, non l’hai fatto davvero?-

- Sì che l’ho fatto!-

- Ma che stronza!- l’aveva apostrofata Dominic ridacchiando. - Detto fatto, quando chiama gli do il tuo!-

- No, non lo farai!- gli aveva risposto di getto Penny, guardandolo mentre gli sorrideva.

- Se tu gli hai dato il mio io posso dargli il tuo… a meno che non mi convinci a non farlo.-

Penny aveva sbuffato mentre Dominic faceva una finta risatina sadica, accompagnando quella specie di bonario ricatto che le aveva fatto.

- Se proprio devo…- aveva detto in un tono che faceva quasi sembrare che l’eventualità di doverlo convincere le dispiaceva. Si era avvicinata a lui che stava in piedi appoggiato alla parete, appena era stata a due millimetri di distanza dal suo naso gli aveva messo entrambi le mani sulle natiche e l’aveva attirato contro di lei.

- Sono abbastanza convincente?- gli aveva chiesto guardandolo fissa.

Dopo quest’uscita si erano entrambi messi a ridere mentre Dominic le ricambiava il favore, dopo qualche secondo ancora non erano riusciti a smettere di ridere.

- Se ridi così però mi smonti…- si era lamentata Penny, che tuttavia non riusciva a smettere, praticamente come lui. - E poi non sarebbe nemmeno una cattiva idea.-  aveva aggiunto poi dandogli un bacio al quale Dominic aveva risposto.

- Diciamo che conta il pensiero e non darò il tuo numero al rompicoglioni,- aveva asserito Dominic cercando di sembrare serio, - ma stasera ho da fare, desolato di non poter mettere a tua completa disposizione il mio immenso charme.-

Penny aveva riso nuovamente e si era staccata da lui.

- Ma vaffanculo te e il tuo charme! Che fai stasera? Esci con la tipa del messaggio della buonanotte?-

- Sì, ma un nome ce l’ha, eh!-

Penny l’aveva guardato con un’espressione stupita sul volto:- Ma allora è una cosa seria se te la prendi così! Uhhhhhhh!- aveva detto sfottendolo.

- No, non è seria, ma questo non vuol dire che non abbia un nome! Si chiama Jennifer.-

- Va bene, allora esci con la famosa Jennifer… wow!- gli aveva risposto enfaticamente, sfottendolo.

- Esco con la famosa Jennifer e devo pure darmi una mossa perché sono in ritardo. Ma se hai bisogno di un passaggio te lo do, non c’è problema.-

Penny aveva scosso la testa. - Non ti preoccupare, chiedo a Henry.- gli aveva risposto quindi, riferendosi al suo assistente.

Si erano salutati poco dopo, nel parcheggio, prima che ognuno andasse per la sua strada.

 

 

***

 

Come aveva fatto anche quella mattina, Dominic aveva accostato in doppia fila davanti al suo ufficio e Jennifer, vedendolo arrivare, subito gli era andata incontro. Si erano appena scambiati un bacino ed era subito ripartito. Aveva riflettuto su quella faccenda per tutto il giorno, sul filo dei pensieri che gli erano venuti spontanei quella mattina dopo averla accompagnata in ufficio. Di fatto s’impose di non pensarci più: a che pro si doveva lambiccare sempre il cervello? Gli andava di passare del tempo con lei? Ottimo, avrebbe passato del tempo con lei senza stare a farsi troppe domande.

Tenendo gli occhi fissi alla strada, Dominic aveva fatto la sua proposta per la serata:- Allora, senti se ti piace l’idea. Adesso andiamo a casa tua dove tu, più velocemente che puoi, dai una quantità industriale di croccantini al gatto; poi usciamo nuovamente, andiamo a casa mia e facciamo il bagno, oggi ho fatto pulire la piscina! Poi con tutta calma ci ordiniamo una pizza. Che te ne pare?-

Jennifer gli aveva sorriso e aveva accettato con piacere, assicurandosi solo che l’acqua della piscina non fosse troppo alta, dato che lei non sapeva nuotare. Quindi erano andati a casa sua dove aveva dato la cena a Sploffy, si era cambiata e aveva fatto per cercare un costume da bagno, che tuttavia non riusciva a trovare. Non li usava spesso, anzi, molto di rado, proprio perché dato che non sapeva nuotare non è che le piacesse molto andare in spiaggia. Dominic l’aveva aspettata pazientemente nel soggiorno, per giunta in solitudine dato che Sploffy era totalmente immerso nella sua cena e l’aveva considerato decisamente poco, dopo qualche minuto era andato a vedere cosa stesse facendo e l’aveva trovata mentre era intenta a rovistare in un cassetto.

Vedendolo entrare con la coda dell’occhio, Jennifer si era giustificata:- Scusa, è che non riesco a trovare il pezzo di sopra!- gli aveva detto mostrandoli gli slip di un costume blu.

- Perché avevi intenzione di fare il bagno con il costume?- aveva risposto Dominic ridacchiando.

Jennifer aveva ridacchiato insieme a lui, fino a che finalmente il resto del costume non era venuto fuori ed erano usciti lasciando Sploffy solo a guardia della casa.

Erano stati per più di un’ora a fare il bagno, si erano divertiti insieme, erano usciti solo quando Jennifer aveva visto che le sue dita erano diventate simili a prugne secche. All’inizio si era un po’ lamentata per il fatto che in certi punti quella piscina non era affatto bassa, ma Dominic non aveva impiegato né troppo tempo, né troppe energie per farla sentire a suo agio.

Per un po’ erano rimasti seduti sul bordo a godersi il sole non troppo forte del tramonto, quando era calato quasi del tutto, Jennifer era entrata in casa dicendo che andava in bagno. Istintivamente si era diretta al piano superiore entrando nella stanza da letto di Dominic e dirigendosi nel suo bagno, che poi era l’unico che effettivamente conosceva di quella casa.

 

- Ma dove sei andata?- aveva chiesto Dominic a Jennifer pochi minuti dopo, sorridendole. Si era fermato davanti alle scale con il cordless in mano, si era ricordato che ancora non aveva chiesto a Jennifer come volesse la pizza ed era entrato in casa appunto per chiederglielo. L’aveva vista scendere le scale e non capiva dove fosse andata, per altro aveva una strana espressione sul viso, come se nel breve lasso di tempo in cui non erano stati insieme fosse cambiato qualcosa.

Lei aveva appena sorriso verso di lui, sforzandosi di farlo.- Sono andata in bagno.- aveva detto cercando di non tradire con il tono della voce che il suo umore era notevolmente cambiato.

- Ce n’è uno anche lì, non c’era bisogno che andassi al piano di sopra.- Dominic le aveva indicato il breve corridoio accanto alla cucina, sempre sorridendole.

- Ah, non lo sapevo…-

C’era stato un momento di silenzio durante il quale Dominic aveva continuato a fissarla cercando di comprendere a cosa fosse dovuto quel repentino cambiamento di umore. Jennifer sembrava quasi spaventata.

- Jenny che c’è?- le aveva chiesto subito Dominic che aveva chiaramente percepito che ci dovesse essere qualcosa che non andava dato anche il suo tono, specialmente quello che aveva usato per dire quell’ultima cosa. Lì per lì avrebbe fatto anche finta di niente, ma in quel momento la sensazione di disagio che lei gli stava trasmettendo era stata molto forte

Jennifer era arrivata in fondo alle scale e aveva cercato di sorridergli in modo rassicurante. Quando era stata vicino a lui aveva appoggiato la testa contro la sua spalla e le braccia intorno alla vita, lui l’aveva assecondata mettendole una mano sulla testa e l’altro braccio attorno alle spalle.

- Va tutto bene?- le chiese nuovamente.

Jennifer aveva alzato la testa e l’aveva guardato sorridendogli. - Sì, va tutto bene. Mi andava solo di abbracciarti. E poi mi è venuto un po’ di freddo, ti vorrei ricordare che porto solo un costume da bagno e per giunta è bagnato!-

Dominic aveva sorriso e l’aveva stretta un po’ di più, quasi che volesse riscaldarla, anche se lui stava più o meno nelle sue stesse condizioni.

In quell’abbraccio si era sentita protetta e con tutte le sue forze nella sua testa aveva preso a ripetersi che si stava sbagliando, che si era sbagliata, che aveva visto male. Eppure no, non aveva visto male. Ma non poteva essere o, meglio, Jennifer si rifiutava di accettare la cosa.

Era impossibile che si fosse verificata una cosa del genere, decisamente: era assurdo che solo le potessero venire in mente certe idee. Era semplicemente inconcepibile che le venissero certi dubbi su un uomo che si comportava così con lei, che la faceva sempre sentire speciale, qualsiasi cosa facesse.

Sapeva che non era carino curiosare tra le cose degli altri, in verità non l’aveva fatto nemmeno di proposito. Come la volta precedente che aveva compiuto quei gesti, aveva aperto il mobiletto che stava accanto allo specchio del bagno attiguo alla stanza da letto di Dominic, solo per cercare un bastoncino per aggiustarsi il trucco; tuttavia non aveva potuto fare a meno che la sua attenzione fosse catturata dalla scatola di preservativi che, l’ultima volta che era stata là, era ancora sigillata, mentre invece adesso era aperta.

Erano più o meno due settimane che aveva colto quel particolare, se ne ricordava bene perché l’aveva notato proprio quella mattina in cui aveva detto a Dominic che voleva cominciare a prendere la pillola. Aveva visto quella scatola ancora avvolta nella plastica e aveva detto tra sé e sé che molto probabilmente così sarebbe rimasta. Invece era aperta.

La sua mano si era allungata senza nemmeno che lei se ne rendesse conto, aveva tenuto fra le mani quella maledetta scatola per pochi secondi, guardandola impaurita, poi aveva guardato dentro. Da dodici che avrebbero dovuto essere ne rimanevano solo la metà. Aveva ricontato per esserne certa, il risultato non era cambiato. Istintivamente si era portata una mano alla bocca, frettolosamente poi l’aveva rimessa a posto e aveva richiuso il mobiletto di scatto.

Si era guardata allo specchio e si era vista spaventata e debole, improvvisamente era come se avesse fatto un passo indietro alla sua precedente relazione, una sensazione che, lo aveva promesso solennemente a se stessa, non avrebbe dovuto provare mai più. Mi sto sbagliando, ricordo male sicuramente, pensò immediatamente. Se mancavano tutti quei condom evidentemente c’era una spiegazione plausibile: Dominic poteva averli buttati lasciandosi solo quelli per sicurezza, poteva averli dati a qualcun altro, oppure lei si era sbagliata, e Jennifer era più che convinta che fosse così, doveva aver visto male lei.

Quello che c’era di certo è che con lei non li aveva usati.

Quando si era decisa ad uscire dal bagno, arrivata in cima alle scale, si era trovata davanti Dominic che le sorrideva, a sua insaputa in modo che Jennifer, nello stato d’animo in cui era, trovò rassicurante.

Doveva essersi sbagliata, era sicuramente così. Aveva sentito un bisogno fortissimo di essere tranquillizzata, mentre rispondeva come un automa alle sue domande, sforzandosi di sorridere per non mostrare che in quel momento si sentiva come se la terra sotto di lei avesse cominciato a vibrare, aveva sceso le scale e si era fatta abbracciare.

Si era sbagliata, aveva visto male. Doveva essere così, doveva per forza.

Sentiva che quella volta non sarebbe stata poi molto diversa dalle altre: avrebbero cenato, passato una serata piacevole insieme, avrebbero fatto l’amore e lei si sarebbe sentita benissimo.

Il resto aveva poca importanza, perché era solo suggestione della sua mente.

   
 
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