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Autore: Evilcassy    22/06/2013    6 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:Winter

 

·       PART 7: Holdin

 

·       Chapt 19: Blaze of Glory

 

“I have always told you some version of the truth."

 

"VERME INFAME!" Malekith è riuscito a piegare il braccio per estrarre la lama dalla schiena e la stringe nel Gauntlet facendo sfrigolare e sciogliere il metallo, gli occhi due braci azzurre ed un rivolo di sangue nero a colargli lungo il mento annerito e raggrinzito. "ALLE SPALLE, COME IL CODARDO QUALE SEI!" Loki non lo lascia continuare, muove il braccio e fende l’aria con una falce di ghiaccio diretta al palmo del Gauntlet. "Non mi pare di combattere contro il più onesto degli avversari" Scatta di lato, scarta un colpo, scinde il suo corpo in molteplici copie a circondare il nemico e ne deride il disorientamento. "E d'altronde, da me che ti potevi aspettare?" un paio di copie si lanciano su Malekith. Un movimento fluido della sciabola e cadono sul ponte tagliate a metà per svanire in un'ombra di fumo, senza che le altre copie smettano di schernirlo. Più Malekith li colpisce e più ridono, prima di scomparire.

Poi il Re di Svartalfheim incrocia la lama con il vero Loki, occhi negli occhi. Ed iniziano a combattere.

 

Thor si è rialzato in piedi e ha ripreso a respirare senza troppa fatica. Alza la mano a richiamare il Mjolnir senza distogliere lo sguardo dallo scontro tra Malekith e suo fratello.

Non si sottrae allo scontro diretto,  eppure cerca di risolverlo con pochi colpi: Schiva, muta la sua forma, si teletrasporta, punzecchia l’avversario costringendolo ad usare il Gauntlet.

Sta giocando d'astuzia, ma questo non rende lo scontro meno degno.

Non è il passo suicida con cui è andato incontro a Thanos. Quella si sta svelando alla vista di Thor è l’arte della magia piegata alla battaglia, senza nessuna mancanza di convinzione o motivazione.

Sentendosi orgoglioso di suo fratello come non mai, Thor stringe il Mjolnir in mano ma non lo usa: la sua vita è stata costellata dal trionfo, ora è giusto che Loki abbia la propria.

 

 

"TROLL, ALLA TUA DESTRA!" Steve non fa in tempo a spostarsi che viene caricato e lanciato per aria da un gigantesco Jotun che lo afferra per una gamba ed inizia a rotearlo, usandolo come clava per abbattere IronMan, lanciatosi in picchiata in suo soccorso. I due rotolano per terra fermandosi solo al limitare della scogliera, semisvenuti e avvinghiati. A pochi metri Hogun infilza un paio di avversari e poi si concede uno sguardo perplesso nella loro direzione.

"Saluta la nostra reputazione, Capitano" Sospira Tony, mentre Steve si puntella sui gomiti per alzarsi faticosamente: "Ho il vomito" annuncia ad un palmo di naso dalla faccia dell'altro.

IronMan riabbassa in fretta la visiera dell'elmo: "Tu sì che sai come mantenere l’atmosfera, eh?”

"Hey, voi due, devo trovarvi un lubrificante o tornate a combattere?" chiede Barton all'auricolare.

Steve piega la testa di lato: non ha capito.

 

 

"NOOO!" Thor è intervenuto nel momento in cui Loki sembrava più in difficoltà, quando la lama di Malekith gli era passata talmente vicina da aprirgli una riga scarlatta sul petto. Il movimento del Re di Svartalfheim è stato talmente veloce che non è riuscito ad anticiparlo: Si trova ancorato alla plancia del timone con la spalla trafitta ed immobilizzata dalla sciabola, e suo fratello dalla parte opposta, ostaggio sospeso a mezz'aria; sul dorso del Gauntlet brilla di nuovo la Gemma del Tempo.

"IDIOTA!" Ringhia Loki, i muscoli tesi nell'inutile sforzo di muoversi. "Devi sempre metterti in mezzo, eh? Devi sempre avere la tua larga fetta di gloria! Ce la stavo facendo da solo, STUPIDA TESTA VUOTA!"

Chiede perdono, più e più volte, mentre richiama a sé il Mjolnir caduto. Malekith gli sconsiglia di tentare un'ulteriore mossa: "Di te mi occuperò dopo. Riprenderemo dal punto in cui il tuo fratellino ci aveva interrotto" Torna a fissare Loki, lo fa avvicinare con un movimento della deita e gli stringe la gola nel Gauntlet: "Il tuo fratellino che oggi ha mire indiscutibilmente eroiche" schiocca le labbra e le piega in un sorriso sadico: anche la Gemma dell'Anima si è messa a brillare, il viso di Loki si sta scolorendo ed il corpo è percorso da un fremito: "Più o meno le stesse del giorno in cui ci siamo conosciuti" aggiunge.

"Taci..." il sibilo di Loki è quasi un gemito strozzato. Evita lo sguardo di Thor, di secondo in secondo sempre più consapevole, sempre più rabbuiato, sempre più addolorato.

"Perché lo sai, Thor, che noi ci conoscevamo già da tempo? Oh. Non gliel'avevi detto, Loki Laufeyson, che avevamo un accordo? Lui mi avrebbe fatto avere il Gauntlet - completo, ma tant'è - ed io avrei attaccato Asgard, ucciso te e tuo padre e dato a lui la possibilità di un gesto eroico per salvare il Regno e venire acclamato Re e Salvatore e portato in tripudio dalla folla”.

Thor stringe le dita attorno al Mjolnir. "È così? È la verità Loki?"

Lo vede ansimare nella stretta dell'Elfo Oscuro, e poi abbozzare un sorriso freddo e sostenere di non sapere: "Qualunque sia la mia risposta, Thor, temo che non potresti crederci. Non è così? Che io tenti di discolparmi o affermi di aver attentato nuovamente al trono, quale sarebbe la differenza?"

"Cerchi di sviarmi con parole ambigue ma non cadrò di nuovo nei tuoi tranelli. Non questa volta".

Lo sguardo verde resta fisso sul suo: "Spesso ci sono riuscito" continua "ma alla fine mi hai sempre scoperto. O io ho deciso di porre fine al gioco e palesarmi".

"IL TUO GIOCO SCONSIDERATO HA UCCISO NOSTRA MADRE!" Ruggisce Thor.

"Sì... la Regina Frigga... un delizioso fuori programma della mia sposa..."

Loki inizia a ridere, tra le due righe umide che gli solcano le guance. Ride talmente forte da sorprendere Malekith facendogli  perdere la concentrazione: "La tua sposa?" Le Gemme smettono di brillare per la breve frazione di un istante e la mano di Loki scatta sul suo polso. Poi l'alone dorato e quello smeraldo riprendono a pulsare immobilizzandolo di nuovo. Eppure non accenna a smettere di ridere: "La tua sposa, davvero?" Gli occhi verdi ora brillano, infossati sempre di più nel pallore spettrale del volto: "Spiacente di informarti della tua vedovanza."

"TU MENTI!"

"E allora dov'è ora?" La stretta aumenta: "Ho vendicato mia madre bagnandone la tomba con il sangue della tua sposa. E la mia donna, che ha cercato di uccidere, le ha staccato quel bel collo sottile con un solo colpo d'ascia."

Quando il ringhio di Malekith diventa un urlo feroce solo l'alone verde circonda il Gauntlet. Loki boccheggia, sgrana gli occhi, contrae il torso in uno spasmo crudele.

Thor non riesce a sopportarlo: sfila la sciabola dalla spalla stringendo i denti in un ringhio di dolore, richiama il Mjolnir e quando lo stringe tra le dita si lancia su Malekith sfidando l’energia nera che emana per padroneggiare il Gauntlet.

Malekith si volta per fronteggiarlo, ma deve allentare la presa sul prigioniero. È quello che Loki stava aspettando: si piega sulle ginocchia, afferra il braccio con entrambe le mani e lo tende verso il basso trovando gli occhi di Thor in un muto, implorante segnale.

Il Mjolnir cala con tutta forza sul braccio dell'Oscuro.

 

Quando Loki libera il Gauntlet dalla mano incastrata al suo interno, Malekith sta ancora urlando, aggrappato al moncherino sanguinante pece. Fissa Thor che tiene il Re di Svarlafheim sotto tiro con il Mjolnir con gli occhi scavati e le labbra ancora pallide: "Dallo Odino, dallo a Padre" geme porgendogli il Gauntlet "Ha anche le altre due gemme: Può spazzare via le armate nemiche con un solo gesto: Saprà come fare. Digli che, se è suo desiderio e può permettersi di avere ancora un briciolo di fiducia nei miei confronti, lo aiuterò ad usarlo per ricostruire il Bifrost". Thor prende il Gauntlet, lo soppesa e lo studia con lo sguardo, poi torna a fissare severamente Loki che deglutisce faticosamente "Non volevo tutto questo. Volevo solo …" Si massaggia la gola nervosamente, da come muove le labbra sembra avere la bocca secca: "Volevo solamente vincere. Solo una volta. Provare l'effetto della gloria sulla mia stessa pelle. L'ho sempre vista riflessa nei tuoi occhi, e ne son sempre stato solo accecato. Volevo essere io ad abbagliare tutti quanti, per una volta: ma a me non basta muovere il Mjolnir per vedere a terra i miei nemici. Rammenti cosa disse Padre quando te lo donò? Che una simile arma non era adatta a me, e tu mi deridesti facendomi notare che un tuo polso è grande quanto un mio braccio".

"E per la tua gloria personale avresti immolato tutta Asgard?"

"L'Avo di Malekith non ha sconfitto il Padre di Odino quando era giovane ed in forze e perfettamente in grado di maneggiare le Gemme. Come avrebbe potuto questo zotico" indica il nemico contorcersi dal dolore "riuscirci, con il Padre degli Dei e te come avversari? Ma avrei partecipato. Mi sarei distinto in battaglia, avrei strappato il Gauntlet dalla sua mano e l'avrei usato io stesso. Avrei vinto io, capisci? L'avrei sconfitto e avrei vinto per una volta, e avrei goduto i frutti del mio lavoro. Non come per il mio sciocco sacrificio su Midgard."

"Fu un sacrificio onorevole"

"Inutile: persi. Persi allora e perdo oggi" Getta uno sguardo al di là del ponte, tra il fumo della battaglia sottostante.

"E allora perché ora lo dai a me?"

La sua risposta è una piccola risata triste: "Perché a me la luce della gloria proprio non si addice". Si guardano a lungo, prima che un gemito rabbioso e prolungato sottolinei l'alzarsi di Malekith; Loki gli rivolge uno sguardo seccato: "E' ancora vivo" constata con aria stanca.

Il volto sfigurato dell'Oscuro è contratto dalla furia e dal dolore: recupera la sciabola e dichiara di non essere ancora finito.

Senza concedergli uno sguardo, Thor raccomanda a Loki di prestare attenzione: "Può essere ancora pericoloso, non sottovalutarlo".

"Come?"

"Vuoi la gloria? A te il nemico da combattere con le tue forze" Raccoglie l'elmo che è rotolato sino ai suoi piedi e glielo porge. Loki lo prende tra le dita senza smettere di fissarlo sorpreso. "E' la tua ultima possibilità. Fallisci questa volta, tradisci questa volta, ed io ti ucciderò".

Quando Loki si infila l'elmo, il suo sguardo perde lo sgomento e ritrova la determinazione e tra le dita si forma una cuspide di ghiaccio: "Questa volta, non tradirò."

Thor volta le spalle per andarsene mentre Malekith si lancia contro suo fratello.

 

La Gemma dello Spazio e la Gemma del Potere ritrovano da sole il loro spazio nel Gauntlet. Ad Odino non serve neppure impugnare Gungnir: un solo, fluido gesto della mano ed è come se i nemici superstiti si sfaldassero, bruciandosi in una veloce agonia e riempiendo l'aria di cenere.

Poi il pugno di Odino si chiude, e gli orli fumosi dei portali si rimarginano

 

Nei film, quando finisce una battaglia, il silenzio è riempito dalle epiche note degli ottoni della colonna sonora e dalle grida di giubilo dei guerrieri superstiti.

Nelle battaglie reali, invece, il secondo di silenzio viene subito rotto dai gemiti dei feriti e chi è in piedi spesso è talmente sfinito da cadere a terra a peso morto senza avere più la forza nemmeno di esultare.

Capita così anche questa volta. Appena capisco che è finita, mi accascio a sedere per terra. Accanto a me, dopo un breve urlo di giubilo con la lama alzata a brillare nel sole che fende le tenebre, Sif fa lo stesso. I capelli corti le sono attaccati alla fronte; beh, neppure io devo essere messa meglio. Si terge il sudore dalla bocca con una mano lercia, sputa per terra e poi sfila dall'armatura una fiaschetta di cuoio e la stappa con i denti. Fa per berla, ma si ferma e con un sorriso conciliante me la offre. Domando se sia alcolica: "La migliore acquavite dei sette regni" mi assicura.

Ringrazio, me la vuoto direttamente in gola: "Brucia come l'Inferno" esclamo restituendole la fiaschetta e strappandole un mezzo sorrisetto  mentre se la porta alle labbra.

Non ne esce neppure una goccia.

Mi incenerisce con lo sguardo.

Temo che la nostra tregua sia già finita.

 

Tradirai. E neppure tra troppo tempo. È la tua natura, la perpetua cancrena della tua anima.” Malekith sputa un fiotto di sangue, trafitto dalla sua stessa sciabola: Loki è stato abile e veloce, ha avuto una buona occasione per disarmarlo e colpirlo e non se l’è fatta scappare. Sovrasta l’Oscuro affondando la lama sino all’elsa, il fetore del nemico nelle narici da tanto gli è vicino: “Il mio corpo è maledetto, me lo leggi in viso, mezzo gigante. Ma la tua anima marcisce dentro di te, e ti infetterà la vita per sempre.”

Tossisce, tossisce di nuovo e uno schizzo di sangue ora brucia sulla guancia di Loki. Sfila la sciabola e colpisce il collo: la testa del Sovrano Oscuro di Svartalfheim rotola sul ponte inclinato, supera con un balzo la paratia e cade giù.

E per un attimo, un solo attimo, Loki si sente leggero.

 

“Fate largo, fate largo!”

È un mormorio che cresce tra la folla e cattura subito la mia attenzione. Finisco di stringere il laccio attorno alla gamba di Clint per fermare l’emorragia e mi alzo. Tra i soldati che si aprono in due schiere vedo passare Loki con gli occhi piantati a terra e Thor che regge per la treccia bianca la testa di Malekith: la alza in segno di vittoria ed i guerrieri esultano, e per un attimo le loro voci coprono il lamento dei feriti – meglio così, viste le bestemmie che lancia Clint.

Poi Thor appoggia la mano sulla spalla di Loki e lo incoraggia – anzi, no, lo spinge – verso Odino e  quando intercetto il suo sguardo stanco e triste e capisco con un tuffo al cuore che è a conoscenza di tutto.

“Sei stato tu ad uccidere il nemico, figlio mio?” Loki annuisce senza vigore “Di ciò il popolo di Asgard te ne è grato”.

“Padre!” esclama Thor, e la sua voce decisa smorza gli entusiasmi dei soldati.

Vedo Loki strizzare gli occhi e trattenere una smorfia, mordendosi le labbra pallide. Sembra stia cercando di articolare qualche parola, forse anticipare Thor e tentare un’arringa in sua difesa. Istintivamente muovo un passo nella sua direzione, ma una mano mi afferra la caviglia e mi trattiene: Abbasso lo sguardo su Natasha che scuote piano la testa., china a terra a sostenere la testa di Clint,

“Non posso lasciarlo solo” mormoro.

“Non puoi neppure fare l’Avvocato del Diavolo, al momento. Aspetta”.

 

Loki ha lo sguardo di suo fratello sulla schiena e dall’espressione capisco si senta morire: è talmente pallido da sembrare esangue.

 “Domandava di esserti di aiuto per la ricostruzione del Bifrost” afferma Thor.

“Puoi, davvero?”

“Che resti nella tua mano, Padre" si raccomanda facendosi avanti e fermando prontamente la mano del Re che sfilava il Gauntlet.

“Perché questa diffidenza?” L’occhio di Odino studia lo sguardo del figlio a lungo, prima di leggere la risposta che mai avrebbe voluto comprendere. Poi fissa Loki, atterrito, e lo chiama ad avvicinarsi: “Vieni qui. Mostrami il modo di ricostruire il Bifrost.”

 

Loki Laufeyson”.

Con voce atona rimarca il patronimico come nella prima udienza cui ho assistito. Ma quella volta Odino era sul suo trono dorato, sulla scalinata a simboleggiare la magnificenza e l'orgoglio arrogante di Asgard, e guardava il prigioniero in ceppi in ginocchio.

Ora è nel fango della battaglia appena terminata, l’occhio stanco alla stessa altezza di quelli assenti e rassegnati di Loki: “Figlio mio adottivo” Sorpreso da quelle parole, Loki stringe il labbro inferiore più forte tra i denti mentre attende la sentenza: “Traditore della tua stirpe e di quella che ti ha accolto. Hai disperso e recuperato le Gemme del Gauntlet. Invitato il nemico in questo Regno per poi ucciderlo. Tessitore Inganni, tranelli ed agguati per entrambe le fazioni. Eppure eroe di Asgard e giustiziere dell’Oscuro. Come puoi essere tutto questo in un’unica persona?”

E per la prima volta leggo lo smarrimento più completo nei suoi lucidi occhi verdi, e la sua risposta mi sembra la più sincera che gli sia mai sfuggita dalle labbra: “Non lo so”.

“Non posso non punirti per ciò che hai causato. Eppure non posso negare che questo sarebbe comunque accaduto” Odino sospira e pianta la lancia a terra. Poi si sfila il Gauntlet dandolo a Thor per massaggiarsi i polsi e le braccia dolenti: “Ci hai fatto pagare per la nostra cupidigia, per la nostra ingordigia e la nostra ipocrisia. Ma dubito che questo fosse il tuo reale intento. Non ci volevi punire, volevi solo elevare te stesso”.

“Nessuno può elevarsi al di sopra del Padre degli Dei!” esclama un soldato al mio fianco. Gli rifilo una gomitata alle costole che lo fa piegare in due e cadere a terra rantolando e gli rifilo un calcio in aggiuntiva.

“Quale punizione potrà mai essere adatta alla tua condotta?”

“Forse una l’ha già avuta” interviene Thor: “Madre è morta per causa sua, dubito che questo non gli causi rimorso. Sarebbe un mostro se così non fosse"

“Lo sono comunque”.

“Sì. Lo sei diventato, però: Io non ho salvato che un neonato innocente" afferma Odino "Ho cercato di essere un padre saggio, ho sbagliato e con entrambi, eppure sono qui. Nonostante i miei errori, nonostante gli orrori che ho creato – non mi nascondo più dietro atti di glorioso eroismo guerriero – sono ancora sulle mie gambe. Colei che non ha errato, con voi due, non cammina più su questa terra.”

C’è una lacrima che sfugge alle ciglia di Loki nonostante i suoi sforzi: riga la guancia sporca lasciando un solco: “L'esilio” sussurra.

“Cosa?”

“Esiliami, Padre. Non dovrai più temere i miei tradimenti né i miei inganni. Non sono mai appartenuto a questo popolo, non ha senso che continui a vivere tra le tue prigioni. Continuerei a tramare per evadere, e ci riuscirei. Non è questa la mia casa, forse non la è mai stata. Di sicuro non la è più".

Odino soppesa le parole di Loki abbassando lo sguardo ed annuisce. “E sia. Heimdall! Apri il Bifrost. Mio figlio ha deciso di percorrere il suo sentiero.”

 

Mentre Loki si volta e cammina claudicante verso il ponte strattono la gamba dalla presa di Natasha. Mi faccio largo tra la folla, quasi spintono via di peso Thor e raggiungo il suo fianco. Prendo il suo braccio e me lo passo attorno alle spalle, lui mi fissa completamente spiazzato: “Se devi iniziare un esilio, tanto vale che tu lo faccia con la sottoscritta. Non andrai tanto lontano in queste condizioni”.

“È una presa di posizione abbastanza netta, Addison. Non puoi, tu hai…

“Ciò che ho, al momento, è un metro di capelli in meno, un trombanemico sulla spalla e svariati traumi e contusioni”.

Camminiamo tra due ali di soldati che ci fissano ammutoliti. Passo accanto all’Hulk che ci fissa grattandosi la testa mentre Captain America gli accarezza la schiena sussurrando parole rassicuranti per calmarlo. Stark si è tolto l’elmo e mi fissa con le labbra schiuse, poi si volta verso Barton a terra e gli chiede i cinquanta dollari della scommessa, ricevendo un invito ad andarsene a quel paese.

C'è un messo sorriso, sul volto sporco di Natasha, mentre mi accompagna con lo sguardo.

Anch'io le sorrido di romando

Forse non ci sarà bisogno di sforzarsi a spiegare, a richiedere la loro fiducia di nuovo.

Mi conoscono, ormai. 

Mentre varchiamo il portale, Loki trova la mia mano, intreccia le dita e stringe forte: "Grazie" sussurra.

 

 

Ed è andata!

Siamo alle battute finali, halleluya! Questo è il penultimo capitolo: pubblicherò l’ultimo a metà settimana e l’epilogo il 1° Luglio, il giorno del mio compleanno!

Finalmente Malekith è morto, eppure Loki non può trovare pace – non potrà mai trovarla, in fondo. Diciamo che ho cercato un finale agrodolce, spero di esserci riuscita.

Io comunque non so davvero da che parte ringraziarvi, e non solo per l’affetto con cui coccolate questa storia, ma anche per ‘sopportare’ i miei scleri quotidiani su FB. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE.

Adie vi vuole bene e vi offre i suoi marshmallows annegati nella Vodka di Nat.

GRAZIE.

Vi lascio il mio AKS, è da un po’ che non lo sponsorizzavo: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos nel caso qualcuno abbia qualche domanda da fare.

 

Grazie di nuovo e alla prossima, se vorrete.

EC

 

PS:  Titolo tratto da ‘Blaze of Glory’ di Bon Jovi, citazione iniziale da “Tutto può succedere –Something’s gotta Give” ed è una battuta di Jack Nicholson.

 

   
 
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