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Autore: I am in love with a train    22/06/2013    0 recensioni
Storia ambientata nel periodo in cui i my chemical romance hanno aperto alcune delle date dell'american idiot tour dei green day... e niente, spero solo che vi divertiate a leggerla tanto quanto mi sono divertita io a scriverla :3
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Ancora mezz’ora e tocca a voi!- a quell’affermazione Billie sbiancò. Non poteva mancare così poco! E lui doveva ancora decidere cosa mettersi! Per non parlare poi degli altri! Dov’è che erano?
-E dov’è la mia Blueee??-
-Don’t worry, little Joe! Ecco qui la tua chitarra!- Mike fece il suo ingresso nel camerino del moro tenendo alta la Stratocaster surf green come fosse un trofeo, che era stata abbandonata in mezzo al corridoio.
-Tesoroo!!! Ti adoro!- velocemente strappò dalle mani del bassista la sua chitarra e iniziò a cullarla dolcemente.
-Oh beh, non ho fatto nulla di speciale-
-Non  te, io stavo parlando alla mia Blue!- puntualizzò scocciato Billie.
-Ah…-
Attimi di angosciante silenzio passarono tra i due, finché Tré non irruppe nella stanza agitando alte le sue bacchette.
-Avete sentito che bravi?? Woooh, non pensavo!!-
-Di cosa stai parlando??- Mike gli si avvicinò e gli bloccò le braccia, riportandogliele lungo i fianchi (e così eliminando ogni possibilità che facesse del male a qualcuno tentando di placare l’adrenalina in circolo).
-I My Chemical Romance! Stanno suonando e… wow! Sono bravi!-
-Beh, mica li ho scelti per niente…- gongolò Billie tutto contento.
-Ma se fino a ieri non li potevi vedere…- puntualizzò Cool.
-Uhm, sì… ma si può sempre cambiare opinione, no?-
Il batterista gli rispose con un mugugno, troppo concentrato a scandire un ritmo sconosciuto in aria con le sue bacchette.
-Ora fuori, devo finire di prepararmi- e con questo Billie Joe congedò i suoi colleghi.
 
Il crescendo iniziale di Also sprach Zarathustra, colonna sonora di “2001:Odissea nello spazio”, si diffuse nell’aria, segno che presto la band sarebbe salita sul palco e avrebbe dato inizio al concerto.
La folla, già carica, era in delirio quando vide i tre apparire e posizionarsi ognuno al proprio posto, Tré dietro la sua batteria, Billie al centro del palco e Mike alla sua sinistra; dagli amplificatori da centinaia di watt uscirono i primi accordi di American Idiot, facendo impazzire i fan che tentarono un pogo disperato sotto gli occhi dei loro idoli.
-Eccoci, Miami!! Benvenuti all’American Idiot tour! Ora suoneremo una canzone intitolata Jesus of Suburbia-
 
Il concerto proseguì senza intoppi, tra urla, risate e un numero esagerato di “Heeey ooh!” da parte di Billie Joe per incitare in pubblico.
Però ora che era finito, l’adrenalina iniziava a scemare, lasciando il posto a tanta, tanta stanchezza.
-Ehi… bello show- la testa di un Gerard molto intimidito fece capolino oltre la soglia del camerino di Tré Cool, dove si erano radunati i Green Day.
Tutti i presenti si voltarono perplessi, poiché non si sarebbero aspettati l’arrivo di un qualsiasi genere di essere vivente, in particolar modo del cantante dei My Chemical Romance.
-G-grazie… entra se vuoi, non stare lì- Billie Joe lo fissò con un espressione a metà tra il curioso e il divertito, mentre lo vedeva avanzare nella stanza a testa bassa; che si fosse pentito di qualcosa?
-Ehm, Billie io- -
-Sono qui i nostri ragazzi??- Ray, tutto gasato e con mille bottiglie di birra e Coca-Cola tra le mani, andò spedito verso il tavolino in mezzo al camerino, dove poggiò tutto per poi voltarsi e fissare sconvolto tutti.
-Ehi, che sono quelle facce da funerale?? Pensavo foste appena scesi da un palco voi!!- in quel momento si sentirono urla e grida provenire dal corridoio, preannunciando l’arrivo di altre persone; e infatti, tempo qualche secondo, svoltarono l’angolo gli altri tre: Mikey con uno sguardo alla “non è colpa mia”, e Frank che si agitava sulla schiena di Bob imitando un frustino con il braccio.
-S-scusate io non- -
-Mikey, non siamo in chiesa, fanno bene quei due a far casino- lo interruppe Tré indicando il chitarrista e il batterista appena arrivati, il quale primo dei due si stava arrampicando sulla schiena dell’amico nel tentativo di mettersi a cavalcioni sulle sue spalle.
-M-mi stai facendo male, Frank!-
-Zitto e abbassati un po’!- questo si puntò con le mani sulla testa di Bob e tirò su una gamba, facendola poggiare sulla prima spalla e mancando per poco il viso dell’altro con un piede, che riuscì a schivarlo; nello spostarsi, però, perse l’equilibrio, cadendo rovinosamente a terra con ancora il chitarrista mezzo incastrato sotto le sue ascelle.
-Così impari!- dopo lo sconvolgimento iniziale, delle risa si diffusero nella stanza; tutti ridevano, tranne Gerard. Lui non era lì per festeggiare, o meglio, magari quello sarebbe venuto dopo: ora voleva parlare.
-E-ehm, scusate… posso-posso rubarvi un attimo Billie?- tutti si voltarono verso il diretto interessato, chiedendo spiegazioni con lo sguardo; questo, non sapendo che dire, alzò le spalle e si diresse fuori dal camerino assieme a Gerard.
Non appena si richiusero la porta alle spalle, furono sicuri di poter discutere tranquillamente; il primo ad aprir bocca fu Billie.
-Allora? Di cosa vuoi parlare? Sempre che tu abbia intenzione di parlare… sappi che se hai voglia di stuprarmi me ne torno dentro- sdrammatizzò, per allentare la tensione.
L’altro ridacchiò un po’, e poi se ne uscì con un: -No, voglio parlare… sai, sono stato un vero stupido-
-Riguardo che cosa?-
-Tutta questa storia, non mi sarei dovuto comportare così con te- ammise serio.
-Ma figurati, non ti preoc- -
-No, fammi finire- fece una breve pausa, come a assicurarsi che avesse capito, e riprese il suo discorso.
-Non è da me giudicare le persone al primo incontro, basarmi su quello che vedo e basta. O meglio da ciò che ho voluto vedere. Perché, sì, quello che ho detto o anche solo pensato su di  te non era ciò che credevo realmente… diciamo che ho deciso che doveva esser così e stop. Ma… mi dispiace. Non avrei dovuto. Mi-mi sono comportato da ragazzino, mi sento.. mi sento un idiota- concluse con uno sbuffo.
-Ehi, anch’io ho esagerato. Siamo entrambi idioti. Idioti Americani. E, non so te, ma io non voglio essere ciò- disse sorridendo e poggiandogli una mano sulla spalla.
-Già. Ehi ma…- Gerard di colpo si bloccò, pensieroso.
-Cosa?- Billie si staccò preoccupato, pensando di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
-Ma quella non era mica una vostra canzone? Don’t wanna be an american idiot…- canticchiò con un sorriso beffardo.
-Vedo che conosci la buona musica, amico!- il più piccolo gli passò un braccio intorno alle spalle e riaprì la porta del camerino, dove trovò tutti accucciati intenti ad ascoltare ciò che si dicevano.
Un certo imbarazzo calò su tutti, ma il buon vecchio Tré trovò comunque il modo di rompere il silenzio: si alzò in piedi e continuò la canzone che aveva poco prima iniziato Gerard.
-Don’t want a nation under the new media!-
-Ehy, can you hear the sound of hysteria?- si aggiunse allora Ray.
-The subliminal mind fuck America!- 







Eccoci arrivati alla fine! :D Ok, devo dire che la conclusione mi fa un po' pena ç.ç però vabbé, fatemi sapere vuoi cosa ne pensate, perchè l'opinione che conta è la vostra, no? :3 Insomma, non ho tanto da dire, se non che forse un po' mi dispiace che sia finita così velocemente... ma non importa u.u e poi, sappiate che presto tornerò con una nuova storia... ambientata... beh, non lo dico senno rovino la sorpresa u.u posso dire che sarà un'altra crossover :3 (non chiedetemi il perchè di tutte queste crossover o.o). Insomma, non mi farò mancare molto da voi (???). La vostra peggiore nemica presto ritornerà a torturarvi u.u
Bye! :D
  
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