SETTE MINUTI IN PARADISO
Monaco si passò il capello fra le dita fino a sentire qualcosa di duro e liscio. Lo afferrò e scoprì che era una conchiglia. Uno sconosciuto si avvicinò a lei e la prese per mano. "Ciao, sono Seborga". Un sorriso dolce gli attraversò il viso.
"Oh man, un altro italiano. Ogni volta che vi avvicinate succede sempre qualcosa di brutto. Si può cambiare compagno?" America sembrava tutt'altro che entusiasta di lasciarla con lui nel ripostiglio.
"Non so di cosa tu stia parlando, ma non ho certo intenzione di sprecare a litigare tutto il tempo che mi hanno dato con questa bella ragazza." Seborga le strinse dolcemente la mano e la portò nel ripostiglio.
"Ok, Dude, ma cercate almeno di rimanere vestiti..." America chiuse a malincuore la porta dello sgabuzzino e immediatamente Seborga si voltò a guardare Monaco, un sorriso che gli illuminava il volto, come mai lei aveva visto in vita sua.
"Bene, ora che siamo soli che dobbiamo fare?" Si avvicinò alla ragazza fino a quando i loro visi si sfiorarono.
Poi si ritrasse un po', imbarazzzato. "A-aspetta..io però ti conosco appena, non pensi che dovremmo prima un po' parlare o qualcosa del genere?" Si riavvicinò a Monaco, riempiendo il divario che aveva appena creato.
"No, abbiamo solo sette minuti e non voglio sprecarli parlando. Ma se vuoi conoscermi meglio potresti accompagnarmi a casa, più tardi. Non mi dispiacerebbe affatto, sai?" Sorrise. Senza chiederlo, lui la strinse forte a se, gettandole le braccia dietro al collo e affondando il viso nei suoi capelli biondi. Il viso di Monaco sembrava scoppiare da tanto che era rossa, ma non gliene ne importava. "Aww, sei così carina!" Sorrise lui. Le teneva il viso tra le mani e le stampò un bacio dolcissimo sulla punta del naso. "Ehm, ti sto facendo sentire a disagio, non è vero?"
Era strano, Monaco non sapeva nulla di lui se non il nome, ma tutto questo non le dava assolutamente fastidio. "No, va benissimo..."
"Bene, allora non c'è bisogno di smettere." Lui sorrise di nuovo e la baciò per la seconda volta sulla punta del naso. "Mi dispiacerebbe far arrabbiare una bella ragazza, sai?" Seborga la tirò in braccio e iniziò a coccolarla. Fece scorrere la punta delle dita su e giù per la sua spina dorsale, provocandole dei piccoli brividi in tutto il corpo.
Incerta sul da farsi, Monaco avvolse le braccia intorno al suo collo e lo baciò. Riusciva a sentire il calore che emanava dall'emozione. Era più che paonazza "Ti stai divertendo, eh?" Lui le sorrise sarcasticamente e ricambiò il suo bacio dolcemente. Monaco spostò le mani in alto, ad aggrovigliargli i capelli e il ricciolo ambrato. Lui invece si tirò indietro. "Uhm pensavo che volessi conoscermi prima, come siamo arrivati a questo?"
Monaco non lo sapeva, si sentiva completamente un'altra persona rispetto a quella che era davvero "No-non ne ho idea..." Mormorò.
Lui rise. "Allora dovremmo smettere, sennò poi non potremo conoscerci meglio e non potrò accompagnarti a casa" Le baciò la guancia e la abbracciò stretta. "Guarda che dico davvero, accompagnami a casa. Mi piacerebbe davvero tanto se tu lo facessi." Disse lei.
In quel momento America iniziò lentamente ad aprire la porta. "Per favore guys, ditemi che siete ancora vestiti!" Sbirciò dentro "Oh, sweet, mi sono preoccupato per niente."
Seborga aiutò Monaco ad uscire. "Quindi non vieni? Direi che ci conosciamo abbastanza bene adesso. Sai, se fossi venuto avremmo passato davvero una bella serata." Si chinò e le baciò la guancia, facendola arrossire violentemente.
America si colpì il viso con il palmo della mano. "Italiani".
Monaco si passò il capello fra le dita fino a sentire qualcosa di duro e liscio. Lo afferrò e scoprì che era una conchiglia. Uno sconosciuto si avvicinò a lei e la prese per mano. "Ciao, sono Seborga". Un sorriso dolce gli attraversò il viso.
"Oh man, un altro italiano. Ogni volta che vi avvicinate succede sempre qualcosa di brutto. Si può cambiare compagno?" America sembrava tutt'altro che entusiasta di lasciarla con lui nel ripostiglio.
"Non so di cosa tu stia parlando, ma non ho certo intenzione di sprecare a litigare tutto il tempo che mi hanno dato con questa bella ragazza." Seborga le strinse dolcemente la mano e la portò nel ripostiglio.
"Ok, Dude, ma cercate almeno di rimanere vestiti..." America chiuse a malincuore la porta dello sgabuzzino e immediatamente Seborga si voltò a guardare Monaco, un sorriso che gli illuminava il volto, come mai lei aveva visto in vita sua.
"Bene, ora che siamo soli che dobbiamo fare?" Si avvicinò alla ragazza fino a quando i loro visi si sfiorarono.
Poi si ritrasse un po', imbarazzzato. "A-aspetta..io però ti conosco appena, non pensi che dovremmo prima un po' parlare o qualcosa del genere?" Si riavvicinò a Monaco, riempiendo il divario che aveva appena creato.
"No, abbiamo solo sette minuti e non voglio sprecarli parlando. Ma se vuoi conoscermi meglio potresti accompagnarmi a casa, più tardi. Non mi dispiacerebbe affatto, sai?" Sorrise. Senza chiederlo, lui la strinse forte a se, gettandole le braccia dietro al collo e affondando il viso nei suoi capelli biondi. Il viso di Monaco sembrava scoppiare da tanto che era rossa, ma non gliene ne importava. "Aww, sei così carina!" Sorrise lui. Le teneva il viso tra le mani e le stampò un bacio dolcissimo sulla punta del naso. "Ehm, ti sto facendo sentire a disagio, non è vero?"
Era strano, Monaco non sapeva nulla di lui se non il nome, ma tutto questo non le dava assolutamente fastidio. "No, va benissimo..."
"Bene, allora non c'è bisogno di smettere." Lui sorrise di nuovo e la baciò per la seconda volta sulla punta del naso. "Mi dispiacerebbe far arrabbiare una bella ragazza, sai?" Seborga la tirò in braccio e iniziò a coccolarla. Fece scorrere la punta delle dita su e giù per la sua spina dorsale, provocandole dei piccoli brividi in tutto il corpo.
Incerta sul da farsi, Monaco avvolse le braccia intorno al suo collo e lo baciò. Riusciva a sentire il calore che emanava dall'emozione. Era più che paonazza "Ti stai divertendo, eh?" Lui le sorrise sarcasticamente e ricambiò il suo bacio dolcemente. Monaco spostò le mani in alto, ad aggrovigliargli i capelli e il ricciolo ambrato. Lui invece si tirò indietro. "Uhm pensavo che volessi conoscermi prima, come siamo arrivati a questo?"
Monaco non lo sapeva, si sentiva completamente un'altra persona rispetto a quella che era davvero "No-non ne ho idea..." Mormorò.
Lui rise. "Allora dovremmo smettere, sennò poi non potremo conoscerci meglio e non potrò accompagnarti a casa" Le baciò la guancia e la abbracciò stretta. "Guarda che dico davvero, accompagnami a casa. Mi piacerebbe davvero tanto se tu lo facessi." Disse lei.
In quel momento America iniziò lentamente ad aprire la porta. "Per favore guys, ditemi che siete ancora vestiti!" Sbirciò dentro "Oh, sweet, mi sono preoccupato per niente."
Seborga aiutò Monaco ad uscire. "Quindi non vieni? Direi che ci conosciamo abbastanza bene adesso. Sai, se fossi venuto avremmo passato davvero una bella serata." Si chinò e le baciò la guancia, facendola arrossire violentemente.
America si colpì il viso con il palmo della mano. "Italiani".