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Autore: Dirty_Liar    23/06/2013    1 recensioni
Beh,sai alla fine è cosi che doveva andare a finire,ognuno per la sua strada,ognuno con la sua vita,ognuno per i fatti propri,con il proprio mondo e con i propri problemi.Il fatto pero' è che ormai la mia strada aveva preso la direzione della sua.Ormai lui faceva parte della mia vita,lui era il mio mondo,era il mio fatto,era il mio problema.
Un problema non ancora risolto.Non sapevo quale fosse l'operazione giusta;Io meno lui,fa niente.Io piu' lui,non potremmo stare.Io diviso lui,beh,non credo si possa fare,ma io per lui?Se moltiplico me per lui?Che viene?Forse la moltiplicazione mi darà il giusto risultato.Non lo so,ma voglio saperlo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Din-Don.
Il mattino non tarda mai ad arrivare.E con lui anche Tania.
-Intendevo alle 8 di sera non di mattina!- Le urlo appena apro la porta.
-Non hai specificato- Si giustifica.
-Si okay,comunque lì ci sono gli scatolini con tutte le cianfrusaglie natalizie-
Al suono di quelle parole,quasi le brillavano gli occhi.
Io,come già risaputo,odio il Natale,ma non tutti la pensano come me.
Tania praticamente vive solo per il Natale,solo per questo le permetto di fare l'albero.A casa mia.Quando lo fa diventa di un'allegria patologica infettiva,che contagia anche me.
E' bello vederla sorridere.
Addobbare l'albero è la sua passione.Addobbare..insomma diciamo 'abbellire' a modo suo.
-Vedrai che ci divertiremo!- Mi schiaccia l'occhiolino.
-Se lo dici tu,ci credo- Dico imitando la sua enfasi.
Le ore erano passate velocemente intorno agli scatoloni,e Tania doveva ancora decidere tra palle rosse o dorate.
Palle natalizie,è ovvio.
Si era fatto orario di cena e mentre io preparavo qualcosa da mangiare,Tania appendeva una ad una le palle argentate.
Non si era detto rosse o dorate?
Non c'è due senza tre(è)!
Argentate.Bello,mi piace l'argento,un colore spento,tranquillo e solitario,come me.
Rilassante.
-E' pronto- Grido dalla cucina.
-Prima mi aiuteresti a mettere le luci?- Urla lei dal salotto.
-Nooo- Rispondo.
-Per favore!- Dice.
-Ohhh va bene va bene!- 
Un'esplosione di luci mi accoglie in salotto.
-Belle,vero?- Chiede Tania.
-Già- Le sorrido.
-Ok,io passo di quà,tu man mano srotola il filo,okay?- 
-Ricevuto capo- 
Finalmente era tutto finito.
Devo ammetterlo: abbiamo fatto davvero un buon lavoro.
C'era un'atmosfera carina e accogliente che regnava in quella stanza.
Le luci ad intermittenza s'illuminavano di giallo,che forse un po' stonava con l'argento cupo,ma mi piaceva un sacco.
-Scusa Amy,io vado,sai c'è Andrea..che dovremmo uscire- Dice.
-Oh si si vai tranquilla- Le sorrido.
-Grazie per la cena- Ricambia.
-Grazie a te per l'albero- 
Wow,che giornata.
Mi sdraio sul divano,ammirando quelle luci e quei colori.
Una visione dolce e serena.
Fin troppo.
Gli occhi lentamente mi si chiudono.
Quell'albero era come una ninna nanna che fa subito il suo effetto.
Se resti troppo tempo a guardarla,finisce che ti addormenti.
*Sogno-Visione-Realtà*
Ero sdraiata sul divano,come prima che gli occhi mi si chiudessero.
Sento come se mi stessi muovendo,su e giù,solo per un nano secondo.
Ho l'impressione che qualcuno si sia seduto accanto a me.
Mi sta addosso.
Vorrei girarmi per capire chi è,ma non posso.
Resto immobile,incapace di fare qualcosa.
Sembra quasi che in casa c'è la nebbia,è tutto così opaco.
Poi lo vedo.Mi sembra lui.
Si avvicina e mi carezza la guancia con la sua mano sinistra.
Posso anche sentire il suo solito profumo,un profumo di fiori.
Profuma come il mio balsamo.
Sulla bottiglietta c'era scritto: 'Estratti di Lavanda'.A me piace la lavanda,a me piacciono i fiori,così l'ho comprato.
Adesso riesco a vedere il colore dei suoi occhi.
Sono color argento,lo stesso argento della palle.
Ha i capelli strani,di un castano molto scuro,o forse sono neri.
Il suo colore naturale.
Dalle sue labbra,scopre un sorriso.Un sorriso soffice,debole,ma che posso notare.
Uno di quei sorrisi che si fa quando si vuole dare sicurezza,uno di quei sorrisi che fai quando ti viene fatto un regalo,un di quei sorrisi che si porta in tasca e lo esci solo se incontri la persona che ti piace.Uno di quei sorrisi che vedi nelle nuvole,sulla strada,nelle foto,nel vento.Uno di quei sorrisi che noti solo se stai attento.Un sorriso semplice,ma difficile.
Continuava a carezzarmi il viso,compiaciuto dall'immagine che aveva di fronte a lui.
Sembrava sereno.Ed era strano vedere le sue mani vuote,senza tenere una sigaretta.
Era più bello del solito.
Non parlava,era come se mi stesse contemplando.
Volevo stringergli la mano,ma ero bloccata.
Volevo sorridere anch'io,ma ero bloccata.
Volevo dirgli che ero felice di vederlo,ma ero bloccata.
Volevo baciarlo,ma ero bloccata.
Io non potevo muovermi,ma lui si.
Così mi baciò.
Mi baciò con un bacio dolce,veloce,ma calmo.Un bacio che si può dare sempre.Un bacio per dire ciao,Un bacio che si dà quando scendi a comprare le sigaretta,ma poi torni.Un bacio che sta tra gli sguardi di chi si ama.Un bacio che di per se è veloce,dura un secondo,però a te sembra infinito,per te dura un'eternità.Un bacio sentito.Un bacio veloce,ma lento.
Dicono che quando dai dei baci veri,tendi a chiudere gli occhi,come per assaporare il momento e il gusto.
Io non li ho chiusi,erano apertissimi.
Non so cosa si dice a proposito dei baci che si danno con gli occhi aperti.
Forse sono inaspettati,sono improvvisi,non te ne accorgi ma li senti.
Secondo me,sono i più belli.
Se sai già che una persona ti deve baciare,perdi l'ansia e la preoccupazione e se il bacio non è questo,se il bacio non è aver paura di darlo male,non è l'ansia di riceverlo,se non è preoccuparsi che sia il più bello,se un bacio non è inaspettato e improvviso,allora cos'è?
Non è niente,è solo un bacio,senza aggettivi,senza emozioni.
Strano,adesso pioveva.Non pioveva acqua,pioveva coriandoli.
Coriandoli argentati.
Cadevano sulle nostre testa,per terra,sull'albero,sul divano,dappertutto.
L'immagine stava lentamente sfocandosi.
Stava perdendo il colore,la confusione,le emozioni,i momenti,i baci e i sorrisi.
Stava perdendo il suo argento cupo.
Era sparita e aveva dato il posto al mio solito salone,con me sdraiata sul divano,con le luci ad intermittenza gialle,che illuminavano la stanza.Con le palle argentate appese all'albero,che riflettevano tutti i contorni,compresa me.
Riflettevano la mia faccia bianca e lentigginosa,i miei occhi rosso ruggine.
Riflettevano la mia vita in un salone buio e vuoto.
Solo l'albero,le luci e quelle palle argentate,quelle maledette palle argentate.
Non mi spiegavo una cosa però,ero stata sveglia per tutto il tempo?
Comunque,era proprio un bel sogno.














Ed ecco a voi un altro merdoso capitolo :)
  
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