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Autore: dipendentedirap    23/06/2013    0 recensioni
Una comune giornata in biblioteca per Iris si trasformerà nell'incontro con il suo amore
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3.

Non avevo dormito molto, diciamo che avevo passato due terzi della nottata sveglia.
Ore 6.00 del mattino.

Lanciai uno sguardo alla sveglia che tenevo sopra alla mia scrivania, segnava le 6.00 di mattina. Praticamente avrò fatto sì e no 4 ore di sonno, forse di meno non lo so. Mi tolsi il lenzuolo di dosso ed andai in bagno ad ammirare i frutti di una notte in bianco: avevo profonde occhiaie sotto agli occhi.
Mi misi velocemente sotto la doccia per farmi una bella svegliata, appena uscii di lì potevo dire di sentirmi completamente rinata, o quasi. Avevo scelto di mettere dei jeans strappati ed un top nero, abbinati dei bellissimi sandali neri con pochi centimetri di tacco. Rimasi più tempo del solito in bagno per truccarmi, volevo nascondere quelle orribili occhiaie.
Mi balenavano ancora nella testa le parole del Bibliotecario, Andrea S. :” Ciao bellissima Iris.” Così aveva detto lui il giorno prima. Scesi rapida le scale e trovai mia mamma in cucina, stava preparando il caffè.

“Ciao mamma.” La salutai dandole un bacio sulla guancia.

“Ciao tesoro, vuoi fare colazione?” Mi domandò sorridendomi per poi guardarmi dalla testa ai piedi.
“Wow, amore sei una meraviglia. Sei bellissima.” Disse con gli occhi che le brillavano.

“Mamma ma davvero pensi che io sia bella?” Le chiesi. Un po’ perché non ho mai avuto modelli di bellezza, eccetto mia madre, ma era perché volevo incoraggiare me stessa di essere almeno carina.

“Tesoro mio, tu sei bellissima.” Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.

Si scostò da me, salì le scale per vestirsi ed andare a lavoro, sfiga vuole che mia madre lavori anche di sabato. Appena lei uscì di casa mi accorsi che si erano fatte le 8.00 , non era tardi ma devo dire che ero molto nervosa di vedere Andrea, va beh non era la prima volta che lo vedevo ma mi agitava un po’. Vederlo per colpa sua in primo luogo perché aveva frugato nella mia borsa. Feci qualcosa per far passare il tempo, una cosa che faccio solo per far contenta mia madre quando non ha tempo. Mi misi a fare le pulizie, pulii ovunque. Le lasciai anche un biglietto:
“Mamma, io sono uscita. Torno più tardi, ma prima di tornare vado a fare la spesa. Ti voglio bene. Tua Iris.”


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Ore 9.30, fuori dalla Biblioteca.

Non era in ritardo, ero io in anticipo di mezz’ora. Mi misi seduta sulle scale dell’ingresso ed aspettai.

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Ore 10.00 e lui non si fece vivo, tanto meno alle 11.00 o alle 12.00 . Rimasi lì tutto il giorno, fino alle 15.00 .

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Ero decisamente arrabbiata ed innervosita, lo stavo aspettando da ore e mi prudevano le mani dal nervoso. Lo vidi arrivare dal fondo della strada, appena mi vide sgranò gli occhi. Era sorpreso, ma io ero incavolata come una iena.

“Io … …” Non ebbe il tempo di dire una parola che gli andai contro subito.

“Come cazzo ti permetti di avermi fatta rimanere qui tutto il giorno, e per cosa? Per aspettare che tu facessi i tuoi comodi? Chi cazzo me lo ha fatto fare di venire qui? Ah già, tu.” Gli gridai in faccia, lo stavo colpendo sul petto quando lui afferrò i miei polsi e li bloccò in una presa salda.
“Lasciami subito.” Gli ordinai in un sibilo.

“Calmati, per favore e lasciami spiegare.” Disse lui calmo. Era più calmo lui di una statua.

Rimasi zitta in attesa di una sua spiegazione, non mi mollava i polsi. Perché non mi lasciava andare? Aveva paura che potessi colpirlo ancora? Non sono così forte, sono piccola e deboluccia. Non i suoi muscoli e la sua forza.

“Ero venuto qui, ero entrato dal retro e sono andato al bancone per prendere il tuo documento ma non c’era. Il documento non è mai stato qui. Poi mi sono ricordato di dove fosse: era a casa mia dentro i miei pantaloni. Sono uscito di corsa e sono andato a prenderlo. Pensavo tu fossi a casa tua allora sono andato lì, non pensavo tu fossi venuta qui.” Disse lui.

Riuscivo a leggere nel suo sguardo la sincerità. Gli credetti anche se il nervoso ancora non aveva abbandonato le mie braccia.
Lo guardai in faccia, riuscii a dire solo poche parole:
“Va bene ti credo. Diciamo che riuscirei a crederti di più se molli la presa sui miei polsi.”

Sorrise, mollò la presa e si scostò da me. Fece un passò indietro e mi guardò.

“Avevo ragione ieri sera. Sei bellissima Iris.” Dichiarò fiero di sé stesso e con il sorriso sulle labbra.

Non so perché, ma il suo complimento mi fece arrossire. Era tardi ed ero rimasta lì tutta la mattinata e parte del pomeriggio.

“Devo andare adesso, potresti darmi il mio documento per favore?” Gli chiesi guardandolo in faccia e mettendo le braccia incrociate al petto.

“No.” Rispose lui sorridendo.

“E perché no?” Domandai irritata.

“Perché stasera vengo a prenderti e c’è bisogno di un documento per poter andare dove andremo.” Disse lui avvicinandosi a me.

“E chi ti dice che io voglia uscire con te?” Domandai guardandolo storto.

Mi guardò negli occhi, non rispose alla mia domanda. Era affianco a me, posò la mano sul mio viso e avvicinò le labbra al mio orecchio.

“Lo dico io.” Sussurrò sicuro di sé, mi posò un bacio sulla guancia ed entrò nella sua Biblioteca.

Era un tipo irritante, stava facendo di tutto per vedermi. Non gli bastava fare come facevano le persone, cosiddette, normali? A quanto pare no, lui era così. Va beh.




SPAZIO AUTRICE


hello guys!spero vi sia piaciuto...
ho  deciso di non fare più come le altre volte che se si arriva a 3 recesioni si continua, da questa volta in poi anche se ho 0 recensioni continuo
RECENSITEE
ci si vede al prossimo capitolo <3
kiss kiss


  
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