Prologo
Poca
luce illuminava quella stanza sinistra.
Il
silenzio aveva avvolto tutto il luogo circostante, lasciando che un’atmosfera
cupa si celasse dietro le teste d’ognuno.
Una
figura misteriosa uscì dalla penombra, suscitando nei
presenti spavento.
Era
come se temessero quella figura.
Si
trovavano in un maniero sperduto nei pressi di Londra.
Erano
tutti in piedi in quella sala perché erano stati appena convocati dal loro
Padrone, dal Signore Oscuro.
Era
lui che aveva appena permesso alla fioca luce delle candele poste sui
candelabri d’argento, di illuminare il suo volto affaticato ma pieno
d’orgoglio.
Doveva
trattarsi di un argomento molto riservato perché il Signore
Oscuro aveva
Chiamato
a sé solo i mangiamorte più fidati, o almeno quelli
che credeva vicini a sé stesso.
Indossava
un lungo mantello che strisciava sul pavimento umido, e accanto a lui
si
faceva largo ,fra la gente che si trovava lì , un animale terrificante quanto
il padrone, che sibilando rompeva il silenzio lì presente.
Era
strano come ancora nessuno avesse avuto il coraggio di
parlare, ma erano tutti troppo spaventati per rispondere, non sapevano come
avrebbe reagito il loro Signore, Lord Voldemort.
Ma
fu proprio lui a rompere il silenzio, e lo fece solo quando fu seduto a capotavola,
in modo che tutti i suoi seguaci vedessero bene il suo volto pallido e
pauroso...
-
Allora, cos’è... vi hanno morso la lingua?- disse in tono arrogante, come
soffocando un ghigno.
Una
donna mal vestita si mise a ridere a suo eco, provocando in lui un certo
nervosismo.
Voldemort
la guardò in faccia, dritta negli occhi, fulminandola con lo sguardo.
-
Non capisco cosa vi è preso miei cari – disse solo
quando il silenzio fu tornato nella sala.
-
Posso solo insinuare che il compito che vi avevo affidato è andato
storto – disse agghiacciante, mentre tutti sembravano come delle persone
consapevoli che da lì a poco sarebbero morte.
-
Nagini – disse lui rivolto a quel maestoso serpente
che gli strisciava intorno al suo corpo – forse tu potresti ... “risvegliare”
questi poveri illusi che credono di potermi nascondere qualcosa – sussurrò
Voldemort pieno di sé, bisbigliando qualcosa in serpentese.
Improvvisamente
il serpente, che fino ad allora era stato piuttosto
calmo, si agitò in modo molto violento, scaraventandosi lungo le persone che
osavano prostrarsi davanti al Signore Oscuro.
-
No la prego, no – scongiurò una vocina stridula ma
forte, che risuonò più volte nella sala.
Era
stata una donna a parlare, la stessa che aveva fatto innervosire Voldemort.
Si
buttò in ginocchio abbattuta, con le mani in posa da
preghiera.
-
La prego, io sono sempre stata una servitrice fedele, non mi faccia
del male – disse Bellatrix fregandosene dei borbottii di spavento che
avvenivano alle sue spalle.
Lord
Voldemort scoppiò in una risata spregevole.
Lui
amava sentirsi supplicare, perché gli faceva tornare alla mente quanta potenza
avesse e come la usasse.
-
Sarai risparmiata solo se mi racconterai tutto – tagliò corto lui, cominciando ad spazientirsi.
- Va bene- annunciò Bellatrix.
-
Come lei ci aveva detto, abbiamo teso un agguato al Ministro, aveva solo due
guardie del corpo, sarebbe stato facile se non... – il
suo raccontò, a cui Voldemort sembrava mostrasse interesse, fu bruscamente
interrotto.
-
No, Bella, no... – erano state le grida acute di Narcissa, che si era fatta
largo fra i Mangiamorte .
Bellatrix
la guardò negli occhi, poi, senza un minimo di rimorso
continuò il suo discorso, senza dare il tempo a Voldemort di
controbattere.
-
Siamo usciti dai nostri nascondigli e, come previsto, ognuno di noi teneva a bada una guardia, mentre Lucius era intento ad
uccidere il Ministro.
Stavamo
quasi riuscendo nell’impresa quando ... – Bellatrix si voltò verso la sorella
che scoppiò a piangere, quasi se gli avessero distrutto parte della sua anima -
... quando Draco Malfoy ha lanciato uno stupeficium a suo padre, facendo così
in modo che Scrimgeour prendesse la bacchetta e si smaterializzasse - .
Anche Lucius parve singhiozzare a quelle parole, mentre Bellatrix si
godeva la scena.
-
Non uccida mio figlio, la prego –disse Narcissa,
imbarazzata ma preoccupata per mio figlio.
-
Non lo uccida – ripeté, ormai scoppiata in un pianto
di disperazione.
-
Non ucciderò tuo figlio ...- disse Voldemort.
A
queste parole si alzò un boato fra i presenti.
Voldemort
non aveva mai risparmiato qualcuno che avesse intralciato
i suoi piani, e al resto dei Mangiamorte sembrava strano che iniziasse a farlo
da ora.
Ma
poi Voldemort continuò la frase:
-
... ucciderò tuo marito Lucius – in quel momento si scatenò
gran confusione.
-
Ora basta – gridò Voldemort.
- Ma, perché... perché mio marito...- si lamentava Narcissa.
-
Ho detto basta –così dicendo Voldemort prese la
bacchetta e la sollevò, scaraventandola a muro e facendole perdere i sensi.
-
Adesso che anche questo è a posto, possiamo parlare delle altre cose – disse Voldemort.
-
Come del fatto di dover prendere Harry Potter – finì.
-
Sappiamo solo, grazie alla nostra spia, che dovranno trasferirsi per un po’
nella sede dell’ordine della fenice, hanno trovato il modo di proteggerla con
incantesimi molto potenti – disse un uomo con il naso
adunco.
-
Non so Severus, la nostra spia e sicura – disse
Voldemort.
-
Sicurissima – rispose Piton.
-
Una volta lì aspetteranno qualche giorno e andranno alla tana, anch’essa protetta
– disse continuando.
-
Sappiamo anche che non possono smaterializzarsi, sanno che abbiamo spie anche
al ministero e sicuramente non sono così stupidi da smaterializzarsi, insomma,
se lo facessero il ministero lo scoprirebbe – balbettò
Bellatrix.
- Si ma allora non usurano metro polvere e neanche le scope...
sarebbero facili da prendere in un imboscata – disse Piton.
-
Ho deciso, voi due starete appostati a turno intorno alla casa di quello
stupido adolescente, così che appena dovesse
allontanarsi da caso quanto basta per far svanire la protezione che lo
circonda... attaccate lui e tutti quelli che si mettono in mezzo ma... mi
raccomando, non uccidetelo – ordinò Voldemort trionfante.
-
Adesso meglio riposare, ci aspettano giorni difficili – disse
lui infine.
Lasciando posto ad una gran
confusione e preoccupanti borbottii, con accanto il
fedele Nagini, si richiuse alle spalle una porta.
Bellatrix e Piton si misero
a discutere animatamente su chi doveva iniziare il turno, mentre qualcuno di
molto più giovane era intento a osservare tutto quello
che succedeva da dietro della stoffa.
Un ragazzino di 17 anni,
biondo e molto carino stava da sotto un mantello dell’invisibilità che aveva
comprato da Magie Sinister.
Osservava piangendo la
figura di sua madre, che giaceva svenuta sulla parete.
Non poteva però togliersi
il cappuccio, era troppo pericoloso.
Così Draco Malfoy continuò
a stare lì, consapevole del destino che aspettava a suo padre, e pensando se
quello che finora avesse fatto era stato corretto...
Nota dell’Autore
Questa è la mia prima ff, quindi
spero che sia carina.
Vi prego molto di una cosa: se
leggete questa storia potete anche recensire?
Non per mio scopo personale, o perché
mi fa piacere avere tante recensioni, ma solamente perché è solo con i vostri
consigli che posso migliorare nello scrivere .
Come seconda cosa volevo
anche dirvi che questa introduzione è molto breve, infatti era così che io la
volevo e la continuazione non tratterà più di Voldemort o altro del genere ma
parlerò anche di Harry.
Inoltre io ho scritto i primi tre capitoli molto prima che iniziassi a leggere il
settimo libro, quindi se fate dei collegamenti non pensate che abbia copiato...
Adesso per favore siete clementi nel
recensire ma anche veritieri...
Harry95