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Autore: firelight_96    25/06/2013    2 recensioni
Flavia ha 17 anni ed è una liceale. Nutre una profonda passione, quella per la danza. La sua è una vita semplice, normale e soprattutto monotona.
Uno dei suoi talloni d'Achille è la timidezza che la condiziona in tutto ciò che fa e la spinge a considerare se stessa un inetto. Avrebbe gettato la spugna se solo non avesse incontrato...
Riuscirà a superare questo problema? E soprattutto: chi sarà il pennello che l'aiuterà a dipingere la tela della sua vita?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cuffie, play. Boom! Andata. Completamente andata.
Felice, triste, incazzata nera, qualunque sia il mio umore, sento la necessità di farlo.
E’ così che quotidianamente, almeno per un’ora al giorno, vago per la casa a vuoto, con le cuffie nelle orecchie ( volume al massimo ovviamente) e cammino. Una reazione strana la mia, sì. Mi sento un po’ come un tizio del mio piccolo paesino meridionale che vaga per l’intero complesso cittadino scroccando sigarette ai più fessi. Toby lo chiamano. Perennemente con le cuffie, col telefono sempre sintonizzato su telegiornali o … radio Maria.
Ma per mia fortuna non sono ancora arrivata a questo punto e, spero, di non arrivarci mai.
Questo è l’effetto che la musica ha su di me. Per quanto mi sforzi a rimanere incollata alla sedia o a qualsiasi altra superficie orizzontale rispetto al pavimento, proprio non riesco a resistere.
Il perché? Non l’ho ancora capito. L’ unica mia consapevolezza è che amo ballare. Amo tutto ciò che ha a che fare con la musica accompagnata da un movimento corporeo.
Ballo da anni ormai, si può dire da sempre.
Non so da quando questa passione abbia preso il sopravvento ma mia madre dice che quando non avevo poco più di sette mesi, seppur col girello, non appena sentivo musica provenire da qualsiasi dispositivo, correvo, mi piazzavo dinnanzi a quella fonte musicale e ballavo (per quanto mi fosse possibile). Bizzarra come cosa!
E’ per questo che trascorro gran parte del tempo alla scuola di ballo. Più che un luogo per svagare e professare ciò che di più amo fare al mondo, quel luogo è per me una seconda casa.
La sala prove non è molto spaziosa ma è una tela abbastanza capiente capace di contenere le pennellate d’emozioni di noi tutti.
Accendi lo stereo, parte la musica, il tuo corpo freme, non può, non vuole stare fermo, DEVE muoversi. Le gambe incominciano a compiere piccoli passi,sole, creano piccole pennellate su quella tela. Ora non si muovono solo le gambe, si muovono le braccia, le mani, il viso, gli occhi, si muove tutto il corpo. L’ emozione si fa sentire dalle punta dei piedi sino ad ogni singolo capello. E si continua a dipingere, sempre più, fin quando la punta del pennello non scrive più ed ha bisogno d’intingere la sua estremità di colore, le gambe non reggono e cadi a terra, sfinito.
La magia più grande è quella di poter condividere tali emozioni con altre persone, persone che coltivano la tua stessa passione, persone che capiscono il desiderio che avvolge il tuo corpo non appena la musica parte, persone che dipingono assieme a te quella grande tela, persone alle quali devo molto.
Come ogni scuola che si rispetti, difatti, anche la scuola di ballo che frequento è suddivisa in gruppi. Il gruppo a cui appartengo è il più numeroso, quasi più di una squadra di calcio (riserve comprese).
Timida, estremamente timida. Questo è uno dei miei più grandi difetti. Nonostante stia lavorando su questo mio tallone d’Achille, nonostante provi ad essere sfacciata, proprio non mi riesce. Certo, sto facendo passi avanti ma sono ancora lontana da quello che si definisce loquace.
Perché devo molto alla ‘Born to dance’? Semplice, qui ho conosciuto alcune tra le persone più importanti della mia vita, le quali mi erano sempre stati vicini e sapevo, avrebbero continuato a farlo fino alla fine dei loro giorni: i miei migliori amici, una seconda famiglia. Ero incosciente del fatto che da lì a poco, mi avrebbe fatto un altro dono, forse quello più importante…
 
  
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