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Autore: Harry95    08/01/2008    1 recensioni
Poca luce illuminava quella stanza sinistra. Il silenzio aveva avvolto tutto il luogo circostante, lasciando che un’atmosfera cupa si celasse dietro le teste d’ognuno. Una figura misteriosa uscì dalla penombra, suscitando nei presenti spavento.... E' una ff ambientata nel settimo anno, mi raccomando... legete e recensite!!! NB: Per chi ama Harry e trova simpatia per Draco conviene leggere!!!!
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Tutto cambiato...

 

 

 

 

 

 

1° Capitolo

 

Il vicino lo osservava torvo dal numero cinque di Privet Drive, era come se sapesse che quel ragazzo non era come gli altri, ma avesse un segreto molto importante da custodire.

Teneva il tubo dell’annaffiatoio abbeverando in modo molto superficiale le rose che solcavano i confini del suo territorio con quelli del numero sette di Privet Drive.

Nel fra tempo osservava con un occhio evidentemente più sviluppato dell’altro la scena che avveniva al pianerottolo del giardino del numero quattro.

Veramente quella scena era insolita anche per un ragazzo strano come Harry Potter.

Si, perché un adolescente magro e mal vestito strappava delle strane riviste

borbottando parole incomprensibili all’orecchio umano.

Sembrava furioso a giudicare dalla sua faccia.

Il babbano vicino sembrò allontanarsi un attimo, per poi tornare con la sua famiglia messa in riga, che osservavano Harry come se lui fosse un fenomeno da circo, o da manicomio visto la situazione pietosa.

Harry capì che era meglio tornare dentro, anche se non voleva stare un solo attimo in più in compagnia di quella che doveva essere la sua famiglia.

Il ragazzo prese i giornali che aveva strappato e una volta entrato in casa, corse in camera sua, senza degnare nemmeno di uno sguardo  suo zio, che stava comodamente seduto su una poltrona di pelle, con lo sguardo fisso sul televisore.

Si mise a correre, e quando ebbe la porta chiusa alle sue spalle, si tuffò in modo

liberatorio sul suo letto, facendone tremare i piedi.

Diede un occhiata alla sveglia quadrata che era posata sul comodino: segnava le cinque del pomeriggio.

Non sapeva cosa fare: l’unica cosa era aspettare che qualcuno dell’Ordine gli inviasse una lettera, magari per spiegargli come stavano le cose.

Si voltò di scatto verso la parete: sul letto vi erano poggiate altre copie della Gazzetta del Profeta.

Aveva controllato un centinaio di volte quei giornali, per scoprire qualche dettaglio.

Anche il minimo particolare avrebbe potuto svelargli qualche notizia sui suoi amici, sull’ordine, su Voldemort o meglio ancora su Silente.

Era da quando la scuola era finita che non aveva notizie di nessuno.

E voleva saperne di più sulla storia di Silente.

L’unico articolo riguardante Silente che lui ricordava di aver letto era sepolto tra le altre copie, ma con la curiosità di trovare altri dettagli, si mise a cercarlo.

Lo trovò solo dopo qualche minuto, era fra gli ultimi rimasti.

Sfogliò qualche pagina, poi il suo sguardo incrociò la figura brillante di Silente che lanciava un sorriso smagliante e accanto una minuscola foto di una streghetta.

Aveva dei capelli neri molto ricci, e gli occhi tondi risplendevano di un azzurro cielo. Sembrava avere anche lei un sorriso stampato sul volto e spesso indicava l’articolo, come per incitare a leggerlo.

Harry in realtà non ricordava di aver notato quella foto.

Effettivamente non aveva neanche letto bene tutto l’articolo, perché già a metà era stanco di sentire assurdità. Ma adesso era curioso.

L’articolo diceva:

 

Silente – Un Amico Soppresso

 

Cari lettori di questa Gazzetta, volevo introdurvi l’argomento con un breve riepilogo di quello che esso tratterà:

Silente è ormai defunto, ma sapevamo come ha egli veramente vissuto?

Se conosciamo qualcosa, siamo sicuri di sapere tutto?

Leggete questo articolo e non vi deluderanno le risposte.

 

Albus Percival Wulfric Silente è sempre stato uno studente ed un uomo modello.

Fin da quando aveva cinque anni ha, con la magia, fatto imprese straordinarie.

Era il migliore della famiglia, e anche di tutta Hogwarts.

La sua povera e misera famiglia era composta da lui ( ovvero Silente), da Alberfoth Gildren, suo fratello, e dalla madre Rebecca Cecilia Elizabeth Silente.

Il padre gli era morto anni prima ( a lui infinite condoglianze ) ma a quanto sembra dai miei studi, alla famiglia Silente non importava più di tanto.

Sono infatti l’unica giornalista in campo ad essere riuscita a trovare una storia che è davvero interessante, da non perdere.

Come dicevamo, da bambino prodigio all’infanzia, a studente modello nell’adolescenza, fino a quando non diventò vecchio, ma risultò un buon preside ( secondo pochi, però!).

Ebbene giusto che tutti conosciamo la vera storia di Albus Percival Wulfric Silente:

lui nasce in un paesino di Londra, sperduto nelle colline, dove viene cresciuto dalla madre Rebecca dopo la morte del padre.

Deve essere stato un periodo molto duro per il fratello, Alberforth, che infatti , per

le specialissime doti del fratellone veniva sempre messo da parte e in secondo piano.

Fu lui infatti che lasciò la casa a soli sedici anni, decidendo di non frequentare più Hogwarts. Ma allora, la madre dolce e affettuosa Rebecca, che fine ha fatto?

Bhe, come tutti quelli che abbiano un cervello si possano aspettare, Albus partì, perché assetato di gloria e di fama: voleva sempre più potere, fino a quando tutti sarebbero stati sottomessi a lui.

Ma la cosa non gli riuscì perché la madre morì dopo soli due anni dalla sua partenza, quindi dovette tornare in Inghilterra per celebrare il suo funerale.

Fu lì che il ragazzo conobbe Alfrod Hoopek Horace Nortor, un noto giornalista famoso che sia caso essere il mio giovane fratello.

Insieme diventarono grandi amici, ma leggete cosa mio fratello ha scritto di lui:

Non posso credere a quello che Albus ha fatto.

Eravamo amici per la pelle, stavamo sempre insieme ma lui mi ha tradito.

Io volevo che lui mi spiegasse un po’ qual’era la situazione di suo fratello, e perché non si parlavano quasi mai.

Ma lui ebbe una reazione a dir poco esagerata, sembrava un matto appena nominai il nome del suo caro fratello.

Fu solo dopo che ci riappacificammo, quando io inventai l’ Amentis Veritasum ( una variante del Veritaserum) di cui lui si prese il merito.

Ma non feci caso a ciò, volevo solo che lui fosse contento, quindi non m’importò che lui si fosse preso il merito per una cosa molto importante.

Purtroppo fui come soppresso da quando gli arrivò la proposta di lavorare come preside nella scuola di Hogwarts,e quando gli chiesi il perché di tutta quella arroganza lui mi rispose :

- Che ci vuoi fare. La fama va e la fama viene. Vattene con Tu-Sai-Chi ( lui mi disse Vol.. Voldem... insomma, Voi-Sapete-Chi ) , e quello il tuo posto –

Bene adesso che anche la relazione di mio fratello è stata rilasciata non ho altro da dirvi: avete letto anche voi di quanto Silente sia fuori di testa.

 

Harry era disgustato.

Avrebbe preferito non averlo letto.

Le parole offensive e disprezzanti della giornalista risuonavano nella sua testa, cercavano invano di trovare un qualcosa che le avrebbe distolte dai suoi pensieri.

Poi avvicinò il giornale ai suoi occhi, riuscendo a leggere la firma della giornalista:

si firmava Melinda Nortor .

Effettivamente aveva lo stesso cognome della persona che aveva rilasciato la testimonianza.

Non ci poteva credere.

Gli veniva già molto difficile poter pensare che Silente avesse avuto uninfanzia, non riusciva neanche ad immaginarselo come un vecchietto che disprezza chi gli sta attorno.

Non era quello che gli aveva insegnato.

Era stato proprio Silente a ripetergli migliaglia di volte che la forza più grande è l’amore, che solo contando nell’amicizia si può sconfiggere ogni male.

Non poteva neanche solo sfiorargli il pensiero che Silente fosse egoista e presuntuoso , ma anche approfittatore.

Mentre ripensava a quello che Melinda Nortor aveva scritto, gli venne in mente una cosa.

Forse nel giornale dopo ci sarebbe stato qualche altro articolo scritto da lei.

Prese con le dita serrate, quasi di ferro il giornale, e  lo aprì.

Dopo averlo sfogliato, sempre nella stessa posizione ma con delle foto più grandi vi era scritto a caratteri cubitali il titolo dell’articolo:

 

Silente: il ministro ha riconosciuto la sua insanità mentale

 

Harry venne attraversato da un brivido di paura.

Era strano, ma lo spaventava ciò che pensava potesse esserci scritto in quelle pagine:

 

Cari lettori, per chi magari non ha letto l’articolo scorso, volevo informarvi che finalmente il ministro ci ha dato retta.

Come nello scorso numero abbiamo dimostrato,Silente è pazzo.

Non ci sono altri modi per definire la sua assurda insanità mentale.

E allora con il ministro stesso che ci siamo rivolti e lui ci ha confermato che fra due giorni minimo sarà confermato da uno statuto effettuato insieme al San Mugo, che Silente era effetto da insanità mentale.

Finalmente, con questo documento scritto che è una prova agghiacciante, tutti quelli che difendono Silente potranno stare a casa a riposarsi, visto che non è legale difendere un pazzo.

Nell’articolo di oggi, dopo le lettere dei miei lettori, volevo anche rilasciare un’intervista che è stata fatta ad due ragazzini allievi di Hogwarts, incontrati per caso alla Gringott.

 

Il ormai defunto professor Silente, come si comportava con voi Grifondoro?

E con il resto delle case di Hogwarts?

 

Lui era buono con tutti, vero Colin?

 

Si, il professor Silente è uno degli uomini che vanno più rispettati in assoluti.

E’ in oltre da ricordare che lui è stato uno dei pochi ad avere il coraggio di sfidare Vol... Voldemort faccia a faccia!

 

Ma come ha lei il coraggio di pronunciare il nome di Tu-Sai-Chi senza avere un briciolo di paura, signor Canon?

 

Bhe, io... me lo ha insegnato un mio compagno di scuola, Harry Potter.

Lui mi ha fatto capire che avendo paura di un nome, è ancora maggiore la paura per la persona stessa. E aveva ragione, forza Harry!

 

E lei che ne pensa, signor Paciock ?

 

Io... veramente... si Harry è una persona straordinaria e se leggerà quest’intervista volevo dirgli che ES continuerà solo per lui, in suo onore ... bravo, Harry ... sei forte!

 

Cosa significa ES, non capisco?

 

Niente.

E’così finisce l’intervista con il signor Paciock e con il signor Colin Canon.

A quanto avete letto è chiaro che stanno dalla parte di Harry Potter e quindi chiaro che come Potter, anche loro sono dei matti.

Forse sarà stato Silente ad influenzarli, chi lo saprà mai?

Alla prossima!                                                                               Melinda Nortor

Era incredibile.

Ora si che l’aveva fatto vero incavolare.

Era contento che Neville e Colin avessero rilasciato un’ intervista, ma non gli piaceva affatto ciò che la Nortor aveva scritto a fine articolo.

Questa giornalista era quasi più odiosa di Rita Skeeter .

Anzi no quasi, lo era.

Mentre stava rigirando il giornale per vedere se c’era scritto qualcosa in più, sentì uno strano e fastidioso rumore.

Si voltò, gli sembrava tutto molto strano.

Poi vide la sua civetta bianco neve picchiettare dolcemente sul vetro della finestra.

Sulla zampa sembrava avere rilegata una busta molto ampia, e sembrava che ci fosse stampato un nome, forse Weasley.

Aprì la finestra e fece una carezza ad Edvige.

- Come stai piccola? – le disse, lasciandola entrare in gabbia.

Poi prese la busta bianca e sporca e la aprì velocemente.

Poteva essere una lettera di un membro dell’Ordine, o una lettera di Ron o Hermione, era comunque molto importante.

Quando la ebbe a pochi centimetri dagli occhi, capì che aveva letto bene.

C’era scritto proprio Weasley, e all’interno conteneva una lettera molto pulita e ordinata e un oggettino che sembrava uno spazzolino.

Harry prese la lettera e la lesse molto velocemente:

 

Harry, non possiamo scrivere molto.

Ti abbiamo dato una passaporta che ti porterà in luogo sicuro ( usala a mezzanotte ), lì verrà  a prenderti qualcuno d’insolito che ti farà bere una pozione polisucco e poi due maghi dell’ordine ti porteranno alla tana. Ti spiegheremo tutto dopo.

 

A presto

 

Sembrava la scrittura del signor Weasley.

Era comunque molto contento che lo venissero a prendere.

Non voleva assolutamente restare un attimo di più in compagnia dei suoi zii.

Anche se la sua opinione era sicura, doveva ammettere che negli ultimi giorni non avevano più fatto tanta baldoria anche quando solo diceva la parola magia .

Zio Vernon non aveva più scatti di rabbia nervosi, e le vene non sembravano esplodergli, e Dudley non si faceva quasi più sentire.

Guardava solo la TV ho usciva con i suoi amici, magari picchiando qualche povero bambino indifeso, fregandosene di quanto era piccolo.

E zia Petunia non aveva più messo il naso nelle cose personali, forse perché si spaventava che per sbaglio poteva toccare qualcosa che l’avrebbe fatta diventare un mostro, in fondo era una stupida babbana, ma comunque non gli importava di quello che Harry faceva.

E per lui era un bene.

Mentre ripensava a tutte quelle cose, sentì bussare alla porta.

Gettò la lettera sul letto ed, evitando di calpestare le pagine di giornale aperto che ricoprivano il pavimento, si tuffò sulla porta.

Pressò la maniglia.

Dudley era in piedi di fronte a lui, osservandolo da capo a piedi come se fosse un mostro.

- Che cosa vuoi? – disse Harry pensando che si trattasse di una semplice burla infantile.

- Non t’interessa! – grugnì Dudley arricciando il naso.

- Non capisco – disse Harry accennando ad una smorfia – sei venuto qui a bussare alla mia porta, magari anche con l’intenzione di entrare nella mia stanza, e pensi che io stia qui a fare lo scemo con te? No, grazie, quel mestiero lo fai bene da solo – disse Harry muovendosi nel gesto di chiudere la porta.

Poco dopo se ne pentì.

Si, si era pentito di aver trattato così male Dudley, perché appena stava per chiudere la porta, essa sembrò come bloccarsi.

La scarpa di Dudley teneva fermo lo spigolo, impedendone la chiusura.

- Voglio parlarti ... per fav... per favore – disse.

Era incredibile.

In tutta la sua vita Harry non ricordava di aver mai sentito Dudley ringraziare qualcuno, mai.

Ma Harry ne era lieto.

- Entra – disse quasi soffocando un respiro.

- ... e scusami per averti trattato così male – ripeté in tono di chi vuole farsi perdonare .

- Allora... perché sei... insomma, ... venuto qui? – disse.

- Io – Dudley si sedette nel letto, facendolo quasi sprofondare- volevo chiederti una cosa – disse.

- Parla, non fare caso a questa confusione – disse Harry in tono più amichevole.

- Volevo parlarti del fatto ... si, tu mi hai parlato della guerra ... che si sta svolgendo nel tuo paese – disse Dudley leggermente imbarazzato.

Non avevano mai parlato faccia a faccia.

Harry annuì comunque.

- E io... tu hai detto che non siamo al sicuro in questa casa, hai parlato di un certo incant... incantesimo – disse Dudley – che ci proteggeva fino a quando tu non avessi avuto diciassette anni, e quindi diventassi maggiorenne – finì.

- Si, è proprio così – annuì, non riuscendo a capire in che punto volesse arrivare.

- Bhe... io... io ho paura Harry – annunciò, facendo calare silenzio completo nella stanza .

- Si, mi spavento perché ... ti ascoltavo mentre tu raccontavi delle cose terribili che succedono nel tuo mondo , e sono terribilmente preoccupato per la mia famiglia – disse Dudley.

- Io ... non credevo che tu... si, insomma, provassi paura.

  Bhe, ti prometto assolutamente che farò proteggervi in ogni modo possibile e immaginabile, in fondo , anche se siate stati una famiglia insopportabile , siete pur sempre la mia famiglia – disse Harry, quasi non riuscendo a credere a quello che usciva dalla sua bocca.

- Grazie , cugino ... ma non aspettarti che ti tratti sempre così in modo sdolcinato, chiaro ?! – disse Dudley in tono minaccioso, rovinando l’atmosfera che si era creata.

Ad Harry non andava di rispondere, era troppo stanco per farlo.

- Va bene, adesso forse è meglio se tu te ne vada, sai , per non rovinare il tuo carattere da bullo che finora hai mantenuto – disse Harry.

- Lo sai che ti dico... hai ragione – disse.

Dudley si alzò con un aria molto spavalda, e uscì immediatamente dalla porta.

Harry, mentre i suoi pensieri abbandonavano la possibilità che lui un giorno sarebbe potuto essere un perfetto cugino con Dudley, ebbe un’idea.

Era forse venuto il momento di farlo.

Ovvero di prepararsi a partire.

A quanto diceva la lettera doveva usare lo spazzolino a mezzanotte.

Erano le nove di sera, quindi gli conveniva darsi una smossa.

Prese il baule dove aveva conservato tutto.

Mentre piegava con cura il mantello dell’invisibilità e lo metteva in uno scompartimento del baule, ripensava che quella stessa notte, proprio a mezzanotte, avrebbe compiuto diciassette anni.

Poteva essere finalmente maggiorenne, smaterializzarsi, usare gli incantesimi quanto voleva, poteva finalmente unirsi con la sua vera natura.

Effettivamente anche da quando era piccolino lui aveva sempre saputo, all’interno più profondo del suo cuore, che quello non era il suo posto.

Non era a Londra che doveva stare.

Ma bensì in luoghi più segreti, luoghi dove la magia era la parola d’ordine.

Non poteva rinnegare la sua natura e poi era fierissimo di averla.

Si bloccò un attimo quando le sue dita lunghe afferrarono la cornice d’argento posta sopra al suo comodino, vicino al letto.

Vi era stampata una foto dei suoi genitori.

Lily e James Potter sorridevano, stringendosi forte, come solo quando si è innamorati si fa.

Era incredibile anche a sol pensarci l’amore che ognuno provava per l’altro.

Mentre Harry Potter si godeva per quei pochi attimi che gli restavano, l’amore per cui lui era nato, qualcuno osservava la scena, anche un po’ commosso.

Proprio nello spigolo più dimenticato della stanza, si era appena smaterializzato qualcuno.

La materializzazione era avvenuta in assoluto silenzio, se no Harry lo avrebbe sentito. Ancora una volta si trovava in quelle posizioni.

Era sempre lì, ad osservare dietro della stoffa colorata ciò che voleva vedere.

Era troppo spaventato per uscire allo scoperto, aveva paura della reazione che avrebbe potuto avere.

Preferiva stare là, protetto solamente da uno scarso mantello dell’invisibilità,

a guardarsi la scena di Harry che ricordava la sua famiglia.

Almeno lui aveva ricordi belli della sua famiglia.

Proprio mentre la figura nascosta stava lì a pensare, un plop assordante risuonò nelle teste di tutti e due.

Harry si voltò di scatto, nervoso.

La cornice cadde a terra, ma non si fece niente di irreparabile.

Era qualcuno dall’aria familiare.

- Professor Vitius???? Ma che ci fa lei qui?- disse Harry vedendosi spuntare l’omuncolo da dietro la schiena.

- Ragazzo mio, so che sarai sorpreso ma sto svolgendo una cosa per ordini di Silente, il professor Silente - .

Draco stesso era stranizzato da quella affermazione .

 

 

 

Nota Dellautore.

 

Non ho molto da dirvi, spero solamente che questo capitolo vi sia piaciuto.

Vi prego... recensite!!!!!!!!!!!!!!!!!

  
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