Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jelenascheeks    26/06/2013    13 recensioni
non sono quel genere di adolescente che pensate.
non sono quel ragazzo super figo che tutte le ragazze vorrebbero.
sono un povero ragazzo di provincia che studia per avere un futuro migliore.
sono un povero nerd che tutti prendono in giro, che tutti picchiano per essere lodati dai loro amici e rispettati.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Justin, alzati, è pronta la colazione!"
La voce di mia mamma risuonò nelle mie orecchie come ogni mattina. Non feci in tempo a stiracchiarmi che piombò nella mia stanza urlando.
"Justin Drew Bieber, ti ho detto di alzarti!" urlò con tutto il fiato che aveva in gola. 
"Ti ho detto che sto arrivando, dammi solo cinque fottuti minuti, dio santo!" non feci in tempo a pronunciare tali parole che mia madre si avvicinò al letto, buttandomi le coperte per terra.
"Alzati, O R A."
Scattai in piedi come fanno i soldati poiché sapevo che se mi fossi trattenuto ancora a letto, mi avrebbe sicuramente rovesciato un secchio d'acqua gelida addosso.
Scesi giù per le scale insieme a mia madre che mi precedeva con un passo lento e triste. Pensai subito che fosse successo qualcosa, non si comportava mai così con me. Svegliarmi così bruscamente, essere così silenziosa. Doveva esserle capitato qualcosa.
La tirai per il braccio e la guardai con punto interrogativo. Potevo scorgere una piccola lacrima sul suo viso, proprio vicino alla sua guancia.
'Mamma, che succede?' sentii il mio stomaco contorcersi.
"Justin… io…" in quel momento il suo viso si bagnò di piccole goccioline d'acqua, ma continuò a parlare come se dovesse liberarsi da quel peso che le opprimeva il cuore. "Il capo non vuole pagarmi, dice che non ho svolto bene il mio lavoro. Justin, non so cosa fare, abbiamo l'affitto da pagare, le bollette…" iniziò a singhiozzare amaramente, nascondendo la sua testa nell'incavo del mio collo. Quel bastardo figlio di puttana. 
"Mamma, è tutto okay, si risolverà tutto, non preoccuparti. Sta calma, ci sono io con te" sussurrai.
In quel momento alzò gli occhi verso di me. Sapevo che si sentiva una mamma incapace di badare a un figlio, di trovarsi un lavoro, lo si poteva capire dai suoi occhi sofferenti. Per me, però, era una mamma forte e guerriera, capace di fare di tutto purché io stia bene. 
"Justin, sei un angelo, non so cosa farei senza di te. Ogni giorno mi dai forza per andare avanti, non so come ringraziarti".
Lasciai andare un sospiro dalle mie labbra e parlai. "Mamma, tu sei un angelo. Mi hai cresciuto da sola, senza nessuno. Hai sempre badato a me cercando di fare tutto il possibile per rendermi felice, per rendermi un bambino come tutti gli altri. Hai lottato per assicurarmi un tetto sulla testa, del cibo e del riscaldamento. Troveremo una soluzione come abbiamo sempre fatto, sta tranquilla. Non potrei desiderare mamma migliore".
Mi strinse più forte a sé e guardai l'orologio. Ero in ritardo. "Merda, è tardi! Credo che mangerò qualcosa a scuola, vado a prepararmi". 
"Certo. Vai, Justin."
Salii le scale velocemente e entrai in camera. Mi vestii rapidamente, presi lo zaino, il cellulare e mi diressi verso la scuola.
'Oggi non devono picchiarmi' pensai entrando in quell'inferno, comunemente chiamato scuola. 
Mi diressi subito verso il mio armadietto prendendo il libro di storia che mi sarebbe servito per la prima ora. Girandomi avvistai subito la persona che temevo di più. In fondo al corridoio c'era Mike, il classico capitano attraente della squadra di football che cercava solo sesso da quella che lui chiamava 'la sua ragazza', Alicia. Era davvero sexy. Sarò anche vergine ma nulla mi impedisce di fare certi pensieri su certe persone. E che persone. 
Fui risvegliato dai miei pensieri dal pugno sonoro di Mike sulla mia mandibola.
"Bieber, non guardare mai più la mia ragazza in quel modo altrimenti…"
"Altrimenti cosa? Eh Mike? Cosa puoi farmi più di questo? Mi rendi già la vita un inferno, non mi fai paura". Lo interruppi bruscamente. Oh no, forse non dovevo farlo.
Sferrò un pugno nella mia pancia. 
"Altrimenti ti faccio mangiare tutti i denti che ha in bocca. Sai che non ho paura di farlo, Bieber. L'ho già fatto in passato, non ho paura di uno stupido sfigato che serve solo per passarmi i compiti e a sfogare la mia rabbia". 
Si catapultò verso di me, prendendomi per la maglia e tirandomi un pugno sulla guancia destra. Mi scaraventò contro l'armadietto, colpendomi all'addome. Emisi un gemito di dolore. Potevo vedere la furia nei suoi occhi. Pensai che fosse davvero arrivata la mia fine. In un certo senso volevo davvero morire, almeno non avrei più sofferto. Ma poi pensai a mia mamma, alla donna che amavo tanto e che non potevo lasciare da sola.
In quel momento, stordito dalle innumerevoli botte subite, vidi una ragazza castana che si protendeva verso di me. Pensai che fossi in paradiso, che fossi davvero morto. La sua voce mi distolse dai pensieri formulati dalla mia testa.
"Ehi, stai bene?" mi prese le guance assicurandosi che non avessi la mandibola rotta.
"Ehm, sì, sto bene… Ma tu chi sei?" La scrutai per un secondo, ma ero sicuro di non averla mai vista in questa scuola. Capelli neri e lunghi raccolti in uno chignon, occhi marroni e vispi, un sorriso mozzafiato, labbra rosse e carnose con un filo di lucidalabbra e delle guance graziose. Era la ragazza più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita.
"Non è importante chi sia ora. Vieni, che ti porto in infermeria."
Riuscii a mormorare uno strozzato 'grazie', e mi avviai appresso a lei. Strinse il suo braccio intorno al mio collo e si rivolse a Mike.
"E tu, non provare un'altra volta a picchiarlo, ci siamo intesi? Altrimenti non ci penserò un secondo di più a dirlo a papà." 
A papà? Chi era suo padre? Perché mi aveva difeso? Ma soprattutto, chi era lei? 




 
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volevo ringraziare tutti per aver recensito positivamente.
già ho avuto 113 visualizzazioni, vi amo asyudjkdhfz
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contattatemi yszhrdj
voglio almeno 5 recensioni, daii.
aggiorno lo stesso anche se non le raggiungo eh.
   
 
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