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Autore: Larrystattoos    26/06/2013    2 recensioni
Quando ad Harry viene diagnosticata la leucemia, decide di tenere tutto nascosto al suo migliore amico Louis. Ma questo segreto verrà presto svelato. Louis infatti troverà una lista di 10 desideri che Harry avrebbe voluto fare prima di morire e insieme tenteranno di realizzarli.
*dal testo*
Avevo scritto una lista di cose che avrei voluto fare ma che non avrei mai fatto. 10 desideri irrealizzabili, 10 sogni infranti, 10 richieste che la vita mi aveva negato e che la morte avrebbe cancellato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Una settimana era passata, senza grandi cambiamenti. O meglio, senza grandi cambiamenti visibili.
Louis mi stava sempre addosso, chiedendomi ogni momento: -Tutto bene, Harry?-, -Hai bisogno di qualcosa, Hazza?-, -Come stai, Babycakes?- e cose così. Per me era sempre più difficile fare finta di niente e dire: -Sto bene, Lou. Non preoccuparti.- Perché io non stavo bene, anzi, stavo sempre peggio, non solo a livello fisico. Lo stress mentale andava ad aggravare le mie condizioni fisiche; inoltre, spesso la notte mi ritrovavo in lacrime. Non avevo però il coraggio di andare da Louis, per paura che capisse che qualcosa non andava. Non dormivo quasi più, e, quando ci riuscivo, facevo incubi in cui mi ritrovavo a vedere il mio funerale. In una chiesa vuota. E Louis in casa, solo e disperato. Con quest’ultima immagine mi svegliavo sempre, già in lacrime. Ciò che ne ricavavo da queste notti insonni era un paio di occhiaie violacee e ancora più spossatezza fisica. Forse era per quello che Louis si preoccupava tanto. Sapesse cosa gli sto nascondendo..

Era una mattinata di 8 giorni dopo la diagnosi. Stavo peggio del solito, probabilmente per la stanchezza. La notte precedente non avevo dormito per niente, anzi, avevo scritto una lista di cose che avrei voluto fare ma che non avrei mai fatto. 10 desideri irrealizzabili, 10 sogni infranti, 10 richieste che la vita mi aveva negato e che la morte avrebbe cancellato. Avevo scritto anche i miei pensieri, estraniato la paura dal mio corpo per imprimerla sulla carta e sperare in una consolazione che non era arrivata.
Avevo poi nascosto il foglio sotto il cuscino, per evitare che Louis lo vedesse e facesse domande. Sfortuna volle però che quella mattina mi alzassi e non mi accorgessi che mi era scivolato da sotto il nascondiglio di fortuna che avevo utilizzato.
Mi diressi in cucina, dove trovai Louis ai fornelli. Non era mai stato bravo a cucinare, ricordavo quella volta in cui, cercando di fare il caffè, fece esplodere la caffettiera. Per fortuna era in salotto con me e non ci furono danni per nessuno dei due, ma, da quel giorno, lui tocca i fornelli solo in mia presenza e sotto la mia stretta vigilanza.
Perciò, un po’ preoccupato, mi avvicinai. -Lou..? Cosa fai in cucina?-
Louis si girò sorridendo. –Non preoccuparti Babycakes, solo un po’ di the ad entrambi. Almeno quello lo so fare.-
Effettivamente era l’unica cosa che sapeva fare. –Beh, allora va bene.-
Sorrise. –Hai fame?-
-No, Louis.-
-Dai, mangia un po’, non tocchi cibo da giorni! So che la mia cucina fa schifo, ma almeno prepara tu qualcosa e mangia!-
-Non ho fame Lou, punto.- Dissi innervosito.
-Okay, okay, scusa.-
Mi lasciai sfuggire un piccolo sorriso. –Non fa niente.-
Louis ricambiò il sorriso e allargò le braccia. –Vieni qua, piccolo.-
Non me lo feci dire due volte, in un attimo mi trovai circondato dalle sue braccia, perso in quell’abbraccio. Da lì tutto passava in secondo piano: la malattia, la paura, persino la morte sembravano niente quando ero tra le braccia dell’unica persona che mi faceva sentire bene.
Mi strinsi forte a lui e trattenni le lacrime, sussurrandogli con la voce rotta: -Ti voglio bene, Lou.-
-Anch’io Harry, anch’io. Non sai quanto.-
Sorrisi di nuovo e mi staccai, un po’ riluttante. Louis mi diede un bacio sulla fronte e finì di preparare il the, che bevemmo sul divano, seduti uno vicino l’altro.

Passammo la giornata così, seduti sul divano a ridere, scherzare e giocare alla Play. Ero felice, felice davvero. Era ormai sera quando mi disse: -Vado un attimo in bagno, aspettami qui.-
Annuii in risposta e lui salì. Passarono diversi minuti, poi sentii la sua voce chiamarmi. –Harry.- Aveva un tono di voce strano, era molto.. Serio, forse. Confuso. Arrabbiato. Non lo capii finché non arrivai sul pianerottolo e lo trovai inginocchiato davanti camera mia, con un foglio in mano. Lì compresi tutto. Aveva trovato la lista, che inconsciamente avevo fatto cadere quella mattina. Lo guardai spaventato e lui ricambiò lo sguardo. Era indecifrabile. Con ancora il foglio in mano, mi fece segno di seguirlo. Così feci, cercando di inventarmi nel frattempo qualche scusa credibile, ma niente suonava convincente. Mi sentivo tanto un ragazzo scoperto a fare qualcosa di proibito, che deve fornire spiegazioni valide e reali. Avevo paura. Cosa gli avrei detto?

Arrivammo in salotto, si sedette sul divano e mi fece cenno di sedermi affianco a lui. Obbedii, e a quel punto lui parlò. Una sola parola, detta con un tono freddo e controllato, la parola che in quel momento temevo di più. –Spiegami.-
Non avevo scelta, dovevo dirgli la verità. Presi un respiro profondo, preparandomi a dirgli tutto. Ma, prima che potessi emettere un solo suono, scoppiai a piangere. Louis mi strinse forte, come aveva fatto la mattina, per confortarmi ed incitarmi contemporaneamente. Nel calore protettivo delle braccia del mio migliore amico, finalmente trovai la forza di parlare. -Leucemia, Lou. Ho la leucemia, non c’è più niente da fare. Mi resta poco tempo, un massimo di sei mesi, da vivere.- Dissi tutto d’un fiato, come a liberarmi di quel peso opprimente posizionato nel mio petto. Ma, a sostituirlo, ne venne subito un altro mille volte più gravoso per il mio cuore. A quelle parole, infatti, Louis si staccò, privandomi di quella breve bolla di protezione in cui mi ritrovavo ogni volte che mi abbracciava. -Leucemia? Dio, Harry, perché..? Come non c’è più niente da fare? Ti prego, dimmi che stai scherzando. Non puoi lasciarmi, non anche tu! Perché non me l’hai detto?-
-Non volevo farti stare male prima ancora di.. Morire.- Mi era ancora difficile associare quel verbo a me stesso, non riuscivo ancora a crederci del tutto. -Volevo godermi gli ultimi mesi della mia vita normalmente, come se non fosse niente, e volevo viverli con te affianco. Lo sai quanto vorrei che fosse solo uno stupido scherzo, ma non è così. Lasciarti è la cosa peggiore di tutta questa situazione. Perciò non te l’ho detto..- La mia voce si affievolì, mentre stavo in piedi davanti a lui, ancora in lacrime.
Ma Louis sembrava aver perso la lucidità. –No Harry, vi siete messi tutti d’accordo per farmi rimanere solo! Prima mia madre, poi i miei nonni, poi mio padre che improvvisamente se ne va di casa senza farmi sapere più niente, e ora scopro che anche tu mi lascerai solo come un cane! E per giunta lo avresti fatto senza neanche avvisarmi! Vi odio, vi odio tutti!- Disse prima di sciogliersi in lacrime e correre in camera.
Non riuscivo a crederci. Davvero pensava tutte queste cose? Come se fosse colpa mia, poi. Io non volevo morire, e soprattutto volevo continuare a stare con lui. Neanche dipendesse da me il fatto di dover morire. Anche se, ora che Louis aveva deciso di non starmi accanto in quest’ultimo periodo, non sembrava poi una cosa così insopportabile. Senza Louis, la mia vita era inutile. Era questo il motivo per cui non volevo dirglielo. In questo modo io ero solo, lui era solo e, nonostante fossimo entrambi coscienti del fatto che ci rimaneva poco tempo da passare insieme, lo sprecavamo.
Preso da questi sconfortanti pensieri, mi addormentai lì, sul divano, con il foglio ancora in mano.
Feci un incubo. Ero solo in una stanza d’ospedale, stavo male ma nessuno sembrava accorgersi della mia presenza. Ad un tratto arrivò Louis che iniziò ad urlarmi contro cose che non riuscivo a ricordare. L’unica cosa che ricordai è un ‘ti odio’, il cui eco continuò a risuonarmi nelle orecchie anche quando mi svegliai urlando. Subito sentii dei passi risuonare veloci lungo il corridoio, e la voce dolce di Louis che mi chiamava allarmata. Quando sentii le sue mani calde sulle mie guance riuscii finalmente a calmarmi e a smettere di urlare. -Harry.. Harry, calmati, sono qui. Sarò sempre qui. Io ci sono, non ti lascerò da solo. Ti voglio bene, piccolo.-
Io, ancora scosso, mi limitai ad annuire. Subito dopo Louis mi strinse in una morsa protettiva, iniziando a scusarsi continuamente per ciò che mi aveva detto prima. Scuse che troncai subito quando, iniziando a stringerlo anche io, gli dissi: -Non sei obbligato, se non vuoi ti capisco.-
Lui scosse la testa, dicendo: -No, io ci sarò. Fino alla fine. Risolveremo tutto come abbiamo sempre fatto, da quando eravamo piccoli. Insieme. –
 





Okay, non è granchè, ma è un capitolo di passaggio. Spero vi piaccia. Fatemi sapere come vi sembra e se è degna di essere continuata. :)
Alla prossima. :)
  
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