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Autore: Meow_    27/06/2013    18 recensioni
Un amore nato tra i corridoi di scuola. Una ragazza follemente innamorata del classico bel ragazzo di quinta, ma lui ricambierà il suo amore?
E dopo mille difficoltà, riusciranno ad essere felici?
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Epilogo







Mary stava impazzendo. Non avrebbe mai pensato che organizzare un matrimonio potesse essere così stressante. L’aveva sempre vista come una cosa carina e divertente, passare le giornate a scegliere il colore dei fiori, le bomboniere e tutto il resto.
«Oddio, avevo detto che le candele da mettere nei tavoli dovevano essere rosa pesca! Non rosa acceso!» quasi urlò alla ragazza che la aiutava con i preparativi.
Quella annuì spalancando gli occhi, guardandola come avrebbe guardato una pazza.
«Anzi, no!» Mary le tirò il braccio prima che potesse annotare il cambiamento, «Bianche sono meglio, non trovi? Sì, molto meglio!».
«Amore, non credi che il mio parere…» intervenne Mr. Sesso.
«NO!» urlò Mary.
La ragazza fece gli occhi al cielo e annotò l’ennesimo cambiamento.
«Anzi, aspetta!» urlò di nuovo Mary.
La ragazza la guardò come se fosse sul punto di strangolarla.
«Mary, ehm, ti dovevo parlare di quella cosa, ti ricordi?» disse Sofia, riemergendo dalla lettura del catalogo.
«Cosa? No, senti, è importante! Il colore delle candele…» fece Mary.
La ragazza guardò Sofia con fare supplichevole.
«Sì, dopo ti aiuto io, stai tranquilla. Ora, ti dicevo…» rispose Sofia, portandosi Mary da una parte.

«Ok, spiegami» disse Mary, mettendosi le mani sui fianchi. «Stavo facendo una cosa molto importante, lo sai, vero?»
«Sì, come no» rispose Sofia, con una risatina.
«Guarda che è vero! La scelta dei…»
«Okay, okay!» la interruppe Sofia, «C’è un problema, anche piuttosto serio. Non volevo parlarne davanti a Riccardo».
Mary sorrise. Nonostante fossero passati tutti quegli anni, Sofia aveva continuato a chiamarlo “Mr. Sesso”; erano rare le volte in cui lo chiamava “Riccardo”.
«Spara» rispose Mary.
«Ti ricordi Zayn?» chiese Sofia.
Mary spalancò gli occhi per lo stupore.
«Perché?» disse Mary, iniziando a giocherellare nervosamente con il bordo di una manica della maglietta.
«L’altro giorno mi ha cercata» spiegò Sofia, guardando perplessa l’amica. Se era così agitata adesso, come avrebbe reagito poi? «Forse è meglio se ti siedi».
Mary fece come aveva detto Sofia.
«Però! Carine queste sedie, sono quelle che userete per il ricevimento?» chiese Sofia, dimenticandosi apparentemente tutta la conversazione precedente.
«Mi prendi in giro? Mi hai aiutata tu a sceglierle» rispose Mary, fissando il bordo vagamente dorato della sedia che spuntava dal cuscinetto bianco.
«Mmh, ho buon gusto, allora. Forse c’è un po’ troppo bianco, sai…» disse Sofia. «Vuoi?» chiese, porgendole un bicchiere di non si sapeva cosa, versato da una bottiglia che stava sopra il tavolino accanto a loro. Mary guardò scettica prima il bicchiere e poi Sofia, che scrollò le spalle e bevve un sorso. Mary prese il bicchiere e bevve a sua volta.
«Mi hai portata qui per parlare delle sedie?» chiese Mary, alzando lo sguardo verso Sofia, che invece sembrava molto presa dall’ammirare il vaso di fiori appoggiato sul tavolino.
«No, decisamente no. Okay, stavo cercando di alleviare la tensione, ma tentativo fallito. Dicevo, Zayn mi ha chiamata, l’altro giorno» disse Sofia.
«E cosa vuole da te?» chiese Mary.
«Ehm» rispose Sofia, schiarendosi la voce, «Non esattamente da me».
Mary si girò verso il punto in cui stavano prima, e vide che Mr. Sesso era lontano e impegnato.
«Non dirmi che ti ha parlato di me» disse, con un certo tono ansioso.
Sofia fece una smorfia e annuì.
«Okay, veniamo al dunque. Dieci anni che è sparito dalla mia vita e ora ti chiama prima del mio matrimonio. Dimmi cosa ha detto, non tralasciare nulla» disse Mary.
Sofia si guardò un po’ intorno, prendendo tempo.
«E va bene. Dice che vuole tornare con te e farà di tutto per riuscirci» rispose Sofia.
Mary le sputò addosso per lo stupore la bevanda.
Sofia fece una smorfia disgustata. «Grazie» disse.
«Scusa» mormorò piano Mary, «Ma… Ma stai scherzando? Quello là è pazzo, non è che mi ammazza?»
Sofia scrollò le spalle. «Spero per te che provi con dei fiori» rispose.



Mary camminava lungo la navata centrale della chiesa, accompagnata dal padre. Ogni passo era una lotta con l’equilibrio, le gambe le tremavano per l’emozione. Tutto quello non sembrava reale, assomigliava molto di più a un sogno.
Guardava dritta davanti a sé, ma intravedeva il bianco quasi abbagliante del suo vestito. Aveva difficoltà a respirare, sia per l’emozione, sia perché il corpetto era esageratamente stretto.
Sofia era facilmente riconoscibile, per via del suo vestito verde smeraldo e argento. La solita Serpeverde, pensò Mary, e le rivolse un sorriso.
Tutti la fissavano, era al centro dell’attenzione. Devo essere bellissima, pensò Mary per la prima volta nella sua vita.
Mr. Sesso indossava un abito classico, nero. Mary cercava di non fissarlo troppo a lungo, perché aveva difficoltà a respirare già di suo. Stavano insieme da dieci anni, e mai aveva pensato, nemmeno per un secondo, che lui fosse meno bello di quando l’aveva incontrato. Anzi, ogni giorno il suo amore per lui cresceva, e la cosa era reciproca. Ormai era convinta che niente li avrebbe potuti separare.

Raggiunto l’altare, Mary era convinta che un infarto potesse coglierla da un momento all’altro, ma sorrideva. Sorrideva agli amici, ai parenti, a Mr. Sesso, a tutti. Niente poteva andare storto, quel giorno.


Fu a quel punto che qualcuno entrò, di corsa. Si fermò a metà della navata, con addosso gli sguardi di tutti.
«Vi sono mancata?» urlò e poi rise.
Mary e Mr. Sesso si guardarono, sconvolti.
«Tesorino! Non mi saluti? E dai, dillo che ti sono mancata» disse.
Mr. Sesso la guardò con tutto il disprezzo possibile. «Alessia».
La ragazza rise nuovamente e si avvicinò all’altare, camminando lentamente.
«Signorina!» disse il prete.
«Stia zitto» rispose lei, ignorando tutti i bisbigli di amici e parenti.
«Vattene» le disse Mary.
«Mmh», Alessia fece una smorfia. «No, rimango».
«Alessia. Non abbiamo più quindici anni, smettila. Questo è il mio matrimonio, non ti permetto di rovinarlo!» urlò Mary.
Alessia ormai l’aveva raggiunta. Le diede uno spintone e si mise al suo posto.
«Alessia ma cosa caz… Cosa stai facendo?» chiese Mr. Sesso.
«Scusate, scusate» disse Sofia, camminando verso l’altare, prima ancora che Alessia potesse rispondere.
Mary le rivolse uno sguardo interrogativo, ma Sofia la ignorò.
Arrivò davanti ad Alessia, le fece un gran sorriso, e poi le tirò un pugno fortissimo in faccia. Alessia cadde a terra, col naso sanguinante. Sofia la afferrò per le braccia e la trascinò fuori dalla chiesa.
«Ora tu rimani qui. Capito, stronzetta?» disse Sofia.
Alessia cercò di colpirla, ma Sofia le tirò un calcio sulle costole.
«Adesso hai capito?» chiese nuovamente, e le fece un altro sorriso. Alessia rimase accasciata per terra e non le rispose nemmeno.

«Scusate per l’interruzione» disse Sofia, rientrando nella chiesa come se niente fosse.
Il prete la guardò male per qualche secondo, ma poi riprese.


Zayn aveva scoperto che Mary si sarebbe sposata quel giorno. Zayn voleva tornare con Mary.
Stava correndo verso la chiesa, preoccupato di non fare in tempo.
Quando arrivò, notò una figura accasciata per terra, sanguinante.
«Ehi! Cosa è successo?» chiese il ragazzo.
Alessia fece un verso incomprensibile, sul viso aveva un’espressione sofferente.
«Senti, io devo fare cosa importante, poi ti aiuto» disse Zayn, correndo dentro.

Mary e Mr. Sesso si stavano per scambiare le fedi, quando Zayn entrò.
«Oh, no» disse Sofia, a voce piuttosto alta.
«Zayn!» urlò Mary, più irritata che sorpresa.
«Lui?» chiese Mr. Sesso, «Mary, c’è qualcosa che devi dirmi?»
«Mary, io ti amo! Torna con me! Ti prego» disse Zayn.
«Oh mio Dio» disse Mary, visibilmente sorpresa, «Zayn, tu… Tu hai imparato a parlare in italiano!»
«Visto? Dai, torna con me o mi faccio esplodere» ripeté Zayn in tono sbrigativo.
«Che… Che cosa? Zayn, smettila. Lo sappiamo che era tutta una finta, quella storia degli esplosivi.
«Qualcuno porta questo buffone fuori di qui?» chiese Mr. Sesso, irritato, ma nessuno gli diede ascolto.
Zayn si era sollevato la giacca, facendo vedere chiaramente gli esplosivi.
«Torna da me o saltano tutti in aria. Hai 30 secondi» disse, incredibilmente serio, e attivò il conto alla rovescia.
29, 28, 27. Mary non sapeva che fare. Zayn aveva sempre scherzato, non era così? Anche stavolta era uno scherzo, non poteva essere serio.
24, 23, 22. Ma valeva davvero la pena rischiare? E se fosse stato serio? Tutte quelle persone sarebbero morte, lei stessa sarebbe morta.
19, 18, 17. Mary non poteva più aspettare. Doveva dire di sì a Zayn, pazienza per tutto il resto.
15, 14, 13.
«Zayn! Va bene! Torno con te!» urlò, correndogli incontro.
«Mary, no…» disse Mr. Sesso, correndo a sua volta.
11, 9, 8.
«Zayn, fermalo!» urlò Mary, gettandosi praticamente tra le sue braccia.
7, 6, 5.
«Muoviti!»
«Io… Non… Pensavo che era giocattolo!» disse Zayn, in preda al panico.
3, 2, 1.
In quell’istante Mary capì che non sarebbero potuti tornare indietro, e la chiesa esplose.



Driin-Driin. Erano le 6:30 del mattino, e la sveglia di Mary suonava senza pietà. Si alzò di colpo, col cuore che batteva a mille. Chissà se quel giorno l'avrebbe rincontrato, quel ragazzo carino di quinta... Mr. Sesso, sì, era proprio un bel soprannome. 






Ebbene sì, questa storia è finita. Mi sembra ieri che scrivevo il primo capitolo! Sappiate che mi mancheranno le vostre recensioni, davvero. 
Ringrazio ogni singola persona che abbia letto anche un solo capitolo di questa storia, un grazie più grande va a chi è rimasto capitolo dopo capitolo, a chi ha recensito, e mi ha sopportato in tutti gli innumerevoli ritardi. Grazie davvero! Questo significa tanto, per me. 
Spero che vi sia piaciuto questo finale. 
Ci vediamo presto con altre storie, un bacio a tutti! 

Meow_


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