Questa
è la traduzione della storia “In the
dark” pubblicata sul sito
‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl.
Potete
trovare il link della versione originale nel profilo.
IN
THE DARK
Chapter twenty-one: Nothing
Ovvio
che lo sapeva. Lui
sapeva sempre tutto. Come aveva anche solo potuto pensare di essere in
grado di
nascondergli qualcosa?
“Da
quanto tempo sei in
grado di vedere?”
La
seconda volta che Lucius
formulò la domanda, la testa di Hermione scattò
nella sua direzione e ne
incontrò lo sguardo. Per la prima volta fin da quando era
stata catturata poteva
guardarlo negli occhi. Quei suoi occhi glaciali che erano talmente
freddi da
poterlo quasi sentire. E questo era tutto
ciò che riusciva a
scorgere nel suo sguardo. Il gelo.
Nient’altro. Nessuna emozione. Il nulla. Nemmeno dopo quello
che era successo
tra di loro la notte precedente. Sapeva che non c’erano scuse
per quello che aveva
fatto, ma non si sarebbe sentita così usata e disgustosa se
le avesse mostrato
qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma lui continuava a comportarsi come se nulla
fosse accaduto.
E questo la feriva più di tutto.
Lucius
era in piedi accanto
alla toeletta, le braccia incrociate sul petto. Indossava gli stessi
abiti
della sera precedente, ma i suoi capelli non erano più
legati in una coda di
cavallo. Lei li aveva-? Non riusciva a ricordare se era stata lei a
scioglierli
mentre loro…
“Vieni
qui, così posso
vederti meglio.” Disse lui con scherno.
Hermione
distolse lo sguardo
e fissò il letto.
“Non
sono vestita.” Borbottò
a bassa voce, sentendosi stupida a preoccuparsi per una simile
faccenda.
C’erano cose ben peggiori di cui preoccuparsi.
“Come
se non avessi già visto
tutto.” Le disse irritato. “Vieni qui,
Sanguesporco.”
Si
avvolse il lenzuolo
attorno al corpo e lentamente si alzò dal letto. Lucius
roteò gli occhi al
gesto, ma non disse nulla.
Sobbalzò
quando posò i piedi
sul pavimento e zoppicò fino a raggiungerlo. Lui
lasciò cadere lo sguardo fino
alla sua caviglia infortunata, poi lo distolse, senza dire una parola.
Hermione
si avvicinò con
lentezza e nervosamente alzò lo sguardo al suo viso. Era
molto più alto di lei e
la sola idea di doverlo affrontare la terrorizzava.
Il viso era pallido e gli occhi grigi erano
fissi nei suoi, facendola sentire estremamente a disagio.
Lui
era così…forte. Non
c’era nulla di debole in lui, la sua intera apparenza
suggeriva superiorità.
Si
supponeva che questo
dovesse essere il suo momento. Si
supponeva che lei dovesse dimostrare di non essere più
dipendente da lui, che
non avrebbe più potuto controllare ogni momento della sua
vita. Ma mentre se ne
stava lì, guardandolo, si sentiva così piccola e
debole. Non parlava, ma era inconcepibile
come la stesse facendo sentire con il suo solo sguardo.
“Da
quanto?” Chiese, ancora
guardandola negli occhi.
Hermione
stava avendo dei
problemi a mantenere il contatto visivo.
Si sentiva come se lui potesse leggerle la mente,
l’anima. Così distolse
lo sguardo, non essendo in grado di reggere ulteriormente la pressione
del suo.
Non doveva essere così. Lucius era l’unico che
avrebbe dovuto vergognarsi.
Avrebbe dovuto essere lui quello ad avere delle difficoltà
nel guardarla negli
occhi con tutto quello che le aveva fatto. Non il contrario.
“Fin
da quel giorno.”
Rispose, capendo che non aveva senso mentire. “Fin da quando
Philix è venuto
qui.”
Lucius
annuì. “E credevi di
potermelo nascondere? Perché?”
“Io…io
non lo so.” Stava
fissando i suoi vestiti, evitando lo sguardo.
“Lo
sai. Dimmelo.” La sua
voce era così esigente, che Hermione sapeva di non aver
altra scelta che dire
la verità.
Ma
il problema era che non
sapeva cosa dire. Nemmeno a lei era chiaro perché avesse
cercato di
nasconderglielo.
“Non
stavo cercando di
scappare se è quello che stai pensando.” Gli
spiegò, stringendo il lenzuolo
attorno al corpo.
In
qualche modo non temeva una
punizione. Stare di fronte a lui non era la sensazione più
confortevole
possibile, ma non riusciva nemmeno ad avere paura. Concluse che
probabilmente
stava perdendo la ragione. Ogni persona sana di mente avrebbe dovuto
tremare
nel terrore assoluto.
“Non
pretendere di conoscere
i miei pensieri.” Le ringhiò contro. “Ma
se non stavi pianificando di scappare,
allora perché me lo hai tenuto nascosto?”
“Io-“
Iniziò con tono deciso,
mentre racimolava il coraggio per guardarlo di nuovo dritto negli
occhi. “Non
pensavo che fossero affari tuoi.”
Lui
incurvò le labbra in un
ghigno, scegliendo di ignorare le sue parole. “La maledizione
che Philix ti ha
lanciato è chiamata Angustus Caecus.
Magia Oscura.”
Era
confusa. Ricordava il
suo primo giorno a Malfoy Manor. Lucius le aveva detto che non
conosceva la
maledizione che l’aveva colpita o chi l’avesse
attaccata. Ricordava ancora le
sue parole crudeli.
“Chi
è stato? Chi mi ha tolto il divertimento e fatto di te una
ragazzina paurosa?”
“Ma
avevi detto di non
sapere.” Si lasciò scappare, sorpresa.
“Tu- hai mentito?”
“E
ne sei sorpresa?” Alzò un
sopracciglio, come se la stesse sfidando. Aveva ragione.
Perché avrebbe dovuto
sentirsi tradita o scioccata? Lui era malvagio. Che altro poteva
aspettarsi?
“Perché
mi hai mentito a
riguardo?”
Che
ragione aveva di mentire?
Poteva semplicemente dirle che non gliene importava perché
la preferiva inutile
e indifesa. Ma…Lucius non l’avrebbe mai ammesso
perché questo avrebbe
dimostrato quanto patetico fosse.
“Avevo
le mie ragioni.”
Disse freddamente, poi continuò.
“L’incantesimo è limitato. É
possibile
cancellarne l’effetto, ma solo se a farlo è la
persona che lo ha lanciato.”
Hermione
non aveva mai
sentito parlare di quell’incantesimo. Lo ascoltò,
ma era troppo sorpresa dal
fatto che glielo stesse dicendo. Perché glielo stava
spiegando? Gli era sempre
piaciuto tenerla all’oscuro.
“L’incantesimo
può anche
essere invertito con la morte della persona che lo ha
formulato.” Le disse e in
quel momento capì tutto.
Lui
sapeva che sarebbe stata
in grado di vedere se Philix fosse morto. Sapeva che non era cieca fin
da
quando Piton gli aveva detto cosa era successo. Piton! Anche lui lo
sapeva.
All’improvviso capì il suo avvertimento di non
mentire a Lucius. Lui stava
cercando di… cosa? Di proteggerla?
E
perché Lucius aveva retto
il gioco? Perché le aveva lasciato credere di poterlo
imbrogliare? Perché era
venuto da lei quella notte? Perché aveva voluto…
Di
colpo si sentì
imbarazzata e stupida. Fin da quando le era tornata la vista, aveva
creduto di
essere quella col controllo. Ma la verità non poteva essere
più diversa. Lui aveva
il controllo. L’aveva sempre
avuto.
“E
perché stavi fingendo?”
Chiese Hermione, mantenendo un’espressione decisa, anche se
sentiva le guance
arrossire.
“Volevo
vedere fino a quanto
ti saresti spinta. Ti ho dato l’opportunità di
dirmi la verità, ma non lo hai
fatto.”
“Stavo
solo-”
“Hai
avuto l’intera notte
per dirmi la verità, Sanguesporco.” Disse con voce
strascicata ed Hermione
arrossì ancora di più all’accenno della
notte precedente.
Dopo
un istante prese un
respiro profondo e si preparò a fare la domanda.
“E perché… perchè mi hai
baciata? Stanotte quando sei venuto da me? Anche quello faceva parte
del tuo
piano o è semplicemente successo?”
Si
sforzò di guardarlo negli
occhi, pur sentendo le guance bruciare per l’imbarazzo.
Lui
ghignò: “Dovevo
semplicemente alleviare qualche tensione che sentivo.”
Hermione
si sentì come se
qualcuno l’avesse pugnalata con un coltello. In quel momento
si sentiva come
una prostituta. Non riceveva soldi da lui, ma le permetteva di stare in
casa
sua come se questo lo autorizzasse a farle quelle cose. Era furiosa e
delusa
con se stessa per avergli permesso di umiliarla ancora e ancora.
“N-non
ci credo.” Disse a
bassa voce, mordendosi il labbro inferiore.
Lucius
scoppiò a ridere, poi
la guardò come se fosse la cosa più patetica al
mondo. “Per favore,
Sanguesporco. Non illuderti. Sto semplicemente soddisfando i miei
bisogni con
te. É a questo che servono le Sanguesporco.” Dopo
un istante aggiunse. “Questo
è ciò che ti meriti.” C’era
qualcosa di oscuro nella sua voce e le fece correre
dei brividi lungo il corpo.
Sospettava
che stesse
ricordando di nuovo suo figlio. Non era una bella idea farlo arrabbiare
quando stava
così, ma in quel momento non le importava.
“Ma
perché venire da me?”
Chiese, il petto ansante per il dolore. “Avresti potuto
andare da altre donne.
Molto più esperte e belle di me.”
“Stai
suggerendo che frequento
delle puttane?” Chiese con interesse.
Hermione
annuì e parlò con
rabbia nella voce. “Sì. Che cosa te lo impedisce?
Sono sicura che saprebbero
soddisfarti meglio di me.”
“Non
credi davvero che
andrei da delle sporche puttane quando ho una piccola pura-”
Si
fermò a metà frase,
realizzando ciò che aveva detto. La bocca di Hermione si
spalancò scioccata dalle
sue parole.
“Pura, Lucius?”
La
maschera sul suo volto
cadde per meno di un istante, qualcosa balenò nei suoi
occhi. Era svanito con
la stessa velocità con cui era apparso. Ma Hermione
l’aveva notato. Non
importava quanto duro e privo di emozione fosse il suo viso ora, aveva
visto quello
sguardo nei suoi occhi. Sapeva che la parola gli era sfuggita per
sbaglio,
perché non voleva che lei la sentisse. Perché?
Perché lo intendeva. Lo credeva
davvero. Dietro tutto il suo odio e il disgusto per lei lui pensava
davvero che
fosse pura.
Se
fosse stata ancora cieca
avrebbe potuto convincerla che non era serio. Avrebbe potuto sviare il
tutto in
qualche modo, perché non sarebbe stata in grado di vederlo.
Lo sguardo nei suoi occhi era la
prova di
cui aveva bisogno.
Lucius
si irrigidì, ma mantenne
il tono di voce calmo, nascondendo le proprie emozioni e pensieri.
“Sono
l’unico uomo che hai avuto. Almeno in quel senso sei
più pulita delle puttane
da strada.”
Stava
cercando di insultarla
di nuovo, di allontanare la sua attenzione da quello che aveva detto.
Ma Hermione
non ci sarebbe cascata.
“Non
hai detto più pulita.
Hai detto pura.” Disse con tono di sfida. “Non hai
mai usato quella parola
associata a me. Mi hai sempre descritta come sporca, disgustosa,
impura.
Sempre.”
Lo
guardò dritto negli occhi,
aspettando la sua reazione. Pur essendo arduo mantenere il contatto
visivo,
aveva paura di distogliere lo sguardo. Non voleva perdersi niente dei
suoi
occhi, delle sue espressioni.
“Stai
distorcendo le mie
parole, usandole contro di me.” Le disse con voce calma.
Pur
sembrando Lucius quello
ad avere il controllo della situazione, Hermione sentiva come se stesse
avendo
la meglio su di lui. Era calmo e schivo con un sorriso affettato sul
viso
mentre lei era furiosa, confusa e ferita. Ma era lei quella ad avere il
controllo. Lucius non aveva ponderato con cura le sue parole e proprio una di queste
l’aveva tradito. Pura.
“Allora
non pensi che sia
pura?” Chiese Hermione, sollevando un sopracciglio.
La
sua voce era più dura
ora: “Ovviamente no.”
Era
come se fosse arrabbiato
perché ne doveva parlare e difendersi.
Lei
annuì: “Per te non sono
altro che una sporca, brutta Sanguesporco. Spazzatura.”
Gli
angoli della bocca di
Lucius si arricciarono in un ghigno. “Non avrei saputo dirlo
meglio.”
Hermione
si perse per un
momento su quella bocca. Non riusciva a credere di averlo davvero
baciato, le
sue labbra. Le stesse che ora la stavano umiliando. Mai nella sua vita
aveva
avuto una persona così vicina a lei quanto lo era Lucius. Se
l’avesse forzata
sarebbe stato tutto più semplice. Ma non lo aveva fatto. Non
poteva mentire a
se stessa. Non questa volta. Forse la prima volta che
l’aveva… toccata
non era stata consensuale. Se
non fisicamente, l’aveva forzata mentalmente. Non
c’era alcun dubbio su questo.
Ma non era così questa volta.
La
guardò con espressione
omicida prima di schernirla: “Patetica, impura. Semplicemente
una creatura che
non merita niente.” Aggiunse con soddisfazione.
Hermione
si chiese se lui
provasse felicità solo quando la insultava. Lanciarle
insulti lo faceva sentire
meglio, superiore?
Lentamente
alzò la testa per
guardarlo. Il suo viso era completamente calmo e inespressivo mentre
gli
chiese: “Io potrò essere sporca ed indegna, ma sei
tu quello che mi trascina ogni
volta nel tuo letto. Questo cosa fa ti te,
Lucius?”
Non
lo aveva visto arrivare.
Non l’aveva nemmeno visto muovere la mano. Tutto quello che
registrò fu il
dolore sulla guancia e un momento dopo era sul pavimento. Era successo
così in
fretta che non aveva nemmeno avuto il tempo di gridare per
l’improvviso
schiaffo.
Era
una sensazione diversa,
perché lui indossava i guanti, ma faceva male comunque.
La
guancia destra dava
l’impressione di star davvero bruciando, ma si
fermò prima che potesse
toccarla. Non avrebbe mostrato alcuna debolezza di fronte a lui. Non
questa
volta. Così prese solo un profondo respiro e lo
guardò.
Lucius
era in piedi
completamente immobile, il suo viso duro. Non sembrava che
l’avesse appena
schiaffeggiata. L’unico segno evidente della sua rabbia era
il respiro pesante,
ma quello era tutto. Non si era nemmeno disturbato ad abbassare la
testa per
poterla guardare, limitandosi ad osservarla dall’alto in
basso con gli occhi
incollati su di lei.
“Alzati.”
Le disse dopo
qualche attimo di silenzio.
“No.”
Ribatté Hermione.
Lucius
le lanciò uno sguardo
che forse l’avrebbe spaventata nei primi giorni con lui, ma
che ora non funzionava
più. Lo conosceva meglio.
“Puoi
star lì e ripeterlo
tutta la giornata se vuoi. Non ho intenzione di alzarmi dal
pavimento.” Gli
disse con tono fermo, sfidandolo.
All’improvviso
Lucius
sorrise. Non era un sorrisetto o un ghigno, ma era ben lontano
dall’essere
innocente. Era come
se stesse cercando
di mostrarle che non aveva alcun potere sul suo stato d’animo
o le sue
emozioni. E poi si inginocchiò accanto a lei, con quel
terrificante sorriso sul
viso. Ancora, i suoi occhi erano completamente gelidi e il suo falso
sorriso
non li raggiungeva. Non poté evitare di ritrarsi,
allontanandosi da lui.
“Sono
un Mangiamorte.” Disse
con voce strascicata. “Ho ucciso molte persone, torturate
ancora di più.”
Ne
stava parlando come se
fosse la cosa più normale al mondo.. Hermione si sentiva
disgustata dal fatto
di aver toccato quel…quel mostro
di
fronte a lei di propria spontanea volontà.
Lucius
continuò: “Tu sai
come sono e quello che ho fatto, ma non mi è sembrato che ti
disturbasse la
scorsa notte.”
Hermione
strinse i denti fra
loro, ma non disse nulla. Cosa poteva dire per discolparsi?
“Ti
sei concessa a me pur
sapendo che avevo ucciso il ragazzo Weasley.”
Sussultò
all’accenno di Ron.
Tutto ciò che voleva in quel momento era colpire Lucius,
gettargli addosso
qualcosa, fare qualcosa, qualsiasi cosa
pur di farlo smettere di parlare.
“Correggimi
se sbaglio ma
c’erano delle voci riguardo voi due. Non eri forse legata
sentimentalmente a
lui?” Chiese, alzando un sopracciglio e ghignando.
Qualcosa
stava bruciando
negli occhi di Hermione e nemmeno un attimo dopo sentì
qualcosa di umido
correre lungo le sue guance.
“Per
favore dì qualcosa,
Miss Granger. Questa conversazione è un po’ a
senso unico.” La sua voce vellutata
tagliò l’orribile silenzio che era sceso nella
stanza. “C’era qualcosa tra te e
il Traditore di Sangue?”
“Non
è affar tuo.” Sputò fra
i denti, non disturbandosi ad asciugare le lacrime. Era troppo
impegnata nella
sua battaglia di sguardi con Lucius.
“Probabilmente
si sta
rivoltando nella tomba, sapendo che ho avuto il primo
assaggio.” Poi socchiuse
gli occhi. “Bhè, si starebbe rivoltando nella
tomba, se ne avesse una.”
Con
un ghigno diabolico si
alzò, soddisfatto di aver trionfato su di lei. Ma Hermione
non aveva ancora
finito. Non avrebbe detto nulla se non si fosse limitato a insultare lei. Ma questa volta era Ron. Non poteva
lasciar perdere. Quello sarebbe stato il peggiore dei tradimenti.
“Suppongo
che anche Draco si
rivolterebbe nella tomba se solo sapesse che razza di bastardo
è suo padre.”
Aveva
oltrepassato il limite.
L’ultima
cosa che Hermione
ricordò prima di scivolare
nell’oscurità fu la furia, una furia animale che
aveva attraversato il viso di Lucius. Non ebbe nemmeno il tempo di
spaventarsi
che sentì la parola.
“Crucio!”
Poi
nulla. Oscurità.
ooo
“Tempi
duri al Ministero, ho sentito.” Disse
Lucius, guardando Arthur Weasley. “Tutte quelle
incursioni… Spero vi stiano
pagando per le ore straordinarie.”
La sua voce era
così fredda ed altera. Anche molti
anni prima quando Hermione era solo una ragazzina, lui era
già malvagio,
crudele e manipolativo.
Lucius
allungò la mano nel calderone di Ginny ed
estrasse una vecchia, copia usurata di Guida alla Trasfigurazione per
Principianti.
“Ovviamente
no.” Fece un sorrisetto affettato.
La sua voce era
così morbida e setosa che risultava
difficile credere alle odiose parole che stava dicendo.
Dopo un istante
di silenzio continuò: “Cielo, che
senso può avere essere la disgrazia del nome di mago se non
ti pagano nemmeno
bene?”
Hermione
ricordava che le ribollì il sangue nelle
vene a quella domanda. Sapeva che non tutte le persone erano buone, ma
non
aveva mai davvero incontrato qualcuno che fosse così
apertamente cattivo. Era
così innocente e ingenua a quel tempo. I suoi occhi
viaggiarono a lungo su Lucius
Malfoy, osservandolo. C’era qualcosa in lui. Anche se non le
aveva detto nulla,
dovette combattere la sensazione di nascondersi prima che i suoi occhi
calassero
su di lei.
Poi lo vide
voltare il suo sguardo aristocratico
sui suoi genitori e il cuore le iniziò a battere senza
freno. Non voleva che i
suoi genitori gli stessero vicino.
Poi successe.
Il suo sguardo si inchiodò al suo per
un secondo. E fu il secondo più lungo della sua vita. Non ci
furono parole, ma
lui fu in grado di mostrarle col solo sguardo ciò che
pensava di lei. I suoi
occhi grigi le stavano sussurrando che non era nulla di più
che lo sporco sulle
sue scarpe.
Non
distogliere lo sguardo. Non distogliere lo sguardo.
Si
dimenticò di respirare mentre i loro sguardi
erano connessi.
Hermione
Granger, non osare distogliere lo sguardo.
Fortunatamente,
mantenne un’espressione forte e
ribelle fino al momento in cui lui la liberò dalla sua presa
invisibile.
Interessato alzò un sopracciglio e poi le voltò
le spalle.
Forse la loro
battaglia di volontà era già iniziata
quella volta di molti anni prima in quel negozio, non quando
l’aveva catturata.
ooo
Hermione
spalancò gli occhi, ma dovette sbattere le
palpebre un paio di volte per schiarirsi la vista. Sentendosi confusa,
si
guardò intorno e notò che era da sola nella
stanza. La prima domanda che le si
formò in mente fu: ‘Dov’è
lui?’
Era distesa sul
letto, ma non riusciva a ricordare
come o quando ci era salita. Lui l’aveva-? Ma
perché avrebbe dovuto? L’ultima
cosa che ricordava era il dolore. Perché avrebbe dovuto
torturarla fino
all’incoscienza e poi adagiarla sul letto? Avrebbe potuto
tranquillamente
lasciarla sul pavimento.
Senza pensarci
si alzò con cautela dal letto,
sobbalzando quando il dolore bruciante dei muscoli la colpì.
L’effetto secondario
della Maledizione Cruciatus.
Notò
la tonaca che era stata lasciata per lei sul
letto. Una brutta, tonaca grigia. Cos’era successo alla
camicia da notte? Lucius
era così incostante che Hermione iniziava a chiedersi se lo
stesse facendo
apposta. Era l’obbiettivo della sua vita quello di farle
perdere la testa con
delle teorie riguardo il suo comportamento?
Allora
perché le era stato permesso di indossare quella
bella camicia da notte bianca? Non si era mai chiesta a chi fosse
appartenuta.
Era stata di sua moglie? No, quello era un pensiero sciocco. Non le
avrebbe mai
dato qualcosa appartenuto a sua moglie. Un pensiero trascinò
l’altro e presto
iniziò a pensare a Narcissa Malfoy. Cosa le era successo?
Sapeva che la moglie
di Lucius era morta, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere
cosa le era
successo. Senza alcun dubbio l’avrebbe uccisa se avesse anche
solo pronunciato
il suo nome.
Con quei
pensieri nella testa, indossò la tunica
che le era stata lasciata. Subito le ricordò i vecchi tempi.
Quando le era
concesso scegliere di vestire qualsiasi cosa volesse. Jeans. Le
mancavano i
jeans e i vestiti Babbani. Le mancava poter indossare un reggiseno.
Lucius
ovviamente aveva pensato che non ne avesse bisogno e lei non sarebbe di
certo
andata a chiederne uno. Non era in vacanza al Manor. Lei era
un…cosa? Un premio,
una schiava? Probabilmente entrambi. Si accorse con sorpresa che
continuava a
dimenticarsene.
Non sapendo
davvero perché si avvicinò alla
toeletta e rimase ferma, osservandosi allo specchio. Fortunatamente, la
tortura
inferta dalla Cruciatus non le aveva lasciato segni evidenti.
“Gli
specchi non possono parlare, e per tua fortuna
nemmeno ridere.”
Hermione
sussultò per lo shock nel sentire la sua
voce. Non lo aveva visto aprire la porta. Si assicurò di
prestare maggior
attenzione a tutto ciò che la circondava.
Si
voltò velocemente, affrontandolo. La sorprese
che lui fosse vestito come se stesse andando da qualche parte. Nella
mano
stringeva il suo bastone con la testa di serpente.
“Cosa-?”
Iniziò, ancora confusa. “Cosa è
successo?”
“Molte
cose.” La informò Lucius.
“Sfortunatamente
hai dormito per la maggior parte di esse.”
“Cosa
mi hai fatto?” La sua voce era più dura come
se pretendesse una risposta.
“Ho
scoperto che sei capace di sopportare sei dosi
della Maledizione Cruciatus.” Le spiegò.
“ Piuttosto impressionante per una
ragazza giovane come te.”
Le aveva appena
fatto un complimento?
“Cruciatus?”
Chiese Hermione e scoprì che non si
era sbagliata. Era stata davvero torturata con una Maledizione Senza
Perdono.
Chiaramente non era Senza Perdono per i Mangiamorte o per lui. Il suo
intero
corpo era un dolore continuo. Poi ricordò tutto. La
conversazione che aveva
portato allo scontro e poi…il dolore e
l’oscurità.
Era possibile
che la sua mente avesse in qualche
modo represso i ricordi della tortura? Ricordava solamente il dolore e
nient’altro.
Forse era vicina all’impazzire e Lucius si era fermato giusto
in tempo. In ogni
caso, era grata che non se lo ricordasse.
Lo
guardò, aspettandosi di trovare un’espressione
arrabbiata, ma era di nuovo calmo. Ricordava cosa aveva detto di Draco.
Poteva
ancora vedere nella sua mente il viso di lui
accendersi di pura furia. Ma ora era di nuovo
completamente calmo e
controllato.
“Ho
qualche brutta notizia, Sanguesporco.” Le
disse.
Hermione si
irrigidì immediatamente, non sapendo
cosa aspettarsi. Forse
stava di nuovo
partendo per qualche giorno? Forse l’avrebbe lasciata ancora
in compagnia della
sua amica perché non si fidava di lasciarla da sola in casa?
“Il
Signore Oscuro desidera vederci.”
Brividi corsero
lungo il corpo di Hermione a quelle
parole. Non faceva sul serio, vero?
“Noi?”
Ripeté lei, sperando di aver sentito male.
“Sì,
noi.” Disse irritato.
No. No. No.
No.
Iniziò
ad andare nel panico e il suo corpo cominciò
a tremare per la paura. Non voleva vedere Voldemort. Avrebbe di gran
lunga preferito
essere lasciata da sola insieme a qualche altro Mangiamorte.
“I-io
non posso venire.” Cercò di schiarirsi la
voce, ma il panico era evidente.
“Certo
che puoi.” Le disse Lucius. “Ti aiuterò
in
questo.”
Con quello si
fece strada verso di lei e le afferrò il
braccio rudemente. Hermione
cercò di liberarsi e urlò perché tutto
le faceva male, ma quello non impedì a
Lucius di mantenere salda la presa su di lei.
“Perché
vuole incontrare noi? Me?”
Chiese, scuotendo la testa. “Deve essere un errore.
Perché
vorrebbe vedere me? A parte questo-”
“Non
è uno sbaglio.” Le disse con fermezza, il suo viso improvvisamente
serio.
“Ma…ma
cosa vuole da me?”
“Io-”
Iniziò Lucius, poi lasciò cadere la frase.
Hermione lo
stava guardando, aspettandosi risposte,
che non poteva darle. Subito intuì una cosa terribile.
“Non
sai cosa vuole.” Mormorò Hermione, i suoi
occhi spalancati per lo shock.
“Ho
intenzione di portarti da lui.” Le disse
solamente.
“No!”
Gridò, ma Lucius l’afferrò per le
spalle e la
obbligò a guardarlo.
“Ascoltami!”
Alzò la voce e immediatamente Hermione
smise di contorcersi.
Dopo un secondo
lui continuò. “Ho dei… problemi col
mio Maestro a causa tua.”
Hermione non
capiva di cosa stesse parlando. Come
poteva essere nei guai a causa sua? Non aveva fatto nulla per metterlo
in
pericolo.
“Ho
ucciso Antonin a causa tua e ora anche Philix è
morto.” Sibilò. Il suo tono era basso, quasi
sussurrato come se temesse che
qualcuno potesse sentirlo. “Tu capisci perché
tutto questo può sembrare un po’
sospetto.”
“Ma
Philix voleva ucciderti. Era venuto qui senza
preavviso-” Iniziò, ma lui la interruppe.
“So
come difendermi da quelle accuse.”
La sua voce divenne più dura. “Ma la morte di
Antonin
è quella per cui avrò più problemi nel
giustificarmi.”
Non sapeva
cosa dire. Erano entrambi nei guai per colpa di quel fatto e quello era
il
motivo per cui si sentiva in dovere di dire qualcosa, suggerire
qualcosa che li
avrebbe salvati entrambi.
“Perché
l’hai ucciso?” Chiese a bassa voce dopo
qualche istante.
Lucius
trattenne il respiro e rilasciò la presa
dalle sue spalle, facendo un passo indietro. Hermione si avvolse con le
braccia
e attese. Aveva ignorato questo argomento fin da quando aveva sentito
della
morte di Antonin, ma ora voleva una risposta.
“Sai
perché.” Le disse con fermezza. “Te
l’ho già
detto.”
Non le era
sfuggito all’attenzione che stava
evitando di guardarla negli occhi. Non era mai successo prima
d’ora. Lucius non
aveva mai evitato qualcosa.
Prese un
respiro profondo mentre ricordava. “Hai
detto di averlo ucciso perché nessuno tocca i tuoi averi
senza il tuo
permesso.”
Lui rimase in
silenzio, i suoi occhi completamente
inespressivi. Come ci riusciva? Era davvero privo di emozioni o era
solo bravo
a nasconderle?
“Ma
ora hai detto che avrai dei problemi a spiegare
la sua morte. Non è un motivo sufficiente? Toccare i tuoi
averi?” Chiese,
cercando di ignorare il fatto che stava parlando di se stessa come di
una sua
proprietà.
“Sta
diventando sospetto, Sanguesporco.” Le disse
infine, incontrando i suoi occhi.
Lo
guardò in confusione, cercando di capire cosa
volesse dirle.
“Cosa?
Cos’è che non mi stai dicendo?”
Alzò la
voce, ignorando le conseguenze o la sua reazione.
Era stufa dei
suoi giochetti. Aveva bisogno di
risposte, aveva bisogno di sapere cosa stava accadendo. Non poteva
tenerla
all’oscuro per sempre.
Lucius si
avvicinò a lei, uno sguardo intenso negli
occhi. “Ho ucciso troppe persone per te. Ti ho salvata troppe
volte.”
Hermione
ammorbidì lo sguardo alle sue parole.
Aveva ragione. Era stata salvata da lui molte volte. L’ironia
era che non
avrebbe dovuto essere salvata se non fosse stato per lui. Era stato lui
a
metterla nelle situazioni in cui aveva richiesto un salvataggio.
L’aveva portata
da Dolohov, l’aveva lasciata da sola con i suoi amici,
l’aveva abbandonata alla
festa con Philix.
“Che
cosa hai in mente, se mi concedi
l’esagerazione?” Le chiese sarcasticamente quando
non disse nulla per dei lunghi
istanti.
“Ma
non sei riuscito a salvarmi da te stesso.”
Sussurrò lei.
Poi
guardò in basso verso il suo corpo. “Dai
un’occhiata al tuo magnifico lavoro. I lividi, i
tagli… Tutta opera tua.”
In un istante
il tono placido di Lucius sparì
sostituito da uno gelido. “Così pensi che ti abbia
ferito nel modo peggiore?
Spero solo che il Signore Oscuro condivida la tua opinione.”
Non ebbe il
tempo di reagire che lui l’afferrò per
le spalle di nuovo. “Fa’ attenzione a quello che
dirai davanti al Maestro. Le
nostre vite potrebbero dipendere da questo.”
Con quello la
spinse contro il suo petto e si
Smaterializzarono.
ooo
Il freddo.
Quella fu la prima cosa di cui si
accorse Hermione una volta essersi Smaterializzati. Aprì gli
occhi e lottò
contro il senso di stordimento mentre si allontanava da Lucius. Non
voleva
stargli così vicino. Non dopo aver saputo di essere davvero
di nessuna importanza
per lui. La scorsa notte non era significata nulla. Non aveva nemmeno
provato
compassione per lei. Non si era sentito nemmeno un minimo dispiaciuto
per tutto
quello che le aveva fatto passare.
Lucius
l’afferrò per un braccio e la guidò
lungo
uno stretto e buio corridoio. Non lottò, perché
sapeva che era inutile. Stava
per incontrare Voldemort e non c’era nulla che potesse fare
per impedirlo.
Procedevano lentamente, perché la caviglia non era ancora
guarita del tutto.
Scoppiò quasi a ridere per l’amarezza. Si era
fatta male per salvarlo, per
salvare entrambi e lui nemmeno se ne rendeva conto. Avrebbe potuto
guarirla, ma
per qualche ragione non l’aveva fatto.
La sorprese che
lui fosse sufficientemente accorto
da non spingerla. Hermione tremò quando sentì
delle voci provenire dalla stanza
verso cui si stavano dirigendo. Delle persone stavano parlando.
Probabilmente Mangiamorte.
Percepì
la presa di Lucius sul suo braccio e
stranamente si sentì rincuorata. Provava la sensazione di
essere protetta pur
non avendone ragione. Non gliene sarebbe potuto importare di meno di
lei e
anche se lo avesse fatto, stavano camminando verso una stanza piena di
Mangiamorte e Voldemort stesso. Cosa mai poteva fare per proteggerla o
evitarle
qualcosa?
Presto il
corridoio si aprì in una camera di
pietra. Per un istante Hermione si fermò, ma Lucius la
spinse avanti. Il
silenzio cadde sulla stanza quando entrarono. Aveva
l’impressione che stessero
tutti aspettando il loro arrivo. Come se fosse l’evento
principale della
serata.
Ignorò
la persona seduta sulla piattaforma, più in
alto rispetto agli altri. La sola vista di Voldemort sarebbe stato fin
troppo
da sopportare. Aveva bisogno di qualche minuto per prepararsi.
Invece
guardò i Mangiamorte intorno a loro. Non
poté evitare lo sguardo d’odio che
lanciò ad ognuno di loro.
Purosangue.
Pensare di essere migliori di altri solo per il loro sangue.
Quasi si
fermò quando vide Severus Piton in piedi
affianco a dei Mangiamorte. Stavano parlando a bassa voce, ma i loro
occhi
erano su di lei.
La sconvolse
quasi, vedere il suo ex Professore lì.
Ovviamente sapeva che era uno di loro, ma era ancora strano vederlo
davvero
circondato da dei Mangiamorte, comportarsi come se fossero amici.
Faceva
sembrare tutto più reale.
Si impose
un’espressione forte ed alzò la testa con
orgoglio, cercando di camminare normalmente. L’ultima cosa
che voleva era
mostrare debolezza di fronte a loro.
Quando meno se
lo aspettava, Lucius la spinse in
avanti e inciampò cadendo sul pavimento freddo. Fu sul punto
di lanciargli
un’occhiata furiosa, ma poi i suoi occhi caddero sulla cosa di fronte a lei.
Voldemort.
Lui era
comodamente seduto su uno scranno, un
sorriso crudele sul volto disgustoso. Era veramente orrido. La sua
pelle era
così pallida che poteva intravedere le vene al di sotto. Ma
ciò che la
scioccava di più erano i suoi occhi. I suoi occhi morti.
Anche se sorrideva, i
suoi occhi non mostravano altro che morte.
Tentò
di alzarsi dal pavimento, ma la voce di
Lucius la bloccò: “Stai giù.”
Obbedì,
pur non sapendo realmente perché.
Poi lui la
superò e si inginocchiò di fronte al suo
Maestro.
“Mio
Signore, la Sanguesporco è qui, come tu hai
richiesto.” Disse con calma.
Hermione quasi
roteò gli occhi al gesto. Com’era
patetico. Si stava inchinando di fronte a lui. Non aveva mai immaginato
che arrivasse
il giorno in cui avrebbe visto Lucius Malfoy inchinarsi di fronte a
qualcuno. Aveva
venduto la propria anima, l’orgoglio e la dignità.
Lei non l’avrebbe mai fatto.
Almeno in quell’aspetto era migliore e più forte
di lui.
Poi una piccola
voce nella sua mente le ricordò la
notte precedente e come si era arresa ad un Mangiamorte. Al proprio
libero
arbitrio. Forse non era migliore di Lucius.
“Alzati,
Lucius.” Disse Voldemort.
Hermione
notò con sorpresa come la sua voce non le
incutesse paura come aveva pensato. Non era disumana.
Era…normale.
Lucius
obbedì agli ordini del suo Maestro e si
alzò. Il cuore stava battendo senza freni nel suo petto e
poteva sentire le
mani tremare.
“Miss Granger,
ho ragione?” Chiese Voldemort con voce setosa.
Si
dimenticò di respirare mentre tutta l’attenzione
ricadeva su di lei. Tutti la stavano fissando, perfino Lucius.
Osò guardare
nella sua direzione e vide uno sguardo severo, privo di emozioni. Come
desiderava poter essere un po’ come lui. Come desiderava che
nulla potesse
toccarla, che nulla potesse spaventarla o metterla a disagio.
“S-sì.”
Si sforzò di dire con esitazione.
Non era sicura
di cosa dovesse fare. Le era
permesso rispondergli? Le era concesso guardarlo?
Con quel
pensiero nella mente, prese un respiro
profondo e si obbligò ad alzare lo sguardo. Lui stava ancora
sorridendo e le fece
percorrere dei brividi lungo il corpo. Era un sorriso diabolico.
“Ho
sentito molto parlare di te e finalmente riesco
a incontrarti personalmente.” Il sorriso crebbe maggiormente
e lei non era
sicura di come reagire al gesto.
Quando non
disse nulla, Voldemort continuò. “Spero che
Lucius non sia stato troppo rude con te. Come ci si sente ad essere
sua…ospite?”
Ospite?
Hermione cercò di nascondere la rabbia che
cresceva dentro di lei.
“Io-”
Iniziò, poi sbottò. “Guardami e avrai
tu
stesso la risposta.”
Nulla
cambiò sul suo viso mentre diceva. “Beh,
alzati così possiamo tutti dare
un’occhiata.”
Si chiese se
era serio. Non sapendo cosa fare
guardò Lucius e lui le fece un cenno. Era appena
percettibile, ma lo notò.
Senza aggiungere altro si alzò, mettendo tutto il peso sulla
caviglia sana.
“Devo
dire che non sei esattamente in buone
condizioni, ma ho visto Lucius fare molto peggio di
così.” Commentò pratico
Voldemort.
Lei non disse
nulla. Sentiva gli sguardi degli
altri Mangiamorte su di se e non era certo una sensazione piacevole.
“Miss
Granger, vorrei che mi descrivessi cosa è
successo la notte in cui il mio seguace è morto.”
“Philix?”
Chiese, confusa.
“Esattamente.”
Il panico
crebbe in lei lentamente quando realizzò
che Lucius non le aveva detto cosa dire. Non poteva semplicemente
dirgli che le
aveva dato la sua bacchetta. Quello avrebbe ucciso entrambi. Beh, lui
sarebbe
stato ucciso e lei sarebbe stata consegnata ad un altro Mangiamorte.
Cosa poteva
fare? Mentire era fuori discussione.
Voldemort avrebbe scoperto la verità. Piton probabilmente
gli aveva riferito
già tutto. Perché allora glielo stava chiedendo?
Lentamente
iniziò a parlare: “Malfoy tornò ferito
quella notte.”
Disse Malfoy
invece che Lucius, sapendo che sarebbe
sembrato strano agli altri se lo avesse chiamato col suo nome di
battesimo.
Avrebbe reso tutto più personale.
“Va’
avanti.” Disse Voldemort, ascoltando con
interesse.
“Poi
venimmo informati che c’era un uomo nella casa
e Malfoy mi disse che probabilmente era Philix.”
Spiegò, pensando a cosa dire
nella prossima parte.
“Sapevamo
che il suo obiettivo era uccidere Malfoy
e prendere il suo posto.” Si fermò dopo quella
frase.
Voldemort si
chinò in avanti e ascoltò con
attenzione. Hermione gettò uno sguardo in direzione di
Lucius e lo colse nel
fissarla. Ma questa volta c’era qualcosa sul suo viso.
Qualcosa di nuovo. Non
l’aveva mai visto prima. Era panico? O paura?
Prima che lui
potesse confonderla ulteriormente,
distolse lo sguardo e prese un profondo respiro prima di continuare a
parlare.
“Malofy
era ferito gravemente e sapevo cosa mi
sarebbe successo se…se lui fosse morto.”
“Saresti
stata affidata ad un altro dei miei fedeli
seguaci.” Dichiarò Voldemort.
“E
non lo volevo. Così p-presi la sua bacchetta
e…”
mentì, sperando di star scavando una fosse per se stessa.
Non osò guardare
verso Lucius, temendo quello che avrebbe trovato nei suoi occhi.
“Hai preso la
sua bacchetta?” Chiese lui con sorpresa e gli altri
Mangiamorte iniziarono a
bisbigliare.
“L-lui
era quasi incosciente.” Disse velocemente.
“E gliela tolsi di mano.”
Voldemort
lasciò passare le sue ultime parole e poi
alzò un sopracciglio con interesse.
“Perché desideri restare con Lucius?”
Sapeva che non
avrebbe dovuto permettergli di
pensare che ci fosse qualcosa tra lei e Lucius. Quello avrebbe
comportato la
fine per entrambi.
“N-non
voglio stare con lui. Voglio essere libera,
ma questo non è possibile.” Spiegò,
sperando di sembrare convincente. Dallo
sguardo sul viso di Voldemort non lo era stata del tutto.
“Ma
ancora non capisco perché stai scegliendo
Lucius al posto di qualcun altro? Lucius è forse…
compassionevole con te?”
Chiese con attenzione, pur avendo sputato
con disgusto le ultime parole.
La
pietà non era chiaramente una delle doti a lui
preferite.
Guardò
in basso e mormorò. “No, lui è tutto
fuorché
compassionevole.”
“È
davvero così? Dimmi.” Volle sapere.
“Cosa ti ha
fatto?”
Non era
stupida. Stava lentamente capendo quello
che Voldemort stava cercando di ottenere. Le stava chiedendo del
comportamento
di Lucius nei suoi confronti. Quello significava che stava sospettando
qualcosa.
Avrebbe dovuto
dirgli tutto. Ogni singola cosa
orribile che le era successa, che le aveva fatto.
Fece un respiro
profondo per prepararsi a tutti gli
orribili ricordi. Quando parlò la sua voce era priva di ogni
emozione: “Mi ha
picchiata, lasciata senza cibo per giorni, rinchiusa nelle segrete
senza alcun
contatto, mi ha lasciato con i suoi amici per divertimento.”
Allora
guardò negli occhi di Lucius. Aveva bisogno
che lui sentisse quello che doveva dire. Voleva che lui sapesse che era
seria.
“E mi ha forzato a…”
Non
riuscì a finire la frase, ma tutti loro avevano
capito di cosa stesse parlando.
Il viso di
Lucius si indurì, ma non distolse lo
sguardo. Alla fine fu Hermione a cedere, non in grado di sopportare
oltre i
suoi occhi intensi.
“Ti
ha fatto tutte quelle cose orribili e tu ancora
desideri stare con lui?” Disse Voldemort con finta tristezza.
“Sì.
Con lui almeno so cosa aspettarmi.”
Non poteva
credere di star avendo una conversazione
con Voldemort. Se Harry lo avesse saputo… Non
finì il pensiero.
“Astuta.”
Commentò lui, poi puntò lo sguardo su
Lucius.
Il suo finto
tono cortese scomparve e parlò con
freddezza. “Lucius?”
“Si,
Mio Signore?”
“Dimmi
cos’è successo con Antonin.”
Hermione
spalancò gli occhi e guardò Lucius. Stava
finalmente per sentire cosa era davvero successo.
“Mio
Signore, portai la Sanguesporco da lui per
pochi giorni. Mi avevi affidato l’incarico di prendermi cura
di alcuni problemi
con i sopravvissuti.” Iniziò lui con calma.
Voldemort
annuì: “Ricordo.”
“Diedi
ad Antonin strette direttive su come gli era
consentito trattare la ragazza. Mi aspettavo che lui seguisse i miei
ordini.”
“Avrebbe
dovuto.” Concordò ed Hermione si sentì
un
po’ meglio, sapendo che non era ancora arrabbiato. La
speranza crebbe dentro di
lei facendole credere che forse avevano ancora una
possibilità di restare vivi
e…insieme.
“Quando
tornai per la Sanguesporco mi infuriai
vedendo che Antonin non aveva eseguito i miei ordini.” Disse
con una leggera
rabbia nella voce. “Si stava divertendo con la Sanguesporco,
completamente
ignorando quello che gli avevo ordinato di fare.”
Dopo qualche
momento continuò. “Lei rischiò di
morire quella notte, non essendole stata data né acqua
né cibo per dei giorni.
Aveva dei lividi su tutto il corpo. Non ho piacere nel soddisfare i
miei
bisogni con uno scheletro mezzo morto.”
Voldemort
annuì di nuovo. “Comprendo la tua rabbia.
Ma non posso ignorare il fatto che tu abbia ucciso un mio seguace per
una Sangueporco.”
Le si
serrò la gola per la paura. Un brivido le
corse lungo la schiena e si abbracciò, cercando di
consolarsi, pur sapendo che
non c’era alcuna consolazione rimasta in quel mondo.
Tutto quello
che voleva era andare a casa.
Casa? Il
Manor era casa sua ora?
“Fraintendi,
Mio Signore.” Disse con voce
strascicata Lucius. “Non ho ucciso Antonin a causa della
ragazza.”
Quello
catturò la sua attenzione. Era ovvio che
l’aveva ucciso per lei. Lui stesso glielo aveva detto.
Nessuno toccava i suoi
averi senza il suo permesso.
“Io e
Antonin non andavamo d’accordo da molto
tempo.” Spiegò, non mostrando paura o incertezza
nella voce. “Aveva messo in
dubbio la mia autorità e toccato una mia
proprietà. Lo considero come un’offesa
diretta e un attacco nei miei confronti. Non tollero quel tipo di
comportamento, Mio Signore.”
Hermione doveva
confessare che era convincente. La
sua voce era così forte e il modo in cui lo affrontava
dimostrava che non aveva
paura. O forse era semplicemente un bravo attore.
Voldemort
rimase in silenzio per molto tempo. Non
era certa di quanti minuti fossero passati quando parlò di
nuovo.
“Lucius,
capisco e rispetto te e le ragioni che ti
hanno spinto a fare ciò che hai fatto.”
Quasi sorrise
per il sollievo che la riempì nel
sentire quelle parole.
“Ma.” Poi
si fermò e di nuovo la speranza scomparve tanto velocemente
quanto si era
formata. “Non posso ignorare il fatto che la Sangueporco sta
complicando le
cose più di quanto dovrebbe.”
Hermione non
riusciva a respirare. Qualcosa di
terribile stava per accadere… Poteva sentirlo.
“Ho
deciso che la miglior cosa è quella di uccidere
la ragazza e prevenire eventuali problemi futuri di cui sarebbe la
causa.”
Disse freddamente, guardando Lucius.
Gli altri
Mangiamorte iniziarono a sussurrare e
parlare a bassa voce.
All’improvviso
Hermione si sentì fredda. Molto
fredda. E terrorizzata. Non
riusciva a formulare un pensiero coerente. Tutto quello su cui era
capace di
concentrarsi erano quelle ultime parole e la sua voce fredda.
Non aveva mai
immaginato che sarebbe morta in quel
modo. Non era previsto che fosse Voldemort colui che
l’avrebbe uccisa. Non ne
aveva il diritto. Non era niente per lei.
Era sempre
stato lui. Lucius. Era lui quello ad
avere il diritto di porre fine alla sua vita. Era questo che aveva
continuato a
dirle fin da quando l’aveva catturata. Si accorse con orrore
che gli aveva
creduto.
Oh Dio.
La
colpì il fatto che stava per morire. Stranamente
non riusciva a piangere. C’era semplicemente il nulla.
Nessuna tristezza. Solo
shock. Puro shock.
“La
Sanguesporco morirà questa notte, a meno che
ovviamente, tu non sia d’accordo, Lucius.” Chiese
Voldemort, alzando un
sopracciglio e sfidandolo a dire qualcosa. “Hai qualcosa da
ridire forse?”
Gli occhi di
Hermione incontrarono quelli di
Lucius. Aveva bisogno che la salvasse di nuovo. Lo implorò
con lo sguardo. Oh
Dio, non era pronta. Non era ancora pronta a morire.
Panico.
C’era
il panico nei suoi occhi.
O forse se lo
stava solo immaginando. Forse aveva
solo bisogno di credere che lei significava qualcosa per lui. Che la
sua morte
lo avrebbe colpito almeno un po’. Aveva vissuto con lei per
mesi, la conosceva
meglio di chiunque altro, tanto da averle portato via tutto. Doveva
provare
qualcosa, giusto?
E poi lui ruppe
la connessione e guardò di nuovo il
suo Maestro.
Hermione si
sentì come se qualcuno le avesse
strappato il cuore dal petto mentre ascoltava la sua voce priva di
emozioni.
“No,
Mio Signore, non ho nulla da dire.”