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Autore: theshinygirl    27/06/2013    5 recensioni
"...."I rumori della battaglia stavano lentamente scomparendo e qualcosa di illogico dentro di Hermione le disse che il lato sbagliato stava vincendo. Forzò se stessa a rimanere sul terreno umido, trattenendo le lacrime quando una consapevolezza la colpì. Era distesa su del sangue. Il corpo su cui era caduta prima era umido di sangue. Il terreno su cui si trovava era umido di sangue. Il sangue di chi aveva combattuto per la cosa giusta. Brave persone.
Anche se non riusciva a vedere nulla, i corpi mutilati,bruciati e decapitati, i cadaveri di centinaia persone erano davanti ai suoi occhi. Poteva vederli chiaramente nella sua mente. I loro occhi senza vita la fissavano, deridendola, colpevolizzandola per non aver lottato, per essere rimasta sul terreno. Rimproverandola per non essere stata più intelligente, per essere stata così stupida da lasciare che un Mangiamorte le prendesse la bacchetta.
"..."
Ben presto ci fu un silenzio quasi completo.
Traduzione, paring Lucius M./Hermione G.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Mangiamorte, Severus Piton
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Questa è la traduzione della storia “In the dark” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

IN THE DARK
Chapter twenty-one: Nothing


 

 

Ovvio che lo sapeva. Lui sapeva sempre tutto. Come aveva anche solo potuto pensare di essere in grado di nascondergli qualcosa?

“Da quanto tempo sei in grado di vedere?”

La seconda volta che Lucius formulò la domanda, la testa di Hermione scattò nella sua direzione e ne incontrò lo sguardo. Per la prima volta fin da quando era stata catturata poteva guardarlo negli occhi. Quei suoi occhi glaciali che erano talmente freddi da poterlo quasi sentire.  E questo era tutto ciò che riusciva a scorgere nel suo sguardo. Il gelo. Nient’altro. Nessuna emozione. Il nulla. Nemmeno dopo quello che era successo tra di loro la notte precedente. Sapeva che non c’erano scuse per quello che aveva fatto, ma non si sarebbe sentita così usata e disgustosa se le avesse mostrato qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma lui continuava a comportarsi come se nulla fosse accaduto. E questo la feriva più di tutto.

Lucius era in piedi accanto alla toeletta, le braccia incrociate sul petto. Indossava gli stessi abiti della sera precedente, ma i suoi capelli non erano più legati in una coda di cavallo. Lei li aveva-? Non riusciva a ricordare se era stata lei a scioglierli mentre loro…

“Vieni qui, così posso vederti meglio.” Disse lui con scherno.

Hermione distolse lo sguardo e fissò il letto.

“Non sono vestita.” Borbottò a bassa voce, sentendosi stupida a preoccuparsi per una simile faccenda. C’erano cose ben peggiori di cui preoccuparsi.

“Come se non avessi già visto tutto.” Le disse irritato. “Vieni qui, Sanguesporco.”

Si avvolse il lenzuolo attorno al corpo e lentamente si alzò dal letto. Lucius roteò gli occhi al gesto, ma non disse nulla.

Sobbalzò quando posò i piedi sul pavimento e zoppicò fino a raggiungerlo. Lui lasciò cadere lo sguardo fino alla sua caviglia infortunata, poi lo distolse, senza dire una parola.

Hermione si avvicinò con lentezza e nervosamente alzò lo sguardo al suo viso. Era molto più alto di lei e la sola idea di doverlo affrontare la terrorizzava.  Il viso era pallido e gli occhi grigi erano fissi nei suoi, facendola sentire estremamente a disagio.

Lui era così…forte. Non c’era nulla di debole in lui, la sua intera apparenza suggeriva superiorità.

Si supponeva che questo dovesse essere il suo momento. Si supponeva che lei dovesse dimostrare di non essere più dipendente da lui, che non avrebbe più potuto controllare ogni momento della sua vita. Ma mentre se ne stava lì, guardandolo, si sentiva così piccola e debole. Non parlava, ma era inconcepibile come la stesse facendo sentire con il suo solo sguardo.

“Da quanto?” Chiese, ancora guardandola negli occhi.

Hermione stava avendo dei problemi a mantenere il contatto visivo.  Si sentiva come se lui potesse leggerle la mente, l’anima. Così distolse lo sguardo, non essendo in grado di reggere ulteriormente la pressione del suo. Non doveva essere così. Lucius era l’unico che avrebbe dovuto vergognarsi. Avrebbe dovuto essere lui quello ad avere delle difficoltà nel guardarla negli occhi con tutto quello che le aveva fatto. Non il contrario.

“Fin da quel giorno.” Rispose, capendo che non aveva senso mentire. “Fin da quando Philix è venuto qui.”

Lucius annuì. “E credevi di potermelo nascondere? Perché?”

“Io…io non lo so.” Stava fissando i suoi vestiti, evitando lo sguardo.

“Lo sai. Dimmelo.” La sua voce era così esigente, che Hermione sapeva di non aver altra scelta che dire la verità.

Ma il problema era che non sapeva cosa dire. Nemmeno a lei era chiaro perché avesse cercato di nasconderglielo.

“Non stavo cercando di scappare se è quello che stai pensando.” Gli spiegò, stringendo il lenzuolo attorno al corpo.

In qualche modo non temeva una punizione. Stare di fronte a lui non era la sensazione più confortevole possibile, ma non riusciva nemmeno ad avere paura. Concluse che probabilmente stava perdendo la ragione. Ogni persona sana di mente avrebbe dovuto tremare nel terrore assoluto.

“Non pretendere di conoscere i miei pensieri.” Le ringhiò contro. “Ma se non stavi pianificando di scappare, allora perché me lo hai tenuto nascosto?”

“Io-“ Iniziò con tono deciso, mentre racimolava il coraggio per guardarlo di nuovo dritto negli occhi. “Non pensavo che fossero affari tuoi.”

Lui incurvò le labbra in un ghigno, scegliendo di ignorare le sue parole. “La maledizione che Philix ti ha lanciato è chiamata Angustus Caecus. Magia Oscura.”

Era confusa. Ricordava il suo primo giorno a Malfoy Manor. Lucius le aveva detto che non conosceva la maledizione che l’aveva colpita o chi l’avesse attaccata. Ricordava ancora le sue parole crudeli.

“Chi è stato? Chi mi ha tolto il divertimento e fatto di te una ragazzina paurosa?”

“Ma avevi detto di non sapere.” Si lasciò scappare, sorpresa. “Tu- hai mentito?”

“E ne sei sorpresa?” Alzò un sopracciglio, come se la stesse sfidando. Aveva ragione. Perché avrebbe dovuto sentirsi tradita o scioccata? Lui era malvagio. Che altro poteva aspettarsi?

“Perché mi hai mentito a riguardo?”

Che ragione aveva di mentire? Poteva semplicemente dirle che non gliene importava perché la preferiva inutile e indifesa. Ma…Lucius non l’avrebbe mai ammesso perché questo avrebbe dimostrato quanto patetico fosse.

“Avevo le mie ragioni.” Disse freddamente, poi continuò. “L’incantesimo è limitato. É possibile cancellarne l’effetto, ma solo se a farlo è la persona che lo ha lanciato.”

Hermione non aveva mai sentito parlare di quell’incantesimo. Lo ascoltò, ma era troppo sorpresa dal fatto che glielo stesse dicendo. Perché glielo stava spiegando? Gli era sempre piaciuto tenerla all’oscuro.

“L’incantesimo può anche essere invertito con la morte della persona che lo ha formulato.” Le disse e in quel momento capì tutto.

Lui sapeva che sarebbe stata in grado di vedere se Philix fosse morto. Sapeva che non era cieca fin da quando Piton gli aveva detto cosa era successo. Piton! Anche lui lo sapeva. All’improvviso capì il suo avvertimento di non mentire a Lucius. Lui stava cercando di… cosa? Di proteggerla?

E perché Lucius aveva retto il gioco? Perché le aveva lasciato credere di poterlo imbrogliare? Perché era venuto da lei quella notte? Perché aveva voluto…

Di colpo si sentì imbarazzata e stupida. Fin da quando le era tornata la vista, aveva creduto di essere quella col controllo. Ma la verità non poteva essere più diversa. Lui aveva il controllo. L’aveva sempre avuto.

“E perché stavi fingendo?” Chiese Hermione, mantenendo un’espressione decisa, anche se sentiva le guance arrossire.

“Volevo vedere fino a quanto ti saresti spinta. Ti ho dato l’opportunità di dirmi la verità, ma non lo hai fatto.”

“Stavo solo-”

“Hai avuto l’intera notte per dirmi la verità, Sanguesporco.” Disse con voce strascicata ed Hermione arrossì ancora di più all’accenno della notte precedente.

Dopo un istante prese un respiro profondo e si preparò a fare la domanda. “E perché… perchè mi hai baciata? Stanotte quando sei venuto da me? Anche quello faceva parte del tuo piano o è semplicemente successo?”

Si sforzò di guardarlo negli occhi, pur sentendo le guance bruciare per l’imbarazzo.

Lui ghignò: “Dovevo semplicemente alleviare qualche tensione che sentivo.”

Hermione si sentì come se qualcuno l’avesse pugnalata con un coltello. In quel momento si sentiva come una prostituta. Non riceveva soldi da lui, ma le permetteva di stare in casa sua come se questo lo autorizzasse a farle quelle cose. Era furiosa e delusa con se stessa per avergli permesso di umiliarla ancora e ancora.

“N-non ci credo.” Disse a bassa voce, mordendosi il labbro inferiore.

Lucius scoppiò a ridere, poi la guardò come se fosse la cosa più patetica al mondo. “Per favore, Sanguesporco. Non illuderti. Sto semplicemente soddisfando i miei bisogni con te. É a questo che servono le Sanguesporco.” Dopo un istante aggiunse. “Questo è ciò che ti meriti.” C’era qualcosa di oscuro nella sua voce e le fece correre dei brividi lungo il corpo.

Sospettava che stesse ricordando di nuovo suo figlio. Non era una bella idea farlo arrabbiare quando stava così, ma in quel momento non le importava.

“Ma perché venire da me?” Chiese, il petto ansante per il dolore. “Avresti potuto andare da altre donne. Molto più esperte e belle di me.”

“Stai suggerendo che frequento delle puttane?” Chiese con interesse.

Hermione annuì e parlò con rabbia nella voce. “Sì. Che cosa te lo impedisce? Sono sicura che saprebbero soddisfarti meglio di me.”

“Non credi davvero che andrei da delle sporche puttane quando ho una piccola pura-”

Si fermò a metà frase, realizzando ciò che aveva detto. La bocca di Hermione si spalancò scioccata dalle sue parole.

Pura, Lucius?”

La maschera sul suo volto cadde per meno di un istante, qualcosa balenò nei suoi occhi. Era svanito con la stessa velocità con cui era apparso. Ma Hermione l’aveva notato. Non importava quanto duro e privo di emozione fosse il suo viso ora, aveva visto quello sguardo nei suoi occhi. Sapeva che la parola gli era sfuggita per sbaglio, perché non voleva che lei la sentisse. Perché? Perché lo intendeva. Lo credeva davvero. Dietro tutto il suo odio e il disgusto per lei lui pensava davvero che fosse pura.

Se fosse stata ancora cieca avrebbe potuto convincerla che non era serio. Avrebbe potuto sviare il tutto in qualche modo, perché non sarebbe stata in grado di vederlo. Lo sguardo nei suoi occhi era la prova di cui aveva bisogno.

Lucius si irrigidì, ma mantenne il tono di voce calmo, nascondendo le proprie emozioni e pensieri. “Sono l’unico uomo che hai avuto. Almeno in quel senso sei più pulita delle puttane da strada.”

Stava cercando di insultarla di nuovo, di allontanare la sua attenzione da quello che aveva detto. Ma Hermione non ci sarebbe cascata.

“Non hai detto più pulita. Hai detto pura.” Disse con tono di sfida. “Non hai mai usato quella parola associata a me. Mi hai sempre descritta come sporca, disgustosa, impura. Sempre.”

Lo guardò dritto negli occhi, aspettando la sua reazione. Pur essendo arduo mantenere il contatto visivo, aveva paura di distogliere lo sguardo. Non voleva perdersi niente dei suoi occhi, delle sue espressioni.

“Stai distorcendo le mie parole, usandole contro di me.” Le disse con voce calma.

Pur sembrando Lucius quello ad avere il controllo della situazione, Hermione sentiva come se stesse avendo la meglio su di lui. Era calmo e schivo con un sorriso affettato sul viso mentre lei era furiosa, confusa e ferita. Ma era lei quella ad avere il controllo. Lucius non aveva ponderato con cura le sue parole  e proprio una di queste l’aveva tradito. Pura.

“Allora non pensi che sia pura?” Chiese Hermione, sollevando un sopracciglio.

La sua voce era più dura ora: “Ovviamente no.”

Era come se fosse arrabbiato perché ne doveva parlare e difendersi.

Lei annuì: “Per te non sono altro che una sporca, brutta Sanguesporco. Spazzatura.”

Gli angoli della bocca di Lucius si arricciarono in un ghigno. “Non avrei saputo dirlo meglio.”

Hermione si perse per un momento su quella bocca. Non riusciva a credere di averlo davvero baciato, le sue labbra. Le stesse che ora la stavano umiliando. Mai nella sua vita aveva avuto una persona così vicina a lei quanto lo era Lucius. Se l’avesse forzata sarebbe stato tutto più semplice. Ma non lo aveva fatto. Non poteva mentire a se stessa. Non questa volta. Forse la prima volta che l’aveva… toccata non era stata consensuale. Se non fisicamente, l’aveva forzata mentalmente. Non c’era alcun dubbio su questo. Ma non era così questa volta.

La guardò con espressione omicida prima di schernirla: “Patetica, impura. Semplicemente una creatura che non merita niente.” Aggiunse con soddisfazione.

Hermione si chiese se lui provasse felicità solo quando la insultava. Lanciarle insulti lo faceva sentire meglio, superiore?

Lentamente alzò la testa per guardarlo. Il suo viso era completamente calmo e inespressivo mentre gli chiese: “Io potrò essere sporca ed indegna, ma sei tu quello che mi trascina ogni volta nel tuo letto. Questo cosa fa ti te, Lucius?”

Non lo aveva visto arrivare. Non l’aveva nemmeno visto muovere la mano. Tutto quello che registrò fu il dolore sulla guancia e un momento dopo era sul pavimento. Era successo così in fretta che non aveva nemmeno avuto il tempo di gridare per l’improvviso schiaffo.

Era una sensazione diversa, perché lui indossava i guanti, ma faceva male comunque.

La guancia destra dava l’impressione di star davvero bruciando, ma si fermò prima che potesse toccarla. Non avrebbe mostrato alcuna debolezza di fronte a lui. Non questa volta. Così prese solo un profondo respiro e lo guardò.

Lucius era in piedi completamente immobile, il suo viso duro. Non sembrava che l’avesse appena schiaffeggiata. L’unico segno evidente della sua rabbia era il respiro pesante, ma quello era tutto. Non si era nemmeno disturbato ad abbassare la testa per poterla guardare, limitandosi ad osservarla dall’alto in basso con gli occhi incollati su di lei.

“Alzati.” Le disse dopo qualche attimo di silenzio.

“No.” Ribatté Hermione.

Lucius le lanciò uno sguardo che forse l’avrebbe spaventata nei primi giorni con lui, ma che ora non funzionava più. Lo conosceva meglio.

“Puoi star lì e ripeterlo tutta la giornata se vuoi. Non ho intenzione di alzarmi dal pavimento.” Gli disse con tono fermo, sfidandolo.

All’improvviso Lucius sorrise. Non era un sorrisetto o un ghigno, ma era ben lontano dall’essere innocente.  Era come se stesse cercando di mostrarle che non aveva alcun potere sul suo stato d’animo o le sue emozioni. E poi si inginocchiò accanto a lei, con quel terrificante sorriso sul viso. Ancora, i suoi occhi erano completamente gelidi e il suo falso sorriso non li raggiungeva. Non poté evitare di ritrarsi, allontanandosi da lui.

“Sono un Mangiamorte.” Disse con voce strascicata. “Ho ucciso molte persone, torturate ancora di più.”

Ne stava parlando come se fosse la cosa più normale al mondo.. Hermione si sentiva disgustata dal fatto di aver toccato quel…quel mostro di fronte a lei di propria spontanea volontà.

Lucius continuò: “Tu sai come sono e quello che ho fatto, ma non mi è sembrato che ti disturbasse la scorsa notte.”

Hermione strinse i denti fra loro, ma non disse nulla. Cosa poteva dire per discolparsi?

“Ti sei concessa a me pur sapendo che avevo ucciso il ragazzo Weasley.”

Sussultò all’accenno di Ron. Tutto ciò che voleva in quel momento era colpire Lucius, gettargli addosso qualcosa, fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di farlo smettere di parlare.

“Correggimi se sbaglio ma c’erano delle voci riguardo voi due. Non eri forse legata sentimentalmente a lui?” Chiese, alzando un sopracciglio e ghignando.

Qualcosa stava bruciando negli occhi di Hermione e nemmeno un attimo dopo sentì qualcosa di umido correre lungo le sue guance.

“Per favore dì qualcosa, Miss Granger. Questa conversazione è un po’ a senso unico.” La sua voce vellutata tagliò l’orribile silenzio che era sceso nella stanza. “C’era qualcosa tra te e il Traditore di Sangue?”

“Non è affar tuo.” Sputò fra i denti, non disturbandosi ad asciugare le lacrime. Era troppo impegnata nella sua battaglia di sguardi con Lucius.

“Probabilmente si sta rivoltando nella tomba, sapendo che ho avuto il primo assaggio.” Poi socchiuse gli occhi. “Bhè, si starebbe rivoltando nella tomba, se ne avesse una.”

Con un ghigno diabolico si alzò, soddisfatto di aver trionfato su di lei. Ma Hermione non aveva ancora finito. Non avrebbe detto nulla se non si fosse limitato a insultare lei. Ma questa volta era Ron. Non poteva lasciar perdere. Quello sarebbe stato il peggiore dei tradimenti.

“Suppongo che anche Draco si rivolterebbe nella tomba se solo sapesse che razza di bastardo è suo padre.”

Aveva oltrepassato il limite.

L’ultima cosa che Hermione ricordò prima di scivolare nell’oscurità fu la furia, una furia animale che aveva attraversato il viso di Lucius. Non ebbe nemmeno il tempo di spaventarsi che sentì la parola.

“Crucio!”

Poi nulla. Oscurità.

 

 

 

ooo

 

 

“Tempi duri al Ministero, ho sentito.” Disse Lucius, guardando Arthur Weasley. “Tutte quelle incursioni… Spero vi stiano pagando per le ore straordinarie.”

 

La sua voce era così fredda ed altera. Anche molti anni prima quando Hermione era solo una ragazzina, lui era già malvagio, crudele e manipolativo.

 

Lucius allungò la mano nel calderone di Ginny ed estrasse una vecchia, copia usurata di Guida alla Trasfigurazione per Principianti.

 

“Ovviamente no.” Fece un sorrisetto affettato.

 

La sua voce era così morbida e setosa che risultava difficile credere alle odiose parole che stava dicendo.

 

Dopo un istante di silenzio continuò: “Cielo, che senso può avere essere la disgrazia del nome di mago se non ti pagano nemmeno bene?”

 

Hermione ricordava che le ribollì il sangue nelle vene a quella domanda. Sapeva che non tutte le persone erano buone, ma non aveva mai davvero incontrato qualcuno che fosse così apertamente cattivo. Era così innocente e ingenua a quel tempo. I suoi occhi viaggiarono a lungo su Lucius Malfoy, osservandolo. C’era qualcosa in lui. Anche se non le aveva detto nulla, dovette combattere la sensazione di nascondersi prima che i suoi occhi calassero su di lei.

 

Poi lo vide voltare il suo sguardo aristocratico sui suoi genitori e il cuore le iniziò a battere senza freno. Non voleva che i suoi genitori gli stessero vicino.

 

Poi successe. Il suo sguardo si inchiodò al suo per un secondo. E fu il secondo più lungo della sua vita. Non ci furono parole, ma lui fu in grado di mostrarle col solo sguardo ciò che pensava di lei. I suoi occhi grigi le stavano sussurrando che non era nulla di più che lo sporco sulle sue scarpe.

 

Non distogliere lo sguardo. Non distogliere lo sguardo.

 

Si dimenticò di respirare mentre i loro sguardi erano connessi.

 

Hermione Granger, non osare distogliere lo sguardo.

 

Fortunatamente, mantenne un’espressione forte e ribelle fino al momento in cui lui la liberò dalla sua presa invisibile. Interessato alzò un sopracciglio e poi le voltò le spalle.

 

Forse la loro battaglia di volontà era già iniziata quella volta di molti anni prima in quel negozio, non quando l’aveva catturata.

 

 

 

 

 

ooo

 

 

 

Hermione spalancò gli occhi, ma dovette sbattere le palpebre un paio di volte per schiarirsi la vista. Sentendosi confusa, si guardò intorno e notò che era da sola nella stanza. La prima domanda che le si formò in mente fu: ‘Dov’è lui?’

 

Era distesa sul letto, ma non riusciva a ricordare come o quando ci era salita. Lui l’aveva-? Ma perché avrebbe dovuto? L’ultima cosa che ricordava era il dolore. Perché avrebbe dovuto torturarla fino all’incoscienza e poi adagiarla sul letto? Avrebbe potuto tranquillamente lasciarla sul pavimento.

 

Senza pensarci si alzò con cautela dal letto, sobbalzando quando il dolore bruciante dei muscoli la colpì. L’effetto secondario della Maledizione Cruciatus.

 

Notò la tonaca che era stata lasciata per lei sul letto. Una brutta, tonaca grigia. Cos’era successo alla camicia da notte? Lucius era così incostante che Hermione iniziava a chiedersi se lo stesse facendo apposta. Era l’obbiettivo della sua vita quello di farle perdere la testa con delle teorie riguardo il suo comportamento?

 

Allora perché le era stato permesso di indossare quella bella camicia da notte bianca? Non si era mai chiesta a chi fosse appartenuta. Era stata di sua moglie? No, quello era un pensiero sciocco. Non le avrebbe mai dato qualcosa appartenuto a sua moglie. Un pensiero trascinò l’altro e presto iniziò a pensare a Narcissa Malfoy. Cosa le era successo? Sapeva che la moglie di Lucius era morta, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere cosa le era successo. Senza alcun dubbio l’avrebbe uccisa se avesse anche solo pronunciato il suo nome.

 

Con quei pensieri nella testa, indossò la tunica che le era stata lasciata. Subito le ricordò i vecchi tempi. Quando le era concesso scegliere di vestire qualsiasi cosa volesse. Jeans. Le mancavano i jeans e i vestiti Babbani. Le mancava poter indossare un reggiseno. Lucius ovviamente aveva pensato che non ne avesse bisogno e lei non sarebbe di certo andata a chiederne uno. Non era in vacanza al Manor. Lei era un…cosa? Un premio, una schiava? Probabilmente entrambi. Si accorse con sorpresa che continuava a dimenticarsene.

 

Non sapendo davvero perché si avvicinò alla toeletta e rimase ferma, osservandosi allo specchio. Fortunatamente, la tortura inferta dalla Cruciatus non le aveva lasciato segni evidenti.

 

“Gli specchi non possono parlare, e per tua fortuna nemmeno ridere.”

 

Hermione sussultò per lo shock nel sentire la sua voce. Non lo aveva visto aprire la porta. Si assicurò di prestare maggior attenzione a tutto ciò che la circondava.

 

Si voltò velocemente, affrontandolo. La sorprese che lui fosse vestito come se stesse andando da qualche parte. Nella mano stringeva il suo bastone con la testa di serpente.

 

“Cosa-?” Iniziò, ancora confusa. “Cosa è successo?”

 

“Molte cose.” La informò Lucius. “Sfortunatamente hai dormito per la maggior parte di esse.”

 

“Cosa mi hai fatto?” La sua voce era più dura come se pretendesse una risposta.

 

“Ho scoperto che sei capace di sopportare sei dosi della Maledizione Cruciatus.” Le spiegò. “ Piuttosto impressionante per una ragazza giovane come te.”

 

Le aveva appena fatto un complimento?

 

“Cruciatus?” Chiese Hermione e scoprì che non si era sbagliata. Era stata davvero torturata con una Maledizione Senza Perdono. Chiaramente non era Senza Perdono per i Mangiamorte o per lui. Il suo intero corpo era un dolore continuo. Poi ricordò tutto. La conversazione che aveva portato allo scontro e poi…il dolore e l’oscurità.

 

Era possibile che la sua mente avesse in qualche modo represso i ricordi della tortura? Ricordava solamente il dolore e nient’altro. Forse era vicina all’impazzire e Lucius si era fermato giusto in tempo. In ogni caso, era grata che non se lo ricordasse.

 

Lo guardò, aspettandosi di trovare un’espressione arrabbiata, ma era di nuovo calmo. Ricordava cosa aveva detto di Draco. Poteva ancora vedere nella sua mente il viso di lui  accendersi di pura furia. Ma ora era di nuovo completamente calmo e controllato.

 

“Ho qualche brutta notizia, Sanguesporco.” Le disse.

 

Hermione si irrigidì immediatamente, non sapendo cosa aspettarsi.  Forse stava di nuovo partendo per qualche giorno? Forse l’avrebbe lasciata ancora in compagnia della sua amica perché non si fidava di lasciarla da sola in casa?

 

“Il Signore Oscuro desidera vederci.”

 

Brividi corsero lungo il corpo di Hermione a quelle parole. Non faceva sul serio, vero?

 

“Noi?” Ripeté lei, sperando di aver sentito male.

 

“Sì, noi.” Disse irritato.

 

No. No. No. No.

 

Iniziò ad andare nel panico e il suo corpo cominciò a tremare per la paura. Non voleva vedere Voldemort. Avrebbe di gran lunga preferito essere lasciata da sola insieme a qualche altro Mangiamorte.

 

“I-io non posso venire.” Cercò di schiarirsi la voce, ma il panico era evidente.

 

“Certo che puoi.” Le disse Lucius. “Ti aiuterò in questo.”

 

Con quello si  fece strada verso di lei e le afferrò il braccio rudemente. Hermione cercò di liberarsi e urlò perché tutto le faceva male, ma quello non impedì a Lucius di mantenere salda la presa su di lei.

 

“Perché vuole incontrare noi? Me?” Chiese, scuotendo la testa. “Deve essere un errore. Perché vorrebbe vedere me? A parte questo-”

 

“Non è uno sbaglio.” Le disse con fermezza, il  suo viso improvvisamente serio.

 

“Ma…ma cosa vuole da me?”

 

“Io-” Iniziò Lucius, poi lasciò cadere la frase.

 

Hermione lo stava guardando, aspettandosi risposte, che non poteva darle. Subito intuì una cosa terribile.

 

“Non sai cosa vuole.” Mormorò Hermione, i suoi occhi spalancati per lo shock.

 

“Ho intenzione di portarti da lui.” Le disse solamente.

 

“No!” Gridò, ma Lucius l’afferrò per le spalle e la obbligò a guardarlo.

 

“Ascoltami!” Alzò la voce e immediatamente Hermione smise di contorcersi.

 

Dopo un secondo lui continuò. “Ho dei… problemi col mio Maestro a causa tua.”

 

Hermione non capiva di cosa stesse parlando. Come poteva essere nei guai a causa sua? Non aveva fatto nulla per metterlo in pericolo.

 

“Ho ucciso Antonin a causa tua e ora anche Philix è morto.” Sibilò. Il suo tono era basso, quasi sussurrato come se temesse che qualcuno potesse sentirlo. “Tu capisci perché tutto questo può sembrare un po’ sospetto.”

 

“Ma Philix voleva ucciderti. Era venuto qui senza preavviso-” Iniziò, ma lui la interruppe.

 

“So come difendermi da quelle accuse.” La sua voce divenne più dura. “Ma la morte di Antonin è quella per cui avrò più problemi nel giustificarmi.”

 

Non  sapeva cosa dire. Erano entrambi nei guai per colpa di quel fatto e quello era il motivo per cui si sentiva in dovere di dire qualcosa, suggerire qualcosa che li avrebbe salvati entrambi.

 

“Perché l’hai ucciso?” Chiese a bassa voce dopo qualche istante.

 

Lucius trattenne il respiro e rilasciò la presa dalle sue spalle, facendo un passo indietro. Hermione si avvolse con le braccia e attese. Aveva ignorato questo argomento fin da quando aveva sentito della morte di Antonin, ma ora voleva una risposta.

 

“Sai perché.” Le disse con fermezza. “Te l’ho già detto.”

 

Non le era sfuggito all’attenzione che stava evitando di guardarla negli occhi. Non era mai successo prima d’ora. Lucius non aveva mai evitato qualcosa.

 

Prese un respiro profondo mentre ricordava. “Hai detto di averlo ucciso perché nessuno tocca i tuoi averi senza il tuo permesso.”

 

Lui rimase in silenzio, i suoi occhi completamente inespressivi. Come ci riusciva? Era davvero privo di emozioni o era solo bravo a nasconderle?

 

“Ma ora hai detto che avrai dei problemi a spiegare la sua morte. Non è un motivo sufficiente? Toccare i tuoi averi?” Chiese, cercando di ignorare il fatto che stava parlando di se stessa come di una sua proprietà.

 

“Sta diventando sospetto, Sanguesporco.” Le disse infine, incontrando i suoi occhi.

 

Lo guardò in confusione, cercando di capire cosa volesse dirle.

 

“Cosa? Cos’è che non mi stai dicendo?” Alzò la voce, ignorando le conseguenze o la sua reazione.

 

Era stufa dei suoi giochetti. Aveva bisogno di risposte, aveva bisogno di sapere cosa stava accadendo. Non poteva tenerla all’oscuro per sempre.

 

Lucius si avvicinò a lei, uno sguardo intenso negli occhi. “Ho ucciso troppe persone per te. Ti ho salvata troppe volte.”

 

Hermione ammorbidì lo sguardo alle sue parole. Aveva ragione. Era stata salvata da lui molte volte. L’ironia era che non avrebbe dovuto essere salvata se non fosse stato per lui. Era stato lui a metterla nelle situazioni in cui aveva richiesto un salvataggio. L’aveva portata da Dolohov, l’aveva lasciata da sola con i suoi amici, l’aveva abbandonata alla festa con Philix.

 

“Che cosa hai in mente, se mi concedi l’esagerazione?” Le chiese sarcasticamente quando non disse nulla per dei lunghi istanti.

 

“Ma non sei riuscito a salvarmi da te stesso.” Sussurrò lei.

 

Poi guardò in basso verso il suo corpo. “Dai un’occhiata al tuo magnifico lavoro. I lividi, i tagli… Tutta opera tua.”

 

In un istante il tono placido di Lucius sparì sostituito da uno gelido. “Così pensi che ti abbia ferito nel modo peggiore? Spero solo che il Signore Oscuro condivida la tua opinione.”

 

Non ebbe il tempo di reagire che lui l’afferrò per le spalle di nuovo. “Fa’ attenzione a quello che dirai davanti al Maestro. Le nostre vite potrebbero dipendere da questo.”

 

Con quello la spinse contro il suo petto e si Smaterializzarono.

 

 

 

 

 

 

ooo

 

 

 

Il freddo. Quella fu la prima cosa di cui si accorse Hermione una volta essersi Smaterializzati. Aprì gli occhi e lottò contro il senso di stordimento mentre si allontanava da Lucius. Non voleva stargli così vicino. Non dopo aver saputo di essere davvero di nessuna importanza per lui. La scorsa notte non era significata nulla. Non aveva nemmeno provato compassione per lei. Non si era sentito nemmeno un minimo dispiaciuto per tutto quello che le aveva fatto passare.

 

Lucius l’afferrò per un braccio e la guidò lungo uno stretto e buio corridoio. Non lottò, perché sapeva che era inutile. Stava per incontrare Voldemort e non c’era nulla che potesse fare per impedirlo. Procedevano lentamente, perché la caviglia non era ancora guarita del tutto. Scoppiò quasi a ridere per l’amarezza. Si era fatta male per salvarlo, per salvare entrambi e lui nemmeno se ne rendeva conto. Avrebbe potuto guarirla, ma per qualche ragione non l’aveva fatto.

 

La sorprese che lui fosse sufficientemente accorto da non spingerla. Hermione tremò quando sentì delle voci provenire dalla stanza verso cui si stavano dirigendo. Delle persone stavano parlando. Probabilmente Mangiamorte.

 

Percepì la presa di Lucius sul suo braccio e stranamente si sentì rincuorata. Provava la sensazione di essere protetta pur non avendone ragione. Non gliene sarebbe potuto importare di meno di lei e anche se lo avesse fatto, stavano camminando verso una stanza piena di Mangiamorte e Voldemort stesso. Cosa mai poteva fare per proteggerla o evitarle qualcosa?

 

Presto il corridoio si aprì in una camera di pietra. Per un istante Hermione si fermò, ma Lucius la spinse avanti. Il silenzio cadde sulla stanza quando entrarono. Aveva l’impressione che stessero tutti aspettando il loro arrivo. Come se fosse l’evento principale della serata.

 

Ignorò la persona seduta sulla piattaforma, più in alto rispetto agli altri. La sola vista di Voldemort sarebbe stato fin troppo da sopportare. Aveva bisogno di qualche minuto per prepararsi.

 

Invece guardò i Mangiamorte intorno a loro. Non poté evitare lo sguardo d’odio che lanciò ad ognuno di loro.

 

Purosangue. Pensare di essere migliori di altri solo per il loro sangue.

 

Quasi si fermò quando vide Severus Piton in piedi affianco a dei Mangiamorte. Stavano parlando a bassa voce, ma i loro occhi erano su di lei.

 

La sconvolse quasi, vedere il suo ex Professore lì. Ovviamente sapeva che era uno di loro, ma era ancora strano vederlo davvero circondato da dei Mangiamorte, comportarsi come se fossero amici. Faceva sembrare tutto più reale.

 

Si impose un’espressione forte ed alzò la testa con orgoglio, cercando di camminare normalmente. L’ultima cosa che voleva era mostrare debolezza di fronte a loro.

 

Quando meno se lo aspettava, Lucius la spinse in avanti e inciampò cadendo sul pavimento freddo. Fu sul punto di lanciargli un’occhiata furiosa, ma poi i suoi occhi caddero sulla cosa di fronte a lei.

 

Voldemort.

 

Lui era comodamente seduto su uno scranno, un sorriso crudele sul volto disgustoso. Era veramente orrido. La sua pelle era così pallida che poteva intravedere le vene al di sotto. Ma ciò che la scioccava di più erano i suoi occhi. I suoi occhi morti. Anche se sorrideva, i suoi occhi non mostravano altro che morte.

 

Tentò di alzarsi dal pavimento, ma la voce di Lucius la bloccò: “Stai giù.”

 

Obbedì, pur non sapendo realmente perché.

 

Poi lui la superò e si inginocchiò di fronte al suo Maestro.

 

“Mio Signore, la Sanguesporco è qui, come tu hai richiesto.” Disse con calma.

 

Hermione quasi roteò gli occhi al gesto. Com’era patetico. Si stava inchinando di fronte a lui. Non aveva mai immaginato che arrivasse il giorno in cui avrebbe visto Lucius Malfoy inchinarsi di fronte a qualcuno. Aveva venduto la propria anima, l’orgoglio e la dignità. Lei non l’avrebbe mai fatto. Almeno in quell’aspetto era migliore e più forte di lui.

 

Poi una piccola voce nella sua mente le ricordò la notte precedente e come si era arresa ad un Mangiamorte. Al proprio libero arbitrio. Forse non era migliore di Lucius.

 

“Alzati, Lucius.” Disse Voldemort.

 

Hermione notò con sorpresa come la sua voce non le incutesse paura come aveva pensato. Non era disumana. Era…normale.

 

Lucius obbedì agli ordini del suo Maestro e si alzò. Il cuore stava battendo senza freni nel suo petto e poteva sentire le mani tremare.

 

Miss Granger, ho ragione?” Chiese Voldemort con voce setosa.

 

Si dimenticò di respirare mentre tutta l’attenzione ricadeva su di lei. Tutti la stavano fissando, perfino Lucius. Osò guardare nella sua direzione e vide uno sguardo severo, privo di emozioni. Come desiderava poter essere un po’ come lui. Come desiderava che nulla potesse toccarla, che nulla potesse spaventarla o metterla a disagio.

 

“S-sì.” Si sforzò di dire con esitazione.

 

Non era sicura di cosa dovesse fare. Le era permesso rispondergli? Le era concesso guardarlo?

 

Con quel pensiero nella mente, prese un respiro profondo e si obbligò ad alzare lo sguardo. Lui stava ancora sorridendo e le fece percorrere dei brividi lungo il corpo. Era un sorriso diabolico.

 

“Ho sentito molto parlare di te e finalmente riesco a incontrarti personalmente.” Il sorriso crebbe maggiormente e lei non era sicura di come reagire al gesto.

 

Quando non disse nulla, Voldemort continuò. “Spero che Lucius non sia stato troppo rude con te. Come ci si sente ad essere sua…ospite?”

 

Ospite? Hermione cercò di nascondere la rabbia che cresceva dentro di lei.

 

“Io-” Iniziò, poi sbottò. “Guardami e avrai tu stesso la risposta.”

 

Nulla cambiò sul suo viso mentre diceva. “Beh, alzati così possiamo tutti dare un’occhiata.”

 

Si chiese se era serio. Non sapendo cosa fare guardò Lucius e lui le fece un cenno. Era appena percettibile, ma lo notò. Senza aggiungere altro si alzò, mettendo tutto il peso sulla caviglia sana.

 

“Devo dire che non sei esattamente in buone condizioni, ma ho visto Lucius fare molto peggio di così.” Commentò pratico Voldemort.

 

Lei non disse nulla. Sentiva gli sguardi degli altri Mangiamorte su di se e non era certo una sensazione piacevole.

 

“Miss Granger, vorrei che mi descrivessi cosa è successo la notte in cui il mio seguace è morto.”

 

“Philix?” Chiese, confusa.

 

“Esattamente.”

 

Il panico crebbe in lei lentamente quando realizzò che Lucius non le aveva detto cosa dire. Non poteva semplicemente dirgli che le aveva dato la sua bacchetta. Quello avrebbe ucciso entrambi. Beh, lui sarebbe stato ucciso e lei sarebbe stata consegnata ad un altro Mangiamorte.

 

Cosa poteva fare? Mentire era fuori discussione. Voldemort avrebbe scoperto la verità. Piton probabilmente gli aveva riferito già tutto. Perché allora glielo stava chiedendo?

 

Lentamente iniziò a parlare: “Malfoy tornò ferito quella notte.”

 

Disse Malfoy invece che Lucius, sapendo che sarebbe sembrato strano agli altri se lo avesse chiamato col suo nome di battesimo. Avrebbe reso tutto più personale.

 

“Va’ avanti.” Disse Voldemort, ascoltando con interesse.

 

“Poi venimmo informati che c’era un uomo nella casa e Malfoy mi disse che probabilmente era Philix.” Spiegò, pensando a cosa dire nella prossima parte.

 

“Sapevamo che il suo obiettivo era uccidere Malfoy e prendere il suo posto.” Si fermò dopo quella frase.

 

Voldemort si chinò in avanti e ascoltò con attenzione. Hermione gettò uno sguardo in direzione di Lucius e lo colse nel fissarla. Ma questa volta c’era qualcosa sul suo viso. Qualcosa di nuovo. Non l’aveva mai visto prima. Era panico? O paura?

 

Prima che lui potesse confonderla ulteriormente, distolse lo sguardo e prese un profondo respiro prima di continuare a parlare.

 

“Malofy era ferito gravemente e sapevo cosa mi sarebbe successo se…se lui fosse morto.”

 

“Saresti stata affidata ad un altro dei miei fedeli seguaci.” Dichiarò Voldemort.

 

“E non lo volevo. Così p-presi la sua bacchetta e…” mentì, sperando di star scavando una fosse per se stessa. Non osò guardare verso Lucius, temendo quello che avrebbe trovato nei suoi occhi.

 

“Hai preso la sua bacchetta?” Chiese lui con sorpresa e gli altri Mangiamorte iniziarono a bisbigliare.

 

“L-lui era quasi incosciente.” Disse velocemente. “E gliela tolsi di mano.”

 

Voldemort lasciò passare le sue ultime parole e poi alzò un sopracciglio con interesse. “Perché desideri restare con Lucius?”

 

Sapeva che non avrebbe dovuto permettergli di pensare che ci fosse qualcosa tra lei e Lucius. Quello avrebbe comportato la fine per entrambi.

 

“N-non voglio stare con lui. Voglio essere libera, ma questo non è possibile.” Spiegò, sperando di sembrare convincente. Dallo sguardo sul viso di Voldemort non lo era stata del tutto.

 

“Ma ancora non capisco perché stai scegliendo Lucius al posto di qualcun altro? Lucius è forse… compassionevole con te?” Chiese con attenzione, pur avendo sputato con disgusto le ultime parole.

 

La pietà non era chiaramente una delle doti a lui preferite.

 

Guardò in basso e mormorò. “No, lui è tutto fuorché compassionevole.”

 

“È davvero così? Dimmi.” Volle sapere. “Cosa ti ha fatto?”

 

Non era stupida. Stava lentamente capendo quello che Voldemort stava cercando di ottenere. Le stava chiedendo del comportamento di Lucius nei suoi confronti. Quello significava che stava sospettando qualcosa.

 

Avrebbe dovuto dirgli tutto. Ogni singola cosa orribile che le era successa, che le aveva fatto.

 

Fece un respiro profondo per prepararsi a tutti gli orribili ricordi. Quando parlò la sua voce era priva di ogni emozione: “Mi ha picchiata, lasciata senza cibo per giorni, rinchiusa nelle segrete senza alcun contatto, mi ha lasciato con i suoi amici per divertimento.”

 

Allora guardò negli occhi di Lucius. Aveva bisogno che lui sentisse quello che doveva dire. Voleva che lui sapesse che era seria. “E mi ha forzato a…”

 

Non riuscì a finire la frase, ma tutti loro avevano capito di cosa stesse parlando.

 

Il viso di Lucius si indurì, ma non distolse lo sguardo. Alla fine fu Hermione a cedere, non in grado di sopportare oltre i suoi occhi intensi.

 

“Ti ha fatto tutte quelle cose orribili e tu ancora desideri stare con lui?” Disse Voldemort con finta tristezza.

 

“Sì. Con lui almeno so cosa aspettarmi.”

 

Non poteva credere di star avendo una conversazione con Voldemort. Se Harry lo avesse saputo… Non finì il pensiero.

 

“Astuta.” Commentò lui, poi puntò lo sguardo su Lucius.

 

Il suo finto tono cortese scomparve e parlò con freddezza. “Lucius?”

 

“Si, Mio Signore?”

 

“Dimmi cos’è successo con Antonin.”

 

Hermione spalancò gli occhi e guardò Lucius. Stava finalmente per sentire cosa era davvero successo.

 

“Mio Signore, portai la Sanguesporco da lui per pochi giorni. Mi avevi affidato l’incarico di prendermi cura di alcuni problemi con i sopravvissuti.” Iniziò lui con calma.

 

Voldemort annuì: “Ricordo.”

 

“Diedi ad Antonin strette direttive su come gli era consentito trattare la ragazza. Mi aspettavo che lui seguisse i miei ordini.”

 

“Avrebbe dovuto.” Concordò ed Hermione si sentì un po’ meglio, sapendo che non era ancora arrabbiato. La speranza crebbe dentro di lei facendole credere che forse avevano ancora una possibilità di restare vivi e…insieme.

 

“Quando tornai per la Sanguesporco mi infuriai vedendo che Antonin non aveva eseguito i miei ordini.” Disse con una leggera rabbia nella voce. “Si stava divertendo con la Sanguesporco, completamente ignorando quello che gli avevo ordinato di fare.”

 

Dopo qualche momento continuò. “Lei rischiò di morire quella notte, non essendole stata data né acqua né cibo per dei giorni. Aveva dei lividi su tutto il corpo. Non ho piacere nel soddisfare i miei bisogni con uno scheletro mezzo morto.”

 

Voldemort annuì di nuovo. “Comprendo la tua rabbia. Ma non posso ignorare il fatto che tu abbia ucciso un mio seguace per una Sangueporco.”

 

Le si serrò la gola per la paura. Un brivido le corse lungo la schiena e si abbracciò, cercando di consolarsi, pur sapendo che non c’era alcuna consolazione rimasta in quel mondo.

 

Tutto quello che voleva era andare a casa.

 

Casa? Il Manor era casa sua ora?

 

“Fraintendi, Mio Signore.” Disse con voce strascicata Lucius. “Non ho ucciso Antonin a causa della ragazza.”

 

Quello catturò la sua attenzione. Era ovvio che l’aveva ucciso per lei. Lui stesso glielo aveva detto. Nessuno toccava i suoi averi senza il suo permesso.

 

“Io e Antonin non andavamo d’accordo da molto tempo.” Spiegò, non mostrando paura o incertezza nella voce. “Aveva messo in dubbio la mia autorità e toccato una mia proprietà. Lo considero come un’offesa diretta e un attacco nei miei confronti. Non tollero quel tipo di comportamento, Mio Signore.”

Hermione doveva confessare che era convincente. La sua voce era così forte e il modo in cui lo affrontava dimostrava che non aveva paura. O forse era semplicemente un bravo attore.

 

Voldemort rimase in silenzio per molto tempo. Non era certa di quanti minuti fossero passati quando parlò di nuovo.

 

“Lucius, capisco e rispetto te e le ragioni che ti hanno spinto a fare ciò che hai fatto.”

 

Quasi sorrise per il sollievo che la riempì nel sentire quelle parole.

 

Ma.” Poi si fermò e di nuovo la speranza scomparve tanto velocemente quanto si era formata. “Non posso ignorare il fatto che la Sangueporco sta complicando le cose più di quanto dovrebbe.”

 

Hermione non riusciva a respirare. Qualcosa di terribile stava per accadere… Poteva sentirlo.

 

“Ho deciso che la miglior cosa è quella di uccidere la ragazza e prevenire eventuali problemi futuri di cui sarebbe la causa.” Disse freddamente, guardando Lucius.

 

Gli altri Mangiamorte iniziarono a sussurrare e parlare a bassa voce.

 

All’improvviso Hermione si sentì fredda. Molto fredda. E terrorizzata. Non riusciva a formulare un pensiero coerente. Tutto quello su cui era capace di concentrarsi erano quelle ultime parole e la sua voce fredda.

 

Non aveva mai immaginato che sarebbe morta in quel modo. Non era previsto che fosse Voldemort colui che l’avrebbe uccisa. Non ne aveva il diritto. Non era niente per lei.

 

Era sempre stato lui. Lucius. Era lui quello ad avere il diritto di porre fine alla sua vita. Era questo che aveva continuato a dirle fin da quando l’aveva catturata. Si accorse con orrore che gli aveva creduto.

 

Oh Dio.

 

La colpì il fatto che stava per morire. Stranamente non riusciva a piangere. C’era semplicemente il nulla. Nessuna tristezza. Solo shock. Puro shock.

 

“La Sanguesporco morirà questa notte, a meno che ovviamente, tu non sia d’accordo, Lucius.” Chiese Voldemort, alzando un sopracciglio e sfidandolo a dire qualcosa. “Hai qualcosa da ridire forse?”

 

Gli occhi di Hermione incontrarono quelli di Lucius. Aveva bisogno che la salvasse di nuovo. Lo implorò con lo sguardo. Oh Dio, non era pronta. Non era ancora pronta a morire.

 

Panico. C’era il panico nei suoi occhi.

 

O forse se lo stava solo immaginando. Forse aveva solo bisogno di credere che lei significava qualcosa per lui. Che la sua morte lo avrebbe colpito almeno un po’. Aveva vissuto con lei per mesi, la conosceva meglio di chiunque altro, tanto da averle portato via tutto. Doveva provare qualcosa, giusto?

 

E poi lui ruppe la connessione e guardò di nuovo il suo Maestro.

 

Hermione si sentì come se qualcuno le avesse strappato il cuore dal petto mentre ascoltava la sua voce priva di emozioni.

 

“No, Mio Signore, non ho nulla da dire.”

  
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