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Autore: __Brokeninside    28/06/2013    0 recensioni
Lui le sussurrò qualcosa all'orecchio, con quella voce roca ed unica che da tre anni ascoltava soltanto in delle canzoni.
- Quanto mi sei mancata piccola Judy.
A quel punto lei rabbrividì.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Harry.

Harry restava disteso sul proprio letto ad osservare il soffitto, immerso in innumerevoli pensieri che sembravano non lasciargli scampo e da quando era tornato a casa, non aveva chiuso occhio. Usciva nel bel mezzo della notte e gironzolava per le strade letteralmente deserte, osservandosi attorno, cercando di scovare in ogni più piccolo particolare qualche ricordo. I ricordi. Erano quelli che tenevano svegli la sua mente, il suo corpo, il suo cuore. Aveva sperato per tre lunghi anni che le cose non cambiassero, ma era inevitabile. Per quanto volesse, non poteva certamente tornare indietro, ormai l'aveva imparato.
In realtà non gli dispiacevano affatto alcune novità come quelle apportate dalla madre all'interno dell'abitazione, o il nuovo volto del piccolo paesino dove era cresciuto. L'unica cosa che credeva non sarebbe mai cambiata, però era stata la prima a ritorcergli contro: Jude. Non faceva altro che pensare a lei. Jude non era più la ragazzina che che ricordava o meglio, non lo sembrava affatto. Aveva un'immagine di lei ancora "bambina", esattamente una bambina paffuta, dalle gote sempre rosse e dagli occhi pieni di gioia. Era una ragazza spensierata, che non si era mai arresa di fronte alle difficoltà che la vita le aveva posto davanti. Da sempre era lei ad avergli infuso forza e coraggio, era stata in ogni caso la sua spinta ad agire. Sorrise involontariamente lasciandosi prendere dai ricordi che cominciarono ad inondare la sua mente, facendogli quasi perdere lucidità. Rammentava l'unicità dei momenti vissuti con lei che lo avevano accompagnato durante la sua assenza. Non l'aveva mai dimenticata, non aveva smesso di pensare a quella ragazza neanche per un istante.
Standole lontano aveva compreso tante cose, emozioni che aveva saputo celare perfettamente. Era inspiegabile per lui provare certe cose, era da sempre stato un ragazzo espressamente contrario a quei sentimenti che legavano particolarmente le persone, ma con lei era diverso. Aveva pianto per lei, pianto per mancanza. Quando qualcuno gli si avvicinava per chiedere cosa aveva, il perché di quel pianto improvviso, non sapeva rispondere. Ancor più difficile erano i suoi risvegli: apriva gli occhi e si ritrovava davanti i suoi, l'intenso color marrone degli occhi della ragazza ed il suo volto sorridente. Semplicemente pensandola, riusciva a percepire il calore della sua pelle sulla propria. Cercava di non farci caso, ma in tre anni era stata davvero dura. Non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno, solo con Louis era riuscito ad aprirsi e lui gli aveva detto più volte che forse si trattava di mancaza, d'amore. Doveva soprattutto ammettere che rivederla era stato un improvviso colpo al cuore, così grosso che gli aveva quasi provocato un arresto cardiaco. Le mani sembravan tremare nel momento in cui l'aveva stretta, il corpo gli si era addirittura irrigidito. Non era da lui.
Riaprì gli occhi e fece un piccolo sospiro, fissando ancora una volta il soffitto.
Quella era la sua piccola Jude, la bambina con cui aveva condiviso i migliori anni della sua vita, la ragazzina che aveva protetto da chi l'aveva derisa, quella con cui aveva passato l'ultima notte prima di partire. Proprio quella sera si era accorto che quel provava per lei era nettamente diverso dall'amicizia ed in tre anni, non era andato via.

Decise di alzarsi dal letto e di scendere in soggiorno, cercando di non pensare. La madre era silenziosamente seduta sul divano a sfogliare una rivista, quando lo sentì arrivare e alzò lo sguardo.

« Tesoro. »
« Ehi mamma. » Si appoggiò allo stripite della porta.
« Cos'hai? » Chiese la donna, conoscendo Harry meglio di chiunque altro.
« Pensieri. »
« Jude? »

Lui la fissò incredulo, non sapendo cosa realmente rispondere. Anne conosceva molto bene i problemi che Jude aveva dovuto affrontare, l'angoscia per la lontananza di Harry ed il dolore per la perdita dei genitori, conosceva entrambi i ragazzi come se fossero le sue tasche e aveva da sempre capito che tra di loro non c'era un semplice rapporto d'amicizia. Tutto era divenuto evidente da quando suo figlio aveva compiuto quattordici anni ed era improvvisamente diventato geloso di qualunque ragazzo che si avvicinasse a Jude, dicendo sempre che si comportava in quel modo perché la ragazza era fin troppo ingenua. Sapeva anche dei sentimenti che Jude nutriva per Harry.

« Mi odia, vero? »
« E' l'ultima cosa che potrebbe fare. »
« Mi tratta come un estraneo. »
« Le hai parlato? »
« N- No.. Cioè.. »
« Allora fallo. »

Le parole della donna rimasero impresse ad Harry che decise di affrontare apertamente Jude, senza pensarci due volte.

In realtà aveva una tremenda paura, un timore enorme di affrontarla a viso aperto. Il solo guardarla negli occhi avrebbe potuto farlo diventare improvvisamente debole, come gli era successo la notte del suo ritorno. Quella sera aveva percepito quasi il respiro cessare del tutto, le gambe persero per qualche istante forza. Camminava lungo il vialetto con le mani in tasca, a basso ovviamente basso, cosa che gli succedeva soltanto quando era nervoso. Non sapeva come comportarsi, non sapeva da dove cominciare. Improvvisamente sentì dei mugolii, sembrava un pianto che partito silenzioso era esploso di colpo. Alzò il capo e si accorse immediatamente di essere di fronte ad una casupola che, da piccolo, aveva costruito assieme a Jude. Socchiuse gli occhi e si avvicinò, notando che sul retro di quel piccolo muretto in legno c'era una ragazza. Rimase a fissarla in silenzio, appoggiandole una mano sul capo. Lei teneva il volto nascosto dalle mani, come se non volesse nascondersi dallo sguardo del mondo. Harry si inginocchiò, prendendole una mano e notando che era Jude lì seduta a piangere. Gli si fermò per qualche istante il respiro, non sapendo cosa realmente fare. Le accarezzò la gota, anche se con timore, fermando alcune lacrime. Lei non parlò, rimase a fissare il giovane davanti a sè che intanto sembrava quasi tremare, notando gli occhi prettamente distrutti della giovane.

« Jude.. »
« Portami via di qui.. »

La fissò per qualche istante, mordendosi con nervosismo il labbro inferiore, e si limitò poi a stringerla. La strinse forte a sè, come se volesse farle sentire che non l'avrebbe mai lasciata, che lui l'avrebbe protetta ancora. Lo avrebbe fatto perché lei era l'unica ragione del suo agire.


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Nuovo capitolo! Ci ho messo un po' a scriverlo e so che forse potrebbe essere un po' lungo, ma spero vi piaccia. Un bacio e spero che possiate lasciarmi un vostro parere, sarebbe importante. c:
  
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