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Autore: fonduefortwo    28/06/2013    5 recensioni
“Era li fermo, davanti al cancello, aspettando che gli aprissi, con delle gocce d'acqua che si posavano sul suo viso così bello. Aveva un'espressione simile alla mia, quella bocca mozzafiato semiaperta, e la pioggia che continuava a scendere. Sembrava tutto un film. Un bellissimo film.
«E tu? Chi sei?»”
“Mi avvicinai alle sue dita, notai le sue mani, ed erano come piacciono a me, grandi e forti. Poi feci un tiro, e mentre aspiravo i miei occhi guardavano i suoi. Ed ecco signore e signori un’altra scena di un possibile bacio. Ma niente, mi dispiace mio amato pubblico. Però tirai fuori il fumo dalla mia bocca in faccia a lui.
«Sai che è sintomo di sesso, vero?» disse sorridendo, sempre con quella linguetta tra i denti.
«Cosa? » risposi imbarazzata.
«Dicono che quando fumi addosso ad una persona è perché te la vorresti fare. Ed ora? Andiamo in camera mia? » continuò a dire con il sorriso sul suo viso.”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sai che è sintomo di sesso, vero?”





«Bene, ho una notizia da darvi, siete curiosi? » se ne uscì mamma.
Stavamo cenando tranquillamente quando quelle parole le uscirono dalla bocca.
«Sì, sono curiosa, ma prima dicci: è buona o cattiva? » domandai.
«Ma che ti importa, dai mamma dacci la notizia! » aggiunse senza esitazione Alan.
«No no, prima voglio alcuni indizi. » parlò Sarah.
«Calmi, calmi ragazzi. Spero sia una buona notizia per voi, dato che dovrete conviverci. » proseguì mamma.
«Dobbiamo preoccuparci? dissi con una smorfia quasi preoccupante.
«Ma figurati! Comunque ricordate zia Catherin, zio Dan e la vostra cugina Dana? » in quel momento mi tranquillizzai, avevo intuito che forse si sarebbero trasferiti qui a Londra ma niente di grave.
«Abiteranno in questa città? » chiesi.
«E’ successo qualcosa? » domandò Sarah.
«No amore non gli è successo nulla… solo che Dana, la mia splendida nipotina, rullo di tamburi, verrà a vivere qui da noi. » al finire delle parole di mamma rimasi come imbambolata, non perché non la volessi, ma mille domande mi perseguitavano… perché si sarebbe trasferita qui senza gli zii? Quanto tempo sarebbe rimasta? La mia vita sarebbe cambiata? E la sua? Sarebbe stata disposta a lasciare tutto per venire qui? Non riuscivo più a ragionare.
Mancava poco che il mio cervello andasse in tilt. Sentivo delle voci in sottofondo, erano i bambini e mamma che discutevano di questa faccenda, ma per me c’era solo un brusìo, mi ero esternata.
«Alma… Alma ci sei? » riconobbi una voce, era Louis il mio ragazzo.
«Ehm.. sì stavo solo pensando alla ragione della sua partenza da casa. »
«Bhè tesoro ecco, è che tua zia era esausta del comportamento e dei brutti voti di Dana, quindi mi ha chiesto gentilmente di accoglierla e di educarla al meglio. » rispose mia madre.
«Comportamento? Cosa avrà mai fatto questa ragazza di sbagliato? » intervenne Lou’ con un’espressione confusa.
«Usciva di casa la mattina alle otto non frequentando le ore di lezione e rientrava la notte. Era solita a portare solo ed esclusivamente insufficienze; l’unico sei che Catherin abbia visto quest’anno è stato in ginnastica. Neanche nell'ora di religione sapeva comportarsi: creava confusione, e quando il professore la richiamava lei si giustificava mettendo in mezzo il suo essere atea. Però alla fine non è una cattiva ragazza, io credo che se sia arrivata a questo punto la colpa sia dei genitori e delle loro pessime dimostrazioni d’affetto. » spiegò mamma.
«Mi dispiace — questa fu l’unica cosa che riuscii a dire. Se mia cugina aveva quei atteggiamenti come disse mia madre era per colpa dei miei zii, e quindi riuscivo solo a pensare quanto fossero cambiati. Quando io e Dana eravamo piccole passavamo le estati insieme qui a Londra, da loro in Ohio o in altre parti del mondo; non eravamo due famiglie ma una sola — Ricordi quelle vacanze insieme a loro, mamma? » proseguii.
«Sì, ovvio. Di là ho ancora tutte, e dico tutte le foto di quei momenti. »
«Mamma, mamma, noi non l’abbiamo mai conosciuta, ce la fai vedere? » chiese con lamentela la piccola Sarah.
«Certo, andiamo in salotto, sono lì. » andammo di là e mamma aprì un cassetto del mobile che stava davanti al divano. Ne tirò fuori un vecchio album, dove c’erano immortalati tutti quei bei attimi, lo aprì e iniziammo a sfogliarlo.
«E’ lei Dana? » domandò coinvolto Louis, indicando una bambina con gli occhi verdi e i capelli color legno antico.
«Sì, e questa invece ero io! » lo informai, puntando il dito sulla piccoli accanto a Dana.
«Non posso crederci, non sei cambiata per niente. Quant'eri buffa con quel cappelletto! » mi si rivolse Lou' con un sorriso da sbruffone.
«Stavamo facendo la fila per salire sul London Eye, e c’era molto sole, davvero molto sole. » risposi per le rime.
«Siete stati sul London Eye? Ci credi io mai? »
«Dana lo adorava, ogni volta ci supplicava, così quel giorno l’accontentammo. » spiegò mia madre.
«Mi state incuriosendo, ma quand'è che arriva questa nipote? »
«Dovrebbe essere qui dopodomani. Ragazzi mi raccomandò l’accoglienza. » ci pregò mamma.
«Guardate questa! Avevamo creato un bellissimo castello di sabbia insieme a papà e zio. » attirai la loro attenzione scovando una foto e passandola sotto i loro occhi.
«Già, quella vacanza in California, Malibù è stata veramente degna di essere chiamata vacanza. »
«Tu e Dana eravate così contente, vi siete divertite parecchio, avevate quei sorrisi da bambine che niente e nessuno avrebbe potuto togliere e noi eravamo una bellissima famiglia. » aggiunse Dominique con gli occhi lucidi continuando a sfogliare l’album. E’ proprio vero, i ricordi, belli o brutti che siano, hanno il potere di far scendere una lacrima.
«Io ora vado, si è fatto tardi e non voglio far stare in pena mia madre. » se ne uscì Louis.
«Certo, ci vediamo domani a scuola, buonanotte! »
Dopo averlo accompagnato alla porta tornai in sala per vedere altre foto; io e mamma rimanemmo sveglie tutta la notte a curiosare quei bellissimi e toccanti ricordi. Tutti quegli album pieni di memorie; che magnifica sensazione pensare a cose compiute in passato e riviverle in due minuti chiudendo o no gli occhi. Passai la notte non facendo altro che questo, andare indietro nel tempo con la mente e col cuore. Ero piccola, ma ricordavo tutto.

**


«Uff, quanto manca alla fine della lezione? Vedi un attimo.» mi disse Harry, il mio migliore amico, nonché compagno di banco.
«Se la Davies mi scopre, non solo mi manda dalle preside, ma mi confisca tanche il mio amato Iphone! » ovviamente, la scuola non poteva permettersi un orologio per tutte le classi.
«Sono le undici e cinquanta, Harry. »
«Oh grazie Liam! Lui sì che è un amico gentile, rischierebbe anche di essere punito per me. » rispose il riccio. Liam è uno dei miei più cari amici, gli voglio un mondo di bene. Ah, e la sua voce proveniva da dietro di noi.
«No, in realtà se qualcuno non te l’avrebbe detto, avresti continuato a ripeterlo per tutta l’ora, oppure ti saresti incazzato. »
Mi scappò una piccola risata, quel ragazzo era fantastico!
Ovviamente la professoressa mi beccò, così mi scusai.
«Te lo meriti! » mi disse il mio migliore amico. Io gli feci una smorfia, poi pensai a mia cugina Dana.
«Sapete, dopodomani arriverà mia cugina qui a Londra. » me ne uscii.
«Oh non mi dire, tua cugina Jade? Oddio devi farmela assolutamente conoscere! » ecco ti pareva, il solito Styles. Un giorno venne a casa mia, e guardando le foto ne trovò una dove c’ero io e Jade, la figlia del fratello di papà, io lì avevo sedici anni e lei venti. Da quando la vide non smise di parlare di lei, di quant'era bella, la ragazza perfetta per lui e bla bla bla… il solito cascamorto! «No, testa di cazzo! Dana, la figlia della sorella di mamma, non la conoscete, ma presto ne avrete l’onore. » sussurrai ai miei compagni.
«Vabbene vorrà dire che quest’altra cugina se la farà Liam, dato che io ho Jade. » disse sotto voce con un sorriso compromettente Harry.
«Peccato che io rimanga fedele alla mia Loren Mull. » ci ricordò Payne. Meno male che esistevano ragazzi come lui, non come quei coglioni che farebbero di tutto pur di andare a letto con una qualsiasi ragazza le passi davanti.
«Allora lì giù, cosa dobbiamo fare? » si rivolse a noi la signorina Davies alzando leggermente il tono di voce. Un suono lungo interruppe la lezione, fummo salvati dalla campanella e Styles se ne uscì:
«Penso che andremo a mangiare, non crede signorina Davies? »
«Io invece penso tu rimarrai qui per ancora tanto tempo, non crede signorino Styles? » gli rispose per le rime.
Tutti in classe scoppiarono a ridere, io e Liam compresi, la professoressa invece lanciò uno sguardo di sfida al ragazzo che le lanciò un bacio.
«Non credete che la professoressa sia così sexy? »
«Oddio Harry, mi fai schifo! » strillai.
«Oh ma dai! Ha soltanto ventisette anni. Ci sono… cinque… sette…» si mise a contare con le dita.
«Sono nove anni di differenza! »
Entrammo in mesa e ci avvicinammo alla fila per riempire il nostro vassoio di roba che non definirei esattamente ‘cibo’: che aspetto terrificante. Una volta prese quelle schifezze, ci sedemmo all’ormai nostro tavolo; eravamo i tre della classe precedente, Louis, quattro cheerleaders e tre giocatori della squadra di football. In realtà l’intera scuola vorrebbe sedere vicino a noi, molti chissà cosa darebbero per mangiare a questo tavolo.
«Vi devo dire una cosa, siete pronti?» dissi giocherellando con una bottiglia di succo d’arancia rossa, passandomela da una mano all’altra.
«Dimmi che Louis è finalmente riuscito a penetrarti! » se ne uscì Matilda, una delle cheerleader.
«Oh, era ora Alma! »
«Ehi amico batti il cinque. »
«No ragazzi no! Sono ancora vergine, okay? La mia notizia era un’altra. » obbiettai poggiando il succo sul tavolo ed agitando le mani. Ci furono cinque secondi di totale silenzio, poi però scoppiammo a ridere.
«Seriamente dai… allora domani verr-» non feci in tempo a parlare che Ashley mi interruppe.
«Aspettate, questo vuol dire che Louis ancora si fa le seghe da solo? » non appena terminò il mio ragazzo ed io diventammo tutti rossi, e poi lui trovò il coraggio e rispose.
«Io… Io non mi mas… io non mi masturbo
«Certo, certo, nemmeno io…» parlò Matilda con una polpetta in bocca.
«Oh piccola, perché infilarti un dito quando potresti avere me?! » disse con un sorrisetto compiaciuto Harry.
«Sempre sfacciato eh? Quand’è che cambierai?» chiese Liam sottovoce e vagando.
«Perché il tuo pen…» okay adesso basta. Le tappai la bocca con una delle sue polpette prima che potesse rispondere.
«E’ inutile Styles, tanto non mi avrai mai. »
«Ti aspetto da me oggi pomeriggio. »
«Perché sei così eccitante? »
«Oddio. Bene, tornando a noi vi stavo dicendo…» c’ero quasi, ma ovviamente mi interruppero di nuovo.
«Harry, credo che passerò anche io da te, d'altronde il tre è il numero perfetto.» disse Chad, il quarterback.
«Mi spiace, la voglia tutta per me. Ritenta domani.» ‘consigliò’ Styles.
«Mia cugina si trasferisce qui!» lanciai un urlo che arrivò a tutti. A scuola si era creato un silenzio assoluto, ed ora ogni singola persona della Van Delden High School aveva sentito. Dieci secondi dopo tutti tornarono a farsi i propri affari. «E’ sexy? » domandò Jason, prima di mettersi la forchetta in bocca.
«Che cazzo di domani è? Io non, io non lo so! Sono dieci anni o forse anche più che non la vedo. » gli dissi dopo aver bevuto un bicchiere di acqua calda; eh già nemmeno l’acqua era accettabile in quel liceo.
«E’ vergine? » chiese l’oscurata mente di Ashley.
«Io vado un attimo in bagno. » dissi alzandomi dalla sedia. Ero stranita, mi sentivo come fossi stata offesa. Ma nonostante mi fossi allontanata sentii il brusìo di quelle voci.
«Ehi Lou’ ma che la tua ragazza ha il ciclo? » rise alla sua battuta Paul.
«Coglione. » gli rispose Tomlinson lasciando il tavolo e venendo verso me.
«Grazie, ma non ce n’era bisogno. » gli dissi freddamente.
«Sì invece, sono degli idioti. Perché ci sei rimasta male? »
«Mi sono offesa, ho voglia di andare a casa.» dopo aver detto ciò gli stampai le mie labbra sulle sue per un nano secondo e lasciai la scuola.

**


«Mamma è quella Dana?» domandai a mia madre. Vedevo una ragazza nel giardino di casa nostra che parlava con un ragazzo che sembrasse assomigliasse a Louis, credevo fosse proprio lui.
«Penso di si, non lo so, piove e non riesco a vedere bene. »
«Speriamo che questo pensierino appena comprato per lei le piaccia. »
Scendemmo dalla macchina e andai incontro a Dana, saltandole addosso. Che impressione che mi fece, dopo tutti quegli anni separati sentivo come se la distanza Inghilterra – America non fosse neanche un metro.
Scoprii che il mio ragazzo e mia cugina ebbero già l’onore di conoscersi. Poi Louis se ne andò, ed io e mamma la portammo a vedere la casa.
Rimase sbalordita, sembrava non avesse mai visto una casa più grande. Quando vide la sua stanza, non potette crederci, era a bocca aperta e non sapeva cosa dire, poi ci ringraziò quasi con le lacrime agli occhi. In Ohio si vede avesse una camera alquanto piccola, e magari anche disordinata!
Dominique le propose di farsi un bagno caldo, e lei senza esitazione accettò. Quando tornò ci accomodammo per cenare.
«Bada alle chiacchere ora, seriamente Dana, domani non andrai a scuola ma inizierai tra due giorni. Okay? » chiese mia mamma.
«D’accordo. » disse la ragazza dagli occhi verdi.
«Ti troverai bene, ti farò conoscere tutti i miei amici e poi, ci sono io tranquilla. » la confortai.
«Grazie. » rispose con un sorriso un po’ triste, e forse anche forzato.
Poi si stancò e volle andare a dormire, ed io la seguii. Per le scale la invitai a passare un pomeriggio con me e Louis, all’inizio sembrava non volesse ed usò la scusa del terzo incomodo, ma riuscii a convincerla.
Però il mio piano fallì, quando ritornai da scuola lei non c’era. Maria mi disse che era uscita con il vicino di casa, un certo Zayn; giuro non avevo idea di chi fosse. Ero davvero curiosa, com’era possibile che non l’avessi mai visto? Durante tutto il giorno non feci altro che pensare a chi potesse essere, frequentava la mia stessa scuola ed era il ragazzo della porta accanto, ma sembrava che tutte le finestre fossero sempre state chiuse. Dovevo vederlo, assolutamente. Così la sera, quando Dana sarebbe tornata io le sarei andata incontro, svelando il mistero. Pioveva, e una macchina era nel nostro giardino: erano sicuramente loro. Con la scusa di portare a mia cugina ombrello e coperta mi avvicinai all’auto. Lo vidi, in tutta la sua bellezza. Da quel finestrino il mio sguardo incrociò il suo, e i suoi occhi fecero subito parte di me.
In quell’attimo successe tutto, tutto e niente. Sentivo svariate cose dentro e qualcosa mi dava la certezza che per lui fosse uguale. Non avevo idea di cosa si trattasse ma quel ragazzo svegliava in me delle strane sensazioni.
«Eh su, mamma ci sta aspettando. » mi rivolsi a Dana. Così entrammo in casa, e la sera, andai in camera sua con due tazze di cioccolata calda. Mi scusai per il modo in cui Dominique l’aveva sgridata.
«Senti un po’, ma quel ragazzo con cui sei uscita, chi è? » appena terminai, Dana quasi non si strozzò con la cioccolata.
«Perché ti interessa? » chiese interessata con un sorrisetto.
«Beh, che domande, perché… beh, perché… io devo sapere con chi esci, eh si! Già! » bevvi immediatamente a causa del panico che si era creato in me.
«Mmmh… è il tuo vicino di casa, e frequenta la tua scuola, non dirmi di non averlo mai visto prima. » rispose lei tra un sorso e l’altro.
«Ah e, ha una cotta per te, è super innamorato! » non appena finì, sputacchiai un poco di cioccolata sulle coperte.
«Cosa? – strillai sbalordita – ma se neanche ci conosciamo?
«Tu non lo conosci, ma lui sì. Gli piaci da moltissimo tempo! »
«Oddio…» fu l’unica parola che mi uscì prima di un’intensa risata.
«Però è un bellissimo ragazzo, ed anche simpatico, io una scappatella ce la farei. » disse Dana coinvolta nelle risa.
«Ma io sono una brava fidanzata sa?! » continuai senza smettere di tenere la bocca aperta. E dopo quel divertente momento, avevo voglia di una sigaretta.
«Ti dispiace se vado giù in cortile a fumare cinque minuti? » chiesi a mia cugina.
«No, no, figurati… aspetta, ma fumi? » domandò sbalordita.
«Sì, tu? »
«Anche. »
«Bene! »
«Ehm, perfetto! »
«Vuoi venire? »
«No, preferisco dormire.»
«Okay. »
«Okay. »
«Allora, io vado. »
«Sì, vai. »
«A domani. »
«A domani. »
L’aria era un po’ tesa e tutte e due avevano il vizio, ma sembrava ci vergognassimo…
Scesi giù in giardino, ero in pigiama, ma con una felpa pesante sopra. MI trovavo vicino al recinto, al confine con la casa di quel Zayn, sul dondolo. Mi accesi la Winston, feci un tiro e poi sentii una voce.
«Che mi presteresti l’accendino per favore? » voltai lo sguardo a sinistra, all’improvviso, e vidi proprio lui, bello come prima.
«Eh, eh si, ecco, tieni. » lo tirai fuori, e glielo lanciai. Però data la mia abilità nel tirare oggetti, questo andò a finire nel cespuglietto alla base del piccolo recinto. «Oddio scusa, e ora dov’è? » dissi molto impacciatamente.
«Niente, non è successo niente. » mi rispose lui chinandosi per raccoglierlo. «Trovato? »
«Non ancora. »
Allora spensi la sigaretta e mi abbassai per aiutarlo a cercare, e ci ritrovammo con il viso ad un centimetro di distanza. Sembrava la scena di un film, ed ora le cose erano due, o ci sarebbe stato un bacio, oppure uno dei due avrebbe rovinato quella magica atmosfera di suspance con un banale “Credo di averlo preso oh no era un ciuffetto d’erba. Però rimanemmo a fissarci per circa un minuto, e dopodiché fui io a spezzare il momento cruciale del film… con la scusa che ho detto prima. Sì, sono proprio scontata.
«Eccolo! » disse il ragazzo sorridendo.
Non avrebbe dovuto farlo, quella sua bocca disegnata e quella linguetta incollata al palato che si appoggiava sui denti superiori scatenando in me delle fantasie alquanto… strane. Poi accese la sua sigaretta nel modo più sexy che posso esistere e mi ridiede l’accendino che fece la parte della fata madrina. Non appena riavuto nelle mie mani, e mi accomodai nuovamente sul dondolo.
«E’ brutto fumare da soli. » disse Zayn guardandomi. Credo si aspettasse, o meglio, volesse un mio “allora facciamo insieme”.
«Sì, forse hai ragione. » non volevo dargliela vinta, volevo vedere cosa avrebbe fatto.
«Posso? » mi chiese facendo uno scattino con la testa e con lo sguardo verso la parte vuota del dondolo.
«Sì, ma il cancello è chiu – non feci in tempo a finire che lui appoggiò una mano sul recinto e saltò dall’altra parte – ma puoi sempre scavalcare! » me ne uscii sorridendo. Lui ricambiò.
Dopo aver fatto un breve tiro, decisi di rompere il silenzio.
«E così oggi sei uscito con mia cugina…» mentre lo dissi, egli tossì, si stava strozzando con il fumo, forse perché temeva ciò che realmente era accaduto, il non silenzio di Dana!
«Ehi, tutto okay? » domandai subito dopo i suoi colpetti di tosse.
«Sì sì, ho ingoiato male il fumo…» si giustificò. Credevo fosse il caso di cambiare argomento.
«Da quant’è che fumi? » me ne uscii.
«Forse due annetti, tu? »
«Uno in meno. »
«Con quali hai iniziato? »
«Io sempre Winston, tu? »
«Sempre Marlboro. »
«Posso… assaggiarla? »
«Certo.» così mi porse la sigaretta. Mi avvicinai alle sue dita, notai le sue mani, ed erano come piacciono a me, grandi e forti. Poi feci un tiro, e mentre aspiravo i miei occhi guardavano i suoi. Ed ecco signore e signori un’altra scena di un possibile bacio. Ma niente, mi dispiace mio amato pubblico. Però tirai fuori il fumo dalla mia bocca in faccia a lui.
«Sai che è sintomo di sesso, vero?» disse sorridendo, sempre con quella linguetta tra i denti.
«Cosa? » risposi imbarazzata.
«Dicono che quando fumi addosso ad una persona è perché te la vorresti fare. Ed ora? Andiamo in camera mia? » continuò a dire con il sorriso sul suo viso.
«Ti piacerebbe, peccato io non sapessi della “leggenda” che userò come scusa. »
Alle mie parole seguì una sua breve risatina, avuta prima di un altro tiro, e scontatissimo proprio, mi espirò in faccia. Ero leggermente imbarazzata, ma dopo avergli lanciato un sorrisetto continuai con la mia sigaretta.
Passammo gran parte della serata lì sul dondolo, scherzando, chiacchierando e fumando. Il mio giardino era invaso da cicche, che sarebbero dovute sparire. Non credo sia per voglia di fumare se non per voglia di rimanere lì. Stare con questo ragazzo mi piaceva, mi ci trovavo in perfetta sintonia, però non doveva essere così, io stavo con Louis Tomlinson, e le cose non dovevano cambiare. Peccato che quando mi trovavo con Zayn, non sapevo neanche chi fosse e se ci fosse un mio fidanzato. Ad un certo punto, il ragazzo prese l’accendino, ruotò la rotellina, la fiamma era alta, e lui lo alzò agitandolo lentamente destra verso sinistra.
«Your hand fits in mine
like it’s made just for me,
but bear this in mind
it was meant to be.
And I’m joining up the dots
with the freckles on your checks,
and it all make sense to me…
I won’t let this little things,
slip out of my mouth.
‘Cause it’s you, it’s you,
it’s you,
they add up to
I’m in love with you,
and all your little things.
»
Mi cantò un’intera canzone. La sua voce, la sentivo dentro. Poi le parole erano magiche, mi colpirono. Questo ragazzo mi attirava sempre di più, come una calamita, ed io ero il frigorifero fortunato, guarnito dalle sue qualità.
Era possibile che mi stessi innamorando? Eppure fino a poche ore fa non era nessuno, neanche sapevo esistesse. Si può passare dal niente al tutto? E se il giorno seguente questo tutto tornasse il niente?
«E’ bellissima – furono le uniche due parole che mi uscirono – l’hai scritta tu? »
«Sì, per una ragazza. »
«Deve essere fortunata. »
«Spetta a lei dirlo. »
I nostri occhi si guardavano, non riuscivano a fare altro che baciarsi, e alla fine non resistettero neanche le nostre labbra. Dopo che quest’ultime si toccarono, la missione degli occhi terminò e in automatico si chiusero. Non riuscivamo più a staccarci, le sue mani accarezzavano il mio viso dolcemente, poi io mi misi in braccio a lui, che continuava a mangiare la mia bocca.
Eravamo frontali, le mie gambe si incrociavano con le sue, il seno era all’altezza del suo collo. Mi sentivo delle mani, le mani perfette, muoversi sulla mia schiena, stringendomi ogni tanto. Stavo bene, era una situazione magica. Però quella scena non era nel copione, e per paura che il regista si arrabbiasse trovai la forza di alzarmi e tornare in casa, lasciando Zayn lì da solo e quella scena dentro me.




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WRITER'S CORNER.
Okaaaaaaaaaaaaaay, yeeeeeeeeah!
Eccoci con un altro nuovo e strepitoso capitolo. Ci dispiace per averci messo un... taaantino, okay molto per aggiornare, ma oltre a non avere tempo aspettavamo anche che le recensioni aumentassero. Speriamo vi piaccia, e fatecelo sapere, anche se fa schifo. Ringraziamo tutti quelli che hanno recensito, che hanno messo tra le preferite, tra le seguite e tra le recensite (?) e anche ai seguitori silenziosi.
Grazie. ♥


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