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Autore: wallsofart    29/06/2013    1 recensioni
Lo strinsi contro al mio petto e mi abbandonai sul letto, singhiozzando come un bambino. 
L'avevo perso e non potevo far altro che riempire il mio silenzio con il ricordo della sua voce che mi sussurrava di amarmi mentre facevamo l'amore. 
Perché la sua voce, era il mio silenzio.
[Larry Stylinson accenni Niam]
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Ti amo, Harold Edward Styles.»
Lasciai che il dolce suono di quella melodia si ripetesse ancora nella mia mente, proteggendo i ricordi di quel giorno. Di quel primo ti amo.
Ti ricordi Louis?
Mi avevi portato al mare, fuori Londra, per farmi vedere una cosa bellissima. 
Mi avevi guardato e poi sorriso dolcemente, mentre sfioravi la mia guancia con la punta del tuo naso e l'alba veniva ad accogliere e ad abbracciare il nostro amore quel giorno di Febbraio, la mattina del mio compleanno.
Quello è stato in assoluto uno dei giorni più belli della mia vita.
Ricordi ciò che mi dicesti dopo?
«Non ti abbandonerò mai, Haz.» e non l'hai mai fatto, ma adesso dove sei, Louis?
Mentre io mi sento morire, tu dove sei?
Chi raccoglierà ciò che rimarrà di me quando mi romperò del tutto?
Ma non credi anche tu che avremmo dovuto fermarci, rallentare il passo e non arrivare a piegarci a vicenda, lasciando che il nostro amore ci consumasse fino all'osso?
Mi sento così solo adesso, qui, nel nostro letto...senza di te.
Chiusi gli occhi e mi voltai, trovandomi disteso su un fianco. Il mio Iphone attaccato alla mano destra aspettando una chiamata che non sarebbe mai arrivata – tra poco me lo avrebbero omologato come prostata – .
Lo portai di fronte al viso e premetti il pulsante di accensione, una foto mia e di Louis riempiva il blocca-schermo, ricordandomi quanto felici eravamo un tempo, quando eravamo ad X-factor.
Trascinai il pollice sullo schermo per sbloccarlo e aprii Twitter. Scorsi la lista delle interazioni, notando quante menzioni mi arrivavano da tutte le fan ogni giorno.
Sospirai e poi decisi che dopo – forse – avrei risposto a qualcuna di loro. Pigiai su “Tweet” in alto e guardai lo schermo con le lacrime agli occhi, a Louis avrebbe fatto piacere quello che stavo per fare?
Digitai lentamente: “Sì, amo Louis William Tomlinson. Non come migliore amico.”
«Harry!» la voce di Niall mi fece sobbalzare, facendo saettare il mio sguardo su di lui.
Il finto biondo stava sulla soglia della porta di camera mia, le braccia incrociate al petto, lo sguardo accusatore. «Ti avevo detto un'ora fa di prepararti, che uscivamo insieme a Liam! E tu stai ancora sdraiato sul letto!» sbottò allargando le braccia.
Cominciò ad avvicinarsi a me e appoggiai il cellulare sullo stomaco, si sedette al mio fianco e mi accarezzò un braccio.
Niall era così dolce, innocente e disponibile con tutti, forse per questo Liam lo amava così tanto.
«Come fate tu e Liam?» chiesi d'un tratto, portando lo sguardo al soffitto e le braccia sotto la nuca.
Lo sentii sospirare e poi si sistemò meglio sul letto. «Loro non ci impediscono di fare determinate cose in pubblico come fanno con te e Louis...» mormorò piano, come se si sentisse in colpa del fatto che lui e Liam non si sentissero così in gabbia come me e Lou.
Sorrisi dolcemente e portai lo sguardo su di lui. «Non farlo.» dissi inclinando il capo, guardandolo con gli occhi socchiusi.
Corrugò la fronte e un'espressione di confusione si dipinse sul suo volto. «Fare cosa?» chiese poi.
«Sentirti in colpa.» alzai le spalle in modo ovvio, il cellulare si mosse sul mio stomaco facendomi ricordare ciò che stavo per fare.
Niall mi lanciò un'occhiata e poi sospirò tristemente, portando lo sguardo lungo il mio corpo fino a fermarsi sul mio stomaco. «Alcune di loro lo sanno già.» mormorò sorridendo, dopo aver letto quello che avevo scritto.
Sorrisi alla sua affermazione, sapevo che molte delle nostre fans si fossero accorte di quello che c'era tra me e Louis. Ed era una cosa semplicemente stupenda perché sapevo che loro ci avrebbero sostenuti comunque, ma le altre, quelle che pensavano che io e Louis fossimo solo migliori amici, come l'avrebbero presa? Avrebbero cominciato ad insultarci, magari?
Prese il mio cellulare e cancellò il Tweet per poi bloccarlo e porgermelo. «Harry, tutto si risolverà. Dai tempo al tempo.» disse guardandomi con un sorriso di comprensione.
Gli sorrisi e pensai che Liam stava facendo diventare Niall una persona più saggia – no che non lo fosse già prima, però – e meno impulsiva.
Mi misi a sedere e gli lasciai una pacca sulla spalla. «Esci con Liam, io devo andare a fare una cosa.» lo informai sorridendogli in modo rassicurante.

 

 

**

 

Abbassai il finestrino lasciando che l'aria di quel freddo 17 Febbraio scivolasse tra i miei capelli, scompigliandoli, mentre canticchiavo Fix You dei Coldplay e guidavo verso Shoeburyness, con la speranza che Louis avesse letto il mio messaggio e che sarebbe venuto anche lui.
Dovevo ricominciare a credere in me stesso e all'amore che provavamo io e Louis uno nei confronti dell'altro, sennò avrei continuato a cadere nel vuoto senza trovare una via di fuga.
Premetti il piede un po' più affondo, accelerando.
«And the tears come streaming down your face, when you lose something you can't replace, when you love someone but it goes to waste, could it be worse?» canticchiai battendo le dita sul volante a ritmo della canzone. 
Presi l'uscita a destra e guidai per un'altra cinquantina di metri, prima di arrivare al parcheggio che poi dava sulla spiaggia.
Spensi il motore e aspettai un paio di secondi prima di decidermi ad aprire lo sportello, era così patetico il fatto che avessi così paura di trovare il vuoto al mio arrivo sulla morbida sabbia; non ero stato io stesso a buttarmici a capofitto?
Non ero stato io stesso a lasciare che il vuoto mi avvolgesse in una spirale senza fine?
E non ero forse stato io, colui che aveva deluso il suo ragazzo? Quello che amava più della sua stessa vita?
Deglutii e respirai profondamente, trascinandomi lentamente sulla spiaggia.
Il mio cuore era frenetico, le mani mi tremavano.
Decisi di farle scivolare dentro le tasche dei jeans, dove il lieve tremore non si sarebbe notato.
Camminai a testa bassa, saltellando sulle pietre che formavano un sentiero, mentre mi ripetevo “Lui c'è.” come una mantra.

 

 

Louis.

 

 

Me ne stavo seduto sulla sabbia della spiaggia di Shoeburyness. Il mio sguardo era calamitato verso l'orizzonte e il vento freddo di Febbraio mi penetrava fin dentro le ossa.
Chiusi gli occhi.
Lui era lì, potevo benissimo sentire i suoi passi sulle pietre piccole e grandi di quel sentiero che conoscevo benissimo.
Tremai.
La sua voce adesso stava rimbombando nelle mie orecchie, mentre mormorava un “E' qui...è qui.” quasi incredulo della mia presenza.
Come se non se lo aspettasse e in fondo, nemmeno io mi aspettavo che avrei fatto tre ore di viaggio per raggiungerlo, ma non era quello il viaggio che mi terrorizzava.
Il viaggio che mi terrorizzava era quello che dovevo compiere per avvicinarmi di nuovo al suo cuore; l'avevo visto in quei mesi che non era più il mio Harry.
Era cambiato.
Il suo profumo si mischiò a quello del mare. Su di noi incombeva il cielo ricoperto da alcune nuvole che sembravano minacciose.
«Louis...» disse con voce tremante.
Avrei voluto voltarmi per guardarlo, per far godere i miei occhi di quella bellezza quasi innaturale, ma non lo feci. Non ci riuscii.
Le palpebre rimasero abbassate e adesso il vento si era alleato con l'uragano di emozioni che avevo dentro, facendo barcollare il mio cuore.
«Guardami..» aggiunse dopo un po'.
Aprii gli occhi, le sue converse – oramai rovinate – giacevano sulla spiaggia, seguite dai calzini.
Sospirai e poi alzai lo sguardo verso il mare le quali onde – che sembravano quasi grigiastre a causa del tempo – sbattevano contro gli scogli e si ritiravano di nuovo indietro per poi compiere lo stesso rito.
Mi ricordai di una volta, quando Harry mi disse di invidiarle, le onde.
«Ora capisco...» sussurrai più a me stesso che a me.
Non vedevo il suo viso, ma sapevo che un sorriso pieno di ricordi stava aleggiando sulla sua espressione.
«Adesso le invidio anche io, le onde.» sorrisi tristemente «Nonostante vadano a sbattere contro gli scogli, loro riprendono il solito rito, come a non voler mollare.»
Lui rise leggermente e potei giurare che stesse scuotendo i capelli. «Ti ricordi ancora le parole esatte che ti dissi tempo fa..» constatò.
Mi voltai lentamente verso di lui facendo scontrare i miei occhi con una visione che sembrava quasi angelica.
Indossava una maglietta bianca stretta che lasciava intravedere ogni singola linea del suo torace. Nonostante ci fosse un freddo cane il tessuto era leggero, quasi trasparente.
Dei pantaloni neri, stretti, fasciavano alla perfezione le sue bellissime gambe.
Stava in piedi, lo sguardo abbassato verso la mia figura, i suoi occhi verdi luminosi, bellissimi.
Le mani erano strette dentro le tasche dei pantaloni e i suoi capelli erano scompigliati dal vento, che scivolava attraverso essi come se li stesse accarezzando.
Tutto ciò era paradisiaco per i miei occhi.
«Dovresti coprirti.» lo ammonii, riferendomi alla misera maglia di cotone che indossava.
Lui fece spallucce e mi rivolse un sorriso malizioso. «So che ti piace come mi sta addosso, i tuoi occhi parlano Louis.»
Sorrisi, non scherzava in quel modo con me da tempo.
«Se ti fa piacere pensare questo..» dissi facendo spallucce.
Il mio sguardo scivolo lungo la sua figura e poi si fermò a guardare il mare, che con i suoi movimenti impetuosi cullava le parole che c'eravamo dette un anno fa io ed Harry.
Il rosa violento del tramonto colorò la superficie dell'acqua, cominciando a danzare sulle onde di essa.
«Era l'alba.» disse solamente, sedendosi al mio fianco.
La mia mano, poggiata sulla sabbia, corse a cercare la sua. Sfiorai il suo mignolo e poi lo intrecciai al mio, in una tacita promessa.
«Ti amo, Louis William Tomlinson.» mormorò con voce roca, stringendo il suo mignolo attorno al mio.
Scrollai le spalle, rilassandomi e feci un lento respiro, godendomi il freddo che mordeva le mie guance e le parole di Harry che venivano trascinate via dal vento.
Il tramonto si stava potando con se il nostro amore, per poi farlo rinascere il giorno dopo, più forte e più bello che mai.
E non potei evitare di sentire che quello fra me ed Harry fosse un addio, ma non sapevo perché, forse perché la verità era che non avevo più la forza per colmare la distanza che il suo cuore aveva preso dal mio.
«Il tuo vuoto combacia con il mio, non lasciarmi. sussurrai con voce tremante.
Stavolta ero io quello debole, stavolta ero io quello che si era stancato di andare avanti a combattere.
«Non lo farò.» le sue braccia avvolsero il mio corpo e mi strinsi contro il suo petto, mentre lui sospirava.
Ero a conoscenza del fatto che domani tutto sarebbe tornato alla normalità, ma almeno quei sei giorni liberi volevo godermeli con lui ed ero sicuro che lui pensasse lo stesso.
Mi baciò il capo. «Lo so che sei deluso da me, Louis. Ma ti prometto che da ora in poi combatterò al tuo fianco, perché siamo pezzi di puzzle imperfetti che insieme combaciano alla perfezione, no?» e quelle parole mi scaldarono il cuore.
Avrei voluto baciarlo, ma non ci riuscivo. «Harry, perché hai detto quelle parole?» chiesi.
Non potevo ancora credere al fatto che le avesse pronunciate e non ero andato via da casa nostra perché a chiedermelo era stato Charlie, no ma per le parole di Harry.
Accarezzò il mio mento con il suo pollice, avvolgendo poi le mani sulla mia guancia sinistra.
«Non lo so, Louis.» disse solamente.
Mi ero aspettato altre parole.
Sospirai rumorosamente. «Che ti sta succedendo, Harry?» mi sciolsi dal suo abbraccio e portai il mio sguardo fermo su di lui, incatenandolo ai suoi occhi.
«Non lo so, non lo so!» esclamò ad alta voce picchiando un pugno sulla sabbia.
Annuii ironicamente e poi scossi il capo. «Sempre la solita risposta.» dissi sorridendo sarcasticamente «Non lo so..» lo scimmiottai, portando lo sguardo sul mare.
Ormai il cielo era quasi nero.
Lui rimase in silenzio, mentre io mi alzavo e mi paravo di fronte a lui. «La verità, Harreh.» dissi seriamente, senza alcuna ombra di un sorriso sul viso E' che quando vuoi sei un fottuto menefreghista anche nei confronti di chi ti ama!» urlai, avvicinandomi a lui per abbassarmi alla sua altezza «E sai cosa? Va bene. Va bene così. Vuoi continuare a fare l'egoista? Il menefreghista? Quello che non sa reagire? Vai, fai pure. Io me ne tiro fuori e dico sul serio...»
«Ne ho le palle piene, Louis!» urlò di rimando afferrando i miei polsi, congelandomi con il suo sguardo. «Sono fottutamente stanco, non capisci vero? Non hai mai capito! Quello che pensa solo a te, fra noi due, sei tu!» mi spinse verso la sabbia, lasciando poi la prese e il mio sedere entrò in contatto con la superficie morbida di essa.
Spalancai gli occhi, il respiro corto, il cuore pieno di quelle amare parole.
Mi alzai le gambe traballanti, lo sguardo perso nel vuoto e cominciai a camminare a grandi passi verso il parcheggio.
«Sei bravo solo a scappare! Fottiti tu e la tua codardia!» urlò dietro di me.
Non mi fermai, continuai a camminare. Ero un codardo. Aveva ragione.
Salii sulla mia auto e mi aggrappai al volante, sbattendo poi la testa contro di esso e cacciando un urlo di disperazione.
Ci stavamo distruggendo a vicenda, lasciando che la nostra sofferenza ci consumasse e penetrasse dentro di noi fino al nostro cuore.

 

 

 

Jncfds

Ciao bellissime, non ho molto da dire tanto non mi si caga nessuno.

Quindi, so che è una merda.

Grazie a chi ha messo questa specie di FF tra:

Preferite/seguite/ricordate

e chi ha recensito il primo "capitolo".

Per eventuali domande di chiarimento contattatemi:

Tumblr | Twitter | Facebook

 

Ps. Ho cambiato scrittura, che ve ne pare?:)

   
 
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