Affretto i passi, i primi raggi del tramonto penetrano tra gli alberi, danzando, prima sulle poche foglie rimaste attaccate ai rami, e poi su uno strato di neve, colorandolo di quel rosa dolce e puro.
Mi ricorda le tue guance rosate ogni volta che ti facevo un complimento, Harry.
La sciarpa scivola via dal mio viso e il freddo pungente mi morde le guance e mi punzecchia le labbra.
Sei tu, Harry?

«Ho questa, come dire?» ruotai il suo braccio, portandolo alla sua schiena «Voglia di assaporare il pericolo. Sai, è eccitante.» sussurrai con voce bassa al suo orecchio, leccandone il lobo. Vidi le sue lunghe ciglia andare ad accarezzare le guance, in seguito alle sue palpebre abbassate.
«Non mi conosci Bieber. Non sfidarmi.»
[...]
«Non riesco davvero a capire perché sei tanto interessato.»
Lui scosse leggermente il capo.
«Interessato? Stiamo parlando di te. Sono completamente affascinato, attratto, catturato.»
Sorrise, un sorriso che avrebbe illuminato l'Universo intero. Il cuore cominciò a galoppare furiosamente dentro il mio petto.

Lo strinsi contro al mio petto e mi abbandonai sul letto, singhiozzando come un bambino. 
L'avevo perso e non potevo far altro che riempire il mio silenzio con il ricordo della sua voce che mi sussurrava di amarmi mentre facevamo l'amore. 
Perché la sua voce, era il mio silenzio.
[Larry Stylinson accenni Niam]

Il suo primo 'ti amo' era arrivato in un freddo giorno di Maggio, poco dopo aver fatto due mesi da quel giorno che ci parlammo per la prima volta. Eravamo in un parco giochi abbandonato vicino casa sua, eravamo noi e il nostro amore troppo grande per poter esprimerlo a parole. Mi ero avvicinato a lui, l'avevo baciato facendolo sdraiare sul prato bagnato a causa della pioggia scesa precedentemente, e poi mi ero accoccolato sul suo petto, mentre lui mi accarezzava i capelli. Quel giorno era come se lui fosse assente, pensieroso, distaccato e decisi di farglielo presente. Di dirgli che se si era stancato di me poteva benissimo dirmelo, io me ne sarei andato. Mi aveva stretto forte a se, aggrappandosi come se io fossi la sua salvezza, mentre era lui la mia salvezza, era lui quello che mi aveva salvato dalla mia apatia e indifferenza che provavo verso tutti.
«Ti amo Louis.» mi aveva sussurrato all'orecchio con gli occhi chiusi, stringendomi sempre più forte.
Ero rimasto spiazzato per un paio di minuti, non riuscendo davvero a crederci. Aveva detto di amarmi.

Freddo, un freddo che mi penetrò fino alle ossa.
La finestra che avevo aperto mezz'ora prima, si aprì tutta di scatto, facendo entrare una folata di vento che scostò violentemente le tende.
Guardai alla mia destra, dove stava prima Louis ma non c'era nessuno.
Scesi con lo sguardo fino alla mia mano, dove stava la fotografia di Louis. Quindi, non stavo stringendo la sua mano.
Freddo fin dentro le ossa.

Louis guardava il soffitto bianco.
Bianco come il lenzuolo che lo avvolgeva.
Bianco come le pagine di un diario mai scritto. Quelle pagine che aspettavano di essere riempite con la gioia e la tristezza del loro padrone,per consolarlo facendolo sfogare con qualcosa che avrebbe tenuto nascosto,forse,a tutti.
Bianco come la vista della gente che critica. Perché quella gente era cieca.
Bianco come la notte che stava passando in quel momento.
Portò le sue mani sotto il suo capo e si morse il labbro,ripensando alla scena di prima vissuta fra lui ed Harry.
Avevano fatto l'amore e non sesso come lo definiscono in molti.

«Sara,ti amo da sempre. Ti ho sempre amata. A volte,durante l'intervallo,ti fissavo,cercando di capire cosa amassi di te. Forse,il tuo sorriso? Forse,i tuoi occhi? Forse,le tue labbra? Sai che c'è? Amo tutto di te. Sicuramente ti chiederai: come fa ad amare me? Una sfigata? Be',comincio col dire che non sei una sfigata. Sei la cosa più bella che potesse capitarmi nella mia vita»