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Autore: Twin Lance    30/06/2013    0 recensioni
Lei è la sua strega. Lui è il suo cavaliere. Squall cerca una guida in Cid, mentre cerca di accettare tutti i cambiamenti della sua vita, destreggiandosi tra l'essere Comandante e diventare il Cavaliere di una Strega rispettabile.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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TO BE HER KNIGHT
scritta da Twin-Lance, tradotta da Alessia Heartilly
Capitolo III

Più tardi, quella sera, Squall andò a trovare Cid nel suo nuovo appartamento. Dato che il Garden aveva subito una considerevole quantità di danni durante la guerra, gli appartamenti del Preside erano stati spostati per far spazio ad alcuni altri residenti durante la ricostruzione. Quando Squall riuscì a trovarsi da solo con Cid, parlò delle sue preoccupazioni su quali responsabilità impreviste si sarebbe trovato ad affrontare come cavaliere di Rinoa. Rendendosi conto che l'argomento era serio, Cid si sedette sul divano con Squall.

"A volte sarà difficile. La decisione di essere cavaliere della strega è importante. Una strega ha bisogno che il suo cavaliere la aiuti a mantenere la sua umanità, e a evitare che i suoi poteri la corrompano." Offrì da bere a Squall quando Edea portò qualcosa. Squall prese in silenzio il bicchiere, ma non bevve. "Sarà tuo compito proteggerla non solo da un mondo che vorrà ucciderla, ma anche da se stessa," gli disse. "Tieniti stretto alla tua morale e alle tue convinzioni," continuò. "Nei momenti più duri, sarai il suo compasso morale, la sua stampella."

Squall non disse niente. Il pensiero di quel tipo di responsabilità, se avesse fallito, era quasi travolgente; era abituato a badare solo a se stesso. Era una grossa responsabilità, e da come parlava Cid la maggior parte del fardello era addosso a lui. Il solo pensiero gli portò un palpito di nervosismo in petto.

"Sei cresciuto e sei diventato un giovane uomo rispettabile," gli disse Cid con un sorriso. "Ho completa fiducia nel fatto che, finché lo farai con il cuore, non fallirai con lei."

"Ma se non fosse così?" domandò Squall guardandolo.

"Cerca di esserci per lei e basta," gli disse Cid. "Non lasciare che le cose insignificanti ti lacerino."

Squall annuì in silenzio. Questo poteva farlo.

"È tardi," disse Cid. "Torna nella tua stanza, sono sicuro che lei ti aspetti là."

Squall posò il bicchiere e si alzò, annuendo. "Grazie," disse piano, sentendosi un po' a disagio. "Cosa succede a un cavaliere che fallisce?" Non poteva farne a meno; doveva chiederlo.

Cid si fermò e abbassò per un attimo gli occhi. "Sembra che il peso del fallimento sia come il peso del mondo intero sull'anima," rispose. "Pensavo di aver perso Edea, per un po'," ammise.

Squall tacque, guardando la Madre.

"Dovresti cercare di parlargli," affermò Cid.

Squall alzò gli occhi. "No," disse.

"Dovresti," insistette Cid.

"Non vedo come possa aiutarmi," disse Squall. "...Grazie ancora," disse a voce bassa.

Uscendo dal loro appartamento, Squall si infilò le mani in tasca ed entrò in ascensore. Premette il bottone e attese, in silenzio. Lui che parlava con Seifer di cosa si provava quando si perdeva la propria strega? Era abbastanza sicuro che fosse una pessima idea. C'erano alcuni scenari che riusciva a immaginare, e tutti finivano molto male.

Su quel piano, il Garden era molto tranquillo. L'ascensore emise un trillo mentre si aprivano le porte. Lui si spaventò un poco, ma fortunatamente non c'era nessuno che potesse vederlo. Entrò e si appoggiò alla maniglia di ottone, guardando i piani sottostanti del Garden. Cid poteva essere il Preside, ma Squall era il Comandante di quel posto. Sorrise tra sé e sé. Doveva ammetterlo; ora che era passato lo shock iniziale, era una cosa grandiosa.

Arrivò al primo piano e le porte si riaprirono. Si spinse via dalla maniglia e uscì. A parte qualche matricola, l'unico altro suono nel cerchio principale era quello delle fontane al centro dei corridoi. Si mise di nuovo le mani in tasca e si incamminò verso il dormitorio.

*~*~*~*~*

Quando arrivò alla sua stanza e la porta si aprì, Squall non seppe cosa dire. Seduto sul suo letto c'era Seifer. Aveva i piedi saldamente piantati per terra e la schiena piegata, per poter appoggiare i gomiti sulle ginocchia. Con molta irritazione e sollievo di Squall, Seifer non gli parlò. Non ebbe nemmeno uno sguardo. Seifer tenne occhi e voce bassi; qualsiasi cosa stesse dicendo a Rinoa doveva chiaramente essere privata. Rinoa annuì come se capisse, e si allungò dal suo posto sul pavimento per picchiettargli leggermente un ginocchio. Seifer poi si alzò bruscamente, girò attentamente intorno a Rinoa e Angelo e superò Squall.

Squall lo guardò passargli accanto e si accigliò vagamente; nessuno di loro disse nulla. Anche se voleva portargli una qualche specie di rancore, era difficile farlo quando Seifer aveva un aspetto così sconfitto. Sembrava anche che avesse perso circa dieci chili da quando era tornato al Garden. Comunque, tolse l'attenzione da Seifer che se ne andava e rientrò nella sua stanza.

Rinoa alzò gli occhi quando lui entrò. Si era chiaramente sistemata, rendendo quel posto casa sua. A parte la borsa da viaggio piena di vestiti accanto all'armadio, aveva tutte le sue scarpe allineate sotto il letto, e le ciotole di cibo e acqua di Angelo accanto alla porta del bagno. Lui si fermò a guardarla. Si era raccolta morbidamente i capelli e aveva Angelo stesa sulla sua pancia. Sul pavimento accanto a lei c'era una boccetta di smalto per unghie azzurro. Stava dipingendo le unghie alla cagnetta? Rinoa gli rivolse un sorriso leggermente imbarazzato. "Ci hai beccate."

"...Carino," fu tutto quello che riuscì a dire lui, chiudendosi la porta alle spalle.

"Lei pensa che la stia trattando come una bambina," gli disse Rinoa.

"Lo fai," affermò lui.

Lei sorrise debolmente, applicando lo smalto all'ultima unghia delle zampe di Angelo.

"Che c'era?" domandò Squall guardando di nuovo la porta.

"Non era nulla," gli disse lei. "Voleva solo scusarsi. E parlare."

Squall si accigliò. Se Seifer cercava di riconquistare Rinoa, doveva farlo smettere, e presto.

"Oh, non farlo," disse Rinoa interrompendo i suoi pensieri. A volte gli sembrava che lei conoscesse i suoi pensieri meglio di lui stesso. "Si stava solo scusando per... tutto. Non è un cattivo ragazzo," gli ricordò.

Lui si schiarì la gola e si chinò a togliersi gli stivali. Chiaramente dovevano cambiare argomento; non era pronto ad accettare semplicemente che Seifer fosse una povera vittima delle circostanze. Seifer non era mai stato un gran bravo ragazzo con lui. "Ho parlato con Selphie, stamattina," disse lui cambiando argomento. "...Non preoccuparti della presenza di Angelo." Rinoa alzò gli occhi.

"Te ne ha parlato?"

Lui annuì. "Mi ha dato una botta sul braccio perché ti ho permesso di preoccuparti così," ammise con una scrollata di spalle.

"Mi dispiace," disse lei. Alcune ciocche di capelli si liberarono e le incorniciarono il viso. "Solo che ero nel Network del Garden, da Quisty, e c'era questa matricola che si lamentava che sono l'unica a poter avere un animale."

"Non preoccuparti di loro," le disse lui, togliendosi la maglia dell'uniforme e gettandola sul letto. "Farò certificare Angelo come uno dei nostri cani da lavoro," disse sedendosi sul letto e guardando Rinoa che finiva di dipingere le unghie del cane. "Lo fate spesso?"

"Non spesso quanto vorrei," ammise lei con un sorriso.

Squall sorrise mentre Rinoa si alzava e Angelo gli trotterellava accanto per annusare la sua nuova uniforme. Guardò il cane in silenzio. Qualunque cosa stesse annusando, sembrava che le piacesse davvero molto. Si allungò ad accarezzare la schiena del cane. Angelo scodinzolò, colpendogli le gambe. Alzò gli occhi quando si avvicinò Rinoa.

"Hey," sorrise lei, lasciando che lui se la tirasse in braccio. Lei gli mise un braccio intorno al collo. "Spero di non aver complicato le cose ieri notte," ammise. "Solo solo stata presa dal momento," aggiunse poi a bassa voce.

Lui la guardò, mettendole un braccio intorno alla vita. "Non hai fatto nulla di cui scusarti," le disse, allungandosi a sistemarle i capelli dietro l'orecchio. "Credimi, non mi sto lamentando."

"Beh, sembravi abbastanza sorpreso quando ti sei svegliato," ammise lei.

"Ovvio che sì." Lui arrossì leggermente. "Era la mia prima volta, e mi sono accorto che non era un sogno."

Lei sorrise. "Quindi non ho reso le cose strane?" domandò.

"Per niente," la rassicurò lui. Lei sorrise; era un sollievo. "Ma hai detto ad Irvine quello che avevo detto." Si accigliò un poco.

"Non l'ho fatto!" esclamò lei esasperata. "L'ho detto a Selphie!"

Lui le lanciò un'occhiata. "Dire qualcosa a Selphie è come dirlo a tutto il Garden dal microfono," le disse lui con il broncio.

Lei abbassò le spalle e guardò per terra.

Lui sospirò. Grandioso, aveva il broncio. "Rin..."

Lei lo guardò con quei bellissimi occhioni castani, e lui seppe che non importava cosa gli avrebbe detto dopo, perché non sarebbe stato in grado di arrabbiarsi con lei per averlo messo in imbarazzo. "Non puoi dirmi qualcosa di così stupefacente e dolce e aspettarti che me lo tenga per me," disse lei lisciandogli la maglia con la mano libera. "Sono così orgogliosa di te," continuò. "Sono orgogliosa di stare con te. Sei una delle persone più meravigliose che abbia mai conosciuto e nessuno ti capisce quanto me. Quindi quando dici o fai qualcosa del genere, devo vantarmi," terminò. "Voglio che la gente sappia quanto sei romantico."

Squall sorrise appena mentre lei si chinava a premere la fronte contro la sua. "Non ti crederanno mai," disse con un pizzico di malizia nella voce.

Rinoa ridacchiò e lo colpì con la mano sul petto. "Lo so, lo so. Hai una reputazione eccetera." Si appoggiò a lui, spingendolo sul letto. Lo guardò mentre si stendevano entrambi sulla schiena. Sembrava concentrato su qualcosa sopra di loro, quindi guardò anche lei. "Ti dà davvero fastidio, vero?" gli chiese con un sorriso. Lo aveva colto spesso a fissare la pittura spaiata del soffitto.

"Mi piace," ammise lui dopo un momento.

"Davvero," disse lei con un sorriso.

"Rinoa?" chiese lui piano.

"Sì, Squall?" sussurrò lei, rotolando sul fianco così che i loro nasi quasi si toccassero.

"Sono una delle persone più meravigliose che tu abbia mai conosciuto?" le chiese.

Lei annuì, e il movimento contro la coperta le scompose un po' i capelli.

"Chi mi batte, allora?" domandò lui con un mezzo sorriso.

"Chi ti batte?" domandò lei accigliandosi.

"Come persona più meravigliosa che tu abbia mai conosciuto," chiarì Squall.

Lei sorrise. "Ah. Geloso, eh?"

"No," negò lui, tornando a fissare le tre sfumature di beige sul soffitto. Lei ammirò il suo profilo mentre lui guardava in alto. Poteva esserci una qualche parte di lui che temeva che a lei piacesse ancora Seifer.

"La Signora Dincht," ammise. Lui la guardò, chiaramente sorpreso dalla risposta.

"La Signora Dincht?" domandò. "Di tutte le persone che hai mai incontrato nell'esercito di Galbadia, nei gruppi di resistenza e in tutti i Garden?"

Lei sorrise. "Beh... sì," ammise. "Ha adottato Zell, lo ha cresciuto e riesce ancora a considerarlo il suo amato figliolo anche quando lui è totalmente strafatto di zucchero e adrenalina," affermò lei. "Lui è su di giri, rumoroso e diciamolo, non sempre consapevole di ciò che lo circonda," aggiunse con un sorriso. "...Mi piacerebbe pensare che mio padre mi sia così devoto," aggiunse a voce bassa.

Quella conversazione aveva preso una piega imbarazzante in un minuto. Cosa poteva mai rispondere a questo? Non era davvero sicuro nemmeno che suo padre gli piacesse.

"Questo," disse lei piano, "questo e sono abbastanza sicura che abbia un figlio con la cameriera," disse con gli occhi che ora fissavano la pittura sul soffitto.

Squall la guardò. Ora davvero non sapeva cosa dire. "Io... sei sicura?" domandò. "Non vedo perché importi. Molta gente ha più di un figlio," le disse. Era terribile in queste cose. Cosa doveva dire per farla stare meglio?

"È una bambina," gli disse lei. "Si chiama Azalea, come i fiori di mia madre nel giardino."

Squall non lo sapeva, ma era abbastanza sicuro di sentire un po' di risentimento nella sua voce. Rinoa di solito era una persona così amichevole e frizzante, quindi sentirla parlare così lo preoccupava. "Rin," le disse, costringendola a guardarlo di nuovo. "Intendevo davvero quello che ho detto su di noi. Intendevo ogni sillaba."

Lei fece un largo sorriso, piegando un po' la testa e baciandogli il naso. "Ti amo," sussurrò.

Lui la guardò negli occhi prima di sorridere leggermente. Il pensiero di essere innamorato lo spaventava. Lei lo aveva già portato ad agire meno razionalmente di quanto faceva di solito, ogni volta che lei metteva il broncio o lo pregava. Non era sicuro di voler sapere cos'altro lei sarebbe riuscita a fargli fare in futuro. "Ti amo anch'io," le disse, spostandole i capelli dietro l'orecchio.

Lei sorrise, avvicinandosi e posandogli la testa sul petto. Lui la abbracciò, fissando il soffitto. Erano successe così tante cose negli ultimi mesi. Erano cambiate così tante cose. Anche se probabilmente non l'avrebbe ammesso con nessuno, Squall stava ancora cercando di stare al passo. Non aveva mai chiesto di diventare una persona così vitale con un ruolo così importante al mondo. Con il nuovo ruolo, la sua nuova posizione sociale con i suoi nuovi 'amici', i cambiamenti che vedeva in se stesso, e i dubbi su come ricordava le cose del passato, Squall galleggiava in un mare di cambiamenti.

Non voleva nemmeno pensare al suo nuovo padre, o a come sua sorella stesse cercando di farlo andare ad Esthar per qualche settimana a rilassarsi. Come poteva rilassarsi? Cid lo stava istruendo su come essere un bravo cavaliere della strega, lo stava dando in pasto agli azionisti... e cosa peggiore di tutte, ci si aspettava da lui che andasse all'attacco della più grandiosa spinta d'immagine che il Garden di Balamb avesse mai avuto. Era tutto così travolgente. Si sentiva come se il fato lo avesse preso dal suo piccolo mondo stabile e tranquillo e lo avesse spinto nel caos. Rinoa borbottò qualcosa di incomprensibile, portandolo a guardarla. Si era addormentata. Le fece scivolare le dita sul viso, togliendo i capelli dagli occhi. A prescindere da cosa sarebbe successo, lei sarebbe stata al centro del suo universo. Si allungò con il braccio libero per tirare le coperte su entrambi. Emise un sospiro e chiuse gli occhi; si sarebbe preoccupato di tutti i cambiamenti l'indomani.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :)
E... pochi giorni fa è stato aperto un archivio dedicato esclusivamente a Final Fantasy, Kingdom Hearts e Dissidia! Non è ancora del tutto completato e mancano i personaggi delle ultime categorie, ma intanto potete cominciare a iscrivervi e postare! Lo trovare qui: FF Archive.
Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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