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Autore: mysoul    30/06/2013    2 recensioni
Tutti conosciamo i tre eredi del casato Lannister: Jaime, il bello, Cersei, la senza cuore, e Tyrion, il Folletto.
Ma non conosciamo la loro vita da bambini, la loro trasformazione in veri leoni.
tre one-shot, tre momenti della loro vita da cuccioli.
Hear me Roar.
Cersei - Solo una collana
Tyrion - Ridere sotto i baffi
Jaime - So già cos'è l' amore
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cersei

Solo una collana

Ho sempre odiato chi desiderava ciò che non poteva avere.
Io, ovviamente, essendo figlia di Tywin Lannister, potevo avere qualsiasi cosa desiderassi.
La mia posizione sociale me lo permetteva.
Ma tutti gli altri, tutti quelli che desideravano ardentemente qualcosa che era fuori dalla loro portata, mi disgustavano, mi facevano pietà, erano quasi… divertenti, nella loro pochezza. Come quella ragazza dai capelli rossi…


Quel giorno, stanca di tutte le ore di portamento a cui mi sottoposi, lasciai furtivamente la maestosa sala per ritornare nella mia camera.
Adoravo fare inchini, piroette, sorridere e salutare, ma era pomeriggio inoltrato, e provavo dalla mattina presto.
Ed, in quanto bambina di nove anni, volevo solo tornarmene per un po’ in camera per spazzolarmi i capelli, giocare con le bambole e guardarmi allo specchio con tutti i miei abiti in dosso. Insomma, volevo prendermi una pausa dal fare piroette e dal salutare.
Arrivata di fronte alla mia stanza, girai con molta delicatezza la maniglia della porta.
La socchiusi appena per vedere se ci fosse qualcuno all’ interno di quelle mura.
Lo facevo sempre; era un vizio che non riuscivo a togliermi. Volevo sempre controllare che avessi il via libero per saltare in modo poco elegante su letto a baldacchino grande quattro volte me. Adoravo atterrare sui morbidi cuscini con un tonfo sordo.
Ma quel giorno non potei lanciarmi sul letto, perché c’ era qualcun’ altro su quel letto.
Era una ragazza della mia età.
L’ avevo vista più volte, alcune entrava ed usciva dalla mia stanza con in mano lenzuoli e coperte, così come per le stanze dei miei fratelli.
Probabilmente lavorava per noi, ma erano così tante le persone che vedevo che nemmeno mi sforzavo di ricordare i loro volti.
Ed ora, quella ragazza stava ridendo, rotolandosi sulle lenzuola.
Come si era permessa quella seva di salire sul mio letto?!?!
La ragazza si guardò in torno, sprimacciò i vestiti delle bamboli e si spazzolò i capelli con la mia spazzola d’ avorio.
Ma notai come i suoi occhi brillarono quando prese in mano una mia collana. Era una come tante, ma quella ragazza la guardava come se fosse l’ oggetto più bello e prezioso di tutti i sette regni.
Si guardò furtivamente intorno, e mise la collana nelle tasche del suo vestito strappato.
Ghignai divertita.
Spalancai completamente la porta, facendola sbattere volontariamente.
La ragazza si girò di scatto, tremando leggermente.
– mia Lady – disse, abbassando il capo.
Mi sedetti su una sedia, aggiustandomi il vestito. Poco prima che varcasse la soglia, la fermai.
– scusa, puoi vuotarti le tasche? – dissi, alzandomi in piedi.
– come, mia Lady? – disse la rossa, con una nota di timore evidente nella voce.
– vuotati le tasche – dissi fermamente, stavolta guardandola negli occhi.
La ragazza iniziò a tremare vistosamente. Tirò fuori ciò che aveva nelle tasche. Un fazzoletto, un torsolo di mela, un nastro per capelli.
– non credo tu abbia finito – dissi.
Con un pianto silenzioso, tirò fuori la mia collana. Gliela misi intorno al collo, e la portai davanti ad uno specchio.
– ti sta molto bene, dissi. Era vero, quella collana sembrava fatta apposta per lei.
– peccato, però, che non ti appartenga! – sputai velenosamente, strappandole il gioiello dal collo.
Lei mi guardò implorante. Per risposta, la colpii ripetutamente in viso.
Quando le sue guance assunsero un colorito violaceo, mi fermai.
– cosa avresti fatto con quella collana? –
– mia Lady, io… –  si fermò, toccandosi le guance pulsanti inumidite dalle lacrime
– io, sono povera. Ho tre fratellini che non mangiano da giorni… – mi fissò con i suoi bellissimi occhi verdi – venderei un occhio se fosse necessario –
Una piccola vocina mi suggerì di punire quella serva ingrata.
– lo sai, ci sono padroni che cavano entrambi gli occhi ai propri servi solo perché osano guardarli negli occhi. Io certamente non ti caverò entrambi gli occhi perché sei salita sul mio letto o perché mi hai guardata… no – dissi, sciogliendomi i capelli tenuti alti da uno spillone.
Lo inforcai come un coltello.
– ma ti dovrò punire. Altrimenti non darei un buon esempio, no? – detto questo, strinsi le sue guance con una mano, e con violenza, le conficcai lo spillone nel suo occhio destro.
Il sangue mi schizzò il vestito bianco, e l’ urlo della ragazza quasi mi ruppe i timpani.
Tolsi lo spillone dal suo occhio, facendo schizzare ulteriormente il sangue.
La ragazza tentò di tenere il bulbo oculare al suo posto. Inutilmente.
– pulisci tutto qui, e quando hai finito chiedi al cuoco del pane. Digli che ti ho mandato io. Fallo mangiare ai tuoi fratelli. – dissi, indossando quella collana.
Per il resto del giorno la indossai fieramente, pensando che valeva un occhio della testa.

Esatto, ci sono molti vantaggi nell’ essere una Lannister.
 
 

 
  
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