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Autore: GoodnightLynne    01/07/2013    2 recensioni
Crescere.
Cosa vuol dire fino in fondo "crescere"?
Essere liberi di fare ciò che si vuole, non preoccuparsi del giudizio degli altri, non piangere, non soffrire... ma perché, quando si cresce, succede tutto quello che non avevi sperato e non volevi fosse andata in quel modo...
Ma succede, succede comunque, è la vita...
Crescere...
Che strana parola.
_
Mikey si sente a disagio perché è il più piccolo e si sente inutile proprio per questo.
Ma se un'amicizia sboccia, crescere non è poi cosi male!
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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By Mikeychan.
Michelangelo restò basito dalla scoperta appena fatta: quella ragazzina era balbuziente e, come se non bastesse, aveva segnate sul viso le proprie sofferenze; all'arancione perve anche di vederle e rabbrividì.
"Non c'è di che!" cercò di restare il più neutrale possibile e, quindi, le sorrise a trentadue denti. La ragazzina lo guardò, ma stavolta sembrava curiosa e non spaventata come lo era prima. Possibile che non lo temesse?
"I-io..." stava per dire la castana. Mikey allora si ricordò di un insegnamento dato sia a lui che ai suoi fratelli tempo addietro dal Maestro Splinter: -
La forza non serve a nulla se non usate prima lo spirito e la mente. Ricordatelo sempre...
Ricordava anche che quella volta, il Sensei aveva insegnato loro il "linguaggio dei segni"; quindi, pensandoci, visto che la balbuzia era davvero faticosa, magari la ragazzina aveva imparato ad usare quel tipo di comunicazione, anche se a New York, era davvero raro trovare qualcuno che lo conoscesse...

L'arancione le fece segno di fermarsi e la castana iniziò a sbattere le palpebre, fissandolo con attenzione.
Allora Mikey iniziò a parlare con il linguaggio dei segni: - Sai farlo? - stava toccandosi la nuca e poi faceva degli strani segni con le mani, sembrava che gesticolasse... per uno che non li conosceva.
Alla ragazza iniziarono a luccicare quegli occhi grigio-verdi di felicità: - Conosci il linguaggio dei segni? -
Il minore dei fratelli Hamato annuì e continuò: - Non hai paura? - "disse", per poi indicarla.
- Perché dovrei? Non hai fatto niente di male... - e gli sorrise a bocca chiusa.
A Mikey mancò un battito, dimenticando persino quello che era successo con Raphael qualche ora prima.

"C-c-c-comun-n-...que..." iniziò a parlare la castana "M-m-mi chi-chi-amo... Ra-ra...rami....ramisa..." poi sospirò, porgendogli la mano guantata sinistra, essendo mancina.
Mikey era davvero felice di aver incontrato una nuova amica, quindi senza pensarci due volte, afferrò la manina della ragazza: - "Io sono Michelangelo!"
Sapeva benissimo di dover stare attento agli umani, ma quella era una ragazzina, una 13enne per la precisione e non sembrava essere una minaccia...

* * *

L'arancione ci pensò su e decise di togliersi un dubbio che lo stava tormentando, mentre sia lui che la ragazzina camminavano per le strade buie e desolate di New York: tanto desolate no, c'erano ubriachi da ogni dove ed era piena di pericoli... ma ai due sembrava non importare.
Tra l'altro, se fossero stati in paricolo, ci avrebbe pensato lui a proteggere Ramisa!

Si fermò e Ramisa si girò per guardarlo, allora Mikey iniziò a "comunicare": - Come mai ti trovi qui nel bel mezzo della notte? - il suo sguardo sembrava abbastanza preoccupato: anche se si erano conosciuti da poco, sentiva che qualcosa non andava.
Mikey era un tipo davvero emotivo, si lasciava trasportare cosi facilmente dalle situazioni difficili...
La castana abbassò lo sguardo, non riuscendo più a rialzarlo a causa delle lacrime che stavano solcando il suo viso e senza nemmeno vedere cosa stava facendo, iniziò anche lei a comunicare con la Tartaruga: - Sono scappata di casa. Mia madre pensa solo ai soldi e non si prende cura di me, mio padre è morto. E il nuovo compagno di mia madre invece cerca di... - non riuscì a continuare, si portò entrambe le mani sul viso e continuò a piangere, i singhiozzi si facevano sempre più forti.
Gli occhi azzurri del minore divennero lucidi e avvicinandosi alla ragazza, le mise una mano sulla spalla: la ragazza alzò finalmente lo sguardo grigrio-smeraldino e lo fissò, aveva paura...
Mikey l'abbracciò forte e iniziò a cullarla: - "E' tutto apposto, tranquilla..." le sussurrò dolcemente, accarezzandole il capo.
Ramisa si lasciò cullare e piano piano iniziò a calmarsi, prendendo lunghi respiri.

Michelangelo ora capiva il perché di quei lividi sul viso: qualcosa gli ribollì il sangue. Determinazione?
Voleva aiutare una ragazzina incontrata quella stessa sera?
Sì, lui era fatto così...

"Ti aiuterò io, te lo prometto..." le aveva sempre sussurrato, stringendola a sé.
Ramisa non sapeva cosa dire, però una cosa era certa: con lui si sentiva protetta.
Perché...?

Non lasciarmi...
la mente della castana stava giocando brutti o... piacevoli scherzi?




_______________________________

Note dell'autrice:

Eccomi! Che ve ne pare? :D
Diciamo che Ramisa e Mikey si somigliano molto, per questo li trovo davvero adorabili! E spero che li troviate anche voi-! è___é
Mh-mh, ci vediamo al prossimo capitolo, tartartarughine belle!
Bah-baaaaaai! ;)
  
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