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Autore: _Sparks_    01/07/2013    9 recensioni
–Rimani.- Sussurrai ancora. Mi guardò per un instante poi portò le mani dietro alla mia nuca avvicinando le sue labbra alle mie e baciandomi con foga. Anche se c’era la trapunta a separarci potei sentire il calore che emanava il suo corpo. Per un momento mi lasciai trasportare da lui, che mi adagiò piano sul letto baciandomi con dolcezza ma anche con passione. L’intensità di ogni suo singolo bacio, di ogni sua carezza mi fece perdere completamente il controllo ed in poco tempo la mia maglia volò a terra e mi lasciai baciare, sulle labbra, sul collo, sul petto. Lo baciai con dolcezza e lasciai scorrere le mie mani sotto la sua maglietta. Poi riacquistai il controllo e mi allontanai da lui per controllare la porta. –Non ti preoccupare.- Mi disse riprendendo a baciarmi ed il giro ricominciò, mi lasciai trasportare ancora dal calore dei suoi baci. Lanciai un’altra occhiata e lui si fermò e mi sorrise. –Sono sempre io, ricordi? Se entrano sparisco e ritorno cinque minuti prima.- Il suo sorriso diventò malizioso. –Non lo sapranno mai.-
TRAILER:http://www.youtube.com/watch?v=rMMMIJfs1LI&feature=youtu.be
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now I’m a warrior
Now I’ve got thicker skin
I’m a warrior
I’m stronger than ive ever been
And my armor, is made of steel, you cant get in
I’m a warrior
And you can never hurt me again
-Warrion, Demi Lovato.

 

3.


Il segreto.

Sono passate tre settimane da quando io e Louis abbiamo parlato per l’ultima volta. Ci salutavamo con un cenno della mano, nemmeno un “ciao” o un “come stai”. Sembravamo estranei.
-Good Morning.- La voce roca del professore rimbombò per tutta la classe. –Sit Down, please.- Si schiarì la voce e posò la valigetta sulla cattedra.
-Ho delle novità per voi.- Lo guardai dritto negli occhi per cercare di indovinare cosa ci nascondeva. Poi scossi la testa finendo per girarmi alla mia destra, dove Louis sedeva tranquillamente, con una matita in mano e giochicchiava con una matita. Non si voltò nemmeno per guardarmi, nemmeno un secondo. Delusa, posai di nuovo lo sguardo sul professore.
-Quest’anno, una novità in questa scuola, organizzo una gara che avrà come premio un budget in denaro per un viaggio in Inghilterra. Tutto quello che dovete fare è programmare una vacanza in Inghilterra con tanto di orari e prezzi.- Sbarrai gli occhi. Entusiasta poi presi appunti e mentalmente programmai la mia vacanza in Inghilterra. Sarebbe stato tutto perfetto, Londra, Manchester, Liverpool, Oxford, Cambridge. Tutte città che mi attiravano in ogni piccola cosa. Città che tra di loro erano molto diverse, Le prime tre stile moderno e le ultime due stile antico, erano quelle che preferivo.
Quando ritornai alla realtà il prof aveva finito di parlare e la lezione era finita.
Presi le mie cose e cominciai a camminare verso casa, avevo il turno in libreria. Perfetto, così avrei potuto documentarmi e organizzare la mia vacanza.
 
 
Mi trovavo in libreria, circondata da decine di libri. Ne avevo letti davvero tanti e avevo preso tanti appunti. Sapevo bene quello che volevo. Una settimana è formata da 7 giorni, togliendo i giorni dell’aereo, due. Avevo cinque giorni, avrei potuto fare un giorno per città. Ma così avrei visitato tutto di fretta, quindi decisi di eliminare due città. Liverpool e Cambridge. Liverpool perché in un certo senso era simile a Manchester, stessa cosa Cambridge con Oxford.
Improvvisamente sento un rumore. Sobbalzo e mi dirigo verso la cassa, ma li non trovo nessuno, segno che il rumore proviene dalla porta sul retro.
Alzo la cornetta del telefono e chiamo il 911, sperando che la polizia si trovi al pub delle risse.
-Chi è là?- Urlai con voce tremante.
Faccio un passo avanti, verso la porta sul retro, quando la porta d’ingresso si spalanca.
-Buonasera.- Dissi sospirando.
Il signore appena entrato, chiuse la porta in modo brutale. Indossava un cappello di lana nero, un paio di jeans e un maglione alto fino al collo, gli copriva la bocca.
-Cosa desidera?- Chiesi.
-I contanti- Sobbalzai quando dalla tasca estrasse una coltello, mi afferrò per la gola e mi puntò il coltello contro.
-Dov’è la cassaforte?- Chiese sogghignando.
-Sul retro.- Balbettai.
Mi spinse verso il retro e quando fummo davanti la cassaforte mi strattono forte, facendomi cadere a terra.
-Apri, forza.- Mi disse all’orecchio.
Avevo un forte senso di nausea e cominciavo a pensare che avevo le allucinazioni. La porta sul retro era chiusa e il negozio era vuoto, ma allora, quel rumore che avevo sentito, cos’era? Chi era?
Lancio un occhiata verso gli scaffali e vedo un ciuffo castano, distolgo lo sguardo e quando mi accorgo di cosa avevo visto, cerco di girarmi di nuovo ma il ladro mi ferma stringendo la presa al mio collo.
-Muoviti.- Mi urla. Ruotai il disco combinatore, sinistra, destra, abbassai la maniglia di acciaio. La cassaforte si aprì e lui mi scansò bruscamente. Intravedo di nuovo quel ciuffo, con gli occhi sbarrati mi giro meglio e scorgo Louis che mi fa segno di rimanere in silenzio. Mi appoggio al muro, sicuro che la mia ora si arrivata, mai e poi mai Louis sarebbe riuscito a salvarmi. Il ladro era alto e ben postato, non aveva rivali dentro il negozio.
Louis si allontana e si nasconde dietro gli scaffali e quando il ladro si distrae me lo ritrovo accanto. Mi afferra le mani  e chiude gli occhi, lo faccio anche io e quando li riapro non siamo più dentro il negozio, ma nel parco. Io e Louis siamo nella stessa posizione, inginocchiati con le mani intrecciate .
Dopo pochi secondi Louis lasciò le mie mani e mi prese il viso fra le sue mani, vedo le sue labbra muoversi, ma il mio cervello non connette niente, vedevo solo le sue labbra muoversi.
-Va tutto bene Abs. Respira, non parlare, devi solo fare quello che ti dico io.-
Lo guardai e annuì.
-Ti spiegherò tutto, promesso ma adesso vai alla caffetteria, prendi un espresso e due bicchieri d’acqua, portali qua, ci sarò, promesso.- Mi guardò negli occhi. –Ho bisogno di te Abs.- Annuì e corsi verso la caffetteria. 
Arrivata li di fretta ordinai l’espresso e mi feci dare due bicchieri d’acqua. Sentì le sirene della polizia farsi più vicine. Un brivido mi percorse la schiena, poi presi tutto, pagai con i pochi spiccioli che avevo in tasca e corsi da Louis. Lo trovo accasciato a terra, come quella volta al parco.
-Cosa posso fare?- Balbettai.
-Acqua, dammi dell’acqua.- Disse a fatica, gli presi la testa e gliela alzai leggermente. Poi presi il bicchiere con l’acqua e piano piano lo aiutai a bere.
Il suo respiro tornò regolare, si voltò verso di me, guardandomi confuso.
-Sei ancora qui.- Disse, non gli risposi, non ci riuscivo. L’unica cosa che elaborava il mio cervello era “cosa diavolo è successo?”
-Sei sotto shock, tieni bevi questo.- Mi porse l’espresso e con le mani tremanti afferrai il bicchiere e lo portai alla bocca.
-Abs, so che tutto questo ti sembrerà strano, ma devi ascoltarmi.- Mi guardò negli occhi. –Ti spiegherò tutto domani mattina. Adesso dobbiamo ritornare dalla polizia, ma ho bisogno che tu racconti una certa versione dei fatti.- Annuì facendogli capire che poteva continuare.
-Parti dicendo la verità: L’uomo è entrato e ti ha condotto verso la cassaforte, mentre lui stava prendendo i soldi tu hai trovato una via di fuga e sei scappata, io ti ho visto qui fuori e abbiamo aspettato l’arrivo della polizia infondo alla strada.- Mi prende le mani. –Pensi di potercela fare?- Mi chiese.
Annuì, con gli occhi spalancati.
-Racconterò tutto io, tu conferma tutto, va bene Abs?- Mi chiese ancora.
Annuì e insieme andammo verso la libreria dove incontrammo un agente e Louis raccontò la sua versione dei fatti io annuivo e basta e nel mio cervello altre domande si presentavano. “come ha fatto a entrare nel negozio?” “Come ha fatto a uscire?
L’agente prende appunti e poi si volta per andare ma io lo bloccai.
-Agente?- Chiesi
-Si?-
-L’avete preso?- Chiesi sorpresa di aver parlato.
-L’abbiamo sorpreso mentre cercava di fuggire dalla porta sul retro.-
Sospirai e poi vidi mio padre entrare in negozio, più agitato che mai.
Mi abbracciò e si scusò.
-Adesso andiamo in centrale.- Mi disse mio padre.
-Devo...devo parlare con Louis prima.- Mio padre mi guardò confuso
-Buonasera Signora Thompson, Signor Thompson- Li salutò Louis.
-Sono Louis Tomlinson- Disse dando la mano a mio padre.
-Louis, è un amico.- Dissi per poi prenderlo sottobraccio e allontanarlo.
Ci allontaniamo giusto un po’, per non fare sentire ai mie cosa voglio dirgli.
-E’ questo il grande segreto?- Chiesi sottovoce.
-Si.- rise. –Più o meno.- Mi prende per mano e mi abbraccia.
-Ti devo raccontare tante cose Abs.-
-Quando?- Chiesi sussurrando.
Mi sentivo protetta tra le sue braccia.
-Pensi che domani ti faranno saltare la scuola?-
-Credo di si, date le circostanze.- Continuavo a sussurrare e  non era solo perché qualcuno poteva sentirci, ma perché la sua vicinanza, essere tra le sue braccia, mi rendeva estremamente nervosa e timida.
-CI vediamo alle dieci.- Si stacca un po’ e mi diede un bacio sulla fronte.
-Hai paura di quello che so fare?- Chiese.
Non avevo paura, ero estasiata da quella cosa. Era una cosa fuori dal normale. Lo guardai negli occhi, sospirai.
-No, Louis.- Dissi. –Non ho paura.- Lo fissai, ancora. –Neanche un po’-
 
 
 
 Writer Corner 
Buon pomeriggio ragazze, scusate se il capitolo è corto ma è di passaggio, mi serve per farvi capire una parte del segreto di Louis, se qualcosa non è chiara chiedete pure risponderò a qualsiasi domanda.
Grazie mille per le 6 recensioni allo scorso capitolo, siete adorabili (:
Stavo pensando di fare un video della storia, che ne dite?
Mi trovate qui:

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Se siete arrivate fin qui, perchè non lasciate una recensione?
-Sparks.

  
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