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Autore: Sar_    01/07/2013    9 recensioni
Emma e Stiles sono finalmente una coppia. Anche se la ragazza non riesce mai a portare a termine la trasformazione, ha acquisito le qualità soprannaturali dei membri del branco. La città è scesa in una calma inquietante, dopo la fuga di Gerard, e tutto va relativamente bene. Ma è soltanto la quiete prima della tempesta: chi attendeva nell'oscurità ha ottenuto ciò che voleva, usando gli abitanti di Beacon Hills come pedine, ed è pronto a scatenare finalmente la guerra sanguinosa che da tempo stava cercando di far scoppiare. Tra passione, violenti scontri e amicizie tradite, cosa ne sarà del lato umano e fragile della ragazza che, come un funambolo, si tiene a malapena in equilibrio sopra un baratro di oscurità e crollo sia fisico che mentale?
«Non posso combatterlo, non sono abbastanza forte!»
«Sei molto più forte di quanto tu creda, Emma.»
----------------
«Scaverò in profondità, tra le tue peggiori paure. Troverò ciò che più ti terrorizza, e te lo regalerò. Come si chiama, quel ragazzo...»

Seguito di "Fly."
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
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Chapter one: Alpha.


"This is surely not what you thought it would be

I lose myself in a daydream where I stand”

"Questo non è certo questo quello che tu hai pensato sarebbe stato
Mi perdo in un sogno ad occhi aperti dove sono in piedi”

 

Speak Now - Taylor Swift

 


 

 

Il risveglio arrivò dolcemente, accompagnato da uno spiraglio di sole che filtrava dalle finestre.

Sentii i muscoli intorpiditi e doloranti a causa della scomoda posizione in cui mi ero addormentata.

Aprii un occhio.

I popcorn erano lanciati un po' ovunque, a causa della battaglia fatta con i ragazzi del branco. Li avevo invitati la sera prima per vedere un film da me, con l'inevitabile conseguenza di un salotto distrutto. Eravamo troppo stanchi, poi, per ripulire.

Mi stiracchiai e colpii qualcosa con la mano.

Alzai lo sguardo: avevo in pratica tirato un pugno in faccia a Stiles.
 

Oh!
 

Avevo dormito tutta la notte accoccolata su di lui, sul divano.
Ci eravamo addormentati mentre guardavamo la tv, prima che tornasse a casa. Era stato l'ultimo a rimanere, i ragazzi erano andati tutti...

Lo guardai con dolcezza: non si era svegliato. Non bastavano neanche i colpi di cannone a disturbare il suo sonno profondo. La bocca era socchiusa, il braccio destro penzolava (come sempre) giù dal divano, il sinistro era appoggiato sul mio braccio sinistro.

Mi dispiaceva svegliarlo, sembrava un angelo, ma dovevo: era mattina presto, le sei, constatai guardando l'orologio appeso alla parete, e presto i miei genitori si sarebbero svegliati. Avevo promesso che a mezzanotte se ne sarebbero andati tutti, e loro erano andati a dormire. Se fosse rimasta una ragazza sarebbe stato normale, ma Stiles...

Avevo mantenuto con i miei una relazione di silenzio reciproco, dopo la discussione a causa della scoperta fatta il mese prima.

Era stato shockante scoprire che il mio padre naturale era una boccetta di liquido seminale donato da un muta forma probabilmente incredibilmente psicopatico. Dopo quel fatto, avevano cominciato a permettermi di fare più cose. Beh, in realtà, erano completamente disinteressati a qualunque cosa facessi, e me lo lasciavano fare. Non gli avevo comunque raccontato della mia relazione con l'umano: non ero ancora pronta, non sapevo ancora se fossimo realmente una "coppia"... insomma, era la mia prima relazione, e non sapevo bene come funzionasse una storia. Comunque, se mia madre avesse fatto la scoperta non avrebbe detto niente, d'altronde avevamo solo dormito, ma... mio “padre”, invece, sarebbe stato meno gentile, nonostante il litigio e anche il fatto che ci considerasse solo buoni amici.

Mi mossi, passandogli una mano tra i capelli che ormai stavano crescendo.

«Stiles, svegliati. Devi scappare, prima che ti ritrovi un fucile puntato in testa.» sussurrai, sorridente.

Avevo la bocca impastata e una leggera nausea.

Lui si mosse leggermente, biascicando qualcosa.

Mi trascinai un po' più su, arrivando all'altezza del suo viso, e gli stampai un bacio sulla fronte. Poi ripetei la frase accostando le labbra al suo orecchio.
Sbatté le palpebre, confuso, e in pochi secondi si rese conto della situazione.

«Oh-oh» disse, per poi guardarmi e sorridermi.

Soffocai una risata.

Stiles mi rendeva felice. Felice per davvero. Non potevo mai arrabbiarmi con lui, mi metteva sempre di buon umore, e stare con lui era come occuparsi di un cucciolo autosufficiente: era perfettamente in grado di fare tutto da solo, ma coccolarlo era piacevole.

Appoggiai la testa sul suo petto, piegando le gambe e rannicchiandomi su di lui. Mi avvolse con le braccia. Spostai l'orecchio sul punto esatto dove il suo cuore batteva, e lo ascoltai, lasciandomi cullare.

«Allora devo andare o no?» sussurrò, spostando il dito dal mio gomito alla spalla, per poi rifare il tragitto al contrario e ripetere più volte.

Sospirai. Avrei potuto rivederlo dopo poco più di un'ora, essendo sabato, ma la situazione era dannatamente piacevole.

A convincermi ad alzarmi fu il terrore di baciarlo con l'alito mattiniero che avrei potuto ritrovarmi. Mi misi in piedi e mi passai le mani tra i capelli, cercando di sistemarli e girando su me stessa, rimirando la miriade di pop corn sparsi un po' ovunque.

Lui si alzò e si spazzolò i vestiti, lasciandone cadere altri sul tappeto.

«Vuoi che ti aiuti a ripulire?» chiese.

Io scossi la testa, gli baciai la guancia e gli diedi una spinta verso la porta.

«Ti chiamo io, vai a farti una doccia» conclusi.

Lui fece per ribattere, ma io gli avevo già chiuso la porta in faccia.

Rimasi a fissarla per più di un minuto, aspettando di sentire i suoi passi che si allontanavano sul marciapiede e il suono del battito del suo cuore che si affievoliva in lontananza, poi cominciai a correre sul posto per smaltire l'adrenalina, emettendo gridolini idioti di gioia.

Spina mi corse incontro allarmata, girandomi attorno ai piedi.

Andai in cucina saltellando, le riempii la ciotola e l'appoggiai a terra.

La piccola Yorkshire mi trotterellò dietro e cominciò a consumare il lauto pasto voracemente.

«Ti piace Stiles, eh? Sì che ti piace.» sussurrai, facendole dei grattini dietro l'orecchio «Piace a tutti, il mio Stiles. È stato bello, ieri sera. Mi sono divertita. E poi, beh... questo è stato il miglior risveglio della mia vita. Sul serio!» stavo parlando con un cane. Nonostante mi fossi fatta degli amici, non riuscivo decisamente a confidarmici. Così... mi sfogavo parlando con un cane di tre chili.

Mi morsi il labbro, pensierosa, mentre Spina finiva di mangiare e io mi sedevo a gambe incrociate, lasciando che si sedesse in mezzo alle gambe. 
La coccolai, piano con la lieve nausea che si riaffacciava. Probabilmente era un effetto del poco sonno.

«Sai... verrà qua, venerdì prossimo. Sarà l'anniversario di mamma e papà, staranno fuori fino al sabato pomeriggio...» mi sentii avvampare. Era stata Erica, a spingermi a invitarlo. Sarebbe stata una serata come quelle che passavamo a casa sua, sgranocchiando patatine e cibo vegetariano (che lui sopportava per me) solo che... saremmo stati a casa mia, e da soli.

«Oggi pomeriggio è libero dagli allenamenti, andiamo al bowling. Non ci ho mai giocato. Pensavo che la mia coordinazione sarebbe migliorata, ma il cambiamento è stato minimo: forse sono ancora più pericolosa, con una palla da 7 chili in mano. Rimarrò seduta e tiferò per Stiles.» la piccolina mi guardava a occhi sgranati, probabilmente senza capire niente.

«Passeremo tutta la giornata insieme.» finii, gongolante.

«Insieme a chi?» la voce di mia mamma mi fece sobbalzare. Spina abbaiò.

«Sss...cott!»

Scott? SCOTT?S-C-O-T-T?

Mi voltai verso di lei: indossava una vestaglia rosa confetto e un paio di pantofole. I capelli erano scompigliati e lo sguardo curioso.

«Ah, McCall? È proprio un bravo ragazzo! State insieme?» disse, senza mezzi termini.

Cosa potevo rispondere?

Da quando Stiles aveva coperto Scott nella quasi-esplosione del laboratorio di chimica la settimana prima, i miei genitori (membri del consiglio d'istituto) avevano sempre guardato un po' storto il liceale. Certo, alla fine tutto si era risolto senza danni, però quella roba verde appiccicosa era rimasta spalmata sulle pareti del laboratorio per giorni, prima di sciogliersi e colare per terra alimentando la disperazione dei bidelli. Ovviamente non era stata considerata tossica... almeno, non ci era stato detto. E se non le fosse piaciuto? Dovevo aspettare o dirglielo subito? Potevo usarlo come copertura, per uscire senza correre il rischio.
Ma cosa m'importava? Non mi ero mai preoccupata di ciò che loro pensassero di me.
E allora perché non riuscivo a parlare?

«Ehm, no. Usciamo solo... da amici. Con gli altri del branco.»

Poi sbarrai gli occhi. Avevo appena detto "branco"?
Lei annuì, poi mi fece l'occhiolino.

 

«Ah, amici, certo... anche io alla tua età avevo “amici” come lui... e le chiamavamo "bande".» e detto questo uscì dalla stanza, con in mano un bicchiere di latte.

Sbuffai.

«NON STIAMO INSIEME!» esclamai, prima di marciare verso il salotto. Afferrai il nuovo telefono, grande il quasi doppio dell'altro, e digitai il numero di Stiles.

«Emma? Ti manco già?» la voce del ragazzo mi giunse dall'apparecchio che tenevo tra l'orecchio e la spalla, per aver le mani libere di spazzare via i popcorn dal sofà.

«Dolcezza!» lo canzonai con un nomignolo «Ho combinato un casino.»

«Che succede?» chiese lui, allarmato.

Stavo per rispondergli, quando un rumore rimbombò nelle mie orecchie.

Un lungo richiamo, un ruggito stridente e sibilante allo stesso momento. Indescrivibilmente terrorizzante. Il telefono mi sfuggì di mano. In meno di un secondo ero fuori dalla porta.

 

 

 

***

 

 

«Emma! Ti prego!»

 

Sbattei le palpebre. Ero in un bosco... nella riserva di Beacon Hills. Stiles era davanti a me, e mi fissava a occhi sgranati, premuto contro un albero. Aveva la camicia sporca di sangue.

Qualcosa mi prese e mi scagliò lontano. Caddi di schiena, e l'impatto mi svuotò i polmoni. Annaspai tra il fogliame, cercando aria, mentre riordinavo le idee.

Un minuto prima ero sul mio divano a parlare con il mio ragazzo, ora ero nella riserva a difenderlo da un aggressore. Dovevo proteggerlo, chiunque fosse quel bastardo. Mi rivoltai sulla pancia, prendendo dei respiri lunghi, ma venni afferrata per la t-shirt e sollevata in aria. Mi ritrovai faccia a faccia con un Derek piuttosto incazzato.

Era stato lui ad aggredire il mio Stiles?

Notai che avevo già sfoderati zanne e artigli.

Sta diventando tutto più veloce, perfetto, pensai.

Utilizzai tutta la mia rabbia per graffiargli la guancia, affondando nella carne, e il sangue zampillò ovunque. Mi lasciò cadere ringhiando.

«Derek!» urlò Stiles. Ma di lui mi sarei occupata dopo. Feci per correre verso l'umano, ma l' alpha mi prese per le spalle. Reagii d'istinto: tirai una gomitata dietro di me, e colpii il suo ventre. Un rantolo spezzato mi comunicò la riuscita del mio attacco.

Ricominciai a correre verso il ragazzo.

«Stiles!» urlai, e mi scontrai contro di lui, abbracciandolo forte. Notai che non avevo neanche il respiro affannoso. «Ti ha ferito?» c'era sangue sui suoi vestiti, ovvio che era ferito.

Lo presi per le spalle e lo allontanai, squadrandolo varie volte.

«Stai sanguinando tantissimo! Oddio!»

Lui si allontanò, e io lo fissai senza capire.

«Emma?» disse semplicemente.

Mi accorsi solo in quel momento che c'era anche il resto del branco.

«Cosa... cos'è successo?» chiesi, mentre la testa vorticava.

Scott si parò davanti all'amico.

«Sei stata tu, Emma. Tu hai attaccato Stiles.»









I'm back!



*AC/DC in sottofondo*
Beh, eccomi tornata con il sequel di "Fly."! Lo so, il titolo è banale, ma non mi veniva in mente niente di meglio :')
Come avrete visto, ho fatto delle modifiche alla storia: la scrittura è 14 al posto di 15 di grandezza, ho messo un'immagine per la storia (non avete idea di quanto ci abbia messo a trovarla, modificarla e pubblicarla), ho cambiato il rating (hehe, ma comunque non vi preoccupate, sarà per la violenza o al massimo qualche scena particolare, ma niente cose "spinte", non è il mio genere) e la canzone di ogni capitolo è messa sotto una strofa tratta dalla stessa. Mi piaceva di più così *w* (ah, per la cosa delle strofe ringrazio una delle mie autrici preferite, Anto_P, davvero talentuosa, da cui ho preso e modificato a modo mio l'idea).
Insomma, storia nuova, vita nuova!
Ho postato oggi, il primo luglio, perché mi andava lol ma non so quando aggiornerò, probabilmente mi prenderò due settimane per andare avanti con la storia, quindi avete tutto il tempo di rileggere Fly (o leggerla, in caso non l'aveste ancora fatto), recensire e bla bla bla.
Insomma, aspetto i vostri amatissimi pareri! Mi siete mancate/i <3
Un abbraccio,

Sara <3
  
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