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Autore: fanny_rimes    01/07/2013    6 recensioni
In paese girava voce che a Roxbury si fosse fermato il Demonio. Tra i bambini, ma anche tra i più grandi, si era diffusa una macabra filastrocca che oramai tutti conoscevano a memoria:
Quando ti abbraccia, il tuo cuore si tramuta in pietra
Arriva di notte quando sei tutto solo
E quando sussurra, il tuo sangue si fa gelido
Farai meglio a nasconderti prima che ti trovi.
Il mio primissimo tentativo di scrivere una sorta di sovrannaturale/horror.
Spero vi piaccia almeno un po' ^^
[Prima classificata al secondo turno del concorso a turni: "Survival Contest" indetto da fa92]
[SECONDA classificata al "Preraffaelliti Contest", indetto da Carmilla Lilith]
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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A Roxbury succedevano strane cose.
Dopo i recenti avvenimenti, all’uscita del Palazzo Comunale era stata affissa un’enorme bacheca su cui sfilavano i volti di giovani scomparsi o morti in circostanze misteriose; quando le vecchiette del paese, acconciate nei loro abiti scuri e casti, vi passavano davanti, non potevano evitare di mormorare una preghiera, facendosi il segno della croce.
Nessuna delle autorità di Roxbury sapeva dare una spiegazione a ciò che stava accadendo: il sindaco Davis si ostinava a mantenere la calma, mentre il Sergente Martin – capo della polizia - ripeteva ai cittadini che la teoria di un serial killer che viveva in città era del tutto infondata.
La verità era che tutti brancolavano nel buio.
Nell’ultimo anno era stata registrata la scomparsa di tre ragazze e due misteriosi decessi per quelle che sembravano aggressioni di un animale – tutti giovani vittime appena maggiorenni.
Nonostante gli esperti si stessero dando da fare con le indagini, perlustrando il bosco alla ricerca di grossi predatori che potessero essere colpevoli delle aggressioni, niente sembrava dare una spiegazione agli avvenimenti.
Nel frattempo, in paese, era cominciata a girare la voce che a Roxbury si fosse fermato il Demonio. Tra i bambini, ma anche tra i più grandi, si era diffusa una macabra filastrocca che oramai tutti conoscevano a memoria:

When she embraces, your heart turns to stone
She comes at night when you’re all alone
And when she whispers, your blood shall run cold
You better hide before she finds you.1

 

Elisabeth Davis viveva in una piccola villetta in stile coloniale. Suo padre, il sindaco, nonostante cercasse di controllare il panico che si era scatenato in paese, era spaventato quanto gli altri cittadini e aveva fatto istallare grosse sbarre alle finestre, a detta sua, per difendersi dai ladri.
Beth adorava dormire tenendo le ante spalancate: l’aria fresca delle sere autunnali la cullava durante il sonno, i suoni provenienti dal bosco vicino la rallegravano e il primo sole del mattino la svegliava dolcemente. Ora, all’alba, la rossa palla di fuoco che si alzava nel cielo proiettava sul suo letto inquietanti ombre a righe e lei preferiva tenere tirate le tende.
Anche quella sera faticò ad addormentarsi al buio della sua stanza. Chiuse gli occhi mentre si rannicchiava tra le lenzuola e cercò di concentrarsi sul bubolare di un gufo in lontananza e sul lieve frusciare delle foglie.

Era china su un prato, intenta a raccogliere margherite. Il suo abito bianco era spiegato attorno a lei, macchiato di verde all’altezza delle ginocchia.
Anche se attutiti dall’erba, avvertì subito i passi alle sue spalle.
«Alex!» esclamò voltandosi di scatto, il sorriso stampato sul piccolo viso rotondo.
«Ti stavo aspettando» mormorò il ragazzo di fronte a lei, scoprendo i denti bianchissimi e perfetti per rispondere al suo saluto.
La aiutò ad alzarsi e lei si ripulì alla meglio dai fili d’erba.
«Ho rovinato il vestito» si scusò chinando la testa.
Alex le posò due dita alla base del viso, sollevandole il mento. «Ora non più» disse.
Beth diede un’occhiata al proprio abito e si accorse con stupore che le macchie erano sparite. «Come hai fatto?»
Il giovane ammiccò, passandosi teatralmente una mano tra i corti capelli scuri. «Ehi, è o non è il mio sogno?»
La ragazza si puntò le mani sui fianchi, fingendosi indignata. «Credevo che fosse il mio sogno!E poi, come mai questi abiti?»
Alex si sistemò la marsina nera, da cui sbucavano le vaporose trine increspate della camicia, in stile XVIII secolo. «Diciamo che… sono un’amante delle vecchie tradizioni.»
Beth abbassò di nuovo lo sguardo sul suo abito pomposo: Il corsetto rigido le metteva in risalto i seni attraverso l’ampia scollatura merlettata; l’ampia gonna, formata da più strati, era fatta di una stoffa pesante e doveva tirarla su ad ogni passo per non inciampare.
«Non è di tuo gradimento?» chiese il ragazzo sollevando un sopracciglio. «Ed io che mi sono dato tanta pena per sceglierlo» si finse offeso.
«Non è che non mi piaccia» si affrettò ad aggiungere l’altra. «Solo… avrei preferito qualcosa di più comodo. Magari avrei potuto fare una corsa sul prato.» I suoi occhi s’illuminarono. «O avresti potuto addirittura trovare un cavallo!»
Alex scoppiò a ridere. «Cavalli e corse sui prati? Forse il settecento è davvero un’epoca che non ti si addice.»
Mentre parlavano, avevano iniziato a passeggiare. Beth scorse un giovane arbusto su cui cinguettavano piccoli uccelli multicolori; a pochi metri da loro, una grande fontana di marmo bianco, che non aveva notato prima, iniziò a gorgogliare piano, poi cristallini fiotti d’acqua presero a fuoriuscire dalle bocchette a forma di piccoli puttini alati.
Alex si staccò da lei, sedendosi all’ombra dell’albero e, battendo con la mano dalle dita affusolate su un fazzoletto d’erba accanto a lui, la invitò a raggiungerlo.
Mentre si sedeva, Beth inalò il dolce profumo dei fiori che li circondavano. Non ricordava di aver mai percepito odori nei suoi sogni e, se lo aveva fatto, di sicuro non erano mai stati così intensi e reali.
Raccolse una margherita e prese a rigirarsela tra le dita. «Come facciamo a incontrarci tutte le notti?» chiese d’improvviso.
Il ragazzo recuperò il fiore dalla sua mano, poi intrecciò le dita a quelle di lei. «Sei tu che lo fai accadere» confessò.
Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Io ho fatto in modo che ci incontrassimo la prima volta… e adesso, ogni sera, quando chiudi gli occhi, pensi a me» continuò l’altro, «e questo ti fa arrivare qui.»
Beth scosse la testa sorridendo. «Ma non ha senso!»
«E chi ha detto che deve avere un senso?»
La ragazza ritirò piano la mano, mordicchiandosi le unghie come faceva spesso quando era nervosa. «Quindi… io ti costringo a stare con me.»
Alex scoppiò a ridere per la seconda volta, spostando la testa all’indietro. «Sei davvero un tipo buffo, lo sai? Se vuoi sapere se anch’io sono qui perché desidero vederti, perché non me lo chiedi direttamente?»
Elisabeth prese un profondo respiro per farsi coraggio. «Anche tu pensi a me prima di addormentarti?»
Alex afferrò di nuovo la sua mano, portandosela alle labbra e baciandole la punta delle dita una a una. «Io penso a te ogni istante della giornata. Direi quasi che sono ossessionato da te. Ogni volta che ci separiamo, conto i minuti che mancano per rivederti» sussurrò, fissando le iridi color ghiaccio in quelle di lei.
Quelle parole la fecero arrossire e rabbrividire allo stesso tempo. Lo osservò chinarsi verso il suo viso, schiudendo piano le labbra rosee.
«È un desiderio folle, lo so, ma non ho mai avuto così tanto l’esigenza di essere vicino ad un essere uma…»
Beth avvertì d’improvviso la sua stretta farsi meno salda. Le immagini iniziarono a perdere la loro nitidezza e la frase rimase sospesa nell’aria mentre la sua voce si affievoliva e un fastidioso formicolio le attraversava la schiena.
Poi aprì gli occhi.

Il prato era sparito, il profumo dei fiori scomparso e il tocco della sua mano sembrava ormai un ricordo lontano.
Rimase per un attimo a crogiolarsi tra le lenzuola. Sarebbero bastati solo pochi secondi, ma non era riuscita a rimanere addormentata. Solo pochi istanti e lui l’avrebbe baciata.


NOTA 1 : Quando ti abbraccia, il tuo cuore si tramuta in pietra
Arriva di notte quando sei tutto solo
E quando sussurra, il tuo sanguesi fa gelido
Farai meglio a nasconderti prima che ti trovi.
(Ice Queen, Within Temptation)

   
 
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