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Autore: Nischino    15/01/2008    3 recensioni
Alla fine sente il suo nome. E allora la sente di nuovo "Lo so che puoi farlo, Harry, ce la farai. Che cosa hai scelto?" guarda la Refledouble, che ammicca nella sua direzione, e allora decide di risponderle. "Mercuzio, a me piace molto Mercuzio". Ma sa di mentire e, in qualche modo, capisce che anche lei lo sa "Non Romeo, Harry? Perché non Romeo?" "Non sono bravo in queste cose" "Lo sei, invece. Prova con Romeo, le parole te le suggerisco io". Ed Harry, in qualche modo, capisce che può fidarsi, così comincia "Amen, Amen!.."
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Molti vivono per recitare.
Ma soltanto uno recita per vivere".  

La sera della prima ed unica è ormai giunta. Tutti gli studenti del settimo anno sono riuniti dietro alle quinte di un palco, costruito con la magia, in mezzo alla Sala Grande. La Refledouble ha fatto loro un lunghissimo discorso, durante il quale la maggior parte degli studenti ha smesso di mangiarsi le unghie e di rischiare una crisi di nervi, ed Harry sospetta che l’attrice abbia usato anche qualche incantesimo, per tranquillizzarli.
Ma ormai la calma è passata, ed Harry si ritrova abbigliato da Montecchi, con i capelli spazzolati ed una calzamaglia verde.
Harry si guarda intorno, e vede Neville, nel suo vestito da balia, tutto un balbettio. Hermione prova e riprova le sue battute, instancabile e perfetta come in qualsiasi cosa, mentre Ron si fissa disgustato allo specchio. Ad Harry viene da ridere, ma smette subito, perché il nervosismo e la tensione si rimpadroniscono nuovamente di lui. E’ una sensazione strana, il nervosismo: un susseguirsi di brividi freddi e fastidiosi, che salgono zampettando su per la schiena, e ti fanno scuotere e tremare. Harry cerca Draco ma non lo vede, non riesce a trovarlo, e lo invade il terribile sospetto che Malfoy si sia tirato indietro. Ma immediatamente ricaccia quel pensiero e decide di ripassare la sua parte.
Dopo parecchi minuti di struggente tensione, ecco che le luci si abbassano.
Nella Sala cade un prepotente silenzio, interrotto dallo scricchiolare del pavimento in legno, sotto i passi ritmati della Refledouble.
La donna esce davanti alla folla, e si ferma al centro del palcoscenico.
-Signori e Signore- esordisce, lasciando susseguire una pausa che sembra immensa
-Oggi, su questo palco, si esibiranno alcuni degli allievi del 7°anno. Vi prego di comprendere la loro esitazione ed il loro imbarazzo perché, come mi ha giustamente ricordato uno di loro, non sono attori, ma solo ragazzi e ragazze che hanno interpretato questa iniziativa, almeno inizialmente, come una punizione atroce. Da parte mia, credo di non aver mai visto tanto impegno e tanta costanza per la riuscita e la valorizzazione di uno spettacolo teatrale.
Ci sono stati molti problemi, di diversa natura, che ci hanno ostacolati. Come, ad esempio, l’avversità tra le case, che dura da decenni, se non da secoli. Perciò mi viene da sorridere, quando mi rendo conto dei progressi fatti durante quest’anno.
Perché non si è trattato di immedesimazione, come molti di voi- fa una breve pausa, e le bruciano gli occhi –e di loro, hanno creduto. Ma di conoscenza. Conoscenza di qualcosa che fino a quando non hanno preso in mano lo stesso copione, con le stesse battute, e hanno avuto le stesse possibilità di confronto, non sapevano esistesse. Hanno capito di essere tutti uguali. Come lo siete voi. Ed è anche questo, soprattutto questo, che ci ha portati a realizzare la prima opera teatrale della scuola di magia e stregoneria di Hogwarst!-.
C’è un momento di silenzio. Poi scroscia l’applauso, che si schianta fragoroso contro tutte le pareti, rimbomba ovunque, fin dentro alle ossa degli attori, che ora di certo si sentono eccitati.
Ed è allora che si alza il sipario, gli applausi cessano, ed il coro entra in scena.
- L’azione si svolge nella bella Verona, dove tra due famiglie di uguale nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia che sporca di sangue le mani dei cittadini. Da questi nemici discendono i due amanti…-.
Harry si prepara per uscire. Trae un profondo respiro. Il cuore gli batte in gola, può quasi sentirlo esplodere, quando scende nel torace. Le mani tremano come due foglie. Poi qualcuno gli artiglia la schiena, e lo spinge. Si ritrova sul palco.
Non si era reso conto di quanti fossero lì a guardarli. Deglutisce, agitatissimo, e si stupisce quando le parole gli escono da sole.
-E’ ancora così presto?-.

Esce di scena e si poggia esausto alla parete. E’ incredibilmente faticoso, riflette, più che giocare una partita di Quiddich. Perché quando sei su una Firebolt ed hai un boccino da acchiappare, niente è più importante. Mentre quando reciti, le puoi vedere le espressioni degli spettatori, e leggervi le impressioni tutte d’un fiato.
-Potter- la voce di Blaise lo riscuote. Si ritrova appiattito contro il muro.
Blaise Zabini è grande e grosso, forzuto, ma Harry l’ha sempre ritenuto innocuo, più che altro per la sua bella presenza educata. Ma ora Blaise ha gli occhi infossati, e la bocca deformata in un’espressione terribile, rabbiosa. Blaise lo inchioda con il gomito sopra la sua spalla, e l’avambraccio sotto alla sua gola. Lo fissa negli occhi, ed aggrotta brutalmente le sopracciglia folte.
-Potter- ripete –Sei un figlio di puttana. Prova ad avvicinarti ancora una volta, una volta sola, a Draco, e te ne do tante che non ti ricorderai nemmeno qual è il tuo fottuto nome. Siamo intesi?-.
Harry non ha mai avuto paura dei serpeverde. Soprattutto di Zabini. Fino a quel momento.
Harry non trova nemmeno la forza di ribattere, di tirargli un pugno o di rispondere per le rime. Forse è perché Zabini ha ragione, pensa Harry, ha ragione ad arrabbiarsi per Draco.
Ed è probabilmente la furia della vendetta, quel senso di oscura violenza che acceca le persone, che fa parlare Zabini in quel momento. E’ la vendetta per un amico, per una persona senza la quale saresti ancora lì a piangerti addosso per chissà quale motivo, con la quale hai riso, pianto, giocato ad essere grandi e forti per tutta la vita. Essere amico di Draco vuol dire prendersi cura di lui, e farsi curare. Essere Blaise Zabini ed essere amico di Draco, vuol dire avere un cuore gigantesco, ed una pazienza disumana, ed una forza d’animo sproporzionata. Ma soprattutto vuol dire essere pronti a tirare fuori le palle, quando lui non reagisce, perché infondo è fragile e sensibile, anche se nessuno se ne accorge, e vendicare tutti i torti che ha subito. Ed è perché Blaise vuole un bene dell’anima a Draco, forse vuole più bene a Draco che a sé stesso, che sente il torto che lui ha subito come un torto fatto alla sua stessa pelle. Ed è Potter che deve pagare per questo.
Zabini gli lancia un’ultima occhiata assassina, poi si allontana.
Harry rimane appoggiato al muro, scioccato. Perché quelle parole, erano le parole di Draco. In bocca a Zabini. Ma erano comunque le parole di Draco.
Passano minuti su minuti, interminabili secondi fatti di ore. Poi, alla fine, ecco la scena della festa. Harry non vedeva l’ora, perché così può toccare Draco, magari spiegargli.
Ma come incrocia i suoi occhi, tutto cambia colore. Draco non è Draco. Draco è Giulietta sul serio, lo è in tutto e per tutto. Harry non sa dire se Draco ha assunto quel comportamento per compiacerlo o per recitare al meglio. Ma come uniscono le mani e riesce a vedere il suo viso, gli è tutto chiaro. Draco l’ha fatto per sé stesso, perché in quel modo non deve fingere di essere qualcosa che non è.
Harry si maledice mille e mille volte, per non averlo capito prima. Draco, il suo Draco, è anche la sua Giulietta. Perché in ogni persona c’è un po’ Romeo, e un po’ Giulietta. Ogni persona cerca la propria Giulietta, e quando la trova, la scambia per il volto dell’amore, la scambia per Antonio, per Alessandro, per Paride, per Elena, per Didone, per Desdemona, per Psiche. Per Romeo. E per Giulietta.
Giulietta ha mille volti, mille voci, mille occhi e mille labbra. Giulietta può essere un libro, un paese, un tramonto che ricorderai per tutta la vita. Giulietta può essere la donna più bella del mondo, l’uomo più brutto. Può essere il gelataio all’angolo della via, il panettiere che ti sorride gentile ogni volta che passi davanti alla sua vetrina. O il fornaio, il ragazzo dei giornali, la fruttivendola, il campione del mondo di Quiddich, la McGranitt, uno degli schiopodi sparacoda di Hagrid. Giulietta può essere bionda, mora, rossa, castana. Dolce, odiosa, carina, viziata. Alta, bassa, magra, grassa. Giulietta ha mille nomi, mille cognomi, mille amici diversi, mille nazionalità e mille accenti. E per mille Giuliette, ci sono mille Romei, che le cercano e quando le trovano le chiamano semplicemente anime gemelle.

Durante lo spettacolo, Harry è Romeo, e Draco è Giulietta. E basta così. Harry non pensa ad altro che alla sua Giulietta, e Draco non lo sfiora nemmeno per un istante.
Finché non la guarda distesa ed immobile, ferma nella sua morte apparente. E allora capisce che non può perderlo. –E con un bacio, io, muoio-.
-Caro pugnale! Questo è il tuo fodero! Riposa qui e fammi morire-.
Esce nuovamente il coro, e con le ultime parole, muoiono Romeo e Giulietta. Ed Harry torna libero.
Gli applausi sono fragorosissimi, soprattutto per Harry e Draco, per Romeo e Giulietta. Continuano ad inchinarsi più e più volte, perfino la McGranitt non riesce a smettere di applaudire ridendo come una ragazzina.
Poi le luci.

eHm...

Siamo ormai giunti al penultimo capitolo di questa mia storia. Come sempre vorrei ringraziare tutti quelli che commentano, soprattutto coloro che mi consigliano e criticano in modo costruttivo. Naturalmente anche tutti coloro che leggono solamente e che hanno aggiunto questa storia tra i loro preferiti meritano un grande grande bacio.
Poi, volevo utilizzare questo mio eHm... per lanciare un appello a tutti gli scrittori di ff: Vi prego, NON lasciate le vostre favolose storie a metà! Capisco che ci possano essere problemi, che avete una vita, ecc. ecc. (XD) ma se cominciate una storia, la postate su un sito, non potete non concluderla, ne va della sanità mentale deu vostri lettori (Almeno la mia, sempre se si può chiamare sanità mentale!)!!! (Piccolo sfogo, scusate, ma ho appena scoperto che una delle mie autrice preferite non concluderà la più bella originale che abbia mai letto perchè NON HA TEMPO!!!!! Argh!!!).
Altro da dire? Boh...amo Draco (Corre a nascondersi da Harry con un'ascia molto affilata), odio l'inglese e amo la mia Jamie e la mia Giulietta.
Un grosso grosso bacio! SMACK SMACK
   
 
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