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Autore: _Fy    04/07/2013    4 recensioni
Riccardo ha 22 anni, si è trasferito da un paio d'anni lontano dalla sua famiglia pronto ad iniziare una nuova vita, lontano dagli oneri aziendali e da una realtà a cui non sente di appartenere. Non ama i legami, la sua esistenza è contornata da cose futili e storielle di una notte. La sua vita cambia quando incontra Sofia, ragazza bella e dolce, dal carattere forte e vispo. C'è solo un piccolo problema, è la fidanzata di suo fratello.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Laura era impegnata a servire un tavolo poco distante dal suo; sorrise osservandola mentre appuntava le ordinazioni sul taccuino sgualcito che aveva tra le mani. Aveva passeggiato per tre isolati quella mattina, godendosi il sole estivo. Con una giornata come quella, era davvero un peccato utilizzare la macchina. Si sfilò gli occhiali e li poggiò sul tavolo mentre osservava la ragazza avvicinarsi a lui con aria divertita. Laura era davvero molto bella; gli occhi neri erano incorniciati da un viso piccolo e tondo, il naso scendeva dritto senza alcuna sorta di difetto, la bocca carnosa aveva la forma di un piccolo cuore, la pelle era scura, il corpo formoso ma proporzionato.

- Ehi, non ti stanchi mai di venire qui?!

Allargò maggiormente il suo sorriso passandosi una mano tra la capigliatura castana.

-E come potrei se qui ci sei tu!

La ragazza alzò gli occhi al cielo ma il sorriso non morì sulle sue labbra.

-Il solito Dongiovanni! Quando metterai la testa a posto tu?

Riccardo fece finta di pensarci su appoggiando teatralmente l'indice e il pollice sul mento ispido.

-Più o meno quando lo farai tu!

Decretò infine.

E in fondo era vero. Lui e Laura avevano spesso passato la notte insieme pur volendo rimanere entrambi semplici amici.

La ragazza storse le labbra in una smorfia disgustata.

- Non sono un tipo romantico, lo sai.

-La donna ideale!

Scherzò lui.

Laura sorrise, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Allora, che ti porto di buono?

- Un panino con prosciutto, pomodoro e mozzarella e una birra alla spina!

Laura segnò velocemente tutto sul taccuino.

-Arrivano subito!

Girò i tacchi e sculettando si diresse nelle cucine.

Riccardo sbuffò, era nuovamente solo.

Si mosse nervoso sulla sedia mentre osservava le coppiette sedute ai tavoli. Si domandò cosa ci trovassero gli uomini nella vita di coppia, nel passare la metà del tempo a litigare e l'altra metà a cercare un modo per far pace.

Il cellulare emise un piccolo bip. Ancora sovrappensiero, lo estrasse dalla tasca dei jeans rivelando la presenza di un messaggio.

 

Da: Luca

Testo:

Stasera Giangi dà una festa in quel piccolo pub che si è aperto da poco! Lo smeraldo, hai presente? La serata inizia alle 22.30 non mancare!

 

Avrebbe dovuto trovarsi qualcosa o qualcuno da fare per intrattenersi nel pomeriggio.

Con stizza recuperò il pacchetto di sigarette e l'accendino nella tasca del giubbotto, portandosela poi alla lebbra prima di accenderla.

L'indomani mattina sarebbe dovuto partire presto per raggiungere la sua famiglia, non poteva di certo far tardi e portarsi qualcuna a casa. Il nervosismo con cui si era svegliato quella mattina, sembrò aumentare notevolmente. Doveva trovare una valvola di sfogo o di certo non sarebbe arrivato fino a domani.

-Ecco fatto! Buon appetito!

Era così distratto da non essersi accorto che Laura si era avvicinata.

-Hai fatto presto!

Lei sorrise mostrando una fila di denti bianchi.

-Oggi non c'è molta gente, si batte la fiacca!

Il ragazzo ghignò, rendendo chiare le sue intenzioni.

-Quindi stacchi prima?

La ragazza lo guardò incerta prima di prendere parola.

-Ho due ore di pausa tra mezzora, muoviti a mangiare se no non se ne fa niente!

Riccardo sorrise addentando il panino e bevendo una generosa sorsata di birra.

Laura rise divertita; aveva dei deliziosi baffi di schiuma sopra le labbra.

*****

La sua mano gli graffiava la schiena nuda con le unghie. I segni rossi sarebbero scomparsi nel giro di poco. Dalla bocca, scese a baciarle il collo, mordendolo e succhiandolo.

Laura sembrava gradire, facendogli pressione sulla testa per portarlo ancora più vicino a lei. Dalla sua bocca carnosa fuoriuscivano solo sospiri e gemiti di piacere.

Dopo aver pranzato, erano sgattaiolati velocemente nell'appartamento di lui. Per la troppa foga, non erano riusciti ad arrivare nemmeno al letto, ed ora erano lì, sul tappeto persiano della sua stanza.

Un regalo di sua madre.

Laura era seduta a cavalcioni su di lui. Gli aveva completamente tolto la t-shirt e ora cercava di sbottonargli il pantalone. Riccardo accarezzo il pizzo ruvido del suo reggiseno prima di sfilare la mano da dentro la sua camicetta e sbottonargliela definitivamente.

Laura pensò che lo facesse con una calma quasi esasperante.

-Muoviti con quei bottoni!

Più che un rimprovero a Riccardo parve quasi una preghiera.

Sorrise, non staccando le sue labbra dal collo di lei, anzi iniziò a scendere e baciare ogni pezzo di carne che man mano veniva scoperta.

Arrivato sulla pancia, inizio a giocare con il suo ombelico, infilandoci la lingua e colpendolo con leggeri tocchi.

Laura si inarcò fino a stendersi sulle sue gambe.

-Alzati!

Mormorò dopo poco in tono autoritario e roco.

Lei obbedì senza fiatare, riprendendo la posizione iniziale mettendosi seduta.

Riccardo si fiondò sul seno, abbassandole una coppa e lasciando che uscisse fuori. Con la bocca, afferrò il capezzolo, succhiandolo e leccandolo avidamente, mentre la una sua mano si occupava di stuzzicare l'altro.

-Non ho molto tempo..

Si lamentò la ragazza tra un gemito e l'altro.

Riccardo ghignò, lasciando libero un seno.

-Vorrà dire che faremo presto.

Abbasso la lampo dei pantaloni e scostò i boxer.

La mora fremette guardandolo maliziosa.

In risposta, riprese a baciarla mentre con la mano le scostava le sue mutandine per poi penetrarla.

Laura si irrigidì gemendo sorpresa, rilassandosi alla prima spinta per poi andargli incontro nelle altre.

**

Si rigirò nel letto un paio di volte prima di decidersi a schiudere gli occhi.

Aveva caldo.

Con una mano si tastò il collo trovandolo umido di sudore. Il lenzuolo ai piedi del letto, era un groviglio incastrato ai suoi piedi.

Mugugnò infastidito richiudendo gli occhi e portò una mano a tastare il posto accanto al suo.

Vuoto.

Laura doveva essersene andata da un bel pezzo. Al suo posto aveva trovato un piccolo foglio sgualcito.

 

Non ho avuto cuore di svegliarti. Sei così tenero mentre dormi, peccato che poi tu sia un tale stronzo!! Grazie del pomeriggio divertente! Alla prossima!

Ps: Bel culetto!

 

Sorrise abbandonando il messaggio sul cuscino bianco.

Fuori era buio. Sbuffò prima di aprire finalmente gli occhi e si mise seduto liberandosi definitivamente della morsa delle lenzuola. Cercò con lo sguardo il cellulare e lo trovò sul comodino accanto a lui.

C'erano tre messaggi e due chiamate.

Tutti della sua famiglia.

Sorrise. Li avrebbe letti più tardi.

Erano ormai le nove e poteva finalmente prepararsi per uscire.

Si alzò e si diresse in bagno.

L'acqua fredda della doccia ebbe il potere di risvegliarlo. La sua pelle fu percossa da qualche brivido ma la sensazione di caldo che prima lo opprimeva, scomparve. Prese lo shampoo e insaponò i capelli tirandoseli leggermente. Stranamente si sentiva ancora nervoso; d'altronde non vedeva la sua famiglia da un paio di anni. Si erano scambiati poche e sporadiche chiamate in quel lasso di tempo, e aveva ricevuto qualche lettera.

Ora, avrebbe dovuto affrontarli.

Sapeva che il padre non approvava il suo stile di vita. Si limitava ad accettarlo solo per il bene di sua moglie.

Per quanto detestasse ammetterlo, rincontrare la sua famiglia lo terrorizzava. Come avrebbe reagito suo padre? Lo avrebbe guardato con delusione come il giorno in cui partì da casa? E sua madre, così dolce e premurosa, come avrebbe reagito vedendolo di nuovo?

La immaginò corrergli incontro per stringerlo in un'abbraccio che toglie il respiro. Immaginò il padre fissarlo con un lieve sorriso sulle labbra coperte dai grossi baffi scuri e per ultimo suo fratello Alex dargli una poderosa pacca sulla spalla.

Uscì dalla doccia vestito ancora dei suoi pensieri. Attorcigliò in vita un'asciugamano più grande e con uno più piccolo frazionò i capelli.

Si diresse verso l'armadio e ne tirò fuori un paio di jeans scuri e aderenti e una camicia nera. Tolse l'asciugamano e lo butto malamente sul letto sfatto. Sorrise pensando che se lo avesse visto sua madre gli avrebbe fatto una predica di un'ora.

Con ancora il sorriso sulle labbra, prese il portafoglio, le chiavi e le sigarette e andò via.

 

Il locale era pieno.

Riccardo entrò con passo sicuro al suo interno, girandosi di tanto in tanto per salutare qualcuno da lontano.

Si avvicinò al bancone e subito fu accolto dal barista.

-Cosa le porto?

Domandò urlando per sovrastare il rumore della musica.

-La cosa più forte che hai!

Si era ripromesso di non bere molto quella sera, ma d'altronde, le promesse non erano il suo forte.

Si guardò intorno mentre aspettava il suo drink; c'erano ragazze illuminate dalle luci blu della discoteca che ballavano sensuali, altre, si intrattenevano sui divanetti con qualche ragazzo.

-Tieni!

Il barista gli porse un bicchiere di vetro con dentro un liquido ambrato. Lo portò alla lebbra e ne assaggiò un primo sorso.

La gola gli bruciò lievemente.

Alzò gli occhi dal suo bicchiere e incontrò lo sguardo lascivo di una biondina poco distante da lui. Meccanicamente, come se non dipendesse dal suo volere, rispose allo sguardo con un sorriso.

Dopo poco, mandò a quel paese anche il proposito di non farsi nessuno quella sera.

   
 
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