Un viaggio per
conoscersi
Koushiro: Bene, bene, tocca a me ringraziare la primissima commentatrice
di questa fanfiction... Sora89!!
Sora: veramente toccherebbe a me, in qualità di suo personaggio
preferito!
Koushiro: cosa? Guarda che le
autrici hanno incaricato me, sei sicura di quanto affermi?
Sora: Certo... dobbiamo
ringraziarla assieme, non c’è altra spiegazione!
Koushiro: ciò mi allieta, come il
venire a conoscenza del fatto Sora89 trovi interessante la fanfiction!
Sora: ma purtroppo siamo spiacenti
di comunicarti, cara, che la trama generale non può esserti svelata!
Koushiro: Esatto! Pertanto, mi
prodigo nel rinnovarti i nostri ringraziamenti per poi...
Taichi: ... ma insomma, quante ciance amico mio!
Iori: esatto. Colgo l’occasione per ringraziare Kari89
della recensione e ricordarle che io non sono povero!
Taichi: incredibile! Questa tua
battuta, amico, scatenerà l’apocalisse! Dunque... purtroppo Takeru non ha
voluto ringraziarti! Ho cercato inutilmente di convincerlo, ma non c’è stato
verso...
Iori: inutile che tu continui a
rammaricarti in maniera odiosa e fittizia, non hai detto nulla a quel mio caro
migliore amico al quale cerchi di affibbiare inutili colpe!
Takeru: ah, meno male che esistono i migliori amici che prendono le
difese dei poveri trafitti alle spalle come me!
Joe: solo tu hai compreso quanto hai appena detto, Takeru... meglio
pensare a sbrigare il nostro dovere. Ringrazio generosamente...
Takeru: ehi ehi,
Rory e Dedy hanno incaricato espressamente me per ringraziare HikariKanna,
quindi non impossessarti degli altrui compiti!
Joe: sempre troppo saccente, per i
miei gusti! Comunque... non ci è consentito svelare chi sia Alessandra (anche
perché, in tutta sincerità, non la conosco neppure) né tanto meno se Sora e
Yamato si conosceranno prima o poi!
Takeru; credimi HikariKanna,
gradirei di tutto cuore sapere se il mio destino sarà accanto ad Hikari, ma
purtroppo neppure questo mi è stato svelato...
Yamato: fratello caro, il tuo problema è che vuoi saper sempre tutto e
subito! La tua professione di scrittore
non ti ha ancora insegnato che queste cose si scoprono solo alla fine??
Miyako: ehi, tu quanto chiacchieri? Hai detto più parole adesso che in
tutta la tua vita...
Yamato: piantala... meglio
ringraziare memi, piuttosto, alla quale non credo
interessi la mia loquacità ma piuttosto sapere che le autrici la ringraziano e
la salutano...
Miyako: perché tu hai un orgoglio
troppo fiero per ammettere che anche tu le sei grato per averti scelto come
personaggio preferito, nevvero? E che la saluti calorosamente! Ammetti che lo
stavi pensando!
Ken: ora è arrivato il momento di
ringraziare Poppy, con la quale... ehi, ma che succede??
Hikari: oh, tranquillo... Miya è svenuta
perché ti ha visto in tutto il tuo splendore... non preoccuparti, è la
prassi...
Ken: oh, ma a parte quello, qui
abbiamo una recensione incompleta!
Hikari: davvero? Oh... Poppy, spero
non ti dispiaccia se siamo nell’impossibilità di ringraziarti appieno!
Ken: infatti, dalla tua recensione
si può solo evincere che Alessandra non ti è simpatica... grazie comunque per
aver letto il capitolo.
Hikari: Ken dice giusto, le autrici
te ne sono grate!
Daisuke: quanto adoro la mia Hikari quando dice cose sensate, cioé sempre! È con il cuore che ringrazio la cara Sae
che ha apprezzato il primo capitolo! ^^ Da parte di Dedy ma soprattutto di
Rory!
Mimi: sisi...
finito di parlare? Bene...perchè, dopo che anche io ho ringraziato Sae, è ora
di passare al secondo capitolo!!^^
Daisuke: Buona Lettura!
Tutti gli altri: anche da
parte nostra!
***
Capitolo
secondo: A Berlino
Era appena atterrato nel capoluogo tedesco. Il
volo Nantes-Berlino era durato sicuramente meno del
precedente, ma non per questo era stato più confortevole, anzi. Per un ragazzo
come lui esser costretti a stare per ore seduto vicino a dei bambini, talmente
dispettosi che la piccola peste in confronto era un agnellino, sicuramente non
era tra le più rosee aspettative. Per fortuna quella tortura per il
ventitreenne giornalista Iori Hida era terminata.
Ora che si trovava a Berlino doveva semplicemente
rintracciare Koushiro Izumi, il noto programmatore che negli ultimi anni aveva
prodotto i migliori software in circolazione in tutto il mondo.
Comprò una cartina della città e rintracciò il
quartiere in cui si trovava la compagnia di Izumi. Chiamò un taxi e nel giro di
dieci minuti era arrivato a destinazione. Si trovava davanti ad un elegante
palazzo in stile antico il quale recava una grande insegna su cui compariva la
scritta “Izumi’s softwares”.
Sì... era proprio il luogo che cercava.
Entrò nel palazzo dirigendosi spedito verso la reception.
“Salve, dovrei parlare con il signor Izumi.”
Disse con una perfetta pronuncia tedesca alla giovane receptionist.
“Salve a lei. Ha un appuntamento?” chiese
cordialmente al giovane di fronte a lei.
“Certo. Sono qui per intervistare il signor
Izumi”
“Potrebbe rilasciarmi il suo nominativo? Sa... è
la prassi” disse la ragazza sorridendo al suo interlocutore con un misto di
timore e imbarazzo, non aveva mai incontrato in vita sua un ragazzo meno loquace,
le sembrava di parlare con una statua di marmo.
“Iori Hida” non una parola di più.
La receptionist cercò
il nome sul suo computer e lo trovò subito. “Signor Hida può salire, una volta
arrivato all’ultimo piano troverà l’ufficio del signor Izumi. Buona giornata.”
Senza dire una parola il ragazzo si congedò con
un lieve inchino e si incamminò verso gli ascensori. Durante il suo breve
viaggio verso l’ufficio del signor Izumi una domanda gli ronzava nella testa,
perché mai doveva intervistare un giapponese in Germania? Se l’era chiesto
anche con Takaishi, ma proprio non riusciva a trovare una risposta. Nel
frattempo l’ascensore si era fermato e si ritrovò in un ampio corridoio
illuminato dalle numerose vetrate. La segretaria da dietro ad una scrivania gli
disse che l’uomo lo stava aspettando. Sicuramente era stata avvisata dalla
ragazza della reception, si ritrovò a pensare Hida,
mentre si avvicinava alla porta dell’ufficio della sua “vittima”.
Entrò nell’ufficio dove trovò un ragazzo di pochi
anni più grande di lui, ma com’era possibile, lui era convinto di trovare come
minimo un uomo sulla cinquantina e invece, quel ragazzo poteva avere
all’incirca tra i ventisei e i ventisette anni. Quel ragazzo era sicuramente un
genio per esser diventato un
famoso programmatore a quell’età.
“Ehm ehm” Hida si
schiarì la voce e iniziò a parlare “Salve signor Izumi, sono Iori Hida, avevamo
appuntamento per un’intervista. Dovrei porle solo alcune domande sul suo
lavoro, non le ruberò molto tempo.” Sicuramente una delle frasi più lunghe
dette dal ragazzo dal suo arrivo in Germania.
Aspettò una risposta dal suo interlocutore, ma
purtroppo questa non arrivò.
Lasciò passare qualche altro minuto prima di
provare di nuovo a parlare con Izumi, ma il risultato fu sempre lo stesso: Izumi,
troppo preso dai suoi computer non rispondeva al giovane giornalista.
Hida, ormai stanco di aspettare una risposta che
chiaramente non sarebbe mai arrivata decise di fare qualcosa, forse un po’
eccessivo, ma era sicuro che avrebbe fatto centro.
Mise subito in atto il suo piano e prendendo un
cacciavite che si trovava sulla scrivania fece proprio quello che un amante di
computer non vorrebbe mai... puntò il cacciavite contro il computer.
Ormai sicuro di aver attirato l’attenzione del genio
informatico disse con la sua solita calma “Se non si stacca dal questi computer
e non mi dedica questa benedetta intervista le ‘uccido’ il computer”
Oh... beh... forse non fece proprio questo, ma
l’avrebbe fatto sicuramente se Izumi, proprio nel momento in cui stava per
afferrare il cacciavite, non si fosse accorto della sua presenza.
“Oh, lei è il signor Hida? Salve” disse
l’informatico tendendo una mano che fu subito stretta dall’altro “la stavo
aspettando, finalmente è arrivato! Per caso ha trovato traffico? Per questo è
arrivato in ritardo? Ma comunque... si accomodi”
Ormai era certo, la proverbiale calma di Hida quel giorno stava
subendo una difficile prova... cercò di controllarsi e rispose pacato “Non
c’era molto traffico. In ogni caso... cosa ne direbbe di iniziare la nostra
intervista?” ci era riuscito... la sua calma non ne aveva risentito. Prese un
registratore e lo poggiò sul tavolo e premette sul tasto REC.
“Certo... cosa vuole sapere?”
“Beh signor Izumi... mi parli un po’ in generale
del suo lavoro, la gente vuole sapere in cosa consiste” disse con molta
professionalità, ma forse con troppa poca convinzione.
“Vedo che questo incarico non le piace per
niente” constatò Izumi con un sorriso soddisfatto sul viso, era sicuro di aver
centrato il problema.
Come avesse fatto quel ragazzo a capire che lui
in quel posto non ci si sarebbe voluto trovare rimase un mistero per Hida, ma
questa constatazione fece crescere la stima che sentiva di provare per quell’amante dei computer dai capelli rossi. Comunque non
si lasciò vedere vulnerabile, anzi ribatté prontamente “Sinceramente farei a
meno di essere qui, ma il lavoro chiama e non posso non rispondere, lei
dovrebbe capire..” risposta perfetta pensò Izumi, quel ragazzo era molto furbo.
“Ok... facciamo quest’intervista” disse sorridendo affabile al ragazzo che
gli sedeva di fronte.
“Perfetto, magari potrebbe spiegare in cosa
consiste un software e poi parlare più in generale del suo lavoro...” propose
Hida, sicuro che l’altro avrebbe accettato di buon grado.
“Va benissimo” come volevasi dimostrare, pensò
istintivamente il ventitreenne “perciò... le darò delle linee generali, perché
in ambito informatico ci sono termini a volte difficili da comprendere e quindi
vorrei facilitare il più possibile la comprensione ai futuri lettori. Iniziamo:
Il senso moderno del termine Software deriva dalle istruzioni date ai computer, e questa parola è stata utilizzata
per la prima volta nel 1957 da John Wilder Tukey, noto statistico
statunitense. I software possono essere divisi in quattro categorie principali:
Software di base (che a sua volta si dividono in tre ulteriori categorie:
Sistemi operativi, Compilatori e Librerie); driver; firmware (cioè i software
contenuti direttamente nell'hardware e che ne regolano le funzioni interne) e
programmi applicativi (cioè tutti quei software che vengono utilizzati per il
lavoro quotidiano: dai programmi per l'ufficio, ai videogiochi). Io mi occupo
di tutti e quattro i tipi. Li creo personalmente e ogni volta che un mio
collaboratore crea qualche software, quest’ultimo non
esce da questo edificio prima di esser stato sottoposto ad un mio accuratissimo
esame e averlo superato appieno. Ci tengo molto a precisare questo, perché la
gente non deve avere programmi scadenti solo perché ormai ho un nome e un
marchio noti.
Un software viene normalmente realizzato
utilizzando uno o più linguaggi di programmazione. Se il progetto diventa
complesso, è opportuno dividere il programma in uno o più moduli, che possono
essere così affidati a diversi programmatori, modificati più semplicemente e
riutilizzati in altri progetti.
La fase detta di compilazione, traduce ogni file
del codice sorgente in un file oggetto contenente il programma in linguaggio
macchina adeguato all'architettura hardware di destinazione. In seguito tutti i
file oggetto attraversano una fase di linking per
giungere al prodotto finale: il file eseguibile. Fino a qui è abbastanza
chiaro? Se non fosse così me lo dica, così cerco altri termini...”
“Non si preoccupi, è perfetto. È tutto molto interessante, ma
continui...” rispose Iori ridando la parola a Izumi che si lasciò scappare una
piccola risatina...
“Come mai ride?” Chiese incuriosito da quel
comportamento il giornalista.
“Diciamo che farò finta di credere nel suo interessamento,
comunque ha ragione, continuiamo. Perciò dicevo... La realizzazione del
software è un'attività complessa articolata in più fasi. Per questo motivo può
essere associato ad un prodotto ingegneristico, ma se
ne differenzia soprattutto per alcune caratteristiche: è molto
"malleabile" ed è un prodotto human
intensive, un prodotto che richiede un considerevole sforzo in risorse
umane perché si concentra soprattutto sulla progettazione e
sull'implementazione.
Altre cose importanti sono Licenze d'utilizzo e
distribuzione. La licenza d'uso è un documento che accompagna il software e
specifica i diritti e i doveri di chi lo riceve e di chi lo diffonde. Esistono
licenze libere, le licenze Open Source e licenze
proprietarie. Tutte le licenze d'uso traggono il loro valore legale dalle norme
sul diritto d'autore (il copyright). Nasce in seguito anche l'Open content che ha come scopo quello di trasferire le licenze
su opere diverse dal software.
Le licenze di utilizzo e distribuzione del
software libere ed Open Source sono numerose, ma
quelle effettivamente diffuse sono poche. Credo che ora sia
inutile spiegare anche il mio mestiere, visto che si può comprendere benissimo
dalla mia spiegazione sui software. Ha qualche altra domanda?”
“Si... effettivamente ne avrei una, quando è nata
questa sua smodata passione per i computer? Perché si vede che tra lei e queste
macchine c’è un amore profondo. Le brillano gli occhi quando ne parla!”
“Direi dal primo istante in cui i miei occhi si
sono soffermati sullo schermo di un computer. Avrò avuto all’incirca sei anni.
Naturalmente a quell’età non sapevo fare molto, ma
crescendo, beh... potremmo dire che crescendo il mio rapporto con questa
‘macchina’ per usare un suo termine è migliorato sempre di più. Per farle un
esempio pratico... un bambino piccolo prende un libro e tenta di leggerne il
contenuto, ma non ci riesce perché ancora non conosce le lettere, poi pian
piano inizierà a riconoscere qualche lettera e addirittura a leggere qualche
parola. Passa ancora del tempo e riesce a leggere frasi intere e brevi
racconti. Passa altro tempo e ormai è un bravo lettore, ma per alcuni di questi
lettori arriverà il giorno in cui inizieranno a scrivere. Si... direi che
questo esempio rispecchia pienamente quello che ho provato e provo ancora
adesso per il computer.”
La spiegazione di Izumi colpì molto Iori e anche
vederlo parlare con quel brillio negli occhi che hanno i bambini quando gli si
porta un regalo. Era strano vedere in una persona ormai adulta quella gioia.
“Ora signor Izumi che ne dice di darmi qualche
notizia un po’ più, come posso dire, futile... tipo data di nascita, hobby,
cose che possano interessare a tutta la gente che si interessa di gossip.”
“Certo... perciò... mi chiamo Koushiro Izumi. Sono nato a Tokyo
il 18 luglio
Hida fu contagiato da Izumi e si concesse una
breve risatina. “Grazie signor Izumi. È
stata un’intervista molto istruttiva.” E dicendo questo riprese il
registratore e si alzò dalla sedia.
“Suvvia, basta con queste formalità. Dammi pure
del tu e chiamami Koushiro. Avrò ad occhio e croce quattro anni più di te.”
Disse esaminandolo per capire se aveva indovinato anche l’età del ragazzo.
“D’accordo Koushiro. E hai anche indovinato la
mia età... secondo me tu sei un indovino, non un programmatore... comunque. Ora
devo proprio andare. Vorrei riposare un po’ prima di ripartire, la Spagna mi
attende.” Disse sorridendo e tendendo la mano a quel nuovo amico.
“Compreso. Altre interviste ti aspettano. Spero
di rivederti Iori. Magari di rivederti un po’ meno serio, sei giovane, esci un
po’ dagli schemi. Spero di rivederti, mi fa piacere parlare con te.”
“Lo spero anche io. Arrivederci Koushiro.” Disse
prendendo la porta.
“Arrivederci” rispose Izumi tornando al suo posto
dietro la scrivania.
Iori tornando verso l’albergo ripensava a quell’intervista. Era stata davvero molto istruttiva e
interessante. Sicuramente molto più piacevole e soprattutto meno costosa di
quella con Takaishi. Sperava davvero di incontrare nuovamente Izumi, ma ora
doveva pensare a riposare e alla sua nuova missione: Taichi Yagami,
nuova promessa del calcio ‘arruolata’ nel Real Madrid.