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Autore: Claire DeLune    04/07/2013    2 recensioni
La Promessa > Kazama si rende conto che ora di mandare avanti l'egemonia dei demoni, ma per farlo vuole una purosangue. Sotto le luci rosse di un nightclub trova l'Oni perfetto, peccato che nasconda una spiacevole sorpresa.
Il Rimorso del Rasetsu (MODIFICATO) > Sannan-san è chiuso nella sua stanza. E' giorno e i Rasetsu non possono uscire. Ne approfitta per rimuginare su se stesso e sulle sue ricerche davanti ad una tazza di tè verde.
Nemici/Amici > Koudou Yukimura ha migliorato l'Ochimizu. Tocca ad Harada e Kyou combattere i Rasetsu stavolta.
Ciliegio D'Inverno > "I demoni mantengono sempre la parola data". Chizuru sapeva che Kazama-san avrebbe onorato la sua massima, pur ignorandone il prezzo.
E ora, sotto l'ombra di un ciliegio in fiore, tra brevi ricordi e silenziosi sguardi carichi di emozioni, lei e Hijikata hanno la possibilità di amarsi, anche se per pochi attimi preziosi, e di prendere decisioni determinanti.
La Dichiarazione > Capitolo extra in cui Kazama dichiara i suoi sentimenti per Chizuru grazie ad una canzone.
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PS: i racconti vengono scritti man mano che li immagino, per poi essere risistemati seguendo l'ordine logico-cronologico dell'anime.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Souji Okita, Toshizou Hijikata
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender, Tematiche delicate
Capitoli:
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A Caccia di Monsoni

La Promessa


Raiting: Giallo
Genere: Generale; Slice of life; Mistero
Avvertimenti: Gender Bender
Note: Lime; Missing moments; Movieverse
Tipo di coppia: Shonen-ai; Crack Pairing
Personaggi: Amagiri Kyuuju (narratore); Chikage Kazama; Kyo Shiranui; Kaoru Nagumo

 

   Kazama era stranamente pensieroso. Non è mai stato di molte parole, ma oggi pareva turbato.
   “A cosa state pensando?”, domandai. La sua mancanza di arroganza mi insospettiva.

   Kazama si voltò lentamente, mi guardò senza vedermi sul serio e disse, più a se stesso che a me, “Devo sposarmi, Kyuuju-san”.

   Non potei evitare di strabuzzare gli occhi a quella affermazione. Da quando il suo cinismo aveva lasciato spazio ai sentimenti?

   “Vi siete innamorato?”, chiesi incredulo, al ché mi rispose con una risata sprezzante, “Certo che no. Devo farlo per la linea di successione. Non penserai che voglia mischiare il mio sangue con la teppa umana?”.

   Avrei dovuto immaginarlo.

   “Avete già trovato l’Oni giusta?”.

   “Mmm... No, ma ne ho in mente una perfetta: molto giovane”.

   Molto giovane... “La principessa Sen?”, era possibile. Sarebbero andati d’accordo data la presunzione di un titolo inesistente.

   “Quella mocciosa frigida non mi interessa. Non sprecherò tempo a corteggiare qualcuno che mi disprezza da sempre”. Si portò l’indice alla bocca, stava riflettendo.

    Rimasi zitto. Sapevo bene che era una pessima idea interromperlo mentre rimuginava qualcosa. In fondo cos’avrei potuto dire?

    Il suo sguardo scarlatto s’illumino, “Il clan Yukimura ha due eredi gemelli, di cui uno è femmina, giusto?”.

    “Sì, ma gli Yukimura si sono separati da tempo, dopo l’attacco di un dojo umano a Kyoto”

    “E’ vero, Koudou-san è tornato a Edo con solo uno dei due”.

    “La ragazza?”.

    “Probabile. Sapeva che era l’unica Oni purosangue rimasta, e anche lui mi conosceva bene. Però...”, si bloccò di nuovo nella medesima posizione. Cosa stava macchinando?

    “... un uomo premuroso cerca di proteggere i propri cari da vicino, mettendoli inevitabilmente in pericolo. Ma un uomo intelligente li allontana. Per quel che ricordo, Koudou-san era scaltro. La figlia è rimasta a Kyoto”.

    Le sue considerazioni erano coerenti, tuttavia conoscevo Yukimura da decenni: era sì astuto, ma, dopo la nascita dei gemelli, era diventato tremendamente protettivo, sentimentale e guardingo. Perciò non condividevo appieno la tesi di Kazama.

   “Hai detto che ti conosceva bene, dunque sapeva che avresti fatto questo ragionamento”.

   “Può darsi. Beh c’è solo un modo per scoprirlo: la cercheremo in entrambe le città. Tu ti occuperai di Kyoto, mentre Shiranui andrà a Edo. Partirete domani mattina”.

   Mi inchinai. Il principe dell’Ovest aveva appena impartito un ordine.

   Con un gesto del capo, Kazama mi congedò.

   

   3 mesi dopo

 

   Noi Oni, a differenza degli umani, siamo più rigorosi nel rispettare i nostri obiettivi, perciò non fu difficile trovare la ragazza. Benché fosse quella sbagliata...

   Circa un mese dopo l’inizio delle ricerche, ricevetti una lettera da Shiranui con scritto che la casa di Yukimura era disabitata: Koudou era tornato a Kyoto per conto dello Shogunato - Koudou-san stava lavorando ancora su quell’elisir? - e che, dopo qualche mese, anche la figlia era partita per cercare il padre. Immaginavo già il modo in cui il mio violento collega avesse estorto la verità ai passanti, ma non avevo tempo per preoccuparmi di questo, non era la priorità.

   Kazama si sbagliava, come al solito, eppure gli eventi avevano voluto che il suo errore si trasformasse in verità. 

   Che fortuna sfacciata, pensai.

   Bene ora toccava a me cercarla. Non sarebbe stato difficile, anche in mezzo al puzzo umano, il profumo demoniaco spiccava, perciò, da bravo sgherro, sarei andato a naso.

    Ci misi ben due mesi a setacciare l’intera capitale, ovviamente il principino non aveva mosso un dito per conto proprio, ma poi, finalmente, trovai una traccia a Shimabara, il quartiere a luci rosse della città.

   “Shimabara, eh?”, sogghignò Kazama.

   “Sì, ma potrebbe essere una falsa pista”.

   “Shiranui, immagino che tu sia stanco dato il viaggio che hai compiuto per me”, affermò suadente Kazama, “Che ne dici di rilassarci con qualche deliziosa fanciulla?”.

    Shiranui sorrise allusivo, assaporando l’idea di poter giocare a “Quanti strati ha il tuo kimono” con delle povere maiko indifese.

    “Vado subito a prenotare una stanza”, disse entusiasta quest’ultimo prima di uscire.

    La mia espressione non riuscì a contenere il mio disappunto. 

    “Sei fin troppo serio, Kyuuju-san”.

    “Non è il mio genere di divertimento”.

    “Lo so, ma verrai comunque. Quando si tratta di giovani donne, Shiranui-kun diventa inaffidabile”.

    Annuii.

 

   Shimabara

 

   Quella sera arrivammo al lotto dei piaceri dell’arte e dell’alcol.

   “Sakè”, ordinò Shiranui malizioso alla geiko. 

   Detesto ammetterlo, ma Kazama aveva ragione su di lui.

   “Fate entrare le intrattenitrici, mi annoio”, si lamentò volutamente Kazama. Si poteva dire qualunque malignità sul suo conto, tranne che non odiasse questo genere di locale o quanto fosse ansioso di andarsene al più presto.

    La fortuna era a nostro favore, quando le maiko entrarono, riconobbi l’aroma percepito la mattina stessa. Il principe ed io ci scambiammo uno sguardo d’intesa, mentre Shiranui era già in procinto di palpeggiare le natiche di una delle due ragazzine.

    Le due si portarono al centro della stanza, una suonava e l’altra danzava tenendo dei ventagli con cui si nascondeva il volto, lasciando scoperti gli occhi con fare provocante.

    La ballerina si muoveva sinuosa, risultato di dure giornate di pratica, avvicinandosi sempre più a noi. Kazama l’afferrò per le gambe, facendola scivolare in braccio a lui. Doveva essere lei la Oni.

    Le accarezzava una guancia con il dorso della mano, avvicinando il suo viso al proprio, incatenandola con lo sguardo. I nasi si sfiorarono, la ragazza socchiuse gli occhi convinta che l’avrebbe baciata, però lui parlò.

    “Che pelle soffice, morbida come seta. Come ti chiami, mia leggiadra farfallina?”.

    Leggiadra farfallina?!

    “Kaoru, mio signore”.

    “Kaoru”, ripeté lui, “Nome soave. Degno della donna nel mio grembo”.

    La ragazza arrossì.

    Era la prima volta che assistevo ad un corteggiamento di Kazama, ed ero allibito da quanto potesse essere ammaliante un uomo così calcolatore.

    “Da quanto lavori qui?”.

    “Sono diventata apprendista da poco”.

    Per ora le nostre informazioni combaciavano.

    “E dimmi, non vorresti essere libera?”.

    La giovane si rabbuiò, “Libera?”.

    “Sì”, rispose spazientito Kazama. Detestava ripetersi.

    “La massima aspirazione per una maiko è trovare un protettore”.

    “Sarei volentieri il tuo protettore, ma non sopporterei l’idea di doverti condividere con gli altri uomini. Sono troppo romantico”.

     Sei troppo possessivo, pensai ammonitore.

    “Vi piaccio così tanto?”, domandò Kaoru abbassando gli occhi timidamente.

    “Non credi nei colpi di fulmine?”, continuò lui.

    Lei rialzò il capo, sostenendo lo sguardo di Kazama con decisione, “Sì, ci credo”.

    “Allora ti libererò”.

    La ballerina sorrise colma di allegria, non aveva la minima idea di cosa le sarebbe capitato una volta legata a Kazama.

    Tuttavia quel colpo di fulmine era destinato a morire con la stessa velocità con cui era nato.

     I due si baciarono per suggellare silenziosamente la loro promessa. Kazama la strinse più forte, appiccicandola a sé. Ancora più stretta, ancora più stretta, Kaoru si modellò al corpo del suo amante ansimante. 

   Il principe stava cominciando a prenderci gusto, quando improvvisamente si frenò, strabuzzando gli occhi come se avesse sentito qualcosa.

    La ragazza continuava ad amoreggiare con lui, infilando le dita sottile tra i suoi capelli, inumidendogli leggera il collo, non si era ancora resa conto dell’irrigidimento del giovane. 

    Egli posò la mano tra le cosce di lei cercando conferma di qualcosa. Lo sentì.

    Kazama scattò fulmineo in piedi, urlando, “Tu! Tu razza di scherzo della natura, la pagherai per avermi imbrogliato! Un Oni mantiene sempre le sue promesse”.

    Poi fece scorrere la porta ed uscì come una furia. Gli corsi dietro, trascinando Shiranui per la scomposta coda cianotica.

    Lo raggiungemmo ad un ponticello. La luna illuminava la sua figura, dandogli un’aspetto malinconico.

    “Cos’è successo?”, chiesi.

    Disgustato il principe si voltò verso di me e disse, “Era un Oni, ma non era una femmina”. Tornò a guardare l’orizzonte ardendo dalla rabbia.

    Sbarrai gli occhi, “Cosa?”.

    “Era un travestimento”, fissava l’acqua del ruscello imbestialito, “Kaoru, maledetto impostore, non ha idea di chi ha scatenato l’ira. Ho promesso che lo libererò, eccome se lo farò: a colpi di katana!”.

 

    


Termini
Geiko: sinonimo di geisha (dialetto di Kyoto).
   
 
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