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Autore: maryku    17/01/2008    2 recensioni
Ranma conoscerà dei nuovi amici, in particolare una ragazza che diventerà presto sua amica. Ma come la prenderà Akane??
ATTENZIONE: fanfic interrotta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intanto Sara tornava nella sala da pranzo trovando Gabriele che stava per uscire.
Sara: dove vai?
Gabriele: a casa
Giulia: uff… ho provato a farlo ragionare, ma niente. È irremovibile.
La verità è che Gabriele aveva bisogno di pensare. Soprattutto su quel ragazzo che aveva preso Sara in braccio.
Sara: ok, ma fa attenzione.
Gabriele: a cosa??
Sara: a tutto e a niente.
Gabriele: non aprire la bocca solo per dargli fiato.
Le parole gli erano uscite senza che lui avesse potuto fermarle. Di solito queste uscite di Sara lo facevano ridere un sacco, ma ora era diverso. Sara dal canto suo era rimasta impassibile a ciò che aveva sentito.
Gabriele: vado prima di dire qualcos’altro.
Sara: basta che torni per cena, senno mi arrabbio.
Lo aveva detto un po’ ironica e un po’ perché davvero voleva che venisse.
Gabriele: ci sarò.
E se n’era andato senza dire nient’altro.
Giulia: credi sia arrabbiato??
Sara: no. Solo confuso.
Giulia: e di cosa??
Sara: non ne ho idea. Starà passando un momento difficile a casa, forse.
Signora: SARA, VAI A PREPARARE LA CAMERA PER I NOSTRI OSPITI.
Sara: me n’ero completamente dimenticata. SUBITO MAMMA.
E sparì sempre nel solito corridoio.
Giulia, invece, tornò nella stanza da pranzo, dove stavano parlando il dottor Tofu con la madre di Sara e la guida sempre lì, a tradurre. Simone ancora beveva camomilla. Ukyo stava in disparte.
Giulia: signora, la posso aiutare a cucinare??
Signora: sono già le 13 e un quarto?? Forza andiamo! Ah, Ukyo, mi faresti il favore di aiutarmi anche tu a preparare il pranzo?? Avrei tante cose da fare e Sara ora non mi può aiutare visto che deve preparare ancora le stanze.
Sempre con l’aiuto della guida, che, oltre a Sara, era l’unica a saper parlare sia giapponese che italiano, riuscirono a capirsi.
Ukyo: ma certo signora. Farò le mie oconomiyaki.
Signora: bene. Voi dottore, per favore, appena mia figlia avrà finito di fare le stanze e di assegnarle, potete visitarla un’altra volta per farmi sentire più sicura??
Dottor Tofu: ma certo, con molto piacere.
Signora: tu Simone, invece di bere e non fare niente, vai ad aiutare Sara.

In quel momento Sara era tornata dal corridoio e stava prendendo dei asciugamani.
Sara: finalmente ti darai una mossa anche tu invece di stare a bere litri di camomilla.
Simone: si mi darò da fare ma solo dopo aver finito la camomilla.
Sara: scansafatiche
E con queste ultime parole se ne andò di nuovo. Percorse il solito corridoio e bussò al bagno dove era andato Ranma.
Sara: Ranma ti ci vuole ancora molto??
Ranma: no, ho finito. Piuttosto, i miei vestiti sono tutti sporchi, non è che potresti prestarmene degli altri?
Simone: ho finito la camomilla.
Sara: capiti a fagiolo… presta a Ranma uno dei tuoi vestiti,io vado a fare le camere…
Simone: lo farei se solo ci capissimo.
Sara: scusa, me l’ero dimenticato. Ranma mettiti addosso un asciugamano e seguici.
Ranma: cos’hai in mente??
Sara: mio fratello non sa il giapponese e tu non sai l’italiano, perciò, mentre siamo in camera sua e io metto a posto la camera e traduco, voi intanto scegliete i vestiti.
Ranma: ok…
Sara spiegò velocemente tutto anche al fratello. Quando ebbe finito, Ranma uscì.
Era tutto gocciolante, l’asciugamano, seppur coprendo le sue parti intime, lasciava intravedere troppo bene i muscoli. Sara restò un po’ a fissarlo, era davvero bello, ma nessuno dei due se ne accorse.
Sara: ok, andiamo?
Attraversarono tutto il corridoio e, poco prima della rampa di scale per andare al piano superiore, entrarono in una porta.
Sara: avrò molto da lavorare, qui è tutto in disordine. Allora, Simone, aiutalo a scegliere i vestiti, io intanto do una riordinata qui.
Simone si avviò verso quello che doveva essere l’armadio e tirò fuori alcuni vestiti fra i quali Ranma poteva scegliere.
Ranma scelse una casacca blu, simile alla sua, e dei pantaloni da ginnastica.
Sara:ok! Io esco, tu provali. Simone, continua a mettere a posto la tua stanza, io vado a vedere se mamma ha ancora bisogno d’aiuto. Qualsiasi problema, chiamatemi.
Simone: ok sorellina. Ma dove metterai Ranma?
Sara: ho deciso di fargli un letto per terra nella tua stanza
Simone: qui da me?? E poi perché per terra??
Sara: si da te. Per terra perché me la chiesto lui.
Ranma guardava da una parte all’altra seduto sul letto ancora con l’asciugamano addosso.
Sara: Ranma, se non ti sbrighi a mettere quei vestiti, ti ammalerai. Ora vado.
Sara se ne andò così Ranma poté cambiarsi in pace e Simone rimettere in ordine la sua stanza.
Così, senza aspettare oltre, andò da sua madre.
Sara: mamma, cosa posso fare ora?
Signora: hai finito di fare le stanze??
Sara: si, ho fatto.
Signora: bene allora fatti visitare dal dottor Tofu, così starò più tranquilla.
Sara: ok, mamma!
Sara parlò con un tono un po’ contrariato e stancato. Non gli andava di disubbidire a sua madre, ma si sentiva bene e, secondo lei, non aveva bisogno di essere visitata
Sara andò dal Dottor Tofu che stava ancora seduto a leggere.
Dottor Tofu: su, andiamo in camera tua. Devo vedere se è tutto a posto.
Sara: certo dottore, scusi ma prima devo fare un’altra cosa. Lei intanto vada in camera mia. Tanto la strada la conosce, io arriverò subito.
Dottor Tofu: certamente. Ma non metterci troppo.
Sara: grazie per la sua disponibilità.
Dottor Tofu: *chissà perché questa ragazza mi ricorda un po’ Kasumi quand’era più giovane, per alcuni versi, per altri mi ricorda tanto Akane* e con questi pensieri per la testa si avviò verso la camera di Sara.
Intanto Sara stava andando da Akane. Doveva darle vestiti puliti e mostrarle la sua camera.
Sara arrivò davanti il bagno di Akane e bussò.
Akane: si, cosa c’è?
Sara: se hai finito ti do i vestiti puliti e ti mostro la camera.
Akane: eccomi.
Era uscita dal bagno avvolta da un accappatoio rosa molto elegante.
Sara: vieni.
Arrivarono alla seconda porta del corridoio. Entrarono in una stanza con un bellissimo e comodissimo letto, un piccolo comodino di fianco e una piccola scrivania con dei libri sparsi sopra.
Sara: mi dispiace ma ora non ho tempo di togliere quei libri, il dottor Tofu mi aspetta per un’altra visita. Ecco tieni. Questi li puoi mettere. Ho visto che i tuoi vestiti erano sporchi, perciò li ho presi.
In mano aveva un fagotto fatto di vestiti puliti.
Sara: credo che anche tu debba farti vedere dal dottor Tofu per via della caviglia. Se vuoi ti aspetto che ti cambi, basta che ti sbrighi.
Akane: ok! Dammi solo 2 minuti.
Akane si vestì in tutta fretta e uscì con Sara dalla stanza per andare dal dottor Tofu.
Sara: eccomi dottore. Ho portato anche Akane.
Dottor Tofu: oh! Molto bene. Sara distenditi sul letto forza.
Sara: sì!
Sara si distese e il dottore cominciò a visitarla. La controllava dappertutto. Akane intanto si era seduta su una sedia lì vicino e osservava Sara. Il dottore le aveva fatto togliere la maglietta e i pantaloni per restare solo in biancheria intima. Akane vedeva in quella ragazza una perfezione nelle sue curve femminili da mozzare il fiato, anche per una ragazza come lei. Era ancora più sexy di Ranma ragazza.
Dottor Tofu: mi sembri in perfetta salute. Comunque dopo farò altri controlli più approfonditi.
Sara: mi dica quando dottore e sarò da lei.
Dottor Tofu: molto bene puoi rivestirti. Tocca a te Akane.
Sara si rivestì in tutta fretta.
Sara: ora dovrei andare.
Dottor Tofu: ok, ma non stancarti troppo.
Sara: senz’altro.
E con queste ultime parole uscì dalla stanza e andò dalla madre.
Akane: dottor Tofu, siete sicuro che Sara stia bene?? Mi sembrava molto stanca.
Dottor Tofu: infatti non sta molto bene.
Akane: e allora perché non le ha detto niente??
Dottor Tofu: perché non so spiegarmi una cosa. Sai, Akane, lei, parlando di corpo e organi interni, è in perfetta salute, ma non si può dire lo stesso del suo chi. È irrequieto. Aspetta solo di poter prendere il controllo, come se avesse volontà propria, e quella volontà è, come posso spiegarlo… ahh!! Ecco!! Selvaggia.
Akane: quindi lei mi sta dicendo che Sara potrebbe perdere il controllo in qualsiasi momento??
Dottor Tofu: non ne ho idea, è per questo che non le ho detto niente. Prima devo fare delle ricerche. Chiederò a Sara se ha dei libri antichi qui in casa, forse mi aiuteranno.
E dopo questa frase prese a visitare Akane senza proferire più parola.
Sara intanto stava andando dalla madre. Quando arrivò la vide che aveva apparecchiato la tavola e stava mettendo il pranzo nei piatti.
Sara: mamma, come ti posso aiutare?
Signora: andando a chiamare tuo fratello e i nostri ospiti. È pronto.
Sara andò in giro per la casa a chiamare tutti. La guida stava con Ukyo e sua madre, il dottor Tofu stava ancora con Akane nella sua camera mentre di Ranma e suo fratello nemmeno l’ombra.
Sara: scusa mamma sai dove sono Simone e quel ragazzo col codino??
Signora: dovrebbero stare fuori in giardino. Prima erano venuti qui per farsi tradurre alcune frasi dalla guida e hanno deciso di andare lì, ma non so se ci sono ancora.
Sara: capito, vado a vedere.
Il giardino si trovava dietro la casa nascosto da tutti. Si vedeva solo da alcune finestre della casa. Era 3 volte, come minimo, di quello della famiglia Tendo. C’era anche una piccola palestra coperta dove suo fratello si allenava ogni pomeriggio, mentre lei ci andava solo qualche volta per sfogarsi.
Si sentivano dei rumori che provenivano dalla palestra… dei suoni ritmici, di lotta aveva pensato Sara. Non ce la fece ad entrare subito, era troppo curiosa di vedere cosa stava succedendo, perciò, prima di entrare, guardò dalla finestra.
Vide Ranma e suo fratello che tiravano pugni. Era affascinante guardare i colpi che dava Ranma. Si muoveva tecnicamente, ma era di un’eleganza stupenda. Anche suo fratello in quel momento gli sembrava più virile. Dopo qualche minuto Sara decise che non poteva restare imbambolata lì fuori e che la stavano aspettando così entrò.
Sara: è pronto. Tutti a tavola.
Lo disse prima in italiano poi in giapponese. Lei era un po’ imbarazzata per averli spiati così, ma non era riuscita a resistere.
Simone: uff che fatica! Io vado, ho troppa fame.
E dicendo questo uscì dalla palestra senza nemmeno un cenno.
Intanto era come se Ranma non avesse sentito. Continuava ad allenarsi.
Sara: tu che fai, non vieni??
Ranma: Non so. Ho fame ma voglio continuare ad allenarmi.
Sara: se vuoi dopo puoi sempre tornare, d’altronde la guida ha chiamato la scuola, resterete a dormire anche qui, oltre che mangiare.
Ranma: non diamo troppo disturbo??
Sara: è perché mai dovreste disturbare?? Anche voi mi avete aiutata, tu mi hai portata, il dottor Tofu invece è stato così gentile da curarmi… e poi… qui dentro non c’è mai un po’ di vitalità, con voi invece è tutta un’altra storia. Inoltre mio fratello si è già affezionato a te.
A Ranma colpirono sopratutto le ultime parole.
Ranma: affezionato a me??
Sara: si! È mio fratello, lo capisco, soprattutto da come ti guarda. Con ammirazione, tantissima ammirazione. Soprattutto da come combatti. Perché devi sapere che lui non ha molti amici. Fin da piccolo si è interessato solo allo studio e alla lotta, è molto solo. Nostro padre se ne andato 7 anni fa, e da allora lui è molto triste. Era una guida per lui, ma anche per me. Da allora mia madre ha dovuto mandare avanti la casa da sola. All’inizio qui c’era mio zio, ma non poté più restare e si trasferì con la famiglia in Giappone. Mi manca. E manca anche a lui. La casa sembra così vuota da quando se ne andato. Ma non pensiamoci, ora dobbiamo solo mangiare. Forza, andiamo.
Si era girata di scatto. Non ce l’aveva fatta a frenarsi. Gli aveva raccontato tutto. Non capiva neanche il perché, sentiva solo di doverlo fare. Sicuramente Ranma aveva visto quella piccola lacrima che gli aveva solcato il viso. Era scesa silenziosa com’era arrivata.
Ranma: lo capisco fin troppo bene. Andiamo a mangiare, ho una fame.
Alle ultime parole si era aperto un sorrisone e aveva spinto la schiena di Sara. Erano andati così fino alla porta della sala da pranzo poi lui l’aveva lasciata e lei aveva aperto la porta. In quel momento tutti si erano girati verso di loro.
Sara: scusate per il ritardo, ma si era staccato un pezzo di un attrezzo che sta in palestra, e Ranma mi ha aiutata a rimetterlo a posto.
Ukyo: di la verità, ne hai approfittato per mettergli le mani addosso, è così, non è vero??
Sara: assolutamente no!
L’aveva detto con una calma glaciale che non ammetteva obiezioni e il sorriso era sparito dal suo volto per riapparire l’attimo successivo.
Sara: allora… mangiamo??
Ranma: non vedevo l’ora, ho una fame da lupi.
Il pranzo si svolse piuttosto pacificamente. Ranma aveva dato il solito spettacolo di poca educazione a tavola, abbuffandosi come al solito, mentre Ukyo cercava di fargli mangiare i suoi cibi e Akane mandava la solita energia blu, senza però dire niente e continuando a mangiare.

Al punto del dessert, però, successe una cosa…
Signora: vado a prendere il dessert.
A quel punto suonò il citofono della porta d’ingresso.
Signora: Sara vai ad aprire.
Sara: subito mamma.
Sara andò ad aprire la porta d’ingresso. E in quel momento accadde…
Sara: AHHHHH!!!!!!

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Allora… cosa ne dite?? Questo capitolo è fatto un po’ in fretta e non ho potuto rileggerlo tante volte come i precedenti, quindi, per favore, non uccidetemi se ci sono troppi errori grammaticali e non è scritto molto bene.

 

Apple92: mi fa piacere che questa storia ti piaccia e che continui a commentarla. Sto cercando di tenere i personaggi il più fedeli alla storia, ma non sempre ci riesco. Spero di non averti delusa con questo capitolo.

   
 
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