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Autore: Malvabadass    04/07/2013    9 recensioni
Primo giorno di College, o meglio, primo giorno del terzo anno di college. Due coinquilini, due artisti essenzialmente. Musica e Arte sotto lo stesso tetto. Due punti di vista differenti per un'unica e si spera coinvolgente Frerard! Siamo Luri07 e Siler, buon sushi ^^!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chap.1 Frank's Pov

Stamattina si prospetta una giornata piena.

Primo giorno di College, o meglio, primo giorno del terzo anno di college.

Se c'è una cosa che dovete sapere sul college è questa: le feste, la droga, le ragazze, sono tutte cose secondarie, si studia dalla mattina alla sera, e non avendo una media sufficiente sono costretto a studiare almeno tre o quattro, a volte addirittura cinque ore al giorno, per superare l'esame.

Almeno però ho scelto una facoltà decente, ossia quella musicale.

Da quando avevo quattordici anni non ho mai smesso di suonare la mia adorata chitarra classica, in effetti contribuì molto anche il fatto che avessi una cotta per la mia maestra, così cercavo di prendere più lezioni possibili, ed ora non per vantarmi ma saprei suonarvi una canzone dei Metallica anche ad occhi bendati.

Ma non in questa scuola, non funziona così, bisogna studiare e studiare, quando impari una tecnica c'è sempre qualcuno che la sa svolgere meglio di te, devi avere un'alta ambizione per stare buttato qui dentro.

Ma io sono un perdigiorno, me la cavo, diciamo così.

Studio il necessario per non deludere le mie aspettative, prendo lezioni tre volte la mattina e tre il pomeriggio, così da non restare a non far nulla tutto il giorno.

Comunque stamattina mi sono svegliato prima per dare una rilettura veloce del programma dell'anno scorso, non vorrei che ci fosse qualche ripetizione collettiva in classe già il primo giorno.

Apro il libro e guardo la figura di Oscar Wilde con un'espressione quasi beffarda sul volto, mentre tutto agghindato con tanto di fiore all'occhiello fuma in santa pace la sua sigaretta.

Mi alzo dalla scrivania della mia piccola parte di camera e mi avvio in cucina, però mi blocco poiché sono pervaso da qualche brivido di freddo, mi ero quasi dimenticato di che stagione fosse.
Torno in camera e mi infilo una felpa nera ed abbastanza grossa del mio compagno di stanza, spero non gli dispiaccia, tanto ormai siamo come fratelli.

Mi affaccio al suo letto, proprio difronte al mio, giusto per controllarlo e sorrido alla vista della sua chioma nera e folta, sbucare da quell'aggroviglio di coperte e lenzuola.

Sono davvero tentato di svegliarlo in qualche modo brusco, come riempirgli le narici di dentifricio o gettargli un secchio d'acqua gelata addosso, ma mi trattengo, voglio essere davvero magnanimo il primo giorno.

Mi avvio con calma verso il piano cucina, in bella vista alla camera da letto essendo l'appartamento così piccolo da avere delle stanze tutte accorpate, con il mio bel libro di letteratura inglese tra le mani e lo appoggio sul tavolo, con l'intento di prepararmi una bella tazzona di caffè.

Nel mentre mi accendo una sigaretta e mi siedo, leggendo ogni tanto qualche frase tratta da ''Il Ritratto Di Dorian Gray'', giusto per.

E mentre sto scrollando con un colpetto verso la punta la cenere della mia sigaretta sento dei passi felpati venire verso la cucina.

Indico Gerard con l'indice ed il medio, mentre tengo il pollice alzato, imitando una pistola.

-Pew! Avvistato.-

Lo sento ridere ed avvicinarsi al tavolo, arricciando la punta del suo naso in una smorfia.

-Stai preparando del caffè?- mi ruba la sigaretta tra le dita e se la porta alle labbra.

Talvolta mi chiedo se Gerard in un'altra vita fosse un ninja, o semplicemente un ladro.

-Sì, ma per i dormiglioni non ce n'è.- ammetto provocandolo, ma lui scuote la testa e senza darmi alcuna attenzione si riempie una tazza fino all'orlo, finendo quasi tutto quel liquido vitale.

-Ma che cazzo! Gerard! L'avevo preparato per me!- sbruffo rumorosamente e lo sento ghignare, scuotendo la testa.

Mi fa innervosire! Roba da perdere la testa!

Continuo a leggere imperterrito qualche rigo, sfogliando velocemente le pagine una dopo l'altra nonostante quel coglione del mio coinquilino mi stia riempiendo i fianchi di pizzicotti.

-Eddai scusa Frankie, scusa scusa scusa!- ride divertito, ma non c'è proprio un cazzo da ridere.

-Vai a vestirti che tra venti minuti abbiamo lezione, non sei un bello spettacolo con la tua pancia di fuori.- Okay so di essere un po' stronzo a volte, ma sono gli altri a rompermi.

Gerard annuisce roteando gli occhi, come infastidito e corre in camera da letto a prepararsi, chiudendosi l'uscio alle spalle.

Decido di fare lo stesso e mi alzo guardando con compassione il mio libro dalla copertina ormai inesistente.

Lo afferro e mi dirigo verso la camera in cui pochi minuti fa era entrato anche Gerard, non curandomi del fatto che fosse quasi nudo.

-Hey! Si bussa!-

-Hey, non si ruba il caffè degli altri.- Gli lancio un'occhiata micidiale e mi infilo un paio di jeans neri ed aderenti, sfilandomi la felpa grossa.

Gliela lancio addosso e lui ride, guardandola.

-Sono io quello che ruba le cose eh?- continua a ridersela di gusto, mentre io sorrido in maniera sghemba, infilandomi una camicia bordeaux ed una felpa nera aperta, abbinando al tutto le mie fidate vans nere.

Lancio un ultimo sguardo a Gerard sorridendo, mentre mi affretto a controllarmi i capelli allo specchio prima che lui invada anche il bagno.

Afferro un paio di libri e li infilo nella mia tracolla marrone, aggiungendoci anche una mela per compensare la mia bellissima Non-colazione.

Perché si sa ormai, se nel College vuoi stare, la colazione devi dimenticare.

Dopo qualche minuto scendiamo entrambi a lezione.

Appena arriviamo in aula tutti i posti in alto sono praticamente pieni, ci rimane solo qualche sedia alla scrivania centrale.

Ci affrettiamo a non perdere anche quelli per colpa dei nostri ritardi e aspettiamo tutti il professore di letteratura.

Il nostro professore sembra appena uscito da una telenovela per novantenni, è quel solito tipo da melodramma, alto, biondo e robusto, sulla quarantina, con un'abbronzatura da far accapponare la pelle.

Ma nonostante ciò appena mette piede in aula almeno dieci ragazze su venticinque sospirano sbattendo le loro ciglia lunghe, quasi a perdere mezzo litro di bava dalla bocca.

Guardo Gerard al mio fianco, intento a frugare nella sua tracolla in cerca di una penna probabilmente, poiché l'anno scorso non faceva altro che perderle.

Poi mi guardo intorno e noto che una ragazza bionda circa due scrivanie più avanti mi stava fissando, arrotolandosi una ciocca di capelli lunghi tra le dita.

Le sorrido e lei subito abbassa lo sguardo, intimidita forse dal mio gesto.

Subito dopo riporta i suoi occhioni azzurri su di me, ma sono costretto a fermare quel contatto visivo prima di essere richiamato dal professore.

Da noi si fa chiamare Dottor McGregor, ama farsi chiamare col suo cognome, accompagnato da un bel ''Doc'', ma d'altra parte è plausibile, i professori di college sono famosi per il loro essere considerati ''filosofi'', non so se mi spiego.

Per tutta la lezione perdo tempo, giocando con la mia matita beige, aspettando con ansia la fine di quello strazio mattutino.

Non appena l'ora termina, liquido Gerard e mi dirigo a passo svelto verso quella ragazza, sorridendole.

-Ciao!- continuo a sorridere, guardandola negli occhi.

Alle ragazze piace essere guardate negli occhi, credono che sia qualcosa alla ''colpo di fulmine'', le lusinga molto.

-Ciao, ehm.. Io sono Nancy, sai.. Ti ho notato subito- sorride continuando ad accarezzarsi e passarsi le mani nella sua chioma tinta.

-Io sono Frank.. Uh, mi piacciono i tuoi occhi- mormoro piano come se le stessi svelando un segreto e lei arrossisce mettendosi a ridere.

-Sai queste frasi fatte servivano a far rimorchiare le ragazze in qualche epoca lontana..-

-Allora mi scusi- rido alzando le mani in sengo di resa -però è vero..-

Sorride ancora, mentre io la guardo compiaciuto.

-Stasera ti va di venire ad una festa?- mi chiede, spingendosi tutti i capelli all'indietro.

Noto benissimo la sua abbronzatura, le sue unghie laccate e le sue labbra truccate di un rosa confetto per niente sobrio, ma non mi importa più di tanto.

-Di già, il primo giorno? Mh, perché no.. - rido facendo scorrere per un attimo lo sguardo lungo tutto il suo corpo, per capire se ne vale davvero la pena.

-Certo, allora ci vediamo nei dormitori femminili, stasera.. verso mezzanotte.. - sorride ancora.

-Va bene, mi aspetto di trovarti, dolcez..- non riesco a finire la frase che sento un braccio tirarmi.

-Gerard che cazzo fai!- urlo appena, incrociando le braccia al petto.

-Mi dispiace disturbare le tue conquiste, ma ho..- si avvicina a me e mi mormora nell'orecchio -ho trovato dell'erba.- sorride guardandomi negli occhi, con una specie di eccitazione che si può ritrovare solo negli occhi di un bambino al luna park.

-Oh grazie a Dio!- rido e lo seguo a ruota. La festa aspetterà.




 

Gerard's Pov

Calde, invitanti e profumatissime lenzuola mi racchiudono in un bozzolo che terrà lontana la luce del sole che per mia grandissima sfortuna è già sorto. Apro un'occhietto e sposto le coperte dal mio viso giusto per controllare la situazione del mondo esterno.

Il mio compagno di stanza, un nanetto iperattivo e mattiniero, è puntualmente fuori dal letto.
Due anni che condividiamo lo stesso tetto ed ancora mi devo far insegnare il suo alchemico metodo per svegliarsi presto la mattina.

Lo osservo gironzolare per la stanza con un libro in mano, spero non sia uno spartito e la cosa che stia cercando sia la sua chitarra o è la volta buona che lo uccido.

Sì perché lui, da bravo chitarrista disagiato qual'è, ha dei metodi estremamente bruschi per far levare la mia persona dal letto.
Una volta ad esempio s'è divertito a urlarmi nelle orecchie per poi iniziare a suonare.

Per mia grandissima fortuna l'oggetto misterioso è una felpa nera che gli sta decisamente larga, le spiegazioni sono due o è dimagrito in una notte sola o quella è la mia felpa.
Fa nulla sono abituato alle sue pretese verso i mei vestiti e la cosa non mi dispiace affatto.
Quando li indossa lascia sempre il suo tipico profumo di caffé e nicotina, anche da appena sveglio lui profuma come se nel sonno non facesse altro che affogarsi nel caffé e fumare.

Mi scosto meglio dalle coperte e lo osservo intento a prepararsi il caffè che naturalmente io gli ruberò.
Primo giorno del terzo anno di college, devo prepararmi psicologicamente al dire addio alla vita spensierata.
Non voglio neanche pensarci, l'unica cosa bella in tutto questo è la possibilità di vivere con quel perdigiorno e sfruttarlo per i compiti che ci assegnano.
Dopo tutto devo utilizzare un soggetto per i miei capolavori, no?

Lui poi è così bello da disegnare, i tratti delicati del suo viso lo fanno sembrare un'eterno ragazzino, cosa che effettivamente è. Ha delle belle proporzioni, se vogliamo parare nella tecnica, occhi espressivi anche al buio e mani fottutamente perfette e tatuate.

Mi scuoto dalla trans in cui ero caduto nel pensarlo, la cosa succede troppo spesso ultimamente e a dirla tutta mi spaventa.
Non voglio prendermi una cotta per lui, è come un fratello e con mia grande sfortuna etero convinto.

Mi alzo dal letto lentamente cercando di mantenere quella quiete interiore che il dormire mi crea, a passo felpato mi avvicino sempre più alla cucina dove si trova anche lui, intento a fumare ovviamente.
Lo vedo fissarmi con i suoi occhioni nocciola e puntarmi con medio ed indice, tenendo il pollice alto imitando una pistola.

-Pew! Avvistato.-

Rido appropinquiandomi al tavolo, faccio guizzare lo sguardo dalla sigaretta al caffe e arriccio il naso storcendo in una smorfia la bocca.

-Stai preparando del caffè?- gli rubo la sigaretta che tiene tra le dita e me la porto alle labbra senza che lui me lo potesse impedire.

Mi sembra logico, il profumo fragrante lo sentivo fin dalla camera.

-Sì, ma per i dormiglioni non ce n'è.- Mi guarda con una inclinazione provocatrice nella voce, scuoto la testa e come se stesse parlando al vento mi riempio la tazza con su scritto "Coffé is the Way" fino all'orlo lasciandone una quantità davvero misera.
Lui si lamenta, come tutte le mattine, sbraitando e facendo l'offeso.

Ghigno scuotendo piano la testa, ogni mattina la stessa storia. Lui si fa la colazione ed io puntualmente gliela rubo, sono così malvagio a volte.

Lui torna a leggere ed io per rendermi ancora più odioso inizio a pizzicargli i fianchi ridendo come un cretino.

-Eddai scusa Frankie, scusa scusa scusa!- Sorridi dai, dammi un motivo per iniziare la giornata con il passo giusto.

-Vai a vestirti che tra venti minuti abbiamo lezione, non sei un bello spettacolo con la tua pancia di fuori.-
Smetto di pizzicarlo e roteo gli occhi per poi correre in camera a prepararmi con la mia solita lentezza. Mi chino sul letto e mi passo le mani sul volto più volte prima di pizzicarmi un paio di rotoli di ciccia.

Grazie Frank, grazie di avermi ricordato quanto sia imperfetto e impresentabile. Ogni tanto mi chiedo quanto possa diventare acido e stronzo quel bel faccino.
E' difficile immaginarselo, probabilmente sono io che lo esaspero ma fa nulla, sono abituato anche a peggio.

Mentre la mia testa continua a martellarmi di pensieri infelici, mi spoglio dei pantaloncini del pigiama e della maglia troppo leggera per quella stagione.
Dopo pochi minuti mi ritrovo il suddetto chitarrista in camera e lo guardo scettico.

-Hey! Si bussa!- Celio infastidito.

-Hey, non si ruba il caffè degli altri.- mi lancia un'occhiataccia che quasi mi fa sussultare

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Sono talmente concentrato nel provare ad infilarmi dei jeans tanto stretti quanto comodi, che non mi accorgo della felpa nera che mi piomba addosso.
Scoppio a ridere mentre me la rigiro fra le mani.

-Sono io quello che ruba le cose eh?-

Frank 1 Gerard 1

Continuo a ridere mentre lui finisce di vestirsi, lasciando intravedere per qualche attimo la sua pelle chiara, macchiata dall'inchiostro dei tatuaggi.
Rimango a bocca aperta, tanto che una mosca potrebbe entrarmi in bocca e neanche me ne accorgerei. Non può essere così bello, forse sto sminuendo, sto decisamente sminuendo.
Lui è un vero e proprio "Uomo Angelo", uno di quelli che appena vedi o credi di essere morto o pensi di essere fatto.

Mi sorride e va ad aggiustarsi i capelli mentre io, finito di prepararmi mi do un'ultima aggiustatina.
Entrambi prendiamo i libri, lui posa anche una mela nella sua tracolla mentre io mi limito al tenerci i libri, oggi non mangio.

Scendiamo velocemente le scale dei dormitori dove di tanto in tanto vedo sbucare qualche faccia conosciuta che mi limito a salutare con un gesto della mano mentre lui va spedito nell'aula ed io lo seguo osservando la grande sala che accoglierà quella lezione. Ci sediamo nei posti centrali tipici di coloro che arrivano in ritardo.

Appena entra il professore tutte le ragazze che ci circondano scattano all'attenti con i loro ormoni. Cosa ci troveranno in quel quarantenne californiano devo ancora capirlo.
Ragazze sveglia, siamo in New Jersey che si concentrassero sulla nostra di fauna maschile.
Ridacchio tra me e me dei miei pensieri e mi metto a cercare una penna nella tracolla, sbuffo nel non trovarla così frego quella di Frank al mio fianco e mi metto immediatamente a disegnare.
Come ogni anno il professore fa un discorso filosofico e molto incoraggiante, io mi limito ad ascoltare qualche parola qua e la mentre il ragazzo accanto a me già inizia a fare colpo. Guardo la sua preda con la coda dell'occhio e sbuffo, quando faccio per parlare la campana che termina quell'ora straziante trilla, azzittendomi immediatamente.
Frank si alza svelto e senza quasi degnarmi di uno sguardo si dirige verso quella bambolina.

Mi alzo irritato e mi dirigo verso un paio di amici che con mia grande fortuna sono sempre disponibili a farmi un favore. Li saluto serenamente per poi sfoggiare un ghigno eloquente.

-Ragazzi quanto tempo! Avete qualcosa di interessante per me? - Ridacchio e mi poggio alla spalla di uno dei due.
Quello sorride e dandomi una pacca sulla spalla mi consegna un piccolo sacchettino, esattamente ciò che speravo.
Mi sbrigo a pagarli e quasi correndo mi imbatto in Frank che parla con quella ragazza della lezione.
Lo afferro dal braccio e prima che possa finire la frase lo tiro a me lanciando un'occhiataccia alla bionda che sorrideva.

-Gerard che cazzo fai!-

Urla, perchè deve sempre urlare?! Sbuffo e con un piccolo ghigno prendo a parlare. 
-Mi dispiace disturbare le tue conquiste, ma ho..- mi avvicino al suo orecchio mormorando in un soffio -ho trovato dell'erba.-

Lo guardo negli occhi sorridendo ampiamente già eccitato all'idea di fumare la nostra adorata Maria.

-Oh grazie a Dio!- Ride ed io con lui avviandoci verso la prossima lezione. Sento come di aver vinto una battaglia.

Frank 1 Gerard 2



 

Angolo Autrici!

 

Salve!
Grazie per essere arrivati fin qui ^^ allora premetto che questa fan fiction è stata scritta a quattro mani, il "Frank P.o.v." (Point Of View) da Siler e il "Gerard P.o.v" da Ina.
Speriamo che vi piaccia, si prospetta una luuuunga serie di capitoli!
Per favore lasciate una recensione, chiediamo venia in caso di eventuali errori ortografici.. E niente..
Ricapitolandolo, Frank è un coglione e a quanto pare la cosa aggrada molto Gerard, sciocchino :'D
Seguiteci in molti, un bacio.
Xo. Ina & Siler.

  
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