Film > Le 5 Leggende
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Autore: LunaLove_good_    05/07/2013    6 recensioni
Nata per morire. Viva per combattere.
Trapassare cuori con la spada è facile, estrarre la spada dal cuore trapassato non lo è.
Perché quando il tuo unico scopo è portare sofferenza, tutto quello che l’amore può fare è uccidere.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrampicarsi sugli specchi alla ricerca di qualcosa che non sai nemmeno cos’è è decisamente difficile e idiota, anche se nel mio caso necessario.
Perché sto seguendo il consiglio di Jack Frost e andando a caccia di una verità di cui non sapevo neanche l’esistenza? Per il semplice fatto che voglio sapere se vale davvero la pena morire per Pitch Black, o se dovrei provare a fermalo.
Chiamatela curiosità, stupidità, inutile testardaggine o quant’altro, ma credo che cercare le risposte che potrebbero darmi una spiegazione sui motivi che hanno spinto il mio signore a crearmi sia tutto quello che devo fare al momento.
Potrei chiedere al Genio di darmi una mano, in fondo ho altri due desideri, ma trovo che sia decisamente meglio conservarli per qualcosa di più utile. Del resto, liberando Pitch dal suo sigillo, ho guadagnato anche abbastanza tempo da poter cercare tutte le risposte che voglio.
Si è scatenato l’inferno da quando l’Uomo Nero è tornato.
Sono passati appena cinque giorni e su Burgess alleggia un’aria tesa e un silenzio innaturale, sotto un cielo grigio e troppo cupo.
Non ho più saputo niente dei Guardiani, non so cosa Jack Frost abbia detto loro, ma non mi hanno cercata per tentare di punirmi per aver liberato il mio signore, né mi hanno dichiarato scontro aperto per la mia natura di suo Spirito.
Non so neanche come procede la guerra, non so se stanno vincendo o soccombono uno dopo l’altro sotto l’avanzata degli incubi. Tutto quello che posso dire è che i bambini perdono fiducia a vista d’occhio, sprofondando nel terrore e con una tale disillusione negli occhi che comincio a capire l’importanza delle Leggende nelle loro vite...
Loro erano la prova tangente che nella vita tutto è possibile, e quando il ritorno di Pitch ha fatto sì che Sandman non riuscisse più così tanto a farli sognare, o che Dentolina e fate ritardassero nella consegna delle monete, si sono visti sballottati in un mondo adulto che non avrebbero dovuto scoprire così presto.
Devo darmi una mossa a scoprire la verità, o potrei ritrovarmi nel pieno di una crisi esistenziale degna di un filosofo greco! E non credo che mi converrebbe...
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulla strana mappa che ho disegnato nel corso di questi cinque giorni, inarcando un sopracciglio e sbuffando irritata per quell’insieme di strisce nere che dovrebbero rappresentare l’intricato dungeon sotterraneo che devo visitare. Ma i Maya non potevano evitare di complicarsi la vita a questo modo!?
O erano totali imbecilli, o non erano del tutto sani di mente. Non saprei in che altro modo definirli...
Bah!
Mentre io sono una povera masochista, se decido di buttarmi volontariamente in posti del genere. Direi che andiamo di bene in meglio!
Però questo dungeon mi è sembrato la soluzione migliore... Sinteticamente, i Maya non erano soltanto dei poveri idioti, ma anche una società incredibilmente sviluppata di cui tutt’ora non si sa nulla, tanto che l’Uomo nella Luna decise di tentare un approccio diretto con loro e, perciò, li omaggiò con uno dei suoi tanti gingilli magici: il Pendente d’Argento.
È una collana che contiene dieci perle dentro un unico ciondolo a goccia, e in ognuna di queste perle è conservata una piccola parte del potere di Manny.
Secondo la leggenda, queste parti, che venivano chiamate Frammenti di Stelle, potevano essere usate una volta soltanto e davano l’opportunità di guardare avanti e indietro nel tempo. È così che quei poveretti hanno scoperto che il mondo sarebbe finito, ma credo che abbiano sbagliato qualcosa con i calcoli, perché hanno anticipato la data di circa...
Okay, credo che abbiano semplicemente preso un granchio. Alla faccia del popolo ultra-sviluppato!
Comincio seriamente a pensare che l’Uomo nella Luna per scegliere i suoi eletti si limiti a prendere tizi a caso nel mondo e a strappare i petali da una margherita, magari aggiungendoci anche qualcosa del tipo: ‘lo scelgo’, ‘non lo scelgo’.
Forse i Maya hanno semplicemente usato un Frammento di Stella per vedere come è nata la Terra e hanno frainteso tutto quanto, pensando forse che così la Terra sarebbe finita.
Ma, tralasciando la confusione che annebbiava la mente di quelli là, direi che il Pendente d’Argento fa al caso mio. Dovrebbero esserci anche un paio di Frammenti ancora inutilizzati che mi permetteranno di scoprire la verità che cerco.
Ovviamente l’esistenza di questa portentosa collana è segreta a praticamente tutto il mondo, Guardiani compresi, ma per me scoprirla è stata un gioco da ragazzi...
Dopo che Jack Frost se n’è andato, io e il Genio siamo rimasti nella Sfinge, e quello, con frasi mezze-incomprensibili e una marea infinita di ‘ya’, si è messo a raccontarmi la storia della sua vita, dicendomi di aver scoperto l’esistenza di questo dungeon e della collana. Non chiedetemi perché lui per primo non l’ha usata perché non lo so!
Diciamo che questa è stata l’unica parte che sono riuscita a comprendere, assieme a quella in cui raccontava dell’immenso piacere che provava quando, in vita, realizzava i desideri della gente.
Che dire... il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Ma il Genio mi è stato molto utile; mi domando se mi abbia appositamente spifferato tutto riguardo a questo posto, o se semplicemente aveva una voglia matta di parlare al mondo di quanto fosse ‘il tetesco arabo migliore di mondo, ya!’. Parole sue, non mie.
Concludendo, dopo una lunga serie di piccole escursioni nel corso di cinque giorni, mi trovo al primo piano sottoterra del dungeon Maya, alla ricerca del Pendente d’Argento.
Sono abbastanza sicura di avere tutto il tempo del mondo per esplorare questo labirinto, Pitch dovrebbe cavarsela benissimo senza di me contro i Guardiani, ma non oserà distruggermi, perché sono la sua garanzia, l’arma che potrà usare nel caso qualcosa andasse storto.
Mi guardo intorno, nel corridoio stretto che si districa da tutte le parti in un asfissiante insieme di cunicoli squadrati di pietra chiara e finemente lavorata con disegni e incisioni e l’edera che si arrampica sui bassorilievi. Qui dentro tutto trasuda mistero, una strana aria ancestrale rende difficile respirare, mentre in testa ti resta il pensiero che il luogo che stai visitando è rimasto nascosto e inviolato per più di tremila anni...
Ghigno soddisfatta e mi scompiglio i capelli con una mano, abbassandomi poi il cappuccio dal viso, sicura di non averne bisogno. Questa volta non sono spaventata, solo emozionata e determinata a venire a capo di tutta questa storia.
Memorizzo in fretta il percorso da seguire e metto via la mappa, avviandomi a passo svelto.
Credo che il labirinto si districhi sotto terra per almeno dieci piani, ma io ho la mappa solo dei primi cinque. Non ho intenzione di continuare con le esplorazioni, se andassi avanti così raggiungerei l’ultimo piano nel giro di un centinaio di anni, dunque ho deciso di disegnare man mano le varie mappe, arrangiandomi come meglio posso e cercando di non perdermi.
Giro prima a destra e poi a sinistra, mentre nel silenzio assordante rimbomba il rumore dei miei passi sul pavimento di mattoni, muovendomi girando la testa da tutte le parti, incuriosita e vagamente inquietata dalle scene e dai motivi che si susseguono sulle pareti.
Sono davvero strani, e non sono ancora riuscita a capire il loro significato...
A volte sono donne che camminano in fila, altre volte uomini che combattono e altre ancora scene di vita quotidiana. Potrebbero sembrare semplici ornamenti, ma c’è qualcosa di misterioso che mi suggerisce che ho a che fare con qualcosa di più.
Passo la mano sui bassorilievi di una serie di simboli, una successione di tre foglie, due fiori e un piccolo sole, aggrottando la fronte nel tentativo di spiegarmi il motivo di questa strana sensazione.
Alla fine mi schiaffeggio il viso per darmi una regolata e mi impongo di non farmi condizionare dall’alone di mistero che alleggia qui dentro e che mi sta sicuramente dando alla testa.
Continuo dritto quando un incrocio mi si para davanti, quindi giro a sinistra per due volte, ritrovandomi a procedere parallelamente al corridoio che stavo percorrendo poco fa.
Alzo lo sguardo al soffitto ricoperto di edera e inarco un sopracciglio quando lo vedo percorso da strani simboli che mi ricordano tanto delle lettere... Non li avevo notati nei precedenti viaggi.
Sembrano un alfabeto...
Ridacchio, divertita dall’assurda quantità di film mentali che mi sto facendo per un paio di disegnini e accelero il passo.
Raggiungo le prime scale e le scendo in fretta, ritrovandomi in un ambiente molto simile al primo, con le stesse strane rappresentazioni sui muri, con l’unica differenza del pavimento rosso come il sangue e le pareti color terra, in netto contrasto con le rocce bianche del piano precedente.
Qui l’aria puzza di chiuso e l’edera si arrampica da tutte le parti fino a nascondere quasi del tutto i muri, tanto che, per trovare le scale successive, ho dovuto liberare un passaggio quasi del tutto ostruito.
Consulto la mappa e memorizzo di nuovo il percorso, avviandomi spiccia verso il corridoio a sinistra che mi porta in un salone enorme da cui partono altri otto cunicoli. Questo posto fa un certo effetto... visto con l’eterna penombra che ricopre il labirinto sembra un’immensa piscina di sangue. Mi aggiro attorno ai pilastri distribuiti su due file da quattro che reggono il soffitto e prendo il secondo cunicolo a sinistra, quindi seguo il corridoio per un paio di svolte e poi cambio strada. Supero dunque una fila di incroci camminando sempre dritto, fino a raggiungere il corridoio parzialmente nascosto dall’edera che si arrampica da una parete all’altra. In mezzo si vede il lavoro svolto dalla mia spada, che mi permette di vedere il buio cupo dello sfondo.
Mi faccio strada tra le poche foglie penzolanti con una mano, guardandomi intorno e studiando con attenzione le tre donne ricoperte di gioielli che sembrano fissarmi con fare inquisitorio, tentando di auto-convincermi che sono solo sculture e non mi stanno facendo il terzo grado con lo sguardo.
Dannazione! Ma l’edera non poteva coprire anche loro!?
Subito dopo si vede un uomo che uccide suo figlio, seguito a sua volta da una serie di scene macabre che l’edera e il rosso del pavimento rendono ancora più terribili.
Distolgo lo sguardo e lo pianto dall’altro lato, dove luna, sole, stelle e un sacco di fiori diversi si susseguono senza il minimo senso.
Scuoto la testa e mi ripeto più e più volte che i Maya dovevano essere solo dei tipi strani a cui piaceva confondere la gente con inquietanti ornamenti, finendo per impugnare involontariamente la spada.
Accidenti! Ci mancava anche l’ansia da ‘aiuto! Mi trovo in un posto che non ha mai visto nessuno e ci sono le pareti che mi fissano!’. Magnifico!
Raggiungo le scale successive e scendo in fretta, riconoscendo le pietre azzurre del pavimento del nuovo piano, che, principalmente, è fatto di acqua.
Man mano che scendo diventa tutto sempre più buio, ma che dire... sono stata creata dal signore dell’oscurità, se non vedessi bene io...
Qui si mantengono le scene di vita sui muri, ma gli ornamenti floreali vengono sostituiti da vari tipi di pesci, la maggior parte dei quali non sapevo neanche esistessero.
Il pavimento si interrompe in fretta, lasciando il posto ad un corso d’acqua che si addentra per i corridoi lambendo appena le pareti, non a sufficienza da poter intaccare l’inquietante bellezza degli affreschi.
Mi alzo in volo e procedo con gli stivali di cuoio a pelo d’acqua, facendo appena rumore.
Seguo con lo sguardo un gruppo di delfini che si rincorrono sul bassorilievo del soffitto e giro a destra un paio di volte, fino a raggiungere l’incrocio successivo e guardarmi intorno confusa.
Estraggo la mappa e la studio, quindi giro a destra e proseguo dritta.
C’è qualcosa di estremamente strano nel camminare in questo posto, che sembra così tanto una bolla senza tempo che tremila anni non hanno minimamente intaccato, qualcosa di così bello al pensiero che stai camminando nel luogo che più si avvicina alla magia... che ti toglie il fiato.
Ridacchio divertita e continuo a camminare, per niente preoccupata per il fiumiciattolo che scorre sotto i miei piedi: ho attraversato questo piano diverse volte e posso dire con fermezza che non c’è un’anima viva ad abitarlo. Del resto, con la presenza minima di ossigeno, non vedo come potrebbe...
Qui il muschio si aggiunge all’edera, che si fa molto rada e in diversi punti inesistente, e l’aria comincia davvero a farsi pesante.
Seguo il corridoio, giro prima a destra e poi a sinistra, fino a raggiungere un salone mezzo sommerso con il soffitto ricoperto da stelle marine e una varietà infinita di conchiglie. Scanso di lato i pilastri che anche qui svettano spuntando fuori dall’acqua e raggiungo la scale che si vedono in fondo, dove un gradino impedisce al fiume di raggiungere il piano inferiore.
Scendo con la mappa in mano e raggiungo il piano della trappole. Dovrò stare attenta a come mi muovo, qui il minimo spostamento d’aria farà scattare meccanismi che mi prevedono infilzata come uno spiedino.
Guardo in avanti e intravedo al buio le spade che infilzano le teste di alcune bambine ricoperte di fiori, con il viso sfregiato dalle armi che le fa sembrare terribilmente sofferenti.
Questo piano l’ho visitato solo due volte, ma ho cercato di rimuovere più trappole possibili, per evitare di arrivare al Pendente d’Argento priva di qualche organo interno e con la testa sottobraccio.
Mi avvio veloce, supero la prima serie di corridoi e raggiungo un incrocio, ma ho la splendida idea di beccare in pieno un punto del pavimento che si rivela un bottone e devo buttarmi a terra per evitare di prendere in pieno due palle spinate.
Non so perché ma ho l’impressione di aver appena rischiato l’osso del collo...

Inclino il busto di lato e meno un fendente obliquo, decapitando l’ennesima mummia che sta cercando di uccidermi.
Ma dico io: è mai possibile rischiare di venire ammazzati da questi cadaveri ambulanti che, di grazia, dovrebbero vivere ovunque meno che in Messico!?
Oddio, bisogna sempre considerare il fatto che ho trovato delle armature medioevali in una Sfinge egizia con un Genio arabo che parla tedesco, ma così è troppo!
Un’altra mummia mi attacca alle spalle, io mi giro veloce e la trafiggo al petto, ma subito una sua compagna mi afferra per il polpaccio e mi fa cadere di faccia in terra, svuotandomi i polmoni dall’aria necessaria per imprecare.
Mi rialzo barcollante e con la vista punteggiata di stelline rosse, cercando di riacquistare l’equilibrio e guardandomi intorno alla ricerca di quegli odiosi ammassi di bende, fino a quando uno di loro non tenta di afferrarmi per il cappuccio del mantello, ritrovandosi presto senza una mano. Ansimo e cerco di contare il numero di mummie con cui ho a che fare... Troppe, accidenti!
Avrei preferito un labirinto infinito in cui invecchiare e impazzire, piuttosto che questo salone immenso e brulicante di possibili assassini!
È così che questo piano mi si è presentato, quasi come se mi volesse urlare: «Vieni, cara, le scale sono qui tutte per te, devi solo raggiungerle senza farti ammazzare dai nostri tantissimi relitti umani che tenteranno di stordirti con i loro aliti paurosi.»
Nulla di più facile, insomma!
Il punto è che le mummie, cronologicamente e geograficamente, qui non dovrebbero proprio esserci!
Ma credo che avrei dovuto aspettarmi qualcosa del genere dall’Uomo nella Luna dal momento in cui si è scelto come Spirito quell’idiota del Lupo Cattivo.
Mi butto a terra per evitare di essere acciuffata da tre diverse paia di braccia e scalcio per azzoppare tutti i cari fossili nel mio raggio d’azione.
Devo solo ringraziare il cielo che sono lenti, stupidi e probabilmente anche ciechi e sordi, altrimenti dubito sarei riuscita a fronteggiarne tanti nello stesso momento. Però non reggerò a lungo, devo darmi una mossa!
Trapasso una mummia e mozzo il braccio ad un’altra, quindi mi metto a correre forsennatamente facendomi strada con la spada, mentre loro sembrano fissarmi come se non sapessero che fare...
Sono talmente presa dal guardarli di rimando, che non mi accorgo di finire addosso ad un ammasso di bende che mi prende per i capelli con una mano fetida e me li tira tanto da farmi lacrimare gli occhi.
Mi solleva con una forza che non credevo possibile, facendomi urlare e scalciare per liberarmi.
La spada mi cade di mano, le mummie mi si accalcano attorno e mi soffocano. Io continuo a gridare e ad agitarmi, con il cuore che sembra volermi fracassare il petto e l’adrenalina e la paura che mi fanno muovere sempre con maggiore forza della disperazione.
Afferro il polso scarno e bendato della mummia e tento di farle allentare la presa dalla mia testa, ma quella mi scrolla come se fossi un oggetto ed è come se mi conficcassero un pugnale nel cranio.
Vedo due mani stringersi da dietro attorno alla mia gola, e il panico mi porta ad agitarmi ancora di più.
La vista mi si annebbia, sento le tempie scoppiarmi.
Il buio comincia a calarmi sugli occhi...
Poi la presa sul collo si allenta, la mano che mi stringe i capelli mi lascia andare.
Io cado tossendo e sputacchiando, con una mano sul petto a cercare di controllare i respiri veloci.
La vista mi si snebbia, permettendomi di cercare la spada con una mano e guardarmi intorno cercando di capire come ho fatto a salvarmi. Mi vedo una gamba sporca di sangue, e mi sorprendo della forza con cui scalcio quando vedo lo squarcio tra le bende della mummia che mi aveva afferrata.
Non ho tempo di ragionare su nient’altro, una folla immensa cerca di soffocarmi; io mi alzo e corro via, con le gambe che filano velocissime e bruciano per lo sforzo mentre decapito mummie su mummie con la spada nerissima.
Le vedo tentare di afferrarmi ancora, io mi abbasso, salto, scanso di lato e mi difendo con la spada, con i polmoni in fiamme che non riescono ad incanalare abbastanza ossigeno, fino a quando un altro bestione bendato non mi si para davanti.
Lento nei movimenti, muove le braccia in avanti per togliermi la spada di mano, ma questa volta non mi lascio sorprendere e gli taglio la testa con un fendente secco.
Crolla in un ticchettare di ossa, io lo supero con un salto e mi getto giù per le scale che mi si parano davanti come un’apparizione divina.
Brucio gli scalini e raggiungo il nono piano, mentre il silenzio scende finalmente a liberarmi delle mummie.
Lascio andare la spada e mi getto a terra, respirando forte e con la testa che pulsa tremendamente.
Guardo il corridoio scuro che mi si apre davanti e cerco di calmarmi. La paura passa lentamente, assieme all’ansia, il panico ci mette un po’ di più a lasciarmi respirare decentemente.
Mi alzo, recupero la spada e mi metto in posizione di guardia davanti al cunicolo rosso che si muove piano davanti ai miei occhi. Sbaglio, o il labirinto respira!?
Scuoto la testa e fisso incuriosita le pareti apparentemente gommose, dove i bassorilievi e gli affreschi sono stati sostituiti da altrettanto strane incisioni raffiguranti le solite scene di vita e i soliti simboli affiancati a caso. Questa volta sono disegnati un sacco di animali diversi, alternati a svariate e inquietanti ossa.
Sono al nono piano sottoterraneo; ormai sembra di essere nelle viscere della terra...
Passo il palmo sulla parete a destra e decido di procedere senza mai staccarla, preparando il carboncino per annotare i miei spostamenti sulla mappa.
Il pavimento è costituito dallo stesso materiale gommoso dei muri e del soffitto, e sembra che faccia su e giù ad ogni mio passo, ondeggiando in maniera inquietante.
Cammino per un pezzo di strada, disegnando ogni curva o incrocio, e seguo con le mani le incisioni che anche qui sembrano nascondere molto più di qualche viso intagliato. Passo una donna che ride felice e un gruppo di bambini che si rincorrono, sul soffitto mi sovrasta una lunga serie di ossa e animali che vanno dai mammut ai cervi, mentre dall’altra parte mi guardano con una muta accusa negli occhi incisi tantissimi uomini con coltelli e armi di ogni tipo piantati nelle spalle e nel petto.
Davvero, non pensavo che qualche popolo potesse avere un’arte così sviluppata.
La scene si fanno sempre qui inquietanti: donne che scappano, bambini con l’espressione congelata in urla di terrore, uomini che combattono con spettri incorporei che li avvolgono, persone riunite che cercano di proteggersi da chissà quale minacci, e paura... ovunque. Nei loro occhi, nei loro gesti; sembrano così espressivi, così spaventati... che significa?
Distolgo lo sguardo e mi metto a correre veloce per i corridoi, rinunciando ad annotare alcunché sulla mappa.
Questo posto mi sta stretto, mi sembra di soffocare.
Inciampo sul pavimento che continua ad ondeggiare, urlo, cado. Una donna che grida e cerca di difendersi da qualcosa che non vede mi fissa con occhi sgranati, la sua espressione mi costringe a ritrarmi involontariamente.
Mi alzo e cerco di calmarmi.
Davanti a me si staglia un altare finemente lavorato, scintillando rossastro assieme alle pareti, con una teca di vetro a proteggere il segreto di questo labirinto.
Mi avvicino emozionata e tiro un sospiro di sollievo, prima di inarcare un sopracciglio confusa.
La teca non nasconde il Pendente d’Argento, ma un foglio scritto con caratteri impossibili.

Fv t idaadrdft iv prlmodot, df qtgml sh gdpqton rct iluoteet otpqvot qvft. Ptd pdrspl id nstffl rctpqvd mto avot?
Ptd aooduvql adhl v nsd hlhlpqvhqt qsqqd d qthqvqdud id udv.
Nstpqsl t f’sfqdgl vuutoqdgthql. Pt uloovd vhivot vuvhqd, d idptbhd qd putftahhl d ptbotqd itf fvedodhql.



Ma che diavolo...!?







***









BuonSalve Mondo Bello, come andiamo?
*il Mondo la guarda stranito e corre a nascondersi*
Questo è il mio nono capitolo, gente! Mamma mia, mi sento così gasata!!!
Tipo che allo scorso capitolo mi sono dimenticata di lamentarmi del referto delle analisi >:( Il risultato è stato ottimo, non ho il minimo problema, anzi i miei reni sono perfettissimi, ma i medici hanno sbagliato a scrivere: il referto delle analisi, è stato.
Dico io, vi rendete conto!? Con tutto il rispetto, ma siete medici, separare il soggetto dal verbo non mi pare un errore che dovreste fare! Cavolo! E' il peggiore affronto per la lingua italiana!!!
Okay, sfogo finito, perdonate lo sclero.
Passiamo al capitolo: ditemi quello che volete, ma mi piace da morire :D
Forse non è 'sto granché, magari è scritto male, però era da tempo che volevo descrivere un labirinto. Pensavo sarebbe stato semplice, e invece si è rivelato molto impegnativo, dunque sono soddisfatta del risultato.
L'arte Maya non è esattamente quella che ho descritto, ma, visto che su di loro si sa poco e niente, mi sono ingegnata da sola e mi sono divertita a creare immagini che spero siano risultate un minimo inquietanti lol.
Ringrazio tantissimo Night Fury96, BeyonBday, Lirah e EclipseNova_98 per le loro recensioni da sclero, quest'ultima per aver aggiunto la storia tra le preferite e seguite e New Moon Black per averla inserita tra le ricordate.
Non sapete quanto vi posso amare, bellezze u_u
Infine ho due annunci importanti da fare:
1) per quello che vi può importare del mio vocabolario, il termine 'tontolotto' gentilmente suggerito dalla cara Eclipse diventerà la mia filosofia di vita assieme a 'stolkerare' (diritti d'autore a me e a Lirah u_u);
2) parto. Sto via per tre settimane per una vacanza in solitaria, scaricando amorevolmente i miei genitori X'D Dunque il prossimo aggiornamento non arriverà prima di agosto D:
C'è qualcuno che continuerà a seguirmi quando tornerò?
*eco di grilli*
Nuuuuuuuuuuuu *piange come una cretina disperata* :'(
Me ne vado domenica, spero che vogliate farmi sapere che ne pensate prima che mi lasci la mia città alle spalle e parta in un viaggio alla scoperta dell'ignoto... *sob*
Sciaaaaaaaaaaaaaauuuu
*manda bacioni a tutti quelli che le capitano a tiro*
  
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