Collisione
Natsuki
alzò una mano per scostarsi i capelli dalla nuca, esalando un
profondo sospiro. Faceva caldo sotto il sole del primo pomeriggio, e
il lancinante desiderio di essere ovunque meno che su quel piazzale
la stava distruggendo.
“Sei
troppo tesa.”
Neanche
sforzandosi riuscì a piegare le labbra. “Non
posso fare altro, Shizuru. Anche tu lo saresti, se fossi stata là.”
“Ascolto
le tue grida notturne. E tanto mi basta, Natsuki.”
La
Direttrice abbassò la testa. “Non mi piace questa storia, ed
ancora meno che il messaggio ci sia arrivato da Artai. È il
paese natale di Nagi, e non può essere una coincidenza.”
“In
effetti potrebbe esserci un collegamento con i disordini che
scoppiano quasi quotidianamente laggiù. Dai rapporti che
ci manda la guarnigione stanziata ad Artai sembra che la
popolazione ne gradisca la presenza sempre di meno.”
Natsuki
si voltò verso la compagna.
“Sbaglio
o percepisco una certa aria di disapprovazione nelle tue parole?”
Shizuru
sorrise sorniona. “Come se tu non pensassi lo stesso.”
Natsuki
distolse lo sguardo, affondando le mani nelle tasche della giacca.
“L’avevo detto alle teste dure del Consiglio che imporre a quella
gente delle truppe di occupazione, dopo averne decapitato i vertici
politici, sarebbe stata una mossa da non protrarre sul lungo periodo.
Il governatore vive costantemente sotto scorta armata, e gli attacchi
terroristici contro i nostri soldati si sprecano. Ma d’altronde non
è neppure colpa nostra se quelli di Artai decisero di
dichiarare guerra al mondo intero e se il loro signore ebbe la
brillante idea di far fuori ogni possibile pretendente al trono di
quel paese maledetto.”
“Forse
dovremmo aspettare che i loro figli crescano.”
La
Direttrice sorrise alla compostezza di Shizuru. “È quello
che tutti speriamo. Anche se l’unica candidata ha otto anni, e solo
tra cinque potrà essere legalmente nominata Arciduchessa.”
“Credo
di averla vista in un servizio televisivo. Arashi De Artai, giusto?
L’hai conosciuta?”
“Sì,
e non mi piace per nulla. È una cugina di terzo grado di Nagi
e, come avrai visto, assomiglia talmente a lui da poter essere
scambiata per sua sorella gemella. In più è
innaturalmente manipolativa per la sua età. Non tanto quanto
lo era Nagi, ma c’è evidentemente qualcosa nei tratti
genetici di quella famiglia che li predispone a trattare gli esseri
umani come burattini. È veramente singolare ed inquietate.”
Shizuru
annuì. “Sono d’accordo, c’è qualcosa di strano
nei De Artai, a partire dal loro aspetto. Da questo punto di vista
è un peccato che l’antica tecnologia sia andata perduta. Non
potremo mai curare le malattie dei nostri figli alla radice come
facevano loro.”
“Ne
faccio a meno, grazie. Non dimenticarti che è stata la loro
scienza ad aver creato l’Harmonium.”
“Ma
anche le Otome. Anche se è sistema pieno di falle, come
tu ben sai” ribatté Shizuru.
Le
labbra di Natsuki si tesero, mentre volgeva lo sguardo verso i
relitti degli antichi aeroplani che giacevano abbandonati in
un’ordinata fila di fronte agli hangar. “Fin troppo bene.
Giochiamo con cose di cui non abbiamo una piena conoscenza e questo
mi spaventa” mormorò.
Sentì
la mano di Shizuru sulla spalla. La donna, sua migliore amica ed amante, gliela strinse in un gesto
che era sia amorevole che di sostegno. La Direttrice si girò e la guardò
negli occhi.
“Solo
a te lo posso confessare, Shizuru, ma mentre ero là, per un attimo li
ho invidiati. Vivere in un mondo dove il progresso e la ricerca
scientifica sono liberi potrebbe essere un paradiso.”
“Mi
sembra di sentire parlare Yokho” le fece Shizuru. “Peccato che la
scienza possa diventare un’arma devastante nelle mani sbagliate, e
condurre a scelte dalle conseguenze imprevedibili.”
Natsuki
si strinse le braccia attorno al corpo, mentre un brivido la
scuoteva. “Già. Un po' come aprire porte non sapendo quello
che puoi trovare dall'altra parte.”
'Come
quei maledetti passaggi dimensionali. Avremmo dovuto distruggerli
tutti, ma conoscerne la localizzazione è stato impossibile, dato che tutti i documenti che li riguardavano sono scomparsi. Abbiamo solo potuto occuparci di quei pochi che conoscevamo. Maledizione!'
In
quel momento avvertì un distinto spostamento d'aria, mentre il
terreno vibrava sbilanciandola.
Incrociò
lo sguardo di Shizuru, la cui mano era prontamente corsa alla GEM.
“Credo
siano loro.”
Davanti
a lei, a non più di una cinquantina di passi, l'aria tremolò, come
la superficie di un lago increspata da mille onde, poi fu come se
evaporasse, rivelando quello che il campo di stasi nascondeva.
Natsuki
trattenne il respiro alla vista del veivolo di
Earth. Apparentemente senza peso, atterrò nel silenzio più totale, piegando verso l'alto le
ali. Poi rimase immobile, totalmente fuori posto persino in un luogo deputato a
quel tipo di mezzi; nero e spigoloso, spiccava per la sua aria minacciosa, quando gli altri panciuti veivoli condividevano un'aria di domestica attinenza con quello che li circondava.
“Quello
non è certo qualcosa che gli abitanti di Artai possano aver
cospirato in pochi mesi” sussurrò Shizuru.
Natsuki
non poté fare a meno di annuire, gli occhi fissi sull'alto
timone di coda, dove spiccava il tridente scarlatto simbolo della
Repubblica Occidentale. Si impose di calmarsi, se non le avevano
ancora sparato addosso probabilmente non l’avrebbero più
fatto.
'Non
ricordo di aver visto aeromobili come questo quando sono stata là.
La loro tecnologia deve essere ulteriormente progredita.'
Un’apertura
apparve sul lato dell’aereo, da dove una ripida scaletta venne
calata a terra.
Alla
vista della prima persona che apparve fuori dal mezzo la Direttrice
automaticamente strinse i pugni; di tutte le persone incontrate su
Earth mai avrebbe pensato che proprio Nina Wang sarebbe stata scelta
per un estemporaneo viaggio in un'altra dimensione. Anche se la
ragione le fu chiara quando il secondo membro della delegazione
emerse dall’aereo.
‘Non
te ne separi proprio mai, non è vero, Nagi? E vedo che
esibisce due graziose mitragliette. Cos’è, un tuo regalo per
l’anniversario?’
“L’Arciduca”
sentì Shizuru sibilare.
“Il
Colonnello Nagi De Artai” la corresse Natsuki, imprecando fra sé
e sé.
L’umore
della Direttrice sprofondò ulteriormente quando anche Mashiro De
Windbloom apparve, ma la vera sorpresa Natsuki la ebbe alla vista della
donna che seguiva il Generale.
Vestita
di verde cupo dove gli altri invece portavano divise e leggeri soprabiti
neri, con le mostrine dorate che luccicavano sotto il sole, a
guardarla dall’alto della scaletta c’era Arika Yumemiya, o
quantomeno la sua versione più adulta. Come la giovane Otome
anche la donna portava i capelli legati in trecce, le sue però
erano fissate in un severo chignon in cima alla testa. Gli occhi
avevano un identico colore azzurro intenso, ma mentre quelli
dell’Arika di Earl luccicavano di allegria e intraprendenza,
Natsuki poteva vedere, anche a distanza, che questo paio aveva
un'espressione quantomeno scaltra.
‘D’altronde,
cosa mi aspettavo? Che in quel posto Arika fosse rimasta la stessa?
Però il fatto è curioso, abbiamo qui i vertici della
Repubblica Occidentale al quasi gran completo, e un’emissaria della
Coalizione Est. Di certo, si tratta di qualcosa di grosso.’
Rilassò
il viso e l’atteggiò all'espressione più neutrale
che aveva, nonostante tutto incuriosita circa il motivo della visita.
Li
guardò venire avanti, notando come solo Nagi stesse
apertamente sorridendo, anche se era evidentemente qualcosa che si
era preparato. Giunta ad un paio di passi
davanti a lei Mashiro
si bloccò, gli altri un passo indietro, mentre di fronte a Shizuru si posizionava Nina.
Natsuki non
poté fare a meno di guardarla. Nina le sembrava rilassata ma, rispetto a quando l'aveva salutata, nella sala dei pilastri, la giovane dai capelli neri esibiva un’aria guardinga. Oltretutto, il fatto
che sembrasse l’unica armata o, quanto meno, che fosse l’unica che lo mostrasse apertamente la diceva lunga sul motivo della sua
presenza nel gruppo.
“Sei
stata gentile a venire ad incontrarci, Natsuki di Earl.”
La
voce di Mashiro, cortese ma fredda, la scosse dai suoi pensieri. Natsuki le
fece un rigido cenno con la testa.
“Era
mio dovere in quanto Direttrice del Garderobe.”
“Suppongo
quindi che dovremo passare il tuo esame prima di poter incontrare i
vertici del tuo mondo.”
Natsuki
trattenne un gesto di stizza. “Non giriamoci troppo attorno,
Generale. Non sono esattamente felice di rivedervi. Sinceramente
speravo che i miei rapporti con voi fossero terminati nel momento in
cui ho lasciato Earth. Vorrei sapere cosa ci fate qui e
come siete arrivati, prima di continuare a parlare a tempo perso.”
Un
sorriso distaccato increspò le labbra di Mashiro.
“Questa
è una cosa che ho sempre apprezzato di te, Direttrice. Sai
andare subito al sodo.”
“Lo
devo prendere come un sì?”
Il
Generale scosse la testa. “Affatto. Le cose di cui voglio discutere
interessano sicuramente te, ma anche la Regina di Windbloom, che
desidererei incontrare al più presto possibile.”
“Non
affrettiamo le cose.”
“Vi
prego, Direttrice” le interruppe Arika.
Natsuki
guardò perplessa la donna.
Arika
fece un passo avanti, allungando una mano che Natsuki strinse con
qualche esitazione.
“Permettetemi di presentarmi. Sono il Maggiore Arika Yumemiya, inviata qui
in rappresentanza della Regina Mai Tokiha. Ero molto ansiosa di conoscere la donna che ha messo fine alla guerra.”
A
Natsuki non sfuggì lo sguardo infastidito che Mashiro lanciò
ad Arika, né il tono formale con cui quest'ultima, diversamente dal Generale, si era
rivolta a lei. Chiaramente nella Coalizione Est le usanze erano un
po' diverse rispetto a quelle dell'altra superpotenza.
“Quindi la tregua è stata rispettata?”
“Certo, e con il tempo siamo arrivati ad una pace durevole. Ma sarei lieta di potervi raccontare tutto nel dettagli con calma. A voi, e alla Regina di Windbloom.”
Natsuki
incrociò le braccia al petto, prendendo tempo.
'Che
situazione. Non posso certo farli arrivare davanti a Mashiro senza
avere la minima idea di quello che vogliono da noi. Dubito che vogliano solo fare due chiacchiere sui bei tempi andati.'
“So
quello che stai pensando, Natsuki di Earl.”
Un
improvviso soffio di vento caldo scompigliò i capelli di
Mashiro. La donna se li sistemò dietro le orecchie, perdendo
per un momento l'aria di sufficienza che aveva avuto sino a quel
momento.
“Tu
non sai perché siamo qui e non ti fidi di noi. E io non ti
biasimo, dopo quello che hai passato su Earth. Ma
sappi che quello che vi dobbiamo dire è della massima
importanza. Abbiamo fatto molta strada, e non vorremmo tornare
indietro per niente. Tra l'altro...”
La
donna dai capelli lilla guardò verso il sole, schermandosi gli
occhi con la mano. “Fa veramente caldo qui.”
Natsuki
si costrinse a rilassarsi.
'In
effetti, non è che possiamo stare sotto questo sole per sempre.'
Annuì
lentamente, mentre freneticamente pensava ad una soluzione. Le
sovvenne la più semplice possibile.
“Va
bene” proferì a denti stretti. “Avete modo di comunicare
tra di voi?”
Mashiro
annuì, estraendo una sottile ricetrasmittente dalla tasca.
“Tu
verrai con me. Gli altri che ci seguano pure su quell'affare, ci
vediamo al Garderobe. Tramite Mashiro vi darò istruzioni su
dove atterrare.”
Arika
a quel punto intervenne. “Vengo anch'io con voi.”
“No”
la interruppe Mashiro in tono netto. “Ho bisogno di dire due parole
in privato con la Direttrice. Spero che capirai.”
Qualcosa
di non detto passò tra loro, poi Arika volse lo sguardo verso
Natsuki. “Che non le capiti nulla o vi riterrò personalmente
responsabile, Direttrice.”
A
quelle parole per la prima volta Shizuru si fece avanti. “Non vi dovete preoccupare, su Earl non è nostra abitudine minacciare i
nostri ospiti.”
Natsuki
vide Arika stringere gli occhi, visibilmente irritata, ma la donna
non aggiunse nulla. Nagi invece stava apertamente sorridendo.
Già
abbastanza nervosa per tutto quello che stava succedendo, Natuski
preferì non indagare sul significato di quel ghigno che poteva
indicare qualunque cosa.
Si
girò invece sui tacchi, annuendo a Mashiro. “Andiamocene
allora, abbiamo perso abbastanza tempo. E poi sono ansiosa di sentire
quello che hai da dirci, Mashiro di Earth.”
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Afferrò il
telefono non appena furono entrate in macchina. Con poche parole in
codice comunicò a Sara Gallagher, la prima Colonna del
Garderobe, di preparasi per l'arrivo degli ospiti tanto temuti.
Poi si rivolse a
Mashiro che, non diversamente da una statua di preziosa ceramica, se
ne stava rigidamente seduta davanti a loro, silenziosa e
apparentemente a suo agio.
“Di'
ai tuoi di seguire la mia macchina. Ci fermeremo in uno spiazzo
dietro il Garderobe che le ragazze usano come campo di allenamento,
ma che oggi è deserto. Il pilota può atterrare là.”
“Al
riparo dagli occhi di tutti, scommetto” ribatté il Generale.
“Ovviamente.
Ed oltre a quello ho sospeso le lezioni e ho dato alle
ragazze una giornata libera. Non dovrebbe esserci in giro
praticamente nessuno.”
“Quindi
avevi già pianificato tutto. Sono sorpresa che tu abbia deciso
di riceverci al Garderobe, visto che è il posto dove... tenete ciò che
avete di più prezioso.”
“Per
questo è anche il più sicuro. E poi confido che non ve
ne andrete in giro per il palazzo a rubarci l'argenteria, o sbaglio?”
Mashiro si coprì
la bocca con la mano, come se volesse nascondere un sorriso più
pronunciato.
“Te
l'assicuro, Direttrice, che nessuno di noi possiede le conoscenze
tecniche per sottrarvi detta argenteria. E poi, ai suoi tempi, Nagi
gironzolò parecchio da quelle parti, e ci ha assicurato che a
prima vista non c'è nulla che valga la pena di rubare, tanto
per continuare la metafora.”
Natsuki spalancò
gli occhi, e sentì Shizuru soffocare un'esclamazione.
“Tu
sai di Nagi?”
“Sì.
Ce l'ha rivelato prima di venire qui. ”
“E
la cosa non ha avuto nessuna conseguenza?”
“I
suoi trascorsi su Earl sono una faccenda privata. Per il resto Nagi
De Artai è un rispettabile cittadino di Earth, e per noi non
cambia nulla se è nato su un altro mondo o in una delle città
di confine, come ha sempre sostenuto. E in ogni caso non c'è
modo di provare da dove veramente provenga. Quindi, è come se non
ce l'avesse detto.”
Irritata, Natsuki
corrugò la fronte. “Non ha senso, perché l'avrebbe
fatto allora?”
“Forse
perché stava diventando difficile giustificare ancora le sue
straordinarie conoscenze su questo particolare mondo, e poi...” il
sorriso di Mashiro si fece scaltro. “Non penserai mica che uno come
lui potesse lasciare nelle tue mani l'opportunità di
screditarlo ai nostri occhi, non è vero?”
Natsuki si irrigidì,
colpita da un'improvvisa consapevolezza. “Tu lo ammiri, non è
vero?”
In tutta risposta
Mashiro si prese in mano una ciocca di capelli e nei suoi occhi, per
la prima volta, Natsuki vide passare un'ombra di tristezza. “Non
potrebbe essere diversamente, quando io e lui siamo così
simili. Guardami, Natsuki. Pensi sia stato facile crescere in un
mondo competitivo come quello di Earth con questo aspetto
così innaturale? Da neonata a malapena passai il test, e
quando entrai all'accademia ero la più esile del mio corso,
esattamente come lui. Ho dovuto sopperire con il cervello dove non
arrivava la mia forza fisica, e studiare il doppio degli altri per
compensare le basse valutazioni che avevo nelle prove di resistenza.
Non è un caso che proprio noi due siamo arrivati ai vertici
delle forze armate. Perché abbiamo dovuto diventare molto più
astuti di tutti i nostri compagni. E, da quello che mi ha raccontato
Nagi, la sua infanzia sul vostro pianeta è stata difficile
quanto la mia.”
La Direttrice si
permise una risatina di scherno. “Da quello che ne so io
l'Arciduca fu talmente viziato dai suoi genitori, ed abituato ad
ottenere tutto quello che desiderava fin dalla più tenera età,
che a quindici anni decise di avere il mondo intero come giocattolo.
Ma forse Nagi adatta le sue bugie a chi si trova davanti. Certo che
né tu né lui sembrate molto gracili, ora.”
I suoi occhi, allenati
ad esaminare le potenziali reclute del Garderobe, si posarono critici
sulle mani del Generale, dalle vene leggermente in rilievo, indizio
di un'intensa attività fisica. La donna non era sicuramente un
fascio di muscoli, ma sembrava pronta a scattare da un momento
all'altro, e Natsuki non aveva dubbi che quelle mani avessero tutta
la forza necessaria, e l'abilità, per strangolare un uomo.
'Non
devo mai dimenticarmi che lei, tanto quanto me, è una
guerriera prima che un politico. Tutti loro lo sono. Meglio
approntare una squadra che li segua sempre e dovunque.'
“Lo
prendo come un complimento, Natsuki di Earl” le stava dicendo
Mashiro. “Comunque ti assicuro che vitamine e ormoni
fanno miracoli per i bambini con problemi di crescita. Sempre che abbiano la possibilità di
accedere a queste cure.”
“Non
ne ho mai dubitato” Natsuki ammise riluttante, riconoscendo la
frecciata rivolta al suo mondo, ma preferendo non innescare
un'inutile schermaglia verbale quando aveva ben altro da chiarire con
la donna.
'Bene, Nagi le avrà
raccontato che affamiamo i nostri bambini e impediamo l'uso
della tecnologia. Chissà che bella opinione che ha di noi.'
Natsuki scoccò
un'occhiata fuori dal finestrino. Non poteva vedere l'aereo di Earth
ma sapeva che era da qualche parte là fuori, e il pensiero era
vagamente preoccupante. Anche se lei non aveva visto nessuna arma
fissata all'elegante scafo, non aveva dubbi che all'occorrenza
sarebbero apparse.
'Come se la scienza semplicemente alleviasse i problemi del genere
umano e non creasse anche diavolerie come quello. E come avranno fatto a portarlo fin qui? Da quello che ci raccontò
Nao il portale di Artai sembrava essere grande abbastanza per far
passare una cosa del genere, ma la squadra che mandammo sul posto
riferì che le tutta la struttura era stata distrutta da Yuna.
E questa non è l'unica stranezza che mi dovranno chiarire.'
Natsuki fissò il
volto levigato di Mashiro. La donna non sembrava invecchiata di un
giorno da quando lei aveva lasciato Earth.
Inalberando
un sorriso un po' più convinto, la Direttrice decise di
chiedere qualcosa di inoffensivo.
“Avevo
già notato come voi di Earth portiate gli anni in maniera
eccellente, ma sono comunque impressionata. Da quello che mi era
stato detto dal Generale Viola voi in questo momento dovreste arrivare da
dieci anni nel futuro rispetto al piano temporale che visitai io.”
“In
realtà sono solo due. Grazie alle risorse congiunte delle due
coalizioni siamo riusciti a perfezionare la tecnologia dei macchinari
che controllano le porte, e ora possiamo esattamente predeterminare
il luogo e il tempo dell'arrivo. Suppongo che anche per questo il
nostro mondo ti dovrebbe ringraziare, Direttrice.”
Uno
sguardo di sbieco verso la lussureggiante foresta che scorreva fuori
dal finestrino sfuggì al perenne controllo di Mashiro e, a
quel gesto, Natsuki non poté fare a meno di stringere
convulsamente le mani in grembo. Perché gli occhi verdi del
Generale avevano assunto per una frazione di secondo un'aria
decisamente bramosa.
'Se
non fosse stato per il mio intervento si sarebbero distrutti a
vicenda, invece eccoli qui, padroni di andare ovunque vogliono,
avanti ed indietro, nello spazio e nel tempo.'
“Non
ci credo che non ci sia un qualsivoglia limite” disse, in cerca di
rassicurazione.
Che
Mashiro non sembrò volerle dare. Il Generale alzò
leggermente le spalle. “Solo quello dato dall'inopportunità
di giocare con eventi che potrebbero influenzare il nostro stesso
universo.”
“Quindi
le porte non si possono usare per viaggiare nel passato o nel futuro
del proprio mondo?”
“No.
All'interno dello stesso piano temporale apparentemente possono solo
dislocare persone e oggetti nello spazio.”
'Non
male come sistema di sicurezza. Ma sono certa che ci sia
qualcos'altro che non mi stai dicendo.'
Sorrise
a denti stretti, notando con la coda dell'occhio che Shizuru stava
palesemente fissando Mashiro.
'Ti
sembra strano, vero? E posso solo immaginare quando la vedremo
insieme alla sua controparte. Spero che non succeda un disastro,
considerato il caratterino della nostra giovane Regina.'
Il pensiero
dell'incontro la portò a considerare un problema sul quale,
fino a quel momento, non aveva ancora riflettuto.
'Arika
sarà abbastanza sorpresa di trovarsi davanti il suo doppio
che, da quel poco che ho visto, sembra un osso duro, a differenza di
lei. Ma come finirà con Nina? Ancora non ci credo che possa
essere uscita sana di mente dagli eventi di quattro anni fa, ma come
reagirà davanti a quella donna? La Nina di Earth ha coronato
il suo sogno d'amore con Sergay, e...'
Natsuki
deglutì dolorosamente.
'È l'amante di Nagi. Lei è tutto quello che Nina non ha
potuto essere o che, grazie alla Fondatrice, non è diventata. Forse
avrei dovuto dirglielo, ma non ce n'è stato il tempo. E poi,
come avrei potuto prevedere la sua presenza?'
Le piante si diradarono
e Natsuki intravide, dietro ad una curva, la familiare struttura del
Garderobe.
'In
ogni caso ora è troppo tardi. Questa giornata si sta rivelando
sempre più difficile'
pensò con una punta di disperazione. Cercò lo sguardo
di Shizuru, e l'amica non mancò di farle un cenno di sostegno.
Lo apprezzò anche se, mentre solitamente con lei al suo fianco
tutto le era sempre sembrato possibile, questa volta l'inesplicabile
sensazione di paura che le attanagliava lo stomaco non si dileguò.
'Ci
siamo perse in chiacchiere, ma il perché sono qui non me l'ha
ancora rivelato. E deve essere qualcosa di veramente grave se ha
portato su Earl addirittura la massima carica della Repubblica
Occidentale.'
Natsuki
dovette resistere alla tentazione di urlare di frustrazione. Perché
se c'era una cosa che odiava più del non essere in controllo
di quello che accadeva attorno a lei, erano i segreti e le mezze
verità.