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Autore: lightoftheday    23/09/2004    2 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altro capitolo mazzata… sigh!

Buona lettura, Mandy

 

Capitolo 31

Amare prese di coscienza

 

Probabilmente è proprio nel momento in cui si tocca la punta massima di confusione che le cose si fanno chiare; tuttavia a volte, invece di tentare di fare chiarezza, si finisce per accantonare i problemi, come se fossero patate fin troppo bollenti da tenere in mano.

Dopo la notte del compleanno di Jennifer, Dominic non aveva cercato per l’appunto di fare chiarezza. La mattina dopo era stato profondamente infastidito dal senso di colpa che l’aveva colpito la notte precedente, tanto che si era svegliato di pessimo umore. Aveva sbagliato, va bene, aveva dato una cosa per scontata quando scontata non lo era affatto, ma non era proprio il caso di starci così male.

Anche con Jennifer era stato un po’ scostante, le aveva dato un paio di risposte decisamente poco educate quella mattina, tanto che era stata lei stessa a chiedergli, non nel solito modo gentile che usava sempre, cosa gli stesse prendendo.

Anche se sapeva benissimo che aveva ragione lei, Dominic si era ancora più innervosito, come se si aspettasse che Jennifer fosse nella posizione di dover accettare qualsiasi suo stato d’animo senza battere ciglio. Per prima cosa era rimasto per un attimo stupito dal tono che aveva usato con lui, come se non riuscisse ad accettare che Jennifer per una volta facesse valere con forza le sue ragioni: non l’aveva mai vista rivolgersi né a lui né a nessun altro così. Solo dopo essersi soffermato su questo particolare era riuscito a chiederle scusa. Non perché non l’avrebbe fatto altrimenti, di fatto non era un maleducato e non lo era mai stato, ma non erano state poi così sentite le sue scuse. Per risolvere il problema alla radice aveva visto di eclissarsi in fretta da casa sua, con l’intento di non tornarci per un bel po’.

Una cosa era certa: l’idillio cominciava a rompersi. Fino a pochi giorni prima, passare una notte con Jennifer significava raggiungere una tranquillità insperata, stare bene. Improvvisamente non era stato più così, era come se qualcosa si fosse irrimediabilmente rotto e non si potesse riparare.

Dall’altra parte, come già precedentemente aveva pensato altre volte, non aveva intenzione di troncare con lei, non voleva e probabilmente non poteva proprio farlo. Questa era forse la cosa che lo infastidiva di più, il fatto che, fin dalle prime volte in cui aveva cominciato a vederla, aveva cominciato a farsi mille domande. Ogni singola volta che si vedevano dopo, sistematicamente, si autosottoponeva ad una seduta di psicanalisi personalizzata interrogandosi sui significati che quegli incontri avevano avuto.

Per la miseria, era questo che voleva? No, la sua massima aspirazione sicuramente non era farsi una sega mentale ogni volta, quello che voleva era non avere problemi di alcun genere. La storia con Jennifer incominciava a procurargliene, forse era arrivata davvero l’ora di troncare. Il problema principale era che non sapeva come, proprio perché lui non sarebbe mai stato in grado di dirle è finita.

 

Per Jennifer quella mattina era stata decisamente significativa, per un motivo essenzialmente. Se fino a quel momento Dominic con lei era sempre stato estremamente gentile e corretto, almeno all’apparenza, quella volta era stato diverso. Non si riferiva tanto al modo scostante in cui si era posto, aveva letto quella volta nei suoi gesti non la sua solita spossatezza che spariva quando stavano insieme, ci aveva letto una stanchezza di cui lei era la causa.

Le era preso il panico, ma questo non significava di certo che avrebbe lasciato che Dominic le mancasse di rispetto, non appena si era presentata l’occasione gli aveva fatto notare che non era carino comportarsi così: la reazione di lui era stata quella di chiederle scusa per poi andarsene di corsa, come se lo stessero inseguendo.

Jennifer a quel punto avrebbe voluto fargli almeno mille domande diverse, prima fra tutte gli avrebbe voluto chiedere cosa rappresentava lei nella sua vita. Loro due erano o non erano una coppia?

Dopo quello che era successo quella mattina, Jennifer poteva rispondersi tranquillamente da sola che forse no, non lo erano. Peccato che in mille altre occasioni Dominic si fosse atteggiato con lei come se lo fossero, questo la metteva profondamente di cattivo umore se solo ci pensava.

Uscendo per andare a lavorare si era rimessa la coccinella che lui le aveva regalato la notte precedente, non sapeva nemmeno perché l’aveva fatto, forse per un sano senso di masochismo, dato che ci aveva giocato distrattamente per tutto il tempo al lavoro, e che ogni volta che si accorgeva razionalmente che lo stava facendo ricominciava a pensare a quella situazione.

L’aveva notata anche Patricia mentre pranzavano, Jennifer le raccontò sommariamente quello che era successo la notte precedente, omettendo volutamente quello che era successo la mattina; Patricia non commentò e lei le era stata grata per non aver continuato quel discorso. Appena era stata in ufficio se l’era tolta con un moto di stizza e l’aveva messa in un cassetto della sua scrivania.

La verità è che s’innamorava sempre delle persone sbagliate, questo era il punto focale della situazione. Come le fosse saltato in testa di farsi coinvolgere fino a quel punto da Dominic proprio non lo sapeva, e ormai il danno era fatto. In quel momento era arrabbiata, un po’ delusa, ma sapeva benissimo che già Dominic cominciava a mancarle, in pochi giorni avrebbe dimenticato tutto e tutto quello che avrebbe voluto sarebbe stato passare del tempo con lui.

Nei giorni successivi infatti era proprio questo che era successo: Jennifer era stata arrabbiata per non più di un paio di giorni, dopo di che aveva cominciato a sentire la sua mancanza; la semplice mancanza aveva fatto in tempo a diventare un bisogno reale, dato che lui non si era fatto sentire.

Arrivata al sabato successivo era stata lei a chiamarlo. Aveva aspettato almeno le undici del mattino per farlo, per paura di svegliarlo nel caso che la notte precedente avesse fatto tardi. Effettivamente quando le aveva risposto le era sembrato leggermente assonnato.

- Pronto…- aveva risposto lui dall’altra parte, era evidente che non aveva guardato nemmeno chi lo stesse chiamando, dato che sembrava non avere la benché minima idea di con chi stava parlando.

- Dominic, ciao, sono…-

- Jenny, ciao…- non le aveva fatto finire la frase. - Che bello sentirti.- aveva concluso.

Jennifer sentendo quelle parole e il tono in cui le aveva pronunciate si era rincuorata molto.

- Come stai?- gli aveva chiesto.

- Un po’ stanco, questa settimana è stata piuttosto piena.- le aveva detto.

In effetti aveva avuto vari impegni che l’avevano tenuto occupato per parecchio, se in più si aggiungevano al lavoro anche le varie uscite di piacere che si era concesso per dimostrare a se stesso che era un uomo libero, si poteva ben dire che fosse abbastanza provato. Quello che Jennifer non poteva sapere era che, in quel preciso momento, mentre stavano parlando, Dominic si era alzato in fretta dal letto, dato che non ci aveva dormito da solo. Cleo gli aveva telefonato la sera prima dicendogli che era appena arrivata a Los Angeles e che voleva vederlo, lui non se l’era fatto ripetere due volte. Quella volta erano finiti a casa sua, era strano ma non gli era seccato svegliarsi con lei, non per lei in particolare, non gli era seccato ritrovarsi in compagnia piuttosto. Per non svegliarla era uscito di fretta dalla stanza.

- Tu invece?- le aveva chiesto.

- Abbastanza bene, a parte il fatto che mi sei mancato un po’.- aveva fatto una pausa, quasi aspettandosi che lui dicesse qualcosa, dato che non l’aveva fatto era stata lei a fare una proposta. - Ti va se ci vediamo? Potresti venire a pranzo da me se ti va.-

- Oggi è meglio di no Jenny, oltre ad essere stanco non sto nemmeno tanto bene, ho bisogno di riposarmi. Magari domani, che ne dici?-

- Va bene, vada per domani.- gli aveva risposto lei, un po’ delusa.

- Credimi, mi dispiace, andrebbe anche a me di vederti, ma oggi è proprio una giornataccia. Giuro che domani ti telefono e magari passiamo la giornata insieme, andiamo da qualche parte, poi abbiamo tutto il tempo di decidere insieme dove.- aveva aggiunto Dominic che aveva colto quella delusione dalle parole di lei.

Quello che le aveva detto era vero, anche a lui andava di vederla, ma per farlo non poteva di certo mandare via Cleo da casa sua dicendole che aveva degli impegni. Si erano salutati non appena le aveva assicurato nuovamente che l’avrebbe chiamata il giorno successivo, tuttavia Jennifer non aveva nessuna intenzione di accontentarsi di quello. Aveva voglia di vederlo, per di più, se non stava bene, aveva pensato che potesse avere bisogno di lei in quel momento.

Era uscita e aveva fatto la spesa, come faceva tutti i sabati mattina, era tornata a casa solo per riporre quella che aveva fatto per sé, aveva lasciato integro solo un sacchetto nel quale aveva messo delle cose che le servivano per mettere in atto quello che aveva pensato.

Lui l’aveva fatto di presentarsi a casa sua improvvisamente, pensò che una sorpresa poteva fargliela anche lei per una volta.

Immaginava di arrivare là e che le avrebbe detto qualcosa del tipo Sono venuta ad occuparmi di te, o una stupidaggine simile, che lui le avrebbe sorriso sulla porta e che l’avrebbe fatta entrare, che avrebbero passato la giornata insieme e che sarebbero stati bene.

Jennifer aveva parcheggiato in strada, poi si era avvicinata al cancello e aveva visto che era solo accostato. Si chiese come mai, ma non che la cosa avesse una grande importanza. Si era avviata alla porta di casa e aveva suonato il campanello. Il suo sorriso si era spento immediatamente nel vedere che ad aprirle la porta era stata una donna, che aveva tutta l’aria di aver dormito lì.

La sorpresa era stata decisamente grossa, Jennifer impiegò qualche secondo per proferire parola. Si era persa ad osservare la donna che aveva davanti: era molto bella, poteva avere un’età che andava dai venticinque ai trent’anni, bionda, più alta di lei.

- Mi dica.- le aveva detto Cleo, vedendo che non parlava.

Il fatto di aver trovato una donna che dava tutta l’idea di essersi alzata da un letto da poco più di cinque minuti in casa di Dominic, non significava necessariamente che tra lui e questa donna ci fosse stato del sesso, ma Jennifer sapeva anche bene che era una prova molto ben definita. Cercando di mantenere la calma e, soprattutto la dignità, le rispose.

- Stavo cercando Dominic.- le aveva detto.

L’altra l’aveva guardata incuriosita dopo che le aveva detto così, intanto Dominic era sceso, dato che aveva sentito anche lui il campanello. Non aveva fatto in tempo a chiedere chi fosse, aveva scorto la figura di Jennifer e si era fermato a metà delle scale. Aveva come l’impressione che il sangue nelle vene gli si stesse gelando. 

Cleo si era girata sentendolo scendere, dicendogli semplicemente:- Dom, ti cercano.-

Aveva continuato a stare fermo, Jennifer gli aveva rivolto un sorriso tirato.

- Sono passata a vedere come stai, mi pare che tu stia abbastanza bene dopo tutto.- aveva detto decisa.

Cleo, dal tono che Jennifer aveva usato, intuì che quella donna che gli stava davanti non era passata lì tanto per caso. Improvvisamente si sentì decisamente di troppo, si allontanò dalla porta lasciandola aperta, Jennifer fece un passo avanti entrando in casa di Dominic. Era scossa, si sentiva malissimo, ma non voleva andarsene senza aver sentito cosa lui avrebbe avuto da dirle in proposito.

Dominic aveva cercato di scuotersi e aveva sceso le scale, le aveva sorriso, ma anche il suo di sorriso era piuttosto tirato, preoccupato forse sarebbe stato meglio dire.

- In effetti sono solo un po’ stanco, non sto propriamente male…-

- Non stento a crederci che sei stanco.- gli aveva risposto Jennifer.

Dominic aveva deglutito nervosamente.- Entra, che stai a fare sulla porta.- le aveva detto non sapendo che fare, quindi aveva indicato Cleo che fingeva indifferenza non lontana da loro. - Lei è Cleo, una mia amica. Cleo, lei è Jennifer.-

Cleo lo aveva fulminato con lo sguardo, tuttavia aveva alzato la mano verso Jennifer e le aveva fatto un gesto di saluto, dicendole tanto piacere. Era imbarazzata e non poco anche lei dalla situazione, Jennifer gliel'aveva letto in faccia.

- No, non credo che entrerò. Piacere mio, Cleo.- Detto questo si era girata e si era allontanata. Non che si fosse guardata indietro mentre tornava a passo spedito verso la sua auto, ma almeno si aspettava che Dominic avesse provato a dirle qualcosa, almeno che le avesse mentito dicendole quelle frasi banali tipo non è come pensi. Nemmeno quello aveva fatto, aveva richiuso la porta e aveva lasciato che se ne andasse.

 

Almeno fino a che si era tenuta occupata in qualcosa aveva resistito. Dopo aver parcheggiato sotto a casa sua era rientrata, aveva finito di rimettere a posto la spesa e si era tenuta occupata in qualsiasi cosa la casa le avesse fornito per raggiungere il suo scopo: aveva rimesso in ordine in modo maniacale il soggiorno, si era messa quindi a lucidare tutte le finestre, non contenta si era messa a spolverare tutti i soprammobili del soggiorno, per poi passare alla sua stanza.

Aveva staccato il telefono e spento il cellulare, non voleva che nessuno per il momento la cercasse, la radio accesa la stava distraendo, ma dopo un po’ le lacrime erano uscite da sole, senza nemmeno fare rumore. Quasi non se n’era accorta da principio che aveva cominciato a piangere, ma dopo un po’ aveva dovuto prendere atto delle sue debolezze e di quello che aveva visto, che quella volta non era affatto equivocabile. Si era seduta sul divano per un momento.

Sploffy era stato attirato da quella situazione e si era avvicinato, con un balzo era salito sul divano. Jennifer non l’aveva visto, si teneva le mani sul viso, per attirare la sua attenzione il gatto le aveva appoggiato una zampetta su una coscia; lì per lì si era leggermente spaventata, si era tolta le mani da davanti agli occhi e si era trovata davanti Sploffy che la guardava, il micio le aveva offerto un miao d’incoraggiamento. Spontaneamente gli aveva sorriso e l’aveva accarezzato, Sploffy gli era salito sulle ginocchia incominciando rumorosamente a fare le fusa.

- Certo che ti manca solo la parola, eh Sploffy?- gli aveva detto Jennifer continuando ad accarezzargli la testa.

Se ancora aveva dei dubbi su quello che legava lei e Dominic, adesso non era più plausibile averne, solo che non riusciva a spiegarsi com’è che lui le avesse fatto credere per tutto quel tempo che ci potesse essere un legame profondo tra loro. Questo era quello che le faceva male, essere stata presa in giro: Dominic avrebbe potuto essere più sincero e farle capire che si stava solo divertendo, che non era importante per lui, almeno non si sarebbe fatta coinvolgere in quel modo.

Si era asciugata il viso subito, versare lacrime per quello proprio non aveva senso. Era uno stronzo. L’ennesimo stronzo, purtroppo per lei.

Si era truccata nuovamente e aveva fatto per uscire, una passeggiata non le avrebbe fatto che bene.

 

Non appena Dominic aveva visto Jennifer andare via non aveva saputo che fare. Forse era la risposta che aspettava dall’alto per risolvere quel problema: lui non era in grado di piantarla, così era intervenuto il destino a creare quella situazione. Ma c’era qualcosa che non andava, perché in verità Dominic non era molto soddisfatto di quello che era successo. Era rimasto fermo un momento davanti alla porta dopo averla richiusa, poi la voce di Cleo l’aveva richiamato alla realtà.

- I miei complimenti.- gli aveva detto.

Dominic si era girato e l’aveva guardata senza proferire parola, ma decisamente infastidito per via del tono che aveva usato.

- Voi uomini siete tutti uguali, e non è un luogo comune.- aveva continuato Cleo, - Hai fatto davvero una figura patetica a dirle che sono una tua amica. Per di più m’infastidisce che tu mi abbia fatto fare questa figuraccia. Insomma, se hai una donna affari tuoi, la coscienza è la tua, ma potevi fare almeno in modo di non farci incontrare.- aveva concluso piuttosto stizzita.

Dominic l’aveva guardata gelido, aveva aspettato un secondo prima di risponderle. - Si può sapere che vuoi da me? Che ci fai ancora qui, perché parli? Chi ti credi di essere per giudicarmi?-

Cleo aveva riso:- Come chi mi credo di essere, una tua amica!- aveva detto. Dopo qualche secondo l’aveva guardato gelida anche lei. - Comunque non preoccuparti, mi tolgo immediatamente da casa tua, dato che la cosa ti disturba tanto. E tanto per chiarire un paio di cose, se mi tiri nel mezzo ai tuoi casini è ovvio che mi metto a giudicare.-

Era salita al piano di sopra per tornare dopo poco pronta per andarsene, si era avviata alla porta e Dominic non aveva fatto nemmeno per salutarla, del resto non gli importava proprio niente di lei. A quel punto era veramente infastidito dalla sua presenza e non vedeva l’ora di togliersela da casa.

Quando se n’era andata si era soffermato a riflettere un momento. Certo che quella poteva essere la rottura definitiva con Jennifer, ma il pensiero che lo considerasse male per quello che aveva visto si stava facendo sentire più forte del sollievo che ipoteticamente avrebbe dovuto provare.

Aveva preso il telefono e aveva provato a rintracciarla, era irraggiungibile. Anche a casa il telefono dava occupato, aveva provato diverse volte a chiamarla ma non c’era stato modo di contattarla.

Fermo ad aspettare che si decidesse a farsi rintracciare non riusciva a starci, per di più sarebbe stato molto meglio che ci parlasse di persona. Si era vestito ed era uscito, quando era arrivato sotto casa di Jennifer aveva fatto appena in tempo a parcheggiare e ad uscire dalla sua auto che l’aveva vista allontanarsi dal palazzo. L’aveva chiamata, ma lei non l’aveva sentito, per raggiungerla aveva dovuto fare una corsa verso di lei, che non aveva comunque sembrato gradire la sua presenza lì.

Non aveva pensato a cosa avrebbe dovuto dirle, aveva agito d’impulso e adesso che si ritrovava davanti a lei non sapeva che fare. Si era sentito uno stupido, non sapeva nemmeno che linea prendere, se negare l’evidenza o se dirle la verità. Una cosa era certa, negare l’evidenza sarebbe stato come trattarla come una cretina, e lui non voleva darle quell’impressione.

- Mi dispiace per quello che hai visto.- le aveva detto subito.

- Credimi, mai quando è dispiaciuto a me averlo visto.- aveva risposto lei. 

- Possiamo parlarne, se vuoi.-

Jennifer l’aveva guardato piuttosto male per un secondo, poi aveva girato la testa verso sinistra e aveva sorriso nervosamente. - Parlare di cosa, Dominic? Di cosa vuoi parlare?-

- Di quello che ti pare, solo che non voglio che questa cosa finisca qui.-

- Questa cosa, la chiami. Appunto, per te è una cosa! Sei incredibile, davvero!-

In quel momento erano passate delle persone sul marciapiede che gli avevano guardati incuriositi, Dominic si era sentito un po’ in imbarazzo, per di più aveva paura che lo potessero riconoscere, di scatto si era girato dando le spalle ai passanti, Jennifer aveva intuito il motivo.

Si era incamminata verso casa sua senza aggiungere niente, Dominic l’aveva seguita.

   
 
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