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Autore: xzaynsmeches    07/07/2013    7 recensioni
E se Harry frequentasse l'Università?
E se fosse pazzamente innamorato del suo professore?
E se il suo professore fosse proprio Louis?
(attention: Larry on stage)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Solo una settimana dopo la rottura tra Harry e Louis, Liam riuscì a convincere il riccio ad alzarsi, darsi una lavata e tornare all’Università. Perché, insomma, ‘Harry, non vuoi passare l’esame finale?’ e allora il più piccolo si era alzato a fatica e si era diretto stancamente verso il bagno, mentre Liam preparava, come di abitudine negli ultimi sette giorni, la colazione per entrambi. Negli ultimi giorni il castano era diventato per Harry essenziale come l’ossigeno, per questo il riccio non vedeva il suo appartamento da circa.. una settimana? La casa di Liam era diventata anche la sua. Dopotutto la scelta era: Liam o la depressione. E Harry  era più che convinto di aver fatto la scelta giusta. Inoltre, quando stava con lui, Louis spariva per un po’ dalla sua testa, e con lui tutto il dolore che provava. In effetti stava peggio di quello che dava a vedere, ma con Liam.. oh Liam era tutta un’altra storia. Lui lo coccolava, lo portava fuori, lo teneva per mano senza temere gli sguardi della gente e la sera prima, mentre passeggiavano per Londra
‘Harry tu mi piaci. Non voglio cercare di nascondertelo anche perché, beh..’ era arrossito e aveva abbassato lo sguardo sulle punte delle sue scarpe.
‘..credo sia abbastanza evidente. E so che hai appena rotto con Louis, che è lui che vuoi e non me e tutto il resto, e non voglio fare mosse affrettate, ma io sono qua. Non vado da nessuna parte e ti aspetterò.’ aveva affermato poi convinto, rialzando lo sguardo e puntandolo dritto nelle gemme verdi di Harry. Il riccio a quel punto l’aveva stretto in un abbraccio che era durato forse fin troppo, lasciandolo senza respiro.


Ora Harry si coccolava tra i ricordi della sera prima mentre, berretto blu calato sui ricci e tracolla sulla spalla, camminava verso l’Università, cercando di non pensare a Louis. Andò a sbattere contro almeno dieci studenti lungo i corridoi, nell’intento di tenere lo sguardo a terra per non incrociare nemmeno per errore i suoi occhi. Quel posto e tutti i ricordi che portavano lo ferivano già abbastanza. Così, quando entrò in classe, salutò il suo vicino Josh con un
‘Hey, mi sono perso qualcosa?’ con sguardo spento e la voce più roca del solito.
‘Niente di che’ affermò lui con la solita timidezza, spostando poi lo sguardo.

-Bene Harry, la vita è la stessa per tutti, con o senza di te- la sua coscienza era crudele ultimamente, davvero.

Quando sentì la porta sbattere per l’ennesima volta non capì chi effettivamente era finchè
‘Buongiorno’ sentì biascicare. E quella voce, dio quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille. Ma perché era così.. morta? Spenta?
-Non alzare lo sguardo Harry, non farlo.-
Nonostante volesse farlo con tutto sé stesso, tenne gli occhi fissi sul suo banco.
Il suo professore cominciò a fare il solito, inutile, fottuto appello, finchè
‘Harry Styles’ chiese annoiato e sconsolato, sapendo che non ci sarebbe stato nemmeno oggi, come negli ultimi sette giorni.
‘Presente’ affermò invece il riccio, facendo alzare lo sguardo di Louis. Allora alzò anche lui gli occhi, non potendone fare a meno, e fu di nuovo verde nell’azzurro, come la prima volta in cui Louis entrò in quella classe.
‘Harry’ mormorò lui a bassa voce, quasi scioccato dalla sua presenza. Quando vide gli sguardi di tutti gli studenti su di lui, probabilmente perché si era bloccato con la bocca semiaperta e una mano a mezz’aria, continuò con l’appello, fissando però solo Harry, fino a che non fu il riccio a distogliere lo sguardo sconsolato.


Questa volta fu Harry a sentire uno sguardo puntato su di sè per l’intera mattinata, e quello sguardo era ovviamente di Louis. Lo aveva fissato per tutto il tempo, con lo sguardo di chi ha appena visto un fantasma o peggio, come a convincersi che il riccio fosse davvero lì, davanti a lui.
Quando la campanella suonò, forse per la prima volta da quando era all’Università Harry uscì per primo dall’aula avviandosi di fretta all’esterno. Non poteva sopportare oltre quella situazione. Appena Louis lo realizzò quasi gli corse dietro, affrettandosi lungo i corridoi tra gli sguardi perplessi degli studenti, per raggiungere il riccio all’esterno. Aveva appena superato il portone principale, uscendo all’esterno, e
‘Harry’ aveva urlato appena, tutto affannato per la corsa nei corridoi e senza fiato, senza nemmeno un discorso sensato in testa da esporgli, solo più scuse di quante ne avesse mai dette.
Il riccio aveva appena visto Liam venirgli in contro con un sorriso dolce stampato sulle labbra, quando sentendo quella voce chiamarlo, si voltò e vide Louis a pochi metri da lui. Allora la rabbia e il rancore presero il sopravvento, e non ci fu più tempo per il buon senso o il rimorso, solo un’immensa voglia di farla pagare a Louis per tutto il dolore che aveva provocato nella sua vita nell’ultimo periodo. Per questo, sapendo che il suo professore lo stava ancora fissando, percorse a grandi falcate lo spazio che lo divideva da Liam e lo baciò con foga.
Gli occhi di Louis spalancati, il cuore a pezzi, le braccia abbandonate lungo il busto, sulle labbra un urlo di disperazione, ma non la forza di lanciarlo. Se l’intento era ferire Louis (ed era quello) Harry ci era riuscito meglio di quanto pensasse.
Liam, d’altra parte, inconsapevole che il riccio lo stesse usando per ferire il suo professore, si affrettò a ricambiare il bacio. Era stupito, certo, ma in fondo non aspettava altro, no?
‘H-Harry’ sussurrò in imbarazzo quando il riccio si staccò.
‘Andiamo?’ chiese solo lui con un sorriso soddisfatto in viso, prendendogli la mano e voltandosi, solo dopo essersi girato impercettibilmente per osservare compiaciuto l’espressione di Louis.

-E’ davvero questo quello che volevi, Harry?-
Certo che lo è, stupida coscienza.

Era ormai notte fonda quando il riccio sentì la porta di quella che ormai poteva considerare casa sua sbattere, e Liam sussurrare un ‘cazzo’, evidentemente preoccupato di averlo svegliato. Un pensiero carino, pensò Harry, tipico del castano. Ma non era necessario: non era riuscito a chiudere occhio. Appena lo faceva rivedeva l’espressione di Louis. I suoi occhi, visibilmente stanchi, spalancati, ghiacciati, sull’orlo delle lacrime. La sua bocca semiaperta, quasi a voler urlare di disperazione. Il suo corpo, fermo, immobile,freddo. E ora si chiedeva se era davvero quello il risultato che voleva ottenere, se voleva vederlo ridotto in quello stato, se voleva vederlo soffrire come stava soffrendo lui. E se davvero già lo stesse facendo? Se davvero avesse tenuto a lui? ‘Impossibile’ si costrinse a pensa scuotendo la testa, forse per allontanare il senso di colpa. Poi sentì il materasso abbassarsi e il corpo di Liam adagiarsi accanto al suo.
‘Hey’ biascicò con voce assonnata.
‘Piccolo, sei sveglio’ affermò leggermente sorpreso. Dopotutto erano circa le quattro della mattina.
‘Non.. riuscivo a dormire’ sussurrò, sperando che Liam non sentisse, altrimenti gli avrebbe chiesto il motivo.
‘Mh?’ chiese. Per una volta la fortuna aveva girato dalla parte di Harry.
‘Liam io.. a proposito di oggi, del bacio..’ cominciò farfugliando.
‘E’ stato stupendo.’ lo interruppe Liam convinto, girandosi verso di lui per guardarlo negli occhi.
‘Era da anni che non mi sentivo così e io.. Harry quando sono con te mi sento al posto giusto. Davvero, non so che mi hai fatto ma.. Dio non riesco a spiegarmelo’ continuò con enfasi.
Fantastico, questo rendeva le cose ancora più complicate. Se anche per un secondo aveva pensato di poter ammettere a Liam- l’unico in grado di capirlo- la verità, si era sbagliato. Come poteva dirgli ‘Hey Liam, senti il bacio di oggi, ecco.. io ho visto Louis dietro di noi e volendolo veder soffrire come merita ti ho baciato, usandoti solo per farlo ingelosire’? Era assolutamente fuori discussione. Avrebbe davvero voluto sentire, mentre baciava Liam, almeno una delle farfalle che gli affollavano lo stomaco quando era anche solo in presenza di Louis. Ma nulla. Niente gambe molli, niente fuochi d’artificio, nulla.
Così, era mentre cercava qualcosa di sensato da dire, che fu il suo cellulare –benedetto cellulare!- a salvarlo.
‘Rispondi’ sorrise Liam tranquillo. Harry sorrise di rimando e afferrò il cellulare.

Numero sconosciuto.

‘Pronto?’ chiese.
‘Harry? Harry Styles?’ chiese una voce che appariva affannata e preoccupata allo stesso tempo.
‘S-si, sono io, chi parla?’ chiese sempre più curioso.
‘Niall, Niall Horan, un amico di Louis’ disse con un accento irlandese marcato. Aveva già sentito quella voce, ma dove?
‘Senti, non vo-’ cominciò già il riccio, ma fu subito interrotto.
‘Ti prego, si tratta di Louis. E’ stato.. l’hanno investito, io-’ affermò in lacrime.
‘Investito?! S-su, n-non è divertente’ balbetto.
Silenzio.
‘Dimmi che è uno scherzo! Dimmi che è un fottutissimo scherzo, dimmelo!’ gridò, sull’orlo di una crisi nervosa, sentendo le prime lacrime calde bagnargli le guance.
‘I-io’ parole disconnesse, singhiozzi. Niall non riusciva nemmeno ad assestare una frase sensata.
‘Dov’è adesso? Dimmi dove cazzo l’hanno portato!’ urlò disperato.
‘Guy’s Hospital, ti prego fa presto, lui ha bisogno di t-’ non lo lasciò finire che riattaccò, prendendo la giacca e avviandosi all’uscita.
Intanto Liam, che aveva osservato la scena in silenzio, capendo ben poco, parlò
‘Piccolo, che sta succedendo?’ chiese preoccupato.
‘Prendo la tua macchina, non aspettarmi sveglio’ affermò freddo il riccio uscendo.
‘Harry che dici? Non hai nemmeno la patente, non puoi-’ si bloccò quando sentì la porta sbattere. Harry era fottutamente testardo. Non gli restava altro che sedersi ed aspettare.


***

Aveva guidato fino all’ospedale, rischiando di fare almeno cinque incidenti, sfiorando i 150 kilometri orari nel pieno centro di Londra.
‘Harry?’ gli chiese un biondino dagli occhi rossi, che si torturava le mani con sguardo scioccato, quando entrò nella sala d’attesa. Gli sembrava di averlo già visto, ma dove?.. Ma certo! Era.. era il ragazzo del negozio di fotografie. Era lui l’amico di Louis? Evidentemente  doveva avergli parlato di lui, per questo l’aveva riconosciuto, era l’unica spiegazione.
‘Lui dov’è?’ chiese solo, col fiatone. Non c’era tempo per il resto in quel momento.
‘L’hanno-l’hanno portato lì dentro.. io, mi hanno detto che non pote- che non potevo entrare e.. mio dio, aiuto, mio dio’ singhiozzò il ragazzo.
Harry fermò un’infermiera che in quel momento passava per il corridoio. L’afferrò per un braccio.
‘Louis, Louis Tomlinson. Dov’è?’ chiese con gli occhi colmi di terrore.
‘Non sono io ad occuparmene, deve chiedere all’infermiera al bancone laggiù’rispose lei con aria stanca. Il riccio non si soffermò nemmeno a ringraziarla, corse subito verso il luogo che gli era stato indicato.

‘Dov’è ricoverato Louis Tomlinson?’ chiese solo. L’infermiera alzò lo sguardo su di lui.
‘Lei chi è? Un parente?’ chiese con tono scocciato.
‘Il suo ragazzo’ affermò. Davvero lo era? Probabilmente non più, forse non lo era mai stato, ma non era quello il momento di pensarci. La donna frugò tra i fogli sopra al bancone.
‘Stanza 556, ma al momento i medici lo stanno operando, non può ricevere vis-’ non fece in tempo a finire, Harry si era già volatilizzato in fondo al corridoio.

‘553, 554, 555..' mormorò correndo
'.. 556!’ urlò il riccio in preda alla disperazione e al sollievo per aver finalmente trovato la sua stanza. Era pieno zeppo di infermieri che entravano ed uscivano trasportando macchinari vari, e scorse il corpo di Louis senza coscienza sul lettino, mentre lo operavano. Allora si appoggiò al muro di fronte, non riuscendo più a reggersi e
‘No, no non può essere, no’ sussurrò come una litania, mentre si accasciava a terra in lacrime. Una mano si appoggiò sulla sua spalla dopo un tempo che non seppe definire. Il biondino di prima. Tyler? Nialler? Niall? Come diavolo si chiamava?
‘Cos’è successo?!’ chiese, ma ottenne solo uno sguardo perso dal ragazzo.
‘Dimmi cosa diavolo gli è successo!’ ringhiò Harry alzando esageratamente il tono di voce, attirando l’attenzione di qualche medico e infermiere che passavano di lì.
‘I-io.. Era distrutto, n-non ha fatto altro che.. beveva! Ha bevuto ogni giorno da quand- dalla vostra rottura e-e-e io stasera dove-’ un singhiozzo lo interruppe ‘dovevo lavorare e mi aveva promesso.. mi aveva promesso che sarebbe rimasto a casa! Poi mi hanno chiamato, ha-hanno detto che aveva bevuto, s-si è ubriacato e ha vagato per la strada cantando a squarcia gola come.. come un pazzo! E poi c’è stato un camion e.. oh mio dio Louis non può morire, lui’ ancora singhiozzi, lacrime e un’espressione terrorizzata. Il discorso di Niall era stato disconnesso e interrotto dai suoi singhiozzi,  ma ad Harry era bastato.
Bastato per capire che se ora Louis si trovava in quella sala operatoria, in fin di vita, era solo colpa sua.



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ello pippol! :)
ok, ammazzatemi pure! non ho aggiornato per.. quanto? una settimana? di più? se mi odiate vi capisco, mi odio anch'io! solo che sono stata impegnata ogni fottuto pomeriggio e devo ancora rispondere alle vostre recensioni (prometto che appena posso lo faccio) però le ho lette tutte (dio, grazie mille, vi amo<3)
scusate ancora, ma spero mi possiate perdonare perchè, insomma.. è l'una e un quarto e ho passato le ultime due ore a scrivere e ricontrollare e se mia mamma mi becca mi ammazza!

avviso: non odiatemi çç questa settimana sarò al camposcuola, fino a domenica, perciò non riuscirò ad aggiornare prima della settimana prossima, mi dispiace da morire! spero che almeno questo capitolo vi 'consoli' un po', dato che è appena più lungo del solito :)

è troppo chiedervi di lasciare una piccola recensione per sapere se la piega che sta prendendo la storia vi piace?
grazie mille,
baci xx

 

  
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