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Autore: Carioca    08/07/2013    3 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia, in cui racconto di un viaggio di Paperone (si, uso i nomi italiani, ci sono troppo abituato), anche se stavolta è un viaggio un po' diverso. Chi conosce la famosa $aga troverà parecchi riferimenti a questa. So che ci sono grandi racconti qui, come quelli di Spheater a cui faccio i complimenti, quindi cercherò di non deludervi!
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al Deposito era appena iniziata una giornata come tante altre: era mattina presto e, come al solito, Paperon de' Paperoni era già sveglio e combattivo, seduto sulla solita poltrona davanti alla solita scrivania, impegnato nei soliti affari. Questo, almeno, fu quello che pensò Battista, venuto a portargli la colazione: solito the, solite gallette, tutto sempre uguale.
"La colazione, signore" disse Battista. Paperone rispose con un mugungo che tutto poteva sembrare tranne un grazie; Pochi secondi dopo, però, fu lo stesso Paperone a parlare: "Che impegni ho oggi?" Impassibile, Battista iniziò ad elencare: "Stamattina dovete recarvi al club dei miliardari per un'asta di benef.."
"Bah. Beneficienza? E per chi?" "Per le vittime del recente terremoto in Turchia" "E gli servono i miei soldi? Da quando ho trovato lì il rubino striato loro non vogliono vedere me, nè io loro. Che altro c'è?" Battista proseguì :"All'asta seguirà un pranzo, anch'esso di beneficienza, al club, gentilmente offerto dal signor John D. Rockerduck" "Spendaccione. Se ci fosse ancora suo padre lo rimanderebbe a comprare un frustino" Battista iniziava a spazientirsi. Cero, ormai era abituato al comportamento del principale, ma giornate come quella ormai stavano capitando sempre più spesso: si immergeva ancora di più negli affari, era se possibile ancora più intrattabile e rivangava continuamente episodi del suo passato. Rancore? Solitudine? O forse era solo la vecchiaia che ormai andava sempre più avanti? Battista non sapeva la risposta, nè andava a cercarla (d'altronde, non è questo il compito di un buon maggiordomo) E poi Paperone dimostrava da anni un fisico e una resistenza incredibili, che neanche il suo medico di fiducia ancora comprendeva. Se davvero stava invecchiando, di certo non lo dava a vedere.
Ripresosi da questi, pensieri, Battista si schiarì la voce e continuò "Infine, questo pomeriggio, avete un appuntamento con i rappresentanti del sindacato dei metalmeccanici, in sciopero da una settimana per il mancato aumento di stipendi ed il piano di licenziamenti da lei previsto. ha già rinviato due volte e non sarebbe il caso..." "Dannazione!" Lo interruppe Paperone "Cosa vogliono questi? Credono che ai miei tempi io avessi un sindacato, quando andavo in giro a lucidare scarpe e vendere torba? Puah, miserabili. e Johnson poi? Sapere che siede sulla poltrona di Roosvelt mi ripugna! Poi la gente si lamenta quando dice che voto i repubblicani. Che vadano al diavolo. Battista, c'è altro?" "Si, principale, le ho portato la posta. Ha ricevuto una lettera" "Davvero? Qualcuno mi ha scritto? Spero non chieda soldi, altrimenti... Comunque grazie Battista, sei congedato" Battista, di nuovo immerso nei pensieri sul suo Principale, si avviò.
Si fermò, dopo pochi secondi, colpito da un rumore proveniente da dietro di lui. Era un singhiozzo. Di istinto si girò; era inconcepibile pensare a LUI che piangeva.
Il volto era coperto dalla lettera che, evidentemente, aveva appena letto. Era ingiallita e strappata ai lati, di certo non era una lettera scritta di recente. Chi poteva averla scritta?
Il silenzio nella stanza durò altri 30 secondi. Fu rotto solo dalla voce di Paperone:"Battista" "Si principale?"Annulla tutti i miei impegni. Per la storia degli operai manda un direttore qualsiasi, digli che gli concedo gli aumenti e sospendo i licenziamenti. Prepara il mio aereo. Dobbiamo partire" "Come vuole, Signore. Qual è  la destinazione? "Andiamo a Glasgow. Prepara anche una macchina per quando arriveremo lì grave. Dobbiamo arrivare a Colle Fosco."
  
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