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Autore: theshinygirl    08/07/2013    2 recensioni
Perchè mai Hermione Granger ha obbligato Severus Piton a sposarla?
Traduzione
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Questa è la traduzione della storia “A dark tale” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

A Dark Tale

~ Chapter 1 ~

 

 

 

Lo fa sempre. Mi evita tutto il giorno dopo che abbiamo fatto il nostro dovere di marito e moglie. E una parte di me è riconoscente per questo. Non mi sento a mio agio come cerco di sembrare. Essere intima proprio con lui fra tutte le persone è... rivoltante. Disgustoso. Dovrebbe esserlo. Le altre persone pensano sia una cosa da pazzi.

Condividevo la loro opinione all'inizio, ma adesso non tanto. È solo un altro sacrificio ed è... sopportabile. Facciamo quello che dobbiamo fare e poi fingiamo che nulla sia successo. È più facile così.

Mi siedo da sola a tavola, godendomi il silenzio e la pace.

Faccio scorrere gli occhi sulla Gazzetta del Profeta, tentando ansiosamente di trovare una qualche nuova informazione sulla Legge Matrimoniale. Ma non ce n'è alcuna. La gente è ancora furiosa, ma non ci sono cambiamenti rilevanti all'orizzonte. Non importa comunque. Non a me.

Se ci penso, sarei distrutta se la Legge fosse tolta di mezzo prima che morissi. Significherebbe che è stato tutto inutile, ogni sacrificio, ogni umiliazione, le occhiate cattive e i pettegolezzi. Non riesco nemmeno a immaginare quanto ci starei male.

 

 

xxx

 

 

"Non ora, abbiamo ancora qualche mese," Harry scuote la testa, "Voglio dire, amo Ginny, ma non siamo così entusiasti all'idea del matrimonio. Siamo troppo giovani per una cosa del genere."

Annuisco, "Capisco, ma non avete scelta. Nessuno di noi ce l'ha."

"Non posso crederci. É tutta colpa di Voldemort. Anche dopo la sua morte sta ancora mettendo sottosopra la nostra vita," la rabbia traspare dalle sue parole.

Inizio a camminare più velocemente, non volendo arrivare tardi alla nostra prossima lezione, "Harry, sei fortunato. Hai una persona con cui vorresti trascorrere la tua vita. Immagina di dover sposare qualcuno solo perché la legge dice così."

"Come è successo a te?"

M'irrigidisco e smetto di camminare.

"Mi dispiace, so che non vuoi parlare - " inizia Harry.

"Esatto. Non voglio parlarne."

Apre la bocca per rispondere, ma alla fine annuisce semplicemente e sorride, comprendendo. Mi sforzo di sorridergli e continuiamo a camminare.

 

 

xxx

 

 

Mi fa male lo stomaco. É gonfio o una cosa del genere.

Gemo e infilo velocemente il pigiama, desiderosa di andare a letto presto stasera. Non appena mi avvicino al letto sento qualcosa.

Qualcuno che bussa.

Non può essere.

Chi mai busserebbe -?

Lo sento di nuovo. Più forte stavolta.

É Piton?

Deve essere lui.

Mi dirigo velocemente verso la porta, afferrando la maniglia e aprendo.

É davvero lui.

Stiamo lì per un paio di lunghi attimi. Aspetto che parli, che spieghi cosa ci fa qui, ma non dice nulla. Mi sta solo fissando.

E poi inizio ad agitarmi. C'è di nuovo qualcosa sulla mia faccia? Un livido?

"Posso entrare?" dice alla fine, con voce bassa.

"Um, certo," faccio un passo indietro e lui entra.

C'è qualcosa che non va. Non è mai venuto in camera mia prima d'ora. Mi volto velocemente a guardarlo, notando i suoi occhi esaminare la mia stanza. E non sta nemmeno cercando di nasconderlo. Il suo sguardo si sposta dal mio letto al mio tavolino da toletta, alla mia scrivania e alla fine incontra di nuovo i miei occhi.

"C'è qualcosa che non va?" chiedo.

Si prende del tempo per rispondere e la mia agitazione cresce soltanto.

Alla fine alza le sopracciglia, "Dimmelo tu."

Incrocio le braccia al petto, "Cosa intende?"

"Sono appena tornato dall'ufficio di Minerva."

M'immobilizzo di nuovo. Incapace di trovare la voce aspetto che continui.

"Sai cosa ci facevo lì?" chiede.

Scuoto la testa.

"Non sei più una So-Tutto-Io, capisco," si ferma un secondo, "Sono stato obbligato a sedermi e ad ascoltarla farneticare e delirare riguardo come non ti tratti come dovrei."

Oh Dio. Gli ha detto qualcosa?

"Apparentemente sono un marito orribile. Un uomo crudele. Un bastardo."

"Non ho mai detto questo," mi difendo.

"Mi chiedo da dove abbia preso certe idee allora."

Distogliendo lo sguardo, aspetto che parli di nuovo. Voglio sapere di quanto è a conoscenza.

"E poi ho scoperto qualcosa di molto interessante," la sua voce è profonda e quasi scherzosa, "Vuoi sapere cosa?"

Lo guardo, sentendo il mio cuore battere all'impazzata.

"Mia moglie è una bugiarda."

Oh Dio.

Mi si chiude la gola.

In qualche modo riesco a dire, "Cosa intende dire?"

Si avvicina a me, "I tuoi genitori."

Cosa?

"Perché è stata cancellata loro la memoria? Ti dispiace spiegarmi perché hai deciso di cancellare la memoria dei tuoi genitori e far dimenticare loro che tu sia mai esistita?"

Mi lascio sfuggire un piccolo sospiro di sollievo. É tutto ciò che sa?

Alza le sopracciglia, "Allora, Miss Granger?"

"Io... non... non è affar suo."

Questo lo sorprende. Lo vedo.

Prima che abbia l'occasione di rispondere, continuo, "Lei mi odia. Non vuole avere niente a che fare con me. Perché dovrei darle spiegazioni?"

Se ne sta in silenzio.

I suoi occhi scuri mi stanno fulminando con lo sguardo ed è difficile rimanere forte e decisa.

"Mi stai nascondendo qualcosa," sussurra, "Non sono un idiota, Miss Granger."

Gli passo accanto, "Vorrei davvero andare a letto adesso."

"Questo matrimonio. I tuoi genitori. É tutto collegato," continua, "E io scoprirò qual è questa connessione. Credimi."

Gli sto voltando le spalle e posso sentire i suoi passi mentre esce dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.

Ogni giorno è sempre più vicino alla verità.

Cosa farò se lo scopre?

Mi siedo sul bordo del letto, tenendomi lo stomaco.

Fa male.

Le pillole erano solite alleviare il dolore, ma adesso non più.

Non posso fare più nulla.

Sono malata e la medicina Babbana non mi sta aiutando come faceva prima.

Com'è ironico.

Sono sposata con il Maestro di Pozioni.

Potrebbe inventarsi qualcosa per il dolore. Sono sicura che può. Ma non posso nemmeno chiederglielo.

Non posso contare su nessuno.

Nemmeno sui miei genitori.

Ricordo com'erano devastati quando hanno scoperto che sono malata. Non riuscivo a sopportarlo. Il dolore nei loro occhi, era peggio della notizia che avrei dovuto morire.

Così ho deciso di aiutarli. Rendere le cose migliori.

Adesso vivono la loro vita normale, felice e senza preoccupazioni.

Senza una figlia malata.

Credo di aver preso la giusta decisione.

 

 

xxx

 

 

"Vorrei avere notizie migliori," il dottore prende un bel respiro.

Mia madre stringe la mia mano nella mia mentre aspettiamo che continui.

"Cosa intende con questo?" chiede mio padre, sporgendosi un po' in avanti.

"I risultati del sangue -"

"Cosa c'è che non va in me?" lo interrompo, forzando una faccia coraggiosa.

"Hai un sacco di globuli bianchi anormali e sta iniziando a -"

Lo interrompo di nuovo, "Leucemia?"

Mia madre ansima e inizia a tremare.

Il dottore annuisce lentamente, "Leucemia acuta..."

Ci sono così tante altre parole dopo di quelle.

"...non si sa cosa causi la leucemia... alcuni fattori sono conosciuti per incrementare il rischio di alcuni tipi di leucemia... sei stata esposta a una grande quantità di radiazioni?... fumi?... sintomi... sudorazione notturna... infezioni..."

Sento come se avessi abbandonato il mio corpo.

So dove sono.

Nell'ufficio del dottore, stringendo la mano di mia madre, facendo finta di ascoltare il dottore, ma non sono lì davvero.

Non percepisco nulla.

Non posso credere a ciò che sto sentendo. Starò sognando.

"Voglio essere sicuro di aver fatto un buon lavoro nel spiegartelo," dice il dottore e attira di nuovo la mia attenzione.

Annuisco lentamente, "Ho capito."

Continua, "L'obiettivo del trattamento per la leucemia è di distruggerne le cellule e permettere a quelle normali di formarsi nel tuo midollo osseo... chemioterapia... radioterapia..."

Non sembra vero.

 

 

xxx

 

 

Lavoro in silenzio, tenendo la testa china e sperando che la lezione di Pozioni di oggi passi senza problemi.

Gli studenti sembrano badare agli affari propri.

Poi una voce fredda interrompe il silenzio, "Ah, Miss Granger," sogghigna Piton, "Punizione stasera dopo cena."

"C-cosa?" spalanco gli occhi sorpresa.

"Non pensavi mica che avrei lasciato passare l'accaduto di due giorni fa senza averti dato una punizione?” chiede, sollevando un sopracciglio.

Mi mordo la lingua per la rabbia, "No, Signore. Certo che no."

Annuisce e si avvicina a uno studente, osservando la sua pozione.

Posso avvertire di nuovo lo sguardo degli altri su di me.

Non doveva farmi questo.

 

 

xxx

 

 

La sera arriva più in fretta di quanto potessi immaginare.

Entro nella sua aula con le mani sui fianchi, "Sono qui. Cosa vuole che faccia?"

Non mi guarda nemmeno. É seduto alla cattedra, leggendo alcuni compiti.

"Signore?" alzo la voce.

"Siediti un momento."

No. Non voglio sedermi.

"É una punizione," dico, "Cosa devo fare?"

Alla fine mi guarda ed è un po' divertito, posso leggerglielo negli occhi. Si protende all'indietro, prendendo un respiro profondo, "Fammi pensare."

Silenzio.

"Perché?" chiedo a voce bassa.

"Alza la voce, Miss Granger."

"Perché?" ripeto, "Non può solo... lasciarmi in pace? Non le do alcun fastidio. Perché deve rendere miserabile ogni giorno della mia vita?"

Il suo volto si fa più cupo, "Rendo la tua vita miserabile?"

"Signore - "

"Beh, immagino che rimpiangi di avermi sposato."

Mi sfugge una piccola risata, "Allora si tratta di questo? Mi ha messo in punizione perché voleva interrogarmi."

Si alza, il suo volto freddo, "No. Ti ho messo in punizione perché mi hai mancato di rispetto in classe."

D'accordo. Posso fare il suo gioco, "Allora mi dica cosa devo fare. Pulire qualcosa o - "

"Cosa stai nascondendo?"

Scuoto la testa, "Lo sapevo! Questo è il motivo per il quale mi sta torturando! Lei crede che io sputerò fuori il mio grande segreto se si comporta in modo meschino con me e se mi tortura quel tanto che basta - "

É calmo, "Voglio semplicemente sapere il motivo. Ho il diritto di sapere perché sono stato minacciato di essere licenziato se non ti avessi sposato."

"Le sto... facendo un favore. Lasciamo solo che - "

Si avvicina a me, "Un favore? Interrompere la mia pace, vivendo nei miei alloggi?"

"Sta esagerando."

"Portarmi a letto una studentessa non è mai stata una mia fantasia," risponde in modo freddo.

"Beh, questa non è nemmeno la mia idea di divertimento!" dico bruscamente, "Non sta nemmeno provando a renderlo facile per me."

"Rendere facile per te cosa?"

"Anche con la pozione contraccettiva. L'ha mai assaggiata? Se mi sta obbligando a berla, avrebbe dovuto almeno provare a rendere il sapore sopportabile!"

Le sue labbra formano una linea sottile, ma non parla.

Questo è troppo. Non voglio più litigare con lui.

"Perché io?" chiede pacatamente, "Ti sto facendo questa domanda da mesi."

Quando non rispondo, le sue labbra formano un sorrisetto, "Forse ti sto facendo un favore. Forse nessuno voleva sposarti. Saresti stata espulsa da questo mondo e io ero la tua unica opzione."

"Sa che non è vero."

Mi afferra il braccio, "Allora qual è la verità?"

Emetto un grido di dolore e mi lascia andare immediatamente.

Fa un passo indietro, "Io... chiedo scusa."

Silenzio.

"Posso andarmene in camera mia?" chiedo, "Sono stanca. Sono davvero stanca."

"Me lo stai chiedendo da studentessa o da moglie?"

"La prego."

Fa un bel respiro. Dalla sua bocca non esce nessuna parola ma posso leggerglielo negli occhi. Mi sta dando il permesso di andare. É stanco anche lui, è ovvio.

Mi volto ed esco dall'aula silenziosamente.

Qualcosa deve cambiare. Non posso trascorrere il resto della mia vita in quest'odio.

  
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