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Autore: Ari_92    08/07/2013    8 recensioni
Sette giorni di Klaine, perché le OTP non vanno in vacanza B-)
Day 1: Season two flashback_"Awkward"
Day 2: Alternative Universe_ "Top of the pyramid"
Day 3: What would you change?_ "The Kliss that didn't happen"
Day 4: Crossover_ ???
Day 5: Ten years from now_ ???
Day 6: Two extremes: angst or fluff_ ???
Day 7: Surprise us!_ ???
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Awkward
Rating: Verde smeraldo ~
Avvertimenti: Protagonisti fin troppo pieni di pare mentali u.u
Prompt: “Remember when they were just beginning? The awkward firsts, the honeymoon stage, the pure puppy love? Most of us remember this as the golden age of Klaine, so why not flashback? Today is about remembering and living in the past.” 
Lunghezza: circa 3500 parole.
Note: 2x16, immediatamente dopo il loro primo bacio. Ulteriori note alla fine ;)
 


 
 

#1 Monday July 8th; Awkward

_ Day One {Season two flashback}

 
 
 
 
«Dovremmo... Dovremmo provare.»
«Non era già una prova?» gli chiese Kurt, improvvisando quello che avrebbe dovuto assomigliare ad un sorriso.
In realtà, non riusciva ancora a credere di avere appena baciato Blaine; non dopo San Valentino, il party alcolico a casa di Rachel Berry e il recente problema delle sue fantomatiche espressioni sexy. Eppure era davvero rimasto muto come un pesce mentre lui gli diceva tutte quelle parole dolcissime e Dio, avrebbe solo voluto essersele godute appieno anziché essere andato in completo cortocircuito non appena gli aveva preso la mano.
Si ripromise di chiedere a Blaine il foglio dove si era scritto quel discorso: per quanto fosse meravigliosamente adorabile non era in grado di improvvisare cose del genere, Kurt ne era sicuro. Dopotutto era lo stesso Blaine che aveva passato giorni a pensare ad una singola canzone per conquistare un commesso di Gap e aveva finito per scegliere un pezzo inquietantemente simile ad una minaccia di stupro: non poteva aver improvvisato questo.
 
Blaine lo fissò ancora per qualche secondo prima di farsi avanti, mentre il suo sguardo scivolava inesorabilmente verso il basso, fino ad indugiare sulle sue labbra. Si mossero nello stesso istante, l’uno verso l’altro: fu un tantino più irruento rispetto alla delicatezza del loro primo bacio, ma Kurt non aveva alcuna intenzione di lamentarsene. In realtà aveva aspettato quel momento per così tanto tempo che un bacio del genere era esattamente quello che gli serviva se voleva anche solo iniziare a credere che stesse succedendo per davvero.
Si separò da lui con il più dolce dei sorrisi, facendo indugiare un istante più a lungo del necessario la propria mano sulla sua guancia. Fu più o meno nel momento in cui Blaine riprese a fissarlo con occhi di grandezza simile a due piattini da caffè che si rese conto che magari sarebbe stato carino dire qualcosa, e stava per farlo, sul serio, se solo avesse avuto la minima idea di come comportarsi.
Non era particolarmente esperto di relazioni – a dirla tutta, non era minimamente esperto di relazioni – e non voleva correre il rischio di combinare un disastro, non con Blaine.
«Uhm... » Biascicò, abbassando per un attimo lo sguardo. Perché doveva essere così imbranato?
Blaine naturalmente non perse occasione di dimostrarsi il misurato e signorile ragazzo da scuola privata che era stato sin dal loro primo incontro. Sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi-alla-Blaine e si alzò in piedi, indicando la porta alle sue spalle con il pollice.
«Credo che dovremmo far sapere al Concilio quale sarà il duetto per le Regionali. Mi accompagni?» Kurt lo fissò per un attimo, chiedendosi come fosse umanamente possibile che quella sottospecie di conglomerato di perfezione in giacca e cravatta l’avesse appena baciato. E poi si ricordò che aveva già fatto la figura del menomato mentale per un tempo sufficiente.
«S..Sì, okay.» cosa c’era che non andava in lui?
 
 

***

 
 
Kurt si richiuse lo sportello della macchina alle spalle con il sospiro più melodrammatico che ricordava di aver mai fatto, il che era piuttosto grave. Aspettò con il telefono attaccato all’orecchio e il cuore a mille per ben tre lunghi squilli prima che qualcuno – dall’altra parte della cornetta – si degnasse di rispondere.
«Pron- »
«Mercedes, abbiamo un problema. A dire il vero non è proprio un problema, ma sono comunque nel panico e tu devi aiutarmi.» il breve silenzio che seguì le sue parole non fu particolarmente confortante, soprattutto visto e considerato l’assurdo stato di agitazione in cui si trovava.
«Ah, quindi è così che stanno le cose.» la voce squillante nonché decisamente indignata di Rachel Berry gli trapassò il timpano.
«...Rachel? Io avevo chiamato- »
«Oh, so perfettamente chi avevi chiamato! Dovevo aspettarmelo. Kurt, se Mercedes ti passa delle informazioni per cercare di sabotarci e farvi vincere le Regionali- » Kurt avrebbe voluto prendersi il suo tempo  per  farla riflettere sul fatto che era quantomeno preoccupante non riuscire a pensare ad altro fatta accezione per le competizioni tra Glee club, ma al momento aveva troppa fretta per questo.
«Rachel. Passami Mercedes.»
«Quella gara è troppo importante, Kurt. Hai idea di quante cose ci sono in ballo? Lo sai che rispetto pienamente la tua decisione di esserti trasferito alla Dalton, ma non posso fingere che questo non ci renda rivali, perché lo siamo. E ho il dovere di proteggere la mia squadra dai vostri- che cosa vuoi?» qualcuno vicino a Rachel le stava urlando addosso una discreta dose di parolacce, intervallate da interrogativi piuttosto coloriti su perché diavolo avesse pensato bene di rispondere ad un cellulare che non le apparteneva senza chiedere il permesso. Quando Mercedes si rimpossessò del suo telefono, Kurt stava già iniziando a pentirsi amaramente di aver chiamato.
«Kurt, ciao.»
«Ci sentiamo in un altro momento?»
«Solo perché sono a casa di una ragazza folle che si sente autorizzata a terrorizzare i miei contatti in rubrica mentre io sono in bagno? Nah, parla pure.»
«Mercedes, io- »
«Aspetta, metto in vivavoce così la paranoica qui non crede che ti dia informazioni sulle Regionali, che tra parentesi sono il suo unico argomento di conversazione da quando abbiamo vinto le Provinciali.»
«Mercedes! Questa è un’informazione!» a quanto poteva dedurre dall’improvvisa ricomparsa della voce squillante di Rachel, l’operazione mettiamo-in-vivavoce era già stata effettuata. Kurt sospirò: perché aveva avuto la malsana idea di chiamare?
«Okay, se parlo è solo perché ho bisogno di un consiglio subito, possibilmente prima di impazzire.»
«Kurt- »
«Santo cielo, Rachel! Non c’entra niente con il Glee club.» poteva immaginare con fin troppa facilità l’espressione scocciata di Rachel e il sorrisetto compiaciuto di Mercedes.
«Okay, meglio così. Allora? Parla.» Kurt si lasciò sprofondare nel sedile, chiuse gli occhi e prese una piccola boccata d’aria.
 
«Blaine mi ha baciato.» dirlo ad alta voce sembrava ancora più meravigliosamente spaventoso di quanto non fosse già. La reazione dall’altro capo del telefono non tardò ad arrivare.
«Oh mio Dio Kurt, sono così felice per te!»
«Wow. A quanto pare si è ripreso in fretta dalla fine della nostra storia. Insomma, okay, è stata breve, ma devo dire che- »
«Rachel. Pensi di poter parlare di qualcosa che non sia te stessa per due minuti di fila? Racconta, Kurt. Quando, come, dove...?»
«Stavo decorando la bara di Pavarotti- »
«Pavarotti?»
«Bara? Okay, come inizio non è dei più romantici.» Kurt alzò gli occhi al cielo.
«Pavarotti è il canarino che i Warblers mi hanno affidato quando mi sono unito al loro Glee club, e la bara è perché l’altra mattina Pavarotti è morto.» spiegò, spazientito.
«Cosa? Per quale caspita di motivo avrebbero dovuto regalarti un uccello? E soprattutto: da quanto tempo sei nei Warblers? Qualche mese? Ricordami di non affidarti il mio gatto quando vado in vacanza.»
«C’è una qualche possibilità che possa finire di raccontarvi come sono andate le cose o avete intenzione di continuare con i vostri commenti ancora a lungo?» il silenzio che ricevette in risposta alimentò debolmente le sue speranze.
 
«Come dicevo, Blaine è arrivato mentre stavo decorando la bara di Pavarotti e mi ha proposto di cantare “Candles” come duetto per le Regionali- »
«Kurt! Così ti stai sabotando. Non volevo che chiedessi a Mercedes informazioni su di noi, ma nemmeno che ci servissi le tue su un piatto d’argento- »
«No, calma: ma “Candles” non parla di una rottura? Come dichiarare il proprio amore: una guida di Blaine Anderson.» Kurt decise di ignorare a piè pari tutti i loro commenti.
«Si è seduto di fronte a me, mi ha preso per mano e ha mi ha detto che lo emoziono. Lo emoziono, capite? E che se ne è reso conto sentendomi cantare “Blackbird”, l’altro giorno.»
«Ti prego, dimmi che non l’hai cantata per la morte del tuo canarino.»
«Beh- »
«Siete inquietanti. Davvero, davvero inquietanti. Ma continua.» Kurt adocchiò con un certo terrore l’ingresso della scuola, ben visibile dal posto in cui aveva parcheggiato: sapeva che da lì a poco i corsi del tardo pomeriggio sarebbero finiti e che doveva parlare con Rachel e Mercedes prima che questo succedesse.
«Poi mi ha baciato. Due volte, e dopo tutto quello che è successo mi sembra assurdo piacergli davvero e non ho la minima idea di cosa fare.» concluse in fretta, stringendo nervosamente una mano sul volante.
«...E diciamo che dopo le prove dei Warblers potrei averlo evitato di proposito.» aggiunse, imbarazzato.
«Cosa? Ma sei matto? Il ragazzo di cui ci parli da settimane finalmente si decide a capire che ricambia i tuoi sentimenti – cosa ovvia fin da quella nostra cena da Breadstix, credimi: eravate qualcosa di insopportabile – e tu scappi?»
 
«Mercedes...»
«No, perché a parte le modalità inquietanti con cui vi siete messi insieme mi sfugge davvero il problema.» Kurt sbuffò, senza smettere di fissare l’ingresso della scuola.
«È solo che mi piace davvero, e non voglio rovinare tutto facendo la figura dell’idiota. Per questo vi sto chiedendo un consiglio su cosa dovrei fare.»
«Kurt, vi conoscete da parecchio tempo: se ti ha baciato vuol dire che gli piaci, imbranato o non imbranato. E comunque evitarlo rimane la soluzione peggiore- »
«Rachel, sta uscendo.»
«Cosa?»
«I corsi del pomeriggio sono finiti e lui sta uscendo, cosa faccio?»
«Vagli incontro!»
«Saltagli addosso.»
Kurt era sempre più convinto che chiamare le sue amiche fosse stata la peggiore idea nella storia delle peggiori idee.
 
 

*

 
 
«Poi l’ho baciato. Due volte, e adesso non ho la minima idea di cosa fare.»
«Se vuoi il mio parere, stai un tantino esagerando.» gli disse Wes, mentre percorrevano il corridoio principale, diretti all’uscita della scuola. «Blaine, lo so che siete stati amici tanto tempo e magari ci vorrà un po’ per adattarsi al fatto che adesso siete una coppia- »
«Ti vorrei ricordare che non siamo una coppia. Non ufficialmente almeno, visto che non ho avuto il coraggio di chiederglielo.»
«Oh Gesù, Blaine! Certo che lo siete! Non eri tu quello che la sera di San Valentino si è presentato nella mia stanza a chiedermi come comportarsi perché un certo Kurt gli aveva praticamente confessato la sua cotta? Gli piacevi già allora, non vedo perché le cose dovrebbero essere diverse adesso.» Blaine rimase zitto per un attimo, con gli occhi spalancati.
 
«Wesley.»
«Devo preoccuparmi? Mi hai chiamato così solo una volta, ed era per dirmi che avevano cancellato una tappa del concerto di Katy Perry- »
«È lì. Kurt.» Wes seguì gli occhi terrorizzati dell’amico e intercettò il loro compagno di squadra: era seduto nella sua macchina e guardava verso di loro con la stessa aria sconvolta di Blaine. Fu più o meno in quel momento che Wes realizzò di non volere avere niente a che fare con quei due psicopatici.
«Và da lui, allora.»
«E come?»
«Uhm... con le gambe?»
«Wes. Che cosa gli dico?»
«Se vuoi rimanere nel tuo stile, opterei per qualcosa del tipo: “Kurt, stamani è stato un vero piacere avere l’onore nonché il privilegio di poterti baciare, or dunque mi stavo chiedendo se non fosse possibile replicare tali ludiche attività”» Blaine lo guardò per un momento.
«Sei serio?» Wes non sapeva se ridere o piangere.
 
 

*

 
 
«Sta venendo qui.»
«Chi?»
«Blaine.»
«Wow. Avete fatto preso a passare in seconda base.»
«Mercedes!» la sentì ridacchiare insieme a Rachel, proprio mentre il suo migliore-amico-che-aveva-appena-baciato si avvicinava pericolosamente alla sua macchina, meraviglioso come sempre. Gli fece un piccolo cenno di saluto al quale Kurt rispose con quella che probabilmente non era che la peggior faccia da idiota di sempre.
«Che cosa faccio? Cosa gli dico?»
«Qualcosa del tipo: “Blaine, sono mesi che torturo le mie amiche con i miei deliri su quanto sei bello, perfetto e meraviglioso. È da quando mi hai inquietantemente perso per mano la prima volta che so di essere innamorato di te e progetto segretamente il nostro matrimonio”-»
«Io non progetto proprio un bel niente.»
«Parla con lui e basta!» esclamò Rachel, esattamente un attimo prima di sbattergli il telefono in faccia.
Kurt maledisse mentalmente la sua stupidissima idea di chiamarle e si costrinse ad aprire la portiera e scendere dall’auto: a quel punto non avrebbe semplicemente potuto fingere di non averlo visto e guidare fino a farsi venire in mente qualcosa di intelligente da fare, ovvero presumibilmente per tutta l’eternità.
 
«Ehi.» gli fece Blaine, avvicinandosi. Kurt lasciò la portiera aperta: non aveva intenzione di rinunciare all’illusione che – se se ne fosse presentata la necessità – avrebbe sempre potuto infilarsi in macchina e scappare.
«Ehi.»
«Non ti ho visto a Biologia.» oh, merda.
«Sì, ehm... io- non mi sono sentito tanto bene, così ho saltato la lezione.» Blaine si accigliò, guardandolo con aria preoccupata.
«Davvero? Adesso stai meglio?» ottimo. Ora, oltre che più imbranato che mai, si sentiva anche in colpa.
«Sì. Sì, sto meglio.» rispose, per poi mettersi a fissare insistentemente l’asfalto. Poteva farcela, poteva farcela, poteva farcela- «Anzi, mi chiedevo che programmi avessi per stasera.» Blaine spalancò gli occhi.
«P-Per stasera? Non ho nessun programma, perché?» già, perché? Kurt aveva l’impressione di riuscire a sentire gli ingranaggi nel suo cervello che cigolavano nel tentativo di trovare il modo meno stupido di invitarlo da qualche parte.
«Possiamo fare qualcosa, se vuoi.» propose. Non poteva essere un’idea così terribile, giusto? Era praticamente sicuro che Blaine fosse arrossito.
«Come... un appuntamento?» Kurt rimase spiazzato solo mezzo secondo, il che si rivelò più che sufficiente per gettare Blaine nel panico.
 
«Scusa! Non volevo metterti pressione, o- »
«Blaine, è tutto a posto. Va bene se andiamo al cinema?»
«Cinema? Sì, il cinema è perfetto.» per qualche strana ragione, la palpabile ansia di Blaine sembrava avere avuto il potere di calmare la sua. Gli sorrise, sistemandosi continuamente i polsini della camicia.
«C’è qualcosa in particolare che vorresti vedere?»
«Uhm, ci sarebbe l’ultimo Harry Potter. L’hai già visto?»
«No.» mentì, perché ehi: non gli capitava tutti i giorni di avere un appuntamento con Blaine Anderson quindi sì, avrebbe rivisto più che volentieri Harry Potter. In realtà avrebbe anche passato tutta la sera a fissare uno schermo vuoto se poteva farlo insieme a lui.
«Okay. Andiamo verso le otto?»
«Sì. Sì, alle otto è perfetto.»
«Bene.»
Blaine rimase lì impalato senza aggiungere una parola. Si limitò a fissare insistentemente Kurt: aveva visto abbastanza film romantici da aver memorizzato alla perfezione la continua ricorrenza di espressioni simili a “guardalo negli occhi e capirà”; il problema era che i film romantici sono i film romantici, e lui era semplicemente un idiota che si ostinava a sostenere lo sguardo di Kurt sperando che in qualche strano modo cogliesse il “baciami” che stava pensando così intensamente.
«Ci vediamo dopo, allora.» disse alla fine, per poi infilarsi nella propria macchina ad una velocità impressionante.
«A dopo.» non appena si richiuse la portiera alle spalle – vagamente incerto del motivo per cui si trovava in macchina, visto che non doveva andare da nessuna parte – Kurt passò cinque minuti buoni ad insultarsi per non averlo baciato.
 
 

***

 
 
Kurt arrivò in anticipo.
Era abbastanza sicuro che fosse la prima volta che arrivava in anticipo da qualche parte, e di certo era la prima volta che lo faceva con una tale ansia addosso: in confronto dover cantare un duetto alle Regionali sembrava la più tranquilla delle passeggiate.
Entrò nel piccolo cinema dove avevano deciso di incontrarsi con le ginocchia che tremavano, richiudendosi la porta a vetri alle spalle. Il posto non era particolarmente affollato – dopotutto erano le otto di sera di un giorno infrasettimanale – ma Kurt era convinto che avrebbe riconosciuto Blaine anche se si fosse trattato di una piazza stipata di persone. Prima di tutto perché portava ancora la sua uniforme della Dalton – iniziava seriamente a sospettare che ne avesse una per ogni giorno della settimana – e in secondo luogo perché rimaneva il ragazzo più bello che avesse mai visto e sì, poche ore prima l’aveva baciato, e magari ora era ancora in tempo a girare i tacchi e fuggire prima che-
 
«Ciao, Kurt.» evidentemente non era più così in tempo.
«Ciao.» rispose, andandogli in contro. Aveva due bibite in mano e il suo più che collaudato sorriso perfetto stampato in faccia: non c’era verso che si abituasse a questo, sul serio: né quella sera né dopo mille anni.
«Ho preso qualcosa da bere. Il film dovrebbe iniziare tra poco, quindi...»
«Hai preso anche i biglietti?»
«Beh, sono arrivato prima... »
«Ricordami di offrirti il caffè per una settimana.» lui gli rivolse un sorriso imbarazzato, per poi avviarsi alla volta della loro sala. La luce calò pochi minuti dopo che ebbero preso posto, mentre sullo schermo iniziavano a scorrere le pubblicità. Kurt si voltò appena alla sua destra, senza riuscire a trattenere una piccola risata.
«Che cosa c’è?»
«Niente.»
«Kurt.» lui rise più apertamente, appoggiandosi allo schienale.
«È solo... non ti avevo mai visto così rigido. Di solito sei sempre tanto sicuro di te che mi sembra strano, tutto qui.» ed era più o meno la prima volta che riusciva a parlare apertamente con lui, da quando si erano baciati. Blaine rimase impassibile per un attimo prima di rivolgere un piccolo sorriso allo schermo davanti a sé.
«Magari è solo perché sto cercando di non rovinare tutto.»
«Rovinare che cosa?» Blaine si voltò a guardarlo; Kurt si impedì di pensare a quanto fosse carino e si concentrò su cosa stava per dire.
«Quello che c’è tra noi due... io non l’ho mai avuto con nessuno, Kurt. Ed ero serio quando dicevo di non volerlo rovinare.» Kurt ricordava quelle parole alla perfezione. Blaine gliele aveva dette il giorno di San Valentino, quando aveva chiarito che no, non potevano stare insieme, perché lui non era bravo con le storie d’amore e la loro amicizia era più importante. Tutto a un tratto, a Kurt non importava più niente di poter fare qualcosa di stupido; tutto ciò che voleva era stare con lui, e non come amici.
 
«Cosa stai cercando di dirmi, esattamente?» non si sarebbe rimangiato tutto il suo discorso di quella mattina, Kurt lo sapeva. O almeno lo sperava con tutte le sue forze.
«Che è il fatto che sono qui insieme a te a farmi essere un po’ teso, tutto qui.»
«Io... ti metto a disagio?» Blaine spalancò gli occhi.
«Cosa? No! Stavo solo cercando di- non importa.» prese in mano la sua bibita e ne mandò giù un lungo sorso, sotto gli occhi via via più consapevoli di Kurt.
«Oh. Stavi cercando di essere carino e io ho pensato che volessi uscirtene di nuovo con la storia del non-voglio-rovinare-la-nostra-amicizia di San Valentino.» lo guardò di sottecchi e poi lo chiese, per il semplice motivo che non sarebbe stato in grado di sopportare un altro minuto senza saperlo «...Perché non sei più nella fase non-voglio-rovinare-la-nostra-amicizia, vero?» Blaine rimise il bicchiere di carta al suo posto tra i loro sedili, e per poco non sputò quello che aveva appena bevuto nella foga di parlare più in fretta.
«Cos- no, oddio, pensavo che fosse chiaro! Non so molto sulle relazioni, ma so abbastanza sull’amicizia da poter dire che di solito gli amici non si baciano tra di loro.» concluse, un po’ in imbarazzo.
«Di sicuro non in quel modo.» convenne Kurt, abbozzando un piccolo sorriso. Rimasero in silenzio qualche altro minuto – il tempo di veder scorrere due pubblicità di panini.
 
«Blaine?»
«Sì?»
«Oggi non sono stato male, ti stavo solo evitando.» disse tutto d’un fiato, sentendo i suoi occhi addosso. «Avevo la sensazione che qualunque cosa avrei detto o fatto si sarebbe rivelata stupida e ho passato troppo tempo ad aspettarti per permettermelo.» chiuse subito la bocca, nel terrore di dire qualcosa di troppo.
Un minuto dopo sentì Blaine muoversi di fianco a lui, e una mano raggiunse la sua sul bracciolo della poltroncina. Kurt trasalì mentre Blaine la stringeva delicatamente, senza smettere di fissare lo schermo.
«Non avresti fatto niente di stupido. E comunque visto che siamo in tema di confessioni, sappi che ho già visto Harry Potter. Era solo l’unico film che mi è venuto in mente e volevo proportelo subito, dato che sembrava che stessi per entrare in macchina e scappare da un momento all’altro.»
«Blaine?»
«Cosa?»
«Siamo due idioti. Anche io l’ho già visto.» lui rise, del genere di risate che faceva quando uscivano insieme da semplici amici, di quando non si erano ancora baciati. In qualche modo, Kurt sapeva che quello doveva essere un buon segno.
«Okay, tanto per sapere: uno di noi dovrà fare finta di sbadigliare per mettere un braccio intorno alle spalle dell’altro prima della fine del film? Perché in quel caso vorrei farlo io.» Kurt roteò gli occhi e si voltò del tutto a destra, sporgendosi quanto bastava per poter baciare Blaine. Lo colse un po’ di sorpresa, perché lui rimase immobile per un attimo prima di ricambiare il bacio; gli fece scorrere una mano lungo la schiena, fino a fermarsi a stringere leggermente il suo fianco. Si separò da lui con un piccolo schiocco, guardandolo direttamente negli occhi.
 
«Era un modo per dire che non ce ne sarà bisogno?»
«Era un modo per dire che avere già visto il film non vuol dire per forza aver sprecato i biglietti.»
 
 

***

 
 
 
 
 

 
 
 
 
N/A
 
Hola, guys :)!
Tutte le volte che passo un po’ di tempo senza pubblicare qualcosa mettermi a scrivere le note a margine è un po’ come tornare a casa <3
Cosa dire di questa prima OS? Il prompt richiedeva di rispolverare i bei tempi andati e, sapendo che questo probabilmente mi avrebbe spinta a sconfinare nel lacrimevole e nel nostalgico, ho fatto il possibile per tenermi lontano dalla tentazione. Per questo devo ringraziare Rachel e a Mercedes, per mezzo delle quali ho ripensato alle stranezze delle circostanze del primo bacio tra Kurt e Blaine, che ammettiamolo: un tantino inquietanti lo sono state :’D Poi sì, Klaine Klaine e ancora Klaine u.u Ma dopotutto è la summer Klaine week, quale occasione migliore?
Beh, nella speranza che questa piccola OS vi abbia strappato un sorriso mi dileguo e corro a finire quella di domani: AU, bitches *Q*
Klisses <3
 
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