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Autore: Britin_Kinney    11/07/2013    2 recensioni
Si sentiva proprio così, mentre l'ennesima sigaretta rotolava sull'asfalto, spegnendosi lentamente. E Avalon di fronte a lui.
Non sapeva perché andasse lì a sedersi e osservare quella maledetta collina con quella sinistra torre sulla sommità.
Doveva per forza essere masochista, o qualcosa del genere.
Nonostante fossero passati secoli, rimembrava quegli ultimi istanti con Artù come fossero accaduti appena un giorno addietro.
La barca si allontava da lui, sempre più. E il grande Re di Albion spariva, inghiottito dalle acque blu e turchesi della sacra Avalon.
Ancora, come un eco costante e pressante udiva le ultime parole dell'uomo che amava, che avesse mai potuto amare. “Ti amo. Ti ho amato con tutto me stesso, non dimenticarlo mai”.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aithusa, Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ed ecco a voi..... la COPERTINAAAAA! 
Creata personalmente dalla sottoscritta u.u



Find A Way To Bring You Back
Capitolo 3: She's The Key


Aveva solo otto anni, Alba, quando aveva avuto la sua prima visione.
Stava tranquilla di fronte ad un computer nella sala informatica della scuola.
Il fatidico flash l'aveva colpita senza preavviso. Era arrivato, così. Era stata catapultata in una realtà largamente sorpassata ma non dimenticata. Il suo respiro cominciava a farsi pericolosamente irregolare. Un uomo, un cavaliere (Oh, ne aveva visti a bizzeffe nei tanti libri di favole che leggeva da sola, la sera, sotto la luce accecante e gialla della abat-jour) bardato in un'armatura che non era scintillante... era ammaccata in più punti, rovinata, sporca, provata come il nobile che la indossava.
Il giovane, armato di una spada che portava i segni di scontri precedenti, avanzava verso un altro cavaliere, che Alba riconobbe subito come il "cattivo" della situazione.
Quando i due furono faccia a faccia e solo una distanza di pochi metri li separava, il "buono" pronunciò un solo nome:

“Mordred”.
Mordred, approfittando del suo mancato attacco, lo aveva colpito ad una gamba. L'offeso era caduto in ginocchio, impotente.

 
Alba aveva fatto un balzo sulla sedia, attirando l'attenzione di Marco, il compagno seduto accanto a lei che si era distratto dallo schermo del computer, notando che nell'amica qualcosa non andava. La compagna fissava le immagini sul display in modo vitreo, disinteressato. Inoltre il movimento del petto era convulso, disconnesso, il respiro anormale. Affannato; come se avesse fatto le scale di corsa.
“Alba?” aveva pronunciato, guardandola meglio. Lei non si era mossa e né tantomeno aveva risposto quando era stato fatto il suo nome e intanto il cavaliere "buono" boccheggiava mentre l'altro, spietato, lo afferrava dai capelli in modo che lo guardasse bene in viso, dal basso.
 

Mordred aveva sorriso, poggiando la spada sul ventre del cavaliere biondo.
“Lunga vita al Re” aveva sibilato e poi la lama, senza clemenza, si era introdotta violentemente nel corpo del cavaliere buono.

 
“NO!” aveva urlato Alba facendo sobbalzare tutti “Artù!” la bambina era caduta dalla sedia e si era rannicchiata per terra, coprendosi il viso con le mani. Tremava e singhiozzava senza sosta.
La maestra, all'urlo dell'alunna si era precipitata su di lei non sapendo in che modo aiutarla per primo.
“Alba, tesoro: che succede?” domandava in apprensione la docente, sempre più preoccupata per l'inspiegabile reazione della ragazzina.
Alba sollevò lentamente lo sguardo, lasciando tutti con il fiato sospeso, in attesa di una risposta plausibile.
“Artù..." -aveva sussurrato con gli occhi rigonfi di lacrime- "...è... morto il Re”.
La più grande era rimasta sbalordita dalla risposta della più piccola. Non avevano ancora affrontanto l'argomento della leggenda di Re Artù... come faceva a conoscere il nome di quel grande, seppur leggendario, Re?
Che avesse visto il cartone della Disney?
Ma la docente, per quanto fosse passato abbondante tempo da quanto aveva visto l'ultima volta La spada nella roccia, Non ricordava che il protagonista -ovvero il bambino che portava il nome di Artù o semola, a seconda-, morisse. No.
Non finiva in quel modo il cartone animato.
Eppure Alba continuava a ripetere sconvolta: “È morto il Re. Re Artù... è morto il Re”.
Perché quella bambina, inconsapevole di tutto ciò che riguardasse la vita di Artù, professava terrorizzata la morte del Re?
Altre immagini si confondevano tra loro nella mente della piccola:
Un giovane ragazzo dagli occhi turchesi e i capelli mori che piangeva la morte del cavaliere biondo.
Il ragazzo che aveva nella parte interna del braccio un tatuaggio spaventosamente uguale alla strana voglia scura che la piccola aveva nello stesso, identico, punto.
Un triangolo, i cui tre angoli si allungavano in tre bracci che si attorcigliavano tra loro in tre perfette e coincise spirali sulla pelle bianca della bambina.
Un triskelion.
Un segno sacro che tutti i sacerdoti, bambini e donne druide portavano addosso, fin dalla nascita.
Il ragazzo moro pronunciò una parola, in una lingua sconosciuta, misteriosa, mentre la barca dove il Re giaceva esanime si allontanava dalla riva, sospinta da un forza magica antica e potente.
Una volta raggiunto il centro del lago aveva preso fuoco, sempre secondo il volere magico del ragazzo dai capelli mori. Alba continuava a singhiozzare, la barca a bruciare e disintegrasi a poco a poco.
Un manciata di interminabili istanti dopo, l'imbarcazione era svanita, andata, affondata. E una voce profonda e cavernosa aveva snocciolato poche parole:
 

“Prendi atto, giovane mago: Artù non è solo un Re. Lui è il Re del passato e del futuro, quando Albion necessiterà la sua grandezza, Artù risorgerà di nuovo.”
 

Quando Albion avrà bisogno?
Cos'era un'Albion?
Chi era quel ragazzo?
E perché quella voce aveva pronunciato quella frase?
Perché lei? Cosa doveva fare? Cosa?!
Un solo eco gli rimbombò nella mente prima di svenire:
 

Lui ha bisogno di te. La sua ricerca sarà infinita, se non lo aiuterai.”

 
“Albion...” aveva appena sospirato Alba, prima di svenire tra le braccia della docente.

 

“Lei è la chiave
 

Gli occhi di Merlin si aprirono quando quel sussurro lo investì.
Lei era la chiave?
Lei chi?

  
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