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Autore: Dramione_    11/07/2013    0 recensioni
Katherine sembrerebbe una normalissima serpeverde, studia, ha amici, gioca a quidditch. Tutto in regola, se non fosse per una maledizione che si porta dietro fin dalla nascita; un cognome che le complica la vita in tantissime situazioni. Sono passati più di Diciannove anni dalla sconfitta di Tu-sai-chi; ma il suo cognome: 'Gaunt', continua sempre a fare un certo effetto.
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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Le giornate afose passavano tranquillamente, un po' studiando... quando non c'erano gli allenamenti di quiddicht, un po' con Cissy.
Scorpius dopo la prima settimana si era unito nuovamente al suo terzetto; lui, una corvonero con i capelli rossi e un aria da secchiona e un ragazzo di grifondoro con dei bellissimi occhi verdi, a scuola tutti sapevano chi fosse,suo padre era praticamente leggenda:Harry Potter, e lui era Albus Severus.
Non era un nome che scordavi facilmente, come nemmeno quello di suo padre. Era molto popolare e tantissime ragazze gli correvano dietro, anche se lui non dava segni di interessarsi ad loro.
Dal giorno in cui era entrata in squadra Scorpius non le aveva più detto niente, anzi l'aveva proprio evitata…
Anche se spesso aveva la sensazione che la guardasse con un sorriso strano, ma quando lei si girava lo vedeva sempre intento a fare altro..
Quel giorno Catherine stava camminando nel corridoio al settimo piano, come spesso faceva, era un buon posto per pensare: non saliva quasi mai qualcuno lì, l'entrata nella sala comune dei Grifondoro era in un'altra zona del piano e le uniche persone che passavano per il corridoio erano quelle che avevano lezione con la Cooman, ma lei evitava accuratamente i momenti in cui c'era confusione.
Aveva una strana nostalgia, non sapeva nemmeno lei di cosa.
Era ad Hogwarts, l'unico posto dove si sentisse a casa, eppure là non è che avesse una vita facile.
I Grifondoro la prendevano sempre in giro, i Corvonero la guardavano con aria di superiorità e i Tassorosso si limitavano a starle alla larga. Nemmeno tra i Serpeverde era per così dire "popolare". Si era addirittura stupita di aver ricevuto la lettera per Hogwarts a 11 anni, visto il suo cognome, ma immaginava fosse per una legge che obbligava la preside, la McGranitt a mandare la lettera a tutti i maghi dell'Inghilterra.
Non aveva mai cercato di cambiare le cose, di farsi accettare. Era timida, introversa, e senza un minimo di autostima. Gli unici amici che aveva erano i fratelli Malfoy; e solo perchè si era avvicinata Narcissa, molto più estroversa di lei. Non che ne soffrisse più, si diceva, tanto ormai era abituata,si diceva. Stava continuando a camminare per il settimo piano... buio visto l'ora, erano le 10 di sera.
All'improvviso se ne accorse e le venne il panico; a quell'ora era proibito girare per la scuola e se l'avesse beccata qualche prefetto, o peggio, gazza, avrebbero sicuramente tolgo 20 punti a Serpeverde.
Catherine si guardò intorno terrorizzata, guardando ogni cosa intorno a lei, sperando non arrivasse qualcuno. Ma la fortuna quella sera non era dalla sua parte: un miagolio. Proprio davanti a lei c'era Mrs Purr.
Fin da i primi anni a scuola Gazza le aveva sempre fatto una certa paura, aveva sempre minacciato gli altri ragazzi con torture, e sebbene si dicesse che fosse un che "parla parla e alla fine non fa nulla" a Catherine aveva sempre fatto venire i brividi.
Ed ecco là, come se fosse stata attirata dai suoi pensieri, la gatta di gazza!
-Oh, perfetto!- ci mancava solo questo, iniziò ad arretrare, fissando Mrs. Purr che continuava a miagolare; sicuramente per chiamare gazza. Si mise a correre, nel panico "Uf! È per questo che non mi hanno messo in Grifondoro, Catherine miseriaccia! È il gatto del bidello! Puoi mai essere così fifona..?!". Si bloccò.
Davanti a lei c'era una porta mai vista prima, alta, la fissò per un momento stupita ma poi sentì la voce di gazza che si avvicinava, così entrò sperando di trovare qualcosa dietro cui nascondersi in quella stanza, dopotutto non poteva mica sperare che la porta scomparisse!
Era una sala enorme, piena di oggetti; la maggior parte però carbonizzati, come se dentro ci fosse stato un incendio, ma molto tempo fa. Catherine era così stupita che aveva quasi persino dimenticato Gazza.
Tazze, libri, bottiglie, Spioscopi, strane scatole e poi oggetti molto grandi, un armadio persino. Ma l'oggetto che l'aveva incuriosita era un piccolo diario con la copertina logorata e i bordi bruciacchiati; probabilmente non era stato distrutto dall'incendio perché era nascosto dietro vecchi oggetti di pietra.
Aveva anche un piccolo stemma sulla copertina, e sulla prima pagina c'era tre piccole parole, scritte con una calligrafia elegante, quasi femminile.


Regulus Arcturus Black.

  
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