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Autore: Feel Good Inc    12/07/2013    3 recensioni
{ Dragon Trainer x Le 5 Leggende x Rapunzel x Ribelle }
#I. La ragazza dai lunghissimi capelli biondi si voltò a guardarlo e solo in quel momento il tempo tornò a scorrere, la realtà rivestì i panni dell’assurdità che era – un viaggio senza senso, la cima di una torre solitaria, un patto raffazzonato a cercare di dare un significato a questo nuovo mondo ancora tutto sconosciuto per entrambi.
«Mi farai volare?»

~
#IV. Il mattino seguente, il ghiaccio aveva formato una pozza ai piedi del letto, ma la mamma non aveva voluto credere alla sua storia e l’aveva sgridata perché non aveva voluto fare pipì prima di dormire.
~
#V. «Andiamo a vivere insieme, tu e io, un giorno. In un posto qualsiasi, ma insieme.»
~
#X. «Come sta?» le venne di nuovo in aiuto la voce di Jack, lontana.
Rapunzel li raggiunse. «C’è Sdentato con lui» disse soltanto, come se nient’altro contasse.

~
#XI. «Si può sapere che hai, Merida? Oggi non sei in te.»
«Oh, scusa, Punzie. Ho fatto uno strano sogno...»

{ Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel }
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~ a thousand {years} more.

 

 

 

 

 

 

 

# sciarpa

 

 

 

Insieme a Jack, a Berk era arrivato l’inverno. Era stato un po’ strano passare dall’ancor tiepida aria autunnale direttamente ai cumuli di neve e ai vestiti caldi, ma non più strano forse di tutto ciò che era successo prima. La Morte Rossa, l’avevano chiamata, anche se in pochi l’avevano seriamente guardata negli occhi – Hiccup sì, e aveva mezza gamba mancante a dimostrarlo. E poi, draghi e Vichinghi che vivevano e lavoravano insieme come un’unica grande realtà. Tutto sommato Jack Frost non era che una piccola sorpresa in un mondo che improvvisamente girava al contrario.

Questo, comunque, non gli impediva di trovare fastidiosa la neve che si accumulava sulla sua già difficile strada.

La protesi era un corpo estraneo, e tale sarebbe rimasto nonostante tutto il lavoro di Skaracchio e il suo e persino quello di Sdentato. Non lo lasciava mai, Sdentato, era sempre al suo fianco, a sostenerlo e guidarlo come si accompagna un bambino che muove i primi passi; Hiccup non gliene sarebbe mai stato grato abbastanza, perché l’alternativa era aggrapparsi al braccio di suo padre, e vedere suo padre in lotta con i sensi di colpa era ancora peggio di com’era stato sentirlo così lontano – così tanto – per anni e anni. Tuttavia, Hiccup aveva imparato che ai draghi la neve non piaceva affatto.

Camminare non era più un istinto naturale, ma doveva riuscirci, doveva. Sdentato era corso a salvarlo, una volta, anche se senza di lui non poteva più volare – era stato l’inizio della fine, prima della cometa rossa e della luce dorata. Ma questo era qualcosa di diverso ancora. Anche Hiccup doveva ricominciare a muoversi senza sostegni, se voleva essere sicuro di poter correre da lui ad aiutarlo, quando fosse stato necessario. Glielo doveva, soprattutto adesso, adesso che grazie al suo drago – al suo drago – Berk era piena di draghi e Vichinghi insieme e di...

Maledetta neve.

Cadde faccia in giù, il naso sepolto nel bianco gelido, ma dopo un istante una mano altrettanto gelida lo tirò su a sedere.

Hiccup respirò aria pulita, boccheggiò e si voltò a guardare Jack – nessuno aveva mani così fredde – sperando che non percepisse il suo turbamento o, ancora meglio, che quel turbamento fosse solo immaginario. Ma il ricordo gli bruciava ancora sulle labbra, gli infiammò di colpo il volto, quasi sciogliendo la neve che gli era rimasta addosso, caldo esattamente quanto le mani di Jack erano fredde.

«Ho una cosa per te.» Jack non diede segno di aver notato nulla, ma neanche gli diede il tempo di ringraziarlo: accovacciato di fronte a lui, tirò fuori da sotto il mantello una lunga e spessa striscia di lana e gliela avvolse attorno al collo. Hiccup lo lasciò fare, quindi lo scrutò da vicino. Sorrideva. «Così la smetterai di avere sempre la faccia rossa.»

Il tessuto era piacevolmente caldo, non di un calore imbarazzante come quello del ricordo. Se lo sistemò meglio addosso, senza osare specificare che non sempre il rosso dipendeva dal freddo.

Quando si rialzò sulle gambe malferme, scrollando via la neve dal suo nuovo arto sintetico, scoprì che il mantello di Jack non era un appiglio ghiacciato quanto le sue mani. E anche nel suo sorriso c’era qualcosa che gli ricordava il calore di Sdentato. Ma forse era solo un’impressione, forse era solo per via della lana...

 

 

~

 

 

Hiccup non ha mai sofferto particolarmente il freddo, ma in giornate come questa gli piace indossare la vecchia sciarpa che altrove Jack gli ha regalato. In giornate come questa, qualche volta siedono insieme nella sala più grande, loro e le ragazze, e Jack sbuffa un po’ per il suo portarsi in giro quella cosa come un’inseparabile copertina, ma alla fine sorride sempre, e si vede.

«Hic?»

«Mm?»

«Hai di nuovo la faccia rossa.»

Un po’ rimpiange di non poter semplicemente volare via con Sdentato, verso posti migliori dove non si deve restare al chiuso mentre fuori nevica – dove il sorriso di Jack è meno triste, ad esempio – però lì non è poi così male.

Non fa mai freddo come sembra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Ma quanto mi fanno tenerezza questi due insieme, quanto. ;w;

Anche qui parliamo di un contesto di mooolto posteriore a tutti i capitoli precedenti: Hiccup ha sconfitto la Morte Rossa e, come avrete intuito, questo ha implicato un suo ritorno a Berk dal regno di Merida e dal viaggio con Rapunzel. Ritorno che non è stato tutto rose e fiori, anzi, perché... ops, spoiler.

Ah, il ricordo che brucia sulle labbra di Hiccup non è quello che pensate. Non è assolutamente quello che pensate. Però è una delle piccole soddisfazioni che mi sono presa e, non so, ci tenevo a piazzarlo qui come piccola anticipazione del fatto che qualcuno diventerà più o meno canon ;o;

Aya ~

   
 
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