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Autore: hemmoseyes    12/07/2013    1 recensioni
“Sarebbe un peccato se il tuo bel faccino venisse sfigurato no?”
“Che cosa intendi?”
“Intendo che potrei farti del male se solo lo volessi”
“Tu non sei così, questo non sei tu. Non lo faresti mai.”
“Mi conosci, sai che potrei farlo”
“Questo non sei tu, Liam. Che cosa ti è successo?”
“Eri la mia chiarezza, ora senza di te tutto è rotto dentro di me, mi sto distruggendo”
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1:

 
Non credevo di esserne capace. Non credevo che sarei stata capace di liberarmi di quel ragazzo, infondo ero innamorata. Non credevo di potermi dimenticare di quel mostro, sì perché lui per me era come un mostro … uno di quelli che non ti fanno dormire la notte, che ti perseguitano; lui era il mio mostro e io la sua preda. Anche se non era innamorato di me, Logan, era sempre stato presente e se l’oceano Atlantico ci divideva lui doveva sempre sapere quello che facevo, forse perché ero il suo oggetto, il suo motivo di svago, io ero sua ma potevo essere anche di chiunque altro.

Era strano, perché ogni giorno che passavo senza di lui mi sentivo peggio. Non pensavo di poter stare male dopo tutto quello che mi aveva fatto, avrei dovuto odiarlo, avrei dovuto disprezzarlo e invece continuavo ad amarlo, anche più di prima. Ero l’unica ad amare in quella coppia, se si può chiamare così, ero l’unica a provare qualcosa e lo facevo per entrambi pensando che le cose sarebbero andate meglio, ma l’unica cosa che migliorava era la facilità con cui Logan mi mentiva quando gli chiedevo ‘E tu, sei stato a letto con qualcuno in questi mesi?’. Quanto potevo essere stupida quando credevo ai suoi ‘Ma certo che no amore, per me ci sei solo tu’?
Dimenticare divertendomi sarebbe stata la medicina migliore alla fine della mia storia con Logan, per questo decisi di continuare a fare quello che facevo quando stavo con lui ma senza il rimorso e l’angoscia che mi caratterizzavano prima. Smisi di amare e diventai quello che ai ragazzi fa sempre comodo, un giocattolo. Non mi importava essere sfruttata, a cosa serviva stare male? Il mio cuore era come spento, rotto, congelato forse in attesa di qualcuno che lo avrebbe  riparato e che con il calore dei suoi abbracci lo avrebbe scongelato e mi avrebbe riportato ad amare.
 
“Come ti senti?”
“Ora meglio, sento come un vuoto dentro di me, ma credo passerà”
Era passato più di un mese dalla mia rottura con Logan, lui non si era mai fatto sentire da quando ero tornata in Italia: era la prova di quanto ci tenesse a me … zero.
“Non si è fatto sentire vero?”
Scossi la testa, abbassai lo sguardo … mi mancava, ma non l’avrei mai e poi mai perdonato.
“Questo week-end ti porto a Londra”
“Betta, dici sul serio?”
“Certo, mettiamo in atto una delle nostre fughe”
Betta era la mia migliore amica, l’avevo conosciuta la sera in cui venni violentata da quel ragazzo … era stata l’unica ad accorgersi di noi, di me e a venire in mio aiuto. Io e lei quando ci sentivamo giù, quando ci sembrava che tutto il mondo ci stesse cadendo addosso, scappavamo. Ci prendevamo un week-end e ce ne andavamo dal nostro paesino sperduto nei pressi di Verona verso mete nuove e magari più interessanti che ci potessero aiutare a eliminare i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni.
“Credi che Londra sarà il posto giusto?”
Eravamo andate davvero in tantissime città, ma mai nessuna ci aveva rispecchiato, mai nessuna ci aveva colpito e ci aveva fatto dire ‘Finito il liceo ci trasferiamo qui’
Ti prometto che lo sarà!”
 
“Ciao”
“Ciao, che ci fai qui?”
“Ti stavo per fare la stessa domanda. Io ci abito”
“E che ci facevi in America?”
“Non posso neanche fare una vacanza?” disse ironico.
Sorrise e ogni volta che lui sorrideva, io scoppiavo a vivere.
“Senti, me lo daresti il tuo numero?”
Come potevo farmi scappare quel ragazzo? Era la cosa più bella che io avessi mai visto.
“Si certo, anche se di solito sarebbe il ragazzo a doverlo chiedere”
Sorrise di nuovo.
“Ma non l’hai fatto”
Questa volta sorrisi io.
“Ti chiamo ok?”
Ero sicura di me.
“Meglio se lo faccio io”
Sorrise.
 
“Chi era quel bel ragazzo, Amy?”
“Liam, l’avevo incontrato anche in America”
“Te l’avevo detto che Londra sarebbe stata quella giusta”
Sorrisi riguardando quei pochi numeri sullo schermo del mio telefono, mi rendevano così felice e strana.
Era da tanto che non provavo quella sensazione di farfalle nello stomaco, con un ragazzo. L’ultima volta che l’avevo provata era stata con Logan, la prima volta che ci eravamo baciati.
Di solito quando due persone si amano veramente dicono che ogni bacio è come se fosse il primo; gli infiniti baci che io e Logan ci regalavamo erano sempre uguali, monotoni, senza emozioni, senza significati, per questo non capivo come avevo fatto ad amarlo per tutto quel tempo e, inoltre, non capivo come avevo fatto ad innamorarmi così tanto di lui.
Liam sembrava diverso, all’apparenza sembrava uno di quei ragazzi dolci e sensibili che puoi solo amare; uno di quei ragazzi con cui le parole ‘ti amo’ piovono in gran quantità; uno di quei ragazzi che mi avrebbe probabilmente riportato ad amare e che avrebbe scongelato il mio cuore dal suo provvisorio rifiuto dell’amore.
 
“Pronto?”
“Ciao Amy, sono Liam. Ti ricordi di me?”
“Il ragazzo a cui ho rovesciato il frullato sulla camicia in America e quello a cui sono andata addosso a Londra?”
Lo sentii ridere dall’altra parte del telefono, e quella sua risata mi portò a sorridere a mia volta.
“Si esatto proprio io, sei libera sta sera?”
“Liam è passato un giorno da quando ci siamo visti, io sta sera torno in Italia”
“Sei italiana?”
Annuii, non consapevole del fatto che Liam non mi potesse vedere essendo al telefono.
“E non tornerai presto qui, vero?”
Riprese subito il discorso dopo una piccola pausa di silenzio.
“Mi sa di no”
Lo sentii sbuffare, come se quella fosse stata la notizia peggiore che gli avessero mai dato.
“Mi dispiace”
Mi limitai a dire.
“Tranquilla, ci sentiamo”
Disse scocciato e rassegnato per poi riattaccare.
Tornai in Italia e ripresi la mia vita, quella da giocattolo, da ragazza sfruttata, non ricordandomi più che a Londra c’era un ragazzo perfetto che con i suoi occhi color nocciola mi aveva quasi incantato. 
  
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