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Autore: Eleanor95    13/07/2013    0 recensioni
Martin è un giovane disoccupato come tanti, che subisce le ingiustizie del mondo del lavoro. La sua vita è un continuo disastro, ma un giorno incontra Robert, che gli offre un lavoro come suo assistente. Fino a qui tutto regolare, ma se questo lavoro fosse quello del tuttofare, in cui è costretto a fare tutto quello che gli viene richiesto? Come se la caverà? E se di mezzo ci fossero anche i sentimenti?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2
 
 
''E così sei riuscito a trovare un lavoro e una casa in un giorno solo e da un uomo solo?''
''Esatto''
 
Megan si versò un'altra tazza di tè, per poi tornare a guardare il suo fidanzato.
''Non sarà pericoloso, tesoro?'' 
''Pericoloso?''
''Sì..insomma... hai conosciuto un uomo in un bar e lui, in meno di un'ora, ti ha dato un lavoro e un posto dove stare, non ti sembra strano?''
Martin parve pensarci un po' su.
''Infatti, un po' lo è.'' ammise afflitto.
Megan prese la sua mano e la strinse, amorevolmente.
''Come si chiama quell'uomo?''
''Robert.. Robert Jones.''
''E' carino?''
''Perché me lo chiedi?'' il ragazzo s'infastidì a quella richiesta.
''E' soltanto una mia curiosità. E' carino?''
''Non saprei – la sua voce era insicura – non era brutto, anzi, era affascinante.''
''Parli come se avessi subito quel fascino in prima persona.''
''Ma che diavolo stai dicendo! - si alzò di colpo dal tavolo – Sono un uomo, non provo queste cose!''
''Ehi ehi... - alzò le mani in segno di difesa – Calmo, stavo solo scherzando.''
Martin si sedette di nuovo al suo posto, cercando di riprendere il controllo. Non sapeva perché aveva reagito così. Prese la tazza, ancora piena di tè, e la strinse tra le mani. Non sapeva cosa fare, si chiedeva se quello che aveva fatto fosse la cosa giusta oppure una cazzata. Il seme del dubbio cominciò a germogliare nella sua mente, ma in cuor suo voleva fidarsi. Sì, si voleva fidare, perché quell'uomo gli aveva ridato quella speranza che aveva perso mesi prima.
''Domani andrò a vedere l'appartamento.'' ruppe il silenzio che si era creato.
La ragazza annuì e gli volse uno sguardo pieno di affetto. 
''Va bene, tesoro, ma stai attento.''
L'altro sorrise, rassicurandola.
 
 
Il giorno dopo, si trovò davanti al portone di Robert. La tensione era alta, cosa molto strana per un uomo come lui. Premette il campanello un paio di volte e aspettò che qualcuno venisse ad aprirlo.
Passarono dieci minuti e la sua pazienza stava per esaurire, perciò riprovò a suonare il campanello.
Niente, assolutamente niente. Forse non c'era nessuno in casa...
Fece dietro front sconfitto, sarebbe ritornato l'indomani.
''Ehi'' una voce profonda lo chiamò alle sue spalle. Si voltò e trovo un Robert, leggermente assonnato, che lo guardava. I suoi capelli erano leggermente spettinati e faticava a mantenere gli occhi aperti.
''Non ti aspettavo.'' ammise, grattandosi la nuca.
''Mi dispiace, non volevo disturbati. Ti avrei chiamato, se solo avessi avuto il tuo numero.''
''Non preoccuparti.. - lo rassicurò – Entra''
Entrambi entrarono nell'appartamento. Non era molto grande, ma sembrava confortevole.
Robert gli mostrò le varie stanze e i vari confort che lui avrebbe potuto usare.
'' Ora ti mostro la tua stanza.''
Attraversarono il piccolo corridoio e arrivarono nella stanza in cui, Martin, avrebbe dormito per un po' di tempo.
''Sembra comodo.'' disse il ragazzo.
Andarono in cucina e Robert mise il bollitore sul gas, con l'intento di preparare un tè.
''Parlando dell'affitto... il prezzo è 250 sterline al mese, ma visto che lavorerai per me, ti verrà detratto dallo stipendio.'' esordì, versando il tè, nella tazza del ragazzo.
''Quanto è lo stipendio?'' chiese, incuriosito, Martin.
'' 900 sterline''
Martin sputò il tè dalla sorpresa.
''No...novecento?!''
Robert aggrottò le sopracciglia. ''Sono pochi?''
''No no..anzi...'' disse imbarazzato, cercando di ripulire quello che aveva combinato.
L'altro scoppiò a ridere. Quella scena gli era sembrata così buffa.
Martin lo guardò insospettito, per poi scoppiare a ridere anche lui.
Improvvisamente, Robert divenne subito serio. ''Ti do' tutto il tempo che ti serve per traslocare.''
''Veramente, ho già tutto pronto...''
''Allora puoi venire già domani.'' 
 
 
Qualche giorno dopo, Martin si era finalmente sistemato nella nuova abitazione. Non ci volle molto, aveva portato solo i vestiti e gli effetti personali...  per le altre cose, la casa era già fornita.
Chiuse le ante dell'armadio, che aveva appena finito di riempire, e si voltò verso il letto. Ci voleva proprio una dormita dopo una giornata così faticosa. Si lavò frettolosamente e poi si mise tra le coperte. Il letto era comodo e accogliente e questo gli favorì completamente il sonno. Prima di chiudere completamente gli occhi, sentì, di sfuggito, la porta principale chiudersi, segno che Robert fosse appena uscito. Strano che fosse uscito così tardi, pensò, ma non diede conto a questo particolare e, cullato da quel dolce giaciglio, chiuse gli occhi e si addormentò.
 
Il dolce aroma di caffè lo destò dal sonno. Aprì lentamente gli occhi, per poi guardarsi attorno confuso, ci volle un po' per prendere coscienza di dove stava. Sussultò al contatto dei piedi nudi con il pavimento freddo e si avviò verso la cucina. 
Robert era impegnato a preparare il caffè. Vederlo lì lo fece rabbrividire, doveva ancora abituarsi alla sua presenza.
''Buongiorno.'' mormorò, Martin.
''Buongiorno, dormito bene nel tuo nuovo letto?''
Il più giovane annuì soddisfatto. ''Erano mesi che non dormivo così.''
''Mi fa piacere.'' disse l'altro, porgendogli una tazzina di caffè.
''Comunque.. - continuò lui – oggi andrò a lavorare da solo. Sai, voglio darti un giorno per poterti sistemare meglio.''
''Non c'era bisogno di...''
''Davvero, non preoccuparti, inizierai domani. Ora devo andare che sono in ritardo'' concluse Robert, prendendo il cappotto.
''Aspetta.. - lo fermò Martin – perché fai tutto questo per me?''
''Io non lo faccio solo per te, ma anche per me.'' confessò Robert, per poi scomparire da dietro il portone.
Quell'uomo non smetteva mai di stupirlo, pensò Martin, finendo il suo caffè.
  
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